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Poesie

PoeTree.it

1.1O Pollinnïa, degna e sacra musa,
1.2voglia alla fraile mia debil memoria
1.3un po' della tua grazia avere infusa,
2.1ched io possi mostrare in questa storia
2.2quel ched io vidi a questi gran signori,
2.3che son qui in tanta festa e in tanta gloria!
3.1L'ordin v'ho detto e le fronde e i fiori
3.2delle vie del giardin, ch'i' vidi il giorno;
3.3or sentirete dolcezze maggiori.
4.1Le strade son con quell'ordine adorno;
4.2e or le quatro parti del terreno
4.3che germinon dirò e c'hanno intorno.
5.1La prima parte vidi tutto pieno
5.2di più ragione erbetta utile e sana,
5.3sanza nulla soperchio o nulla meno:
6.1prezzemoli e cicerbite e borrana
6.2e radicchi, lattuga e nipitella,
6.3persa, fiorranci, menta e porcellana,
7.1bassilico e ruchetta e mirrabella,
7.2raperonzoli e anici e finocchi,
7.3terracriepoli, bietole e morella.
8.1E 'ntorno a queste cose co' mia occhi
8.2vidi pianton di peri e mele al sole,
8.3che par ch'ognun mille dolcezze fiocchi.
9.1Eravi pere giugnole e ghiacciuole,
9.2ruggiol, bonelle buone e ciampoline
9.3e moscadelle di qualunche uom vuole.
10.1Ed eranvi carvelle e sementine,
10.2peri sannicolò piantati a sesta,
10.3sanza granal lumie quaglie e ruggine.
11.1Eranvi mele rose e malatesta
11.2appiane, appiuole e calamagne tante
11.3che nulla vòto del terren vi resta.
12.1Tu vedi questa parte in che è abondante
12.2e quel ch'ella fruttifica e produce
12.3e hai notizia di tutte le piante.
13.1Dirotti or l'altra che no' men riluce,
13.2dico ch'era 'l terren con ordin belli
13.3e queste cose germina e conduce:
14.1cipolle, agli, iscalogni e peselli,
14.2e ceci e lenti, e rubiglie e fagiuoli,
14.3radice e porri, e cavoli e baccelli;
15.1e 'ntorno intorno fichi castagnuoli,
15.2albi, pisan, porcinelli e sampieri,
15.3piattoli, fior, grasselli e lardaiuoli,
16.1e fichi piccioluti e cavalieri,
16.2ed eran tutti giovani vermeni
16.3da vedergli e gustargli volentieri.
17.1La terza parte avea ne' sua terreni
17.2cocomeri, cedriuol, zucche e melloni
17.3e lupini e papaveri, e ben pieni.
18.1Eravi gran quantità di poponi
18.2moscadel, tralignati e dommaschini,
18.3ch'erono all'occhio belli e al gusto buoni,
19.1e circulati intorno di susini,
19.2avosini, belfiore ed amoscena
19.3e da dommasco, pratoli e porcini.
20.1La quarta parte si vedeva piena
20.2di bruotin, matricale e di schiarea,
20.3assenzio, salvia e isapo ancor mena.
21.1Ruvida scabbiosa e marrobbio v'avea,
21.2senapa, ruta, èlla e erba pepe,
21.3ch'al gusto più ch'all'occhio i' conoscea.
22.1E 'ntorno v'è di molti frutti siepe,
22.2di leggiadri rampolli e piante nani,
22.3come natura e l'aria vi concepe:
23.1ciriegi buondì, amareni e marchiani,
23.2acquaiuol, duracini belli e freschi,
23.3e giuggioli e pistacchi e melagrani
24.1degli agri, degli amabili e franceschi,
24.2e melïachi, mandorli e nocciuoli;
24.3di venti ragïoni o piu v'è peschi,
25.1e tra questi er'ancor tre pianton soli
25.2di peri e meli e di peschi cotogni,
25.3a' qual surgea appiè molti figliuoli.
26.1Or io non credo che più vi bisogni
26.2di queste parti dette racontare,
26.3ma credo ben che 'l vostro core agogni
27.1d'udir l'ordin del prato singulare,
27.2ch'era nel mezzo del gentil giardino,
27.3che mai non ebbe né potrà aver pare.
28.1Dico che 'ntorno intorno ogni confino
28.2è tutto 'l prato pien d'un'erba bella
28.3agual sì che par nato in un mattino:
29.1serpilli e sermollini e selbastrella,
29.2che piantati parien da diva mano
29.3con più olor che spezi di cannella.
30.1Eravi pien di fior di zafferano,
30.2che avean più freschi e verdi e lor capelli
30.3ch'uno ischiantato smeraldo sovrano.
