LXXXIX

Rime

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1.1Sonora tromba, a cui dato è dal Cielo
1.2I gran mister dello Evangelio aprire,
1.3E sciogliere a tuo senno i nodi e i gruppi
1.4Di quella vera legge, anzi perfetta,
1.5Col saver nata di quel Verbo eterno,
1.6Che nacque anzi che 'l nascer, senza nascere;
1.7E confirmata poi coll'innocente
1.8Sangue, concetto in l'innocente ventre,
1.9Con l'ombra dello Altissimo, e col foco
1.10Del vero Amor, vivificato e sparso
1.11In sul vil legno, la mercé di quegli
1.12Che furo al ver di noi chiamati in prima:
1.13Ma poco ne fur grati, poi che 'l ferro
1.14Del lor crudele ardir voltaro in quello,
1.15Che per promessa de le sacre voci
1.16Egli aspettavan, che con le sue piaghe
1.17Saldasse il colpo, che 'l primo parente
1.18Con la lancia del suo folle disio
1.19Fece nel seme uman, di figlio in figlio.
1.20Felice colpo, aventurosa pecca!
1.21Poi che 'l figliuol d'Iddio con la sua morte
1.22Degnò curar, e noi far seco eredi
1.23Del vero regno, e tra gli amici porre
1.24La gente già da lui negletta, in vece
1.25Di quei primi chiamati e primi eletti.
1.26Così il pan de le man cascando a' figli,
1.27A' figli ingrati, a' figli sconoscenti,
1.28Ebbero i fedei can, che le sacre onde
1.29Regeneraro in Dio, e rivestiro
1.30Di nuov'uomo, secondo Iddio creato.
1.31Così col drappo altrui ebber la veste,
1.32Che coperse la macchia, che ne avea,
1.33Ahi fero caso! dati in preda a morte;
1.34Così la morte vinta da la morte,
1.35Ci è ritornata in dolce eterna vita,
1.36Se 'l nostro proprio oprar poi non ci uccide.
1.37Sonora tuba adunque, che tanti anni,
1.38Co 'l dolce suono, e 'n tante e tante parti,
1.39Dato hai diletto in Dio, e porto aiuto
1.40A la turba fedel, che ben procura
1.41Drizzare i passi al Ciel per dritto calle;
1.42Saziar le giuste ben che ingorde voglie
1.43Non disdegnar d'uom vile, impio e profano,
1.44Se ben suonan fors'altro abito e nome.
1.45Non disdegnar chi cerca in rozzo ingegno,
1.46In selvaggio savere, in leggier core,
1.47Nutrito in fiori, in frondi, in nebbia, in fumo,
1.48Porre alcun frutto, accender qualche foco,
1.49Che ne mostri del Ciel qualche sapore,
1.50Che ne infiamme al disio del vero Amore,
1.51Porger, po' ch'ha 'l poter, benigna aita.
1.52Io bramo preparar le occluse orecchie,
1.53A ricever quello aere che percuote
1.54La tua sacrata voce; e che lo agente,
1.55Trovando il paziente ben disposto,
1.56Operi meglio, acciò che 'l tuo buon seme
1.57Sparto nel giardin mio con quel buon zelo,
1.58Su per le pietre, o ne la via non caschi,
1.59O nol soffochin le pungenti spine,
1.60Ancor che poche n'abbia entro miei campi.
1.61Ma più che 'l posseder nuoce lo affetto,
1.62Come ben mostro hai tu, mostrando il vero.
1.63Sciòmi, ma no 'l troncar, come già fece
1.64Il giovene Pelleo, un nodo, il quale
1.65Mi s'avviticchia intorno a l'intelletto,
1.66E me lo stringe sì, ch'ei me ne duole:
1.67Tu lo tentasti già, ma mio defetto
1.68Forse, non tua cagion, fe' ch'io restassi
1.69Ne l'ignoranza, ov'io vaneggio ancora;
1.70Ma spero, se vorrai, non altrimenti
1.71Vederlo sviluppar, che se il vil giunco
1.72Fusse annodato, tal ti diede il Cielo
1.73Pronta man, destro ingegno, ardire e arte.
