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IX

Michele del Giogante (????–????)
Poesie

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1.1Quant'è da commendar chi gusta il vero,
1.2quant'è da far capital dell'amico,
1.3c'ha già nel cor fermato desiderio
1.4d'amar non che l'amico, ma 'l nemico!
1.5Quant'è da commendar l'almo sincero
1.6d'un uom, s'è liberal, saggio e pudico,
1.7e quanto de' prestato essergli fede,
1.8quand'ei parlassi per l'altrui merzede!
2.1E per questa cagion, ciò conoscendo,
2.2avendo a voi cordiale affezïone,
2.3mosso da passïon, quasi potendo,
2.4in dubbio sto lo sprimer mie 'ntenzione:
2.5com'esser può possibil non la 'ntendo
2.6la varietà e la gran mutazione,
2.7c'ha fatta in noi la 'nvidiosa Fortuna.
2.8Ma per me mai si farà scusa alcuna.
3.1Se non ch'io vo' sol esser lo 'ncolpato,
3.2non per malizia o per mio mal concetto,
3.3però ch'io son di tal conio stampato,
3.4adattato a servire in fatto e 'n detto,
3.5ch'a torta parte mendace chiamato
3.6saria s'i' fussi; ma pure all'effetto
3.7se sdegno alcun ver me nel cor v'avanza,
3.8siemi in favor la chiesta perdonanza.
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