about
people
how to cite
dataset
versions
json schema
resources
browse
search
authors
books

I

Giovanni Martini (????–????)
Poesie

PoeTree.it

1.1L'alta virtù di quel collegio santo
1.2ch'adorna di Parnaso il sacro monte
1.3con quella illustra fonte,
1.4che fa versificando a molti onore,
2.1spiri per grazia in me tanto valore
2.2ch'io possa con be' versi dire in rima
2.3la gran bellezza in prima
2.4e poi l'alta virtù di quella, a ch'io
3.1per servo mi son dato, e nel cor mio
3.2non tengo altro disio, se non far cosa
3.3che a lei sia dilettosa,
3.4ch'io son più suo ch'io non son di me stesso.
4.1Io, per trattar di lei come ho promesso,
4.2comincerò a' suoi crespi capelli,
4.3puliti sì che a quelli
4.4d'Apollo hanno la fama e 'l nome tolto;
5.1e nella sommità del suo bel volto,
5.2che fa ciascuno isguardo innamorare,
5.3vedesi a punto istare
5.4alta lucente e spazïosa testa.
6.1Iscorgesi più giuso a piè di questa
6.2nere, sottili due arcate ciglia;
6.3e pien di maraviglia
6.4riman ciascun che guarda i suoi belli occhi,
7.1però che vi par drento Amor che iscocchi
7.2saette d'oro e punga altrui con elle,
7.3e le sue guance belle
7.4rispondon tanto quanto vuol ragione.
8.1Il naso ha tanta bella fazïone
8.2che fa innamorar giovani e vecchi,
8.3puliti e par gli orecchi,
8.4pigliando ognun la parte che gli tocca.
9.1Deh, quanto a me ella ha più bella bocca
9.2che di Lavinia non scrisse Vergilio,
9.3fregiata di vermilio
9.4co' labbri rilucenti, e, quando ride,
10.1deh, quanto l'un da l'altro si divide,
10.2sì che dimostra suo piccoli denti,
10.3bianchi e rilucenti,
10.4che l'uno allato all'altro è ben commesso!
11.1Il mento ha tondo, piano e un poco fesso,
11.2e tanto ben rispondon queste cose
11.3che quel che ve le pose
11.4debbe per certo ben sapere l'arte.
12.1Deh, quanto bene egli è a parte a parte
12.2fatto quel viso, al qual nïente manca,
12.3isvelta gola e bianca,
12.4immaculata sanza alcun difetto!
13.1L'ampio compresso e ben composto petto,
13.2nel qual di due pomette vi fa l'orma,
13.3ha tanta bella forma
13.4che appor non vi potrebbe il senno umano;
14.1distese braccia grosse e la sua mano
14.2bianca, sottile, vezzosa e pulita,
14.3sottili e lunghe dita
14.4colle unghie rilucenti e un poco tenere.
15.1Ogni altra parte d'esta nuova Venere,
15.2che tien coperta d'assai belle veste,
15.3m'ha detto Amor che queste
15.4rispondon tanto quanto ragion chiede.
16.1Da poi ch'ella è così dal capo al piede,
16.2a tanta bella forma io, come lieto,
16.3dirò che Pulicreto
16.4non la potrebbe disegnar più bella.
17.1E sopra ogni altra donna ella favella
17.2con atto gentil, dolze ed apuntato,
17.3e non le segga allato
17.4chi non è come lei pien d'onestà.
18.1Deh, quanto ella par donna di beltà
18.2negli atti modi suoi cotanto onesti
18.3che par che di lei eschi
18.4quanto esser può in donna leggiadria!
19.1E quando va con l'altre per la via,
19.2piglia l'andar süave e come un gru
19.3va supra sé o più
19.4pellegrinamente che un falcone.
20.1Ella ha sempre con seco a ogni stagione
20.2tanta benignità e reverenzia
20.3che ogni contenenzia
20.4parer faralla sopr'ogni donna degna.
21.1E non sol la prudenza in costei regna,
21.2ch'ell'è forte, costante e temperata
21.3che par ch'ella sia stata
21.4sempre governator di tutto il mondo.
22.1Or può ir la magnanimità al fondo,
22.2però, mentre costei al mondo vive,
22.3può largo dir chi scrive
22.4ch'essa ne sia sol vero sostegno.
23.1Or pensa tu, lettor, se, fuor d'ingegno,
23.2se a questa donna savia e virtuosa,
23.3sottile ed ingegnosa,
23.4se con ragion si può apporre niente.
24.1Or dunque posso io dire apertamente
24.2che di qualunque donna fama vola
24.3costei per sé la 'nvola,
24.4occupando dell'altre il favellare.
25.1Dunque mi posso più d'Amor lodare
25.2che gnuno amante mai al mondo fosse,
25.3poi ch'Amor mi condusse
25.4a amar donna d'ogni donna donna.
26.1E più la loderei, se questa donna
26.2fosse nel cuore inverso di me punta
26.3coll'amorosa punta
26.4di quel quadrel che punse il cuor d'Elèna,
27.1o pur ch'ella sentisse quella pena
27.2che sentì Dido del troiano Enea,
27.3o quella che a Medea
27.4fece a Iason acquistar tanto onore.
28.1Se esser non può questo, io prego Amore
28.2che almen certa la facci di mia doglia,
28.3ched e' le piaccia e voglia
28.4saper come io le son servo fedele;
29.1ed ella, che non fu già mai crudele,
29.2lieta, benigna e con un dolce aspetto,
29.3spero che mi darà qualche diletto.
Supported by the Czech Science Foundation (GA23-07727S)