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1.1Questo collar scolpì la donna mia,
1.2Di basso rilevar, ch'Aracne mai,
1.3E chi la vinse, nol faria più bello.
1.4Mira quel bel fogliame, ch'uno acanto
1.5Sembra che sopr'un mur vada carponi;
1.6Mira quei fior, ch'un candido ne cade
1.7Vicino al seme, apr' or la boccia l'altro.
1.8Quei cordiglin che 'l legan d'ogni 'ntorno,
1.9Come rilevan ben, mostrando ch'ella
1.10È la vera maestra di questa arte.
1.11Come ben compartiti son quei punti!
1.12Ve' come son ugual quei bottoncelli,
1.13Come s'alzano in guisa d'un bel colle
1.14L'un come l'altro. Non fur diti adunque,
1.15Che ti trapunser con tanta misura,
1.16Ma furon seste, o vago, o bel lavoro;
1.17Lavor, che forza fu, mentre voleva
1.18Trapungerlo madonna e quinci e quindi,
1.19Che vi fisasse quelle chiare luci,
1.20Quelle lampade vive, quelle stelle,
1.21Che non men splendon, che le più splendenti
1.22Stelle del ciel, se 'l cielo è posto altrove
1.23Che nel suo petto e nel suo volto: ch'io
1.24Per me nol credo; e quando io miro il cielo,
1.25E miro lei, io ben m'accorgo allora,
1.26Ch'io non sono in error, ch'io scerno il vero.
1.27Forza fu, che i begli occhi ella voltasse
1.28Dunque nel suo lavor la mia Selvaggia;
1.29Dunque questo collar guarda Selvaggia
1.30Con quegli occhi che 'l cielo accese in Prato,
1.31Per darne un vero saggio de' suoi lumi:
1.32E s'ella lo guardò, forza è che l'aura
1.33Del dolce fiato suo spirasse in lui.
1.34Felice dunque, poi che la dolce aura
1.35Del dolce fiato del suo spirto dolce
1.36Sentisti di colei che venne al mondo
1.37Per dar odor del ciel co 'l dolce fiato;
1.38Anzi di sé, poi ch'ho detto e raffermo,
1.39Dicendo il vero ed affermando il vero,
1.40Che nel suo volto è 'l cielo e nel suo petto;
1.41E ciò che non è in lei, non è nel cielo,
1.42Ma sì ben ciò ch'è in ciel si chiude in lei.
1.43Come non parli, o vil panno, ridotto
1.44Per le sue man sì caro, e non ringrazi
1.45Me, che t'intessei tal, che meritassi,
1.46O ch'ella, per me' dir, non si sdegnasse
1.47Tenerti in le sue man, ch'io pur poteva
1.48Farti un vil sacco, un canavaccio vile?
1.49Eh perché taci, ingrato? Perché adunque
1.50Non rendi a lei l'onor che si conviene,
1.51Avendo dal suo sguardo e dal suo fiato
1.52Ricevuto in te spirto, aere e fiato?
1.53Deh no 'l negar tacendo, ch'io ben sento
1.54Che tu spiri il suo fiato, s'io ti tocco:
1.55Ché se Iapeto con quel po' di fuoco,
1.56Che già sottrasse dal carro solare,
1.57Poté far viva una terrestre immago,
1.58Che dee far tutto il bel de la natura,
1.59Ch'ella tien stretto in quelle belle mani?
1.60Che dee far il più chiaro e 'l più bel fuoco
1.61Che splende, anzi arde in que' duo vivi soli,
1.62Anzi in quegli occhi? Perciocché quegli occhi
1.63Son vie più chiari assai che non è il Sole.
1.64Che dee far la dolcezza di quel fiato,
1.65Ch'a' duri sassi, a' secchi tronchi ha porto
1.66Il fiato, ed io lo so, ben mille volte,
1.67Se non darti la vita, e darti il fiato,
1.68Che tu possa spirar, e dir parole
1.69Come ti piace? Ché ben or conosco,
1.70Quand'io ti tocco, che sei cosa viva.
1.71Questa manica giunse la mia donna
1.72Insieme, e 'nsieme questa, e con questi orli
1.73Qui le fu forza pur poner le dita.
1.74Io pur le bacerò queste orme adunque,
1.75Chio veggio col pensier stampate in loro.
1.76Questi merli da man, questi trafori
1.77Fece pur ella, e questo punto a spina,
1.78Che mette in mezzo questo cordoncello,
1.79Ella il fe' pure, ella lo fece, ed io,
1.80Io vile, io rozzo, ardirò di vestire
1.81Queste mal culte membra, e queste braccia
1.82Di panno in cui madonna una e tre volte
1.83Mettesse punto? E questa cordicella,
1.84Ch'ella qui mise colle proprie dita,
1.85Toccherò? Legherommi? Ah guarda, guarda,
1.86Che forse forse questo è un dolce laccio,
1.87Il qual se mostra ben legarti al collo
1.88Il bel collar, con tant'arte condotto,
1.89Non fia gran fatto ch'ei ti leghi il core.
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