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1.1O ne l' aspra tempesta
1.2de' miei pensier, che quando parte il giorno,
1.3quando a noi fa ritorno,
1.4or in quella or in questa
1.5spiaggia l' anima mia spinge e molesta,
1.6Laureo, nocchiero accorto,
1.7che col prudente tuo saggio consiglio
1.8nel mio maggior periglio
1.9hai questo legno scorto
1.10da l' onde tempestose in queto porto;
1.11or che di destin reo
1.12più che mai fiera orribile procella
1.13scuote la navicella,
1.14che già le merci deo
1.15a questo irato e periglioso Egeo,
1.16pon al timon la mano,
1.17ché già del fragil pin l' ondoso flutto
1.18preso ha l' imperio tutto,
1.19e fia 'l tuo aiuto vano
1.20poi che preda sarà del mare insano.
1.21Fortuna, oimè, non sazia
1.22né stanca mai de' miei continui mali,
1.23con suoi pungenti strali
1.24l' alma trafigge e strazia,
1.25né da lei mercé impetro unqua né grazia,
1.26tal che bench' ella vaga
1.27sia de le pene mie, del mio martire,
1.28se ben del mio languire
1.29e non d' altro s' appaga,
1.30non truova in me più luogo a nuova piaga;
1.31io pur il forte scudo
1.32de la prudenzia umana opro per schermo,
1.33ma non sta saldo e fermo
1.34a colpo così crudo
1.35l' animo, sì che spesso io tremo e sudo.
1.36Tu di questa orrid' onda
1.37non senti (o te felice) ira né orgoglio,
1.38né temi in qualche scoglio
1.39che percosso s' asconda
1.40il pin del gorgo suo ne l' alga immonda,
1.41ma col dotto e gentile
1.42Casa, d' alta virtù lucido albergo,
1.43ogni cura da tergo
1.44posta mortale e vile,
1.45del fuoco de le noie esca e focile,
1.46or col gran Stagirita
1.47or col divo Platon dispensi l' ore,
1.48con la cui scorta onore
1.49si merca, e per spedita
1.50strada si poggia a quella eterna vita.
1.51O tre volte beato,
1.52che in così bel diporto i giorni chiudi
1.53in alti, illustri studi
1.54con spirto sì lodato,
1.55quant' io t' invidio sì felice stato!
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