31.1Un ciel parea il prato e' fiori istelli,
31.2e chi cercassi il ponente e 'l levante
31.3non potrebbe trovare ordin sì belli.
32.1E avea 'ntorno più di mille piante
32.2d'alberi isnelli, odoriferi e buoni,
32.3che paiono a miralle cose sante.
33.1Eravi melaranci e milïoni
33.2abeti, faggi, olmi, aceri e pini,
33.3pistacchi e cedri e datteri e limoni,
34.1frassini, nardo, bossi e ramerini,
34.2corbezzoli, ginepri e arcipressi,
34.3laüri e mirti e ulivi e verzini,
35.1scope, ginestre, cardi e mor fra essi,
35.2sambuchi, noci e perugini e meli,
35.3e salci e giunchi e sanguini con essi,
36.1e querciuoli e castagni ritti a' cieli;
36.2prugnole, sorbe e nespole v'è fresche,
36.3e di balsimo e zuccher cannameli.
37.1Cornioli, aneti v'è saracinesche,
37.2ruvistichi e spruneggioli v'avia,
37.3e piante greche, franciose e moresche.
38.1E 'ntorno intorno a' lor piè si vedia
38.2vermigli fiori, azzurri e bianchi e gialli
38.3con ordine composti e leggiadria,
39.1rose incarnate e chiar come cristalli,
39.2e di mille ragion vivuole e gigli,
39.3ch'un rigoletto par di fior che balli.
40.1Po' sopra 'l prato rivolsi e mia cigli
40.2e vidi un padiglion di gelsomini
40.3e di rosai salvatichi e vermigli.
41.1Non credo che sia in cielo ordin divini
41.2sì ben composti e con tante ragioni,
41.3com'era questo da tutti e confini.
42.1Havi su' rami d'aranci e limoni
42.2co' frutti lor dorati e verdi e 'n fiori,
42.3e 'n simil forma cedri e milïoni.
43.1E 'n sul prato porgean sì grandi odori
43.2tra lor le rose e i fiori e le vivuole,
43.3ch'i' non credo che sieno in ciel maggiori.
44.1Udiensi mille versi d'usignuoli,
44.2di calderugi, rondine e fringuelli,
44.3e tordi montanelli e calenzuoli.
45.1Su per le cime di quelli albucelli
45.2isvolazzando si vedevono ire,
45.3gran maraviglia a sentigli e vedelli.
46.1Po' vidi fra le piante fuori uscire
46.2dimestichi lattizi e ermellini,
46.3e insïeme ruzzar con gran disire.
47.1Martore vidi e vai e zibelini,
47.2cervetti, cavrïuol, conigli e lepri
47.3andare a spasso pe' verdi confini.
48.1Giacer ne vidi fra' mirti e ginepri
48.2e dimesticamente a me venire,
48.3che per paura ignun par che si sepri.
49.1Io non potrei lo 'ntero a punto dire
49.2della dolcezza ch'io avea a vedere
49.3le fiere andare e gli uselletti udire.
50.1Ma vinto questo da maggior piacere,
50.2i' mi volsi coll'animo e col fronte
50.3alla più bella parte, al mio parere.
51.1Er'a mezzo del prato una gran fonte,
51.2d'un marmo tal che neve testé giunta
51.3v'arebbe ricivuto iscorno e onte.
52.1Nel mezzo surge una colonna in punta,
52.2non fatta manüal, ma ivi nacque,
52.3com'opera magnanima indefunta;
53.1di porfido era, e tanto al mio cor piacque
53.2gl'intagli ch'ell'avea e le ragioni,
53.3e 'n sulla sommità gitta molte acque;
54.1e in giù ricadièn con dolci suoni,
54.2che mormorava il fonte singulare,
54.3c'ha cinque gradi di bianchi iscaglioni.
55.1E dentro vi si vede a schiere andare
55.2vibranti pesci, rilucenti e snelli,
55.3e dimesticamente boccheggiare.
56.1Qua' mari o laghi o fonti o fiumicelli
56.2che' fondi mostrin per la lor chiarezza,
56.3o qualunque acque più dolci e più belli,
57.1ch'appetto a quella e alla sua dolcezza
57.2non paressino amare, o torbe, o tinte
57.3d'una brutta mistura e molta fezza?
58.1Non are' Giotto o Cimabue dipinte
58.2le cose ch'i' v'ho conte; col suo istile
58.3nolle sapre' mostrare, o vere o finte.
59.1I' mi posi a seder nel loco erile
59.2sul terzo iscanno e pensavo tuttora
59.3per maraviglia all'opera gentile,
60.1istanco di mirar, non sazio ancora.
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