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1.1Perché con tanto orgoglio,
1.2o nimico de' giorni allegri e chiari,
1.3turbando l' aere e i mari
1.4fai ch' ogni duro scoglio
1.5pianga con alta voce il suo cordoglio?
1.6Perché con tanta rabbia,
1.7come se d' acqua un rio dal ciel rovini,
1.8dagl' ispidi tuoi crini
1.9e da l' umide labbia,
1.10quasi nel grembo ognuno un mar chius' abbia,
1.11versi pioggia infinita,
1.12Austro superbo, sì che 'l fiume inonda
1.13ogni sua lieta sponda,
1.14né a' pesci è men gradita
1.15la piaggia che la valle ima e romita?
1.16Torna omai, con la fronte
1.17di caligine oscura e nubi cinta,
1.18con l' irta barba avvinta
1.19di densi nembi, al monte,
1.20onde si faccia bel questo orizzonte;
1.21già il verno orrido e duro
1.22col tardo passo è giunto al suo confine,
1.23e le nevi, le brine
1.24e i ghiacci, al lento e puro
1.25fiumicel freno, raccogliendo, al scuro
1.26suo antro fa ritorno,
1.27et a l' altra stagion per forza cede,
1.28la qual col vago piede
1.29già stampa d' ogni intorno
1.30tutto quel bel che rende il mondo adorno.
1.31Lascia il corso ispedito,
1.32crudo, a Favonio et a la bella Clori,
1.33perché de' lor tesori
1.34spargan questo e quel lito
1.35e faccian il terren verde e fiorito;
1.36vedi che spiegan l' ali
1.37invitati dal Sole al lor viaggio;
1.38non far a l' anno oltraggio,
1.39a l' erbe, agli animali,
1.40troncando ogni speranza de' mortali.
1.41Sì vedrem poi cantando
1.42sotto il tranquillo ciel donne e donzelle,
1.43a queste rive, a quelle
1.44le ricchezze predando
1.45e l' anno più fiorito andar lodando,
1.46e fra i schietti arbuscelli,
1.47che 'l suo crin di smeraldo alzano al vento,
1.48udrem dolce concento
1.49far ai lascivi augelli
1.50e sui rami scherzar purpurei e belli,
1.51e le piaggie e la valle
1.52vedremo ornarsi di purpureo manto
1.53e d' eterno amaranto
1.54e di candide e gialle
1.55viole il petto e le sue verdi spalle;
1.56vedrem di vaghe fronde
1.57la selva intorno dilettosa e bella,
1.58e la stagion novella
1.59far le cose feconde,
1.60e rallegrarsi il ciel, la terra e l' onde.
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