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1.1Vener, cercando il figlio, che da lei
1.2S'era fuggito, e non sapea in qual loco,
1.3Con alta voce gridando in l'orecchie
1.4De l'amorosa sua turba, diceva:
1.5– S'alcuno ha visto il mio picciolo Amore
1.6Ir vagabondo or quindi or quinci, sappia
1.7Ch'ei s'è da me fuggito, e ch'ei m'è figlio.
1.8Chi me lo insegna, un dolce bacio prendasi,
1.9Un bacio dolce da la dolce Venere;
1.10Chi me 'l conduce, e me lo pone in grembo,
1.11Avrà da me il colmo de le gioie.
1.12È pargoletto, è bel; notate tutti
1.13I contrassegni: ei non è in tutto bianco,
1.14Ma paion fuoco le sue membra, e gli occhi
1.15Rubesti ha sì, ch'indi par ch'escan fiamme;
1.16Mostra una cosa in fronte, altra ha nel core.
1.17La voce ha dolce, ma se l'ira il preme,
1.18Fiero divien, crudele, impio, e di frodi
1.19E di menzogne un nido; e con spietati
1.20Modi de gli uomin prende gioco; e crespi
1.21Sono i suoi crini, e la faccia proterva;
1.22Pargolette le man, con le quai non di
1.23Manco saette tira sì lontano,
1.24Ch'arrivan sin nel regno d'Acheronte.
1.25Le membra ha nude, e vestita la mente;
1.26Ed in guisa d'augel l'ale scotendo,
1.27Or vola in questa or in quell'altra parte,
1.28Di mill'uomin predando il core, e a mille
1.29Donne vaghe e gentil ferendo il petto.
1.30Picciolo ha l'arco; e ben che la saetta
1.31Che su vi porta sia picciola, in cielo
1.32È non di men passata mille volte.
1.33Da gli omeri gli pende una faretra,
1.34Picciola pur, ma d'òr; ove son dentro
1.35Amari dardi, coi quali il crudele
1.36Me, che gli son pur madre, ei fere ancora.
1.37Son tutti gli atti suoi feroci ed empi,
1.38Cotai ch'ancor se stesso ancide il folle.
1.39'N una man porta un'accesa facella,
1.40Con la quale ha tal volte acceso il Sole.
1.41S'a caso il prendi, tienlo ben, né muovati
1.42Pietà il vederlo pargoletto: e quando
1.43Pianger lo senti, allor temi d'inganno,
1.44Perché i pianti d'Amor son pien di fraude;
1.45E quando ei ride, allor stringil, ché 'l riso
1.46D'Amore una coperta è de' suo' inganni.
1.47E s'ei ti parla in dolci accenti, temi,
1.48Ché quanto ha più soavi le parole,
1.49Tanto ha più dentro magagnato il core.
1.50Se ti porge la bocca, e darti cerca
1.51Un bacio, fuggi allor, fuggi, ché sempre
1.52D'Amor nocivi sono i labri, e sempre
1.53Di venen tinti. E se come invilito
1.54Dir lo sentissi: – Olà, prendi queste armi,
1.55Io mi ti do prigion – non lo ascoltare,
1.56Guarda a non le toccar; ché i don d'Amore
1.57Son tutti pien d'inganni, e le sue armi
1.58Si ascondon sotto un invisibil foco.
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