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CANTO SECONDO

Giovanni Pegolotti (????–????)
Poesie

PoeTree.it

1.1«Morto el fragel d'Iddio, riposò allora
1.2la Chiesa d'ogni canto in santa pace
1.3nel divin culto che tanto l'onora.
2.1Fin a quel tempo stette che rapace
2.2Satan condusse Allessandro di Siena
2.3trufare el Barbarossa a Dio verace.
3.1Questo imperador fu di tal vena
3.2che volle racquistar Monte Calvaro
3.3e quel sepulcro ch'a non groria mena.
4.1Ma 'l misero pastor fu tanto avaro
4.2che cauto fece di ciò el gran soldano,
4.3sì che a cotale impresa fé riparo.
5.1Deluso che si vide el buon cristiano,
5.2mosse contra la Chiesa la sua ira,
5.3perseguitando i cherci d'ogni mano.
6.1Poi verso Roma la sua forza tira,
6.2cacciando il papa e tutti i cardinali
6.3co rabbia quasi giusta e voglia dira,
7.1fin che in Lombardia distese l'ali,
7.2dove s'era fuggito quel pastore
7.3che fu cagion d'indurlo a tanti mali.
8.1Grande fu d'ogni parte tal romore,
8.2onde ne nacque el guelfo e 'l ghibellino,
8.3d'Italia bella perpetuo dolore.
9.1Fuggissi del paese quel tapino
9.2papa soletto e andonne a Vinegia;
9.3là dove stando per voler divino
10.1scoperto fu nella città egregia
10.2ch'esso stava nascoso in quella terra,
10.3che Italia in parte di grand'onor fregia.
11.1Incontanente surse crudel guerra
11.2tra i Viniziani e 'l gran Cesare augusto;
11.3ma Sabahot, ch'ogni superbia atterra,
12.1volle che 'l movimento santo e giusto
12.2di quella signoria vittoria avesse
12.3contra di Cesar disdegnoso gusto;
13.1el qual convenne poi si somettesse
13.2al fuggitivo papa e diede pace
13.3alla Chiesa d'Iddio con gran promesse.
14.1Come fu spento el fuoco d'esta face,
14.2Federigo secondo tosto venne,
14.3nipote di costui che vinto giace.
15.1Costui, crucciato, la mia Chiesa tenne
15.2in grandi aflizioni e gravi afanni,
15.3sì che concilio farsene convenne;
16.1e dopo molti scellerati danni
16.2parecchi cardinali alla Melora
16.3fece annegare ai Pisan con inganni.
17.1Ver è che poi per eterna memòra
17.2Pisa sconfitta fu da' Genovesi
17.3nel propio luogo che si vede ancora.
18.1Or io t'ho detto e gravi e sconci pesi
18.2in parte che la Chiesa ha riceuto,
18.3se ben tu hai i mie sermon compresi.
19.1La cagion mo' perch'a te son venuto
19.2mandato qui da Dio principalmente,
19.3con costui che da te già conosciuto
20.1fu nella vita dove stai presente,
20.2si è che teco omai esso ragioni
20.3le cose più moderne che lui sente.
21.1E ben che inanzi a Dio le condizioni
21.2di tutte cose abbian solo un tempo,
21.3lui, che vide e provò, dirà i sermoni».
22.1«Monaco fui, po' vescovo gran tempo
22.2— disse il perlato colla cherca rasa —
22.3e venni al mondo di te più per tempo.
23.1E, se ben ti ricorda, nella casa
23.2in Roma qui di Pietro molte volte,
23.3dove sua sedia spesso si travasa,
24.1ti vidi e ti parlai e feci acolte
24.2amichevoli assai, e tu co meco
24.3el medesmo facesti fiate molte;
25.1perciò mandato sono a parlar teco.
25.2Ma vo' che prima mi tocchi la mano;
25.3e di ciò quanto posso el più ti preco».
26.1E io allor: «Tu fosti siciliano,
26.2vescovo di San Leo, credo per certo;
26.3quivi ti vidi star tra 'l monte e 'l piano.
27.1Tesaorier di Romagna chiaro e aperto
27.2fosti gran tempo, se ben mi ricorda
27.3e ne' fatti del mondo molto sperto».
28.1E quegli allor la man mi porse lorda
28.2tutta di sangue e disse: «I traditori,
28.3c'han rubato la Chiesa, gente ingorda,
29.1provar mi feron gli ultimi dolori
29.2e asassinârmi per tormi le terre,
29.3delle quai tengon mo' la Chiesa fòri.
30.1Ma' non aranno fin le false guerre
30.2che sempre han fatte alla Chiesa romana
30.3e fanno ancor con fradulente serre,
31.1che tu vedra' della Chiesa sovrana
31.2uscir giudizio che farà contenta
31.3de' fatti lor la gente italïana.
32.1Né creda Carlo, perché Dio consenta
32.2col nimico punire il suo nimico,
32.3che nogli mandi piaga ch'el si senta.
33.1Fa' che ben noti quel che parlo e dico
33.2di questo tristo, ipocrito Carlo,
33.3fragello della Chiesa per antico:
34.1che Dio nol teme, ben che minacciarlo
34.2el faccia tutto giorno a Malatesta
34.3e con parole sconce bestemiarlo,
35.1ché chi calcitra Iddio gli torna in testa».
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