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1.1Ancor che le mie mal vergate carte
1.2Possan poco o niente alzare il volo
1.3Del chiaro nome vostro, che risuona,
1.4Mercé del valor vostro, insin al cielo,
1.5Isabetta gentil non men che bella;
1.6Non di men presi ardir, quando pensai
1.7Col turbo inchiostro mio col vil pennello
1.8Pinger la bella imagine, di porre
1.9Voi tra le quattro: e così 'l misi in opra,
1.10Non ben sicur che non l'aveste a sdegno.
1.11Perché inchinar le spalle a sì gran peso
1.12Vid'io, se ben fei forza andare avanti;
1.13E sotto vel copersi il vostro nome,
1.14Com'anche feci e di questa e di quella,
1.15Che m'aiutar con voi col lor esempio
1.16Ad ombreggiar la mia finta chimera.
1.17E quando io rivolgea per lo intelletto,
1.18Che nome fusse degno al bello spirto,
1.19A la grazia, a l'ingegno, al pregio, al grido,
1.20A gli onori, a le lode, a le virtuti,
1.21Di che vi fece il ciel sì largo dono,
1.22Imeneo venne a me dolce e benigno,
1.23Quello Imeneo, che sempre tenne cura
1.24Del santo giogo marital, del giogo
1.25Che fa soavi le fatiche umane,
1.26E ne consola ne' terrestri affanni;
1.27Quel pio signore, che vi legò a quel germe,
1.28Di cui non vide Prato il miglior mai,
1.29Donde son colti poi quei sì bei fiori,
1.30Anzi quei frutti vostri, che faranno
1.31(Viva io pur tanto) il bel Bisenzio allegro.
1.32E disse: – Non cercar porle altro nome,
1.33Che quel ch'entro al suo fronte leggerai,
1.34Subito ch'i' sarò da te partita. –
1.35E così detto, come fa saetta
1.36Che di buon arco scocca, sparì via,
1.37O come uccel che de la gabbia fugge.
1.38Né prima fu da gli occhi miei perduta
1.39La sacra vista, ch'anzi a me comparse
1.40L'imagin vostra, che nel fronte avea
1.41Scritto con lettre d'oro Amorrorisca.
1.42E mentre ch'io attendea quel che importasse
1.43Il nuovo nome, udi' scender di cielo
1.44Sì dolce voce, ch'io ben dissi: – Questa
1.45Voce è del cielo –; e disse: – Amorrorisca
1.46Giogo soave importa, o dolce laccio. –
1.47Questa fu la cagion dunque, Isabella,
1.48Perch'entro al mio libretto io vi stampai
1.49Con questo nome: e se maligno spirto
1.50Altro contende, o 'nterpreta altrimenti
1.51S'allontana dal ver, e per savere
1.52Mostra poco saver: vuol tòrmi il nome
1.53D'uomo integro, di pura e ferma fede.
1.54Non son le merci mie, ben le conosco,
1.55Né me ne inganna Amor, tal' ch'io mi pensi
1.56Darle in don pur ad un, non tanto a due
1.57Venderle; ma l'invidia, ai buon nimica,
1.58Ognor nuove cagion d'odio mi cerca.
1.59Io dico, e dirò sempre, e dirò 'l vero,
1.60Non perch'io pensi farvi cosa grata,
1.61Ché non vi fa mestier delle mie lode,
1.62Che per lor stesse ormai son chiare e conte,
1.63Ma per servire al retto, e mantenere
1.64L'onor, giusta mia possa, integro e saldo,
1.65Che 'l primo dì che in man presi il pennello,
1.66Il primo dì che macinai il colore,
1.67Per dipinger colei che tanti affanni
1.68M'arreca, ancor che non sia cosa viva;
1.69Il primo dì mi cadde nel pensiero
1.70Con l'eccessive parti d'Isabella
1.71Condurre a prosper fine il mio ritratto:
1.72E pria fusti entra al core, Amorrorisca,
1.73Ch'io vi stampassi dentro a le mie carte.
1.74Cianci chi vuol cianciar, chi vuol dir dica.
1.75S'altra in questo il pensier torse, o se mai
1.76Io ebbi altra nel cor, tolgami Amore
1.77Poter sperar di veder mai la rozza,
1.78La cruda, la spietata e dolce vista
1.79Di quella aspra Selvaggia pastorella,
1.80Che quanto più la bramo, men la spero,
1.81Vivendo col disio fuor di speranza
1.82Favola e giuoco a voi, donne mie care.
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