1.74Se 'l gran Motor mandò 'l suo proprio figlio
1.75A vestire un vile uom, per rivestire
1.76Tutte le creature, che nel primo
1.77Adam contratta avean macchia sì grande,
1.78Ch'altr'acqua non potea forse lavarla;
1.79E già tant'anni inanzi avea promesso
1.80Per la bocca di quello, a cui già disse
1.81(O gran segno di amor!): – Io ho trovato
1.82Al mondo un uom, come volea 'l cor mio –;
1.83Se per la costui bocca avea promesso,
1.84Che 'l sacro suon di quelle trombe, in cui
1.85Soffiò il gran fiato del divino Amore,
1.86Che spargeriesi e udiriesi il grido
1.87De 'l santo advento suo per ogni parte;
1.88Perché in l'altro emispero, che a' dì nostri
1.89Aviam di uomin trovato pien, non venne
1.90La voce lor? Perché fra tante e tante
1.91Genti, che noi (rossor de' dottor sacri,
1.92Per non dir, come forse è 'l ver, menzogna)
1.93Sappiam pur chiar che son oggi nel mondo
1.94Uomini sotto a noi, e che, del centro
1.95Forza e virtù si volge pianta a pianta;
1.96Perché dunque a costor non venne unquanco
1.97Odor de' fior de l'arbor divo e sacro,
1.98Non pur de' frutti? Ivi son pur creati
1.99Gli uomini come qui; fur come noi
1.100Da Dio plasmati, e con la sua sembianza:
1.101Han come noi intelletto e ragione,
1.102Vogliono e si ricordan come noi.
1.103Se tu dirai: – Anzi 'l mondo abbia fine,
1.104Anzi sia pieno il seggio de' beati,
1.105Si adempirà la voce Del Profeta;
1.106E rinati nell'onde che 'l Vangelo
1.107Attinse, avranno parte entro a quel sangue,
1.108Che rende 'l lume a chi de 'l petto il trasse;
1.109Sarà per tutto conosciuto Cristo,
1.110E sarà uno ovile, e un pastore – ;
1.111Parmi dur, salvo il ver, salvo il Vangelo,
1.112Che la pietà superna abbia permesso
1.113Il tenerli tant'anni senza lume,
1.114Potendo il primo dì mandarvi il Sole;
1.115Onde molti di lor che si sarieno
1.116Salvati forse, entro a le putride acque
1.117D'Acheronte ora ondeggian senza speme
1.118Di prender porto, o veder mai le stelle.
1.119Forse che se scopriva lor la luce,
1.120Allor ch'ei la fe' chiara agli occhi nostri,
1.121Avrieno il lor Lorenzo e 'l lor Gregorio
1.122Oggi nel cielo, e Francesco e Lucia;
1.123Come noi forse avrienvi quella turba,
1.124La qual mal seppe annoverar Giovanni.
1.125Il dir che 'l bene oprare ha 'l guiderdone,
1.126Come corpo ombra; e chi cammina in buona
1.127Strada, a la fine arriva a buono albergo,
1.128Non mi quieta: ch'io odo, che Cristo
1.129Dice: – Chi non rinasce al sacro fonte
1.130Non può entrar nel preparato Regno – .
1.131Questa pungente spina l'altro giorno,
1.132Come accennai di sopra, o bello spirto
1.133Degno d'eterna gloria e d'alto grido,
1.134Mi poser dentro al cor le tue parole,
1.135Senza cavarla, sì che e' non vi sia
1.136Rimasta buona parte de la punta.
1.137Trannela adunque tu, che far lo puoi
1.138Con l'ago del tuo 'ngegno, e con l'acuta
1.139Vista, con le molte arti che ti fanno
1.140Pei dubbi passi e per le oscure vie
1.141Sicuro camminar; ché quel bastone,
1.142Che mi porran le tue parole in mano,
1.143Mi sarà, sia qual vuol, fidata scorta.
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