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Poesie

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1.1O isprendida Vener sacra e santa,
1.2che 'mperi in terza spera trïonfante,
1.3ove germina amore in viva pianta,
2.1o fiamme ardente in sulle qual le piante
2.2si ferman di Cupido tuo figliuolo,
2.3che sforza il cielo e 'l mondo e tutte quante
3.1l'alme, che son nell'universo stuolo
3.2e senton da' suo colpi o caldo o sido,
3.3o gioia o pianto, o allegrezza o duolo!
4.1Però ricorro a te, o gran Cupido,
4.2sì come servidor del tuo bel regno
4.3e come quel che solo in te mi fido,
5.1ch'all'opera, la quale a trattar vegno,
5.2che del divino aiuto tu conceda
5.3al mio debole istile e basso ingegno,
6.1ché, sanza quel, non par che 'l mio cor creda
6.2ched io sappia ridir quel che m'impose
6.3una donna gentil, di biltà reda;
7.1la qual mi disse in parole piatose
7.2ched io venissi innanzi a voi, signori:
7.3or udirete quel che mi proppose.
8.1Dissemi e sua martiri e' sua dolori
8.2e donde nasce la sua pena ria
8.3e perch'ell'è d'ogni dolcezza fuori
9.1e come innamorossi e per che via,
9.2di chi e come e quando; e il tinore
9.3vo' 'l sentirete per la lingua mia.
10.1O glorïoso e sacro e santo Amore,
10.2s'a questo punto mi doni e tua aiuti,
10.3seguiranne a te lalde e a me onore!
11.1Egli eran già i dolci tempi venuti
11.2di primavera, che le piante e' monti
11.3di fronde e fior novelli son fronzuti;
12.1e io, ripien di molti affanni e onti,
12.2un giorno andavo ripensando a quella,
12.3che mi fa gli occhi mia parer dua fonti.
13.1E sol per miticar la passion fella,
13.2el libro tolsi, ove Ovidio compuose
13.3pìstole fatte fr'amante e donzella;
14.1e, quel leggendo, gustai molte cose
14.2e molti affanni d'amorosi amanti
14.3e molte crudele opre e pïatose,
15.1per modo tal ch'i' mossi amari pianti,
15.2per piatà di lor pena e della mia,
15.3ch'a ripensarvi il cor par mi si schianti.
16.1E per dar luogo a quella pena ria
16.2e al pungente e amoroso ispino,
16.3sol con quel libro in man presi la via
17.1inverso un bello e sprendido giardino,
17.2ch'era ripien di tanta maraviglia
17.3che par composto da ordin divino;
18.1e 'nverso quel dirizzando le ciglia,
18.2giunsi alla porta, e, rimirando questa,
18.3di porfido la vidi esser vermiglia.
19.1Era 'l giardino intorno tondo a sesta
19.2e tutto circulato d'alte mura
19.3di marmo bianco, che nulla vi resta.
20.1Nel primo entrar, giudicai che natura
20.2non compose mai cosa in questo mondo
20.3sì piena d'arte e d'ordine e misura,
21.1quant'era quello isprendido e giocondo.
21.2E, s'attendete ben, vi mosterròe
21.3l'ordine suo dal traverso e dal tondo.
22.1In prima giunta, come detto v'hoe,
22.2e' si movea dalla porta una via
22.3ritta e pulita, tal che dir non soe,
23.1che scosto dalla porta tanto gìa
23.2ch'ella facea l'entrata in su n'un prato
23.3ch'era nel mezzo pien di leggiadria.
24.1Dalla porta mi volsi al destro lato
24.2per una via che 'l giardin circulava
24.3e, com'io fu' 'n la quarta parte andato,
25.1trovai un'altra via ch'al prato andava
25.2in simil forma che facea la prima;
25.3quella lasciai e dintorno passava.
26.1E, come queste due, comprendi e stima
26.2altre dua ne trovai di contro a quelle
26.3in tutto il tondo dell'opra sublima.
27.1Or se tu vuoi saper le strade belle
27.2di che coperte si potean vedersi,
27.3attendi a me, o tu ti va a vedelle.
28.1Di mezzi cerchi coperte le scersi,
28.2e così quella ch'andava dintorno,
28.3sì come quelle che van per traversi.
29.1La fronda di Bacco nel colmo è datorno;
29.2sì folta sopra' cerchi si spargìa
29.3che Febo non traspar nel mezzo giorno.
30.1E nell'andar ch'i' fe' la tonda via,
30.2mirai la verde volta delle fronde,
30.3ch'era 'l quarto zibibbo e malvagia;
31.1e l'altro quarto v'è che non nasconde
31.2e frutti suoi, che son corso e razzese,
31.3e l'altra greco e vernaccia risponde.
32.1L'ultimo quarto si vedea palese
32.2pien di vermiglio e bianco moscadello,
32.3ch'a' persi gusti are' le voglie accese.
33.1La via, che va dalla porta al pratello,
33.2d'uve sancolombane e paradise
33.3era coperta con ordine bello.
34.1Nella seconda il mio occhio si mise,
34.2ch'era piena di lugliole e trebbiano,
34.3che, maraviglio, le miravo fise.
35.1La terza ancor con ordine sovrano
35.2i' vidi piena d'uve passerine
35.3e d'uve grosse, e colsine con mano.
36.1Era la quarta dal principio al fine
36.2ripiena tutta d'uve canaiuole,
36.3leggiadre, belle, fresche e pellegrine.
37.1E queste istrade, ov'entra poco 'l sole,
37.2da ogni banda eron piene di rose
37.3bianche e vermiglie, e dommasche vivuole
38.1tant'ordinate bene e sì preziose
38.2ch'a rimiralle un gran pezzo mi missi,
38.3perch'io non vidi mai sì belle cose.
39.1Candidi gigli e gentil fioralisi
39.2v'erano e vari e rilucenti fiori,
39.3che da ordine alcun non son divisi.
40.1Sentìesi nell'andar sì grandi odori
40.2che gli odorosi ispezi di levante
40.3al paragone arien tristi sapori,
41.1di quell'ordin divin di fronde sante.
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