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CANTO TERZO

Giovanni Pegolotti (????–????)
Poesie

PoeTree.it

1.1«La giustizia d'Iddio, che tutto vede
1.2e che da sé cacciò la gran superba
1.3degli angioli ribelli e sanza fede,
2.1tosto confonderà la voglia acerba
2.2del già dannato Carlo e di suo gesta,
2.3che sempre tradimenti in sé riserba.
3.1Nel dir menzogne e talor finger festa
3.2faran che Dio rivòchi la sentenzia,
3.3c'ha dato contra lor tanto molesta.
4.1Ora seguiamo la nostra scïenzia
4.2— disse quel cristo che fu macelato —.
4.3D'Iddio ommessa ogni reverenzia,
5.1questo ipocrita Carlo scellerato
5.2nei primi tempi di sua signoria
5.3volle fingere al mondo eser beato.
6.1Quando da Pesar Malatesta gia
6.2fragellando la Chiesa e tolse Todi
6.3e Narni e Orti colla voglia ria,
7.1costui si mosse, sì come tu m'odi,
7.2contra 'l nipote, non già per ben fare,
7.3sol per invidia e puzzolenti frodi.
8.1Le terre, ch'avia tolte, fé lasciare,
8.2fingendo della Chiesa eser campione
8.3per poter quella poi meglio rubare.
9.1E col Mostarda maligno e fellone,
9.2che stava pella Chiesa nella Marca,
9.3Osimo tolse e po' Monte Lupone.
10.1Tolse la Terra, di fellonia carca,
10.2che già distrusse el ventidue Giovanni,
10.3quando rebella fu a la santa barca.
11.1Con tradimenti ancora e molti inganni
11.2hanno cacciato fòri di Romagna
11.3di Pier la nave e postola in afanni.
12.1E poi che i primi lor tradîr Montagna
12.2in Arimino quando gli diêr zara,
12.3sempr'a la Chiesa han fatto ogni magagna
13.1Se mai in istudio scïenzia s'apara
13.2per pratica teolica o dottrina,
13.3per natura costoro han questa cara.
14.1Né creder tu che Pier da Medicina
14.2potessi dir di questa schiatta seva
14.3i tradimenti della lor fucina,
15.1ché, poi che 'l primo generato d'Eva
15.2nacque in sta luce, fu mai nulla gente
15.3piena di tradimenti a corpo creva,
16.1quanto costor, di cui mo' al presente
16.2io ti ragiono; sì che que' da Fano,
16.3e Guido e Agnolello, ancora el sente,
17.1i quali al parlamento andâro invano
17.2co' Malatesta Vecchio alla Cattolica,
17.3sommo maestro de l'arte di Gano.
18.1Non fu Sinone per la gente argolica
18.2traditor più solenne al gran vasello,
18.3quando lesse a' Troian falsa beccolica.
19.1Tacer non debbo punto del fratello
19.2Galeotto, el quale falsamente fece
19.3essere Agobio alla Chiesa rebello,
20.1fingendo adoperare in quella vece
20.2quanto potea pella Chiesa d'Iddio,
20.3fin che la rocca d'Ancona disfece.
21.1Mandovi el figlio Malatesta rio
21.2colle suo forze a dar consiglio e 'iuto;
21.3e questo certo vidi e senti'io.
22.1Ma perché troppo tosto son venuto
22.2a queste nuove ofese, torneremo
22.3dicer del tempo che non hai veduto.
23.1Costui ridusse tanto sullo stremo
23.2la navicella del beato Piero
23.3che non avea timon né quasi remo.
24.1Ascoli e Ancona e il Presidato intero
24.2tolto gli avea e Fano e Sinigaglia
24.3e 'l contado di Fermo, a dirti el vero.
25.1Avea usurpato con crudel battaglia
25.2Racanati incostante, e Macerata
25.3tenea in tirannia e gran travaglia,
26.1Fossonbruno e la Pergola ocupata,
26.2Osimo e Jesi e Cornalto e Domo;
26.3di queste e di molt'altre avea spogliata
27.1la santa sedia, e vie più ch'io non nomo.
27.2Ma perché 'l dir troppo lungo sarebbe,
27.3voglio tacere el tempo, el modo e 'l como.
28.1Molto a quel da Varan questo rincrebbe,
28.2ché la madonna sua e pia madre
28.3fosse tenuta in così fatte lebbre
29.1dai due tiranni, pien d'opere ladre.
29.2Mosso a pietà, co legato si strinse
29.3Egidio cardinal, di vertù padre,
30.1e a Paternò sì sconfisse e vinse
30.2Galeotto, dannato patarino,
30.3sì che d'infamia el viso gli dipinse.
31.1Missel prigion nella rocca a Sentino
31.2e quivi tanto in buona guardia el tenne
31.3ch'umano el fé venir com'uccellino.
32.1Rendere al Cardinale alor convenne
32.2la maggior parte di quel ch'avia tolto:
32.3così fu spennacchiato delle penne.
33.1Non so stù hai fin qui el mio dir racolto;
33.2penso di sì; ma fa' come colui
33.3che spesso nota quand'egli ode molto.
34.1Nel tempo che nel mondo vivo fui
34.2nell'opere d'esta malvagia gente
34.3molto m'afaticai vie più ch'altrui.
35.1Che state in tutto allor fossono spente
35.2le lor memorie, maladetta schiatta,
35.3che ma' pietà di nullo amico sente!
36.1Ben che spero sarà tosto disfatta».
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