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Rime

PoeTree.it

1.1Perché 'l desir mi spigne
1.2dietr'al piacer che move
1.3la lingua a dir d'una Vergine sciolta,
1.4col pensier, che depigne
1.5quel ch'io non veggio altrove,
1.6vo ragionando il dì più d'una volta;
1.7e l'anima, ch'ascolta
1.8ciò che fra noi si dice,
1.9ne divien sì contenta
1.10che 'nvaghita allor tenta,
1.11per far suo stato via più che felice,
1.12di lasciar questa carne,
1.13e lieta, oltre a nostr'uso, al cielo andarne.
1.14Ella pensa: "Se l'ombra
1.15porge tanta dolcezza
1.16or che fa dunque a chi n'abbraccia il vero?"
1.17E così tutta sgombra
1.18d'ogni minor vaghezza,
1.19per uscir del suo albergo entra in sentero;
1.20ma poi cangia pensero,
1.21tosto giunta a la porta
1.22del carcere terreno;
1.23perché vede sì pieno
1.24di tanti orrori 'l camino ch'al ben porta
1.25che, temendo smarrirsi
1.26tra via, sola non osa indi partirsi.
1.27Né val ch'ella si fermi
1.28e dintorno si giri
1.29bramosa di veder che l'accompagni.
1.30Oh, de' mortali infermi
1.31ingannati desiri,
1.32che tant'è che dal ver vi discompagni?
1.33Ma de' falsi guadagni
1.34fia chi ragion vi chieda
1.35su nel passar del varco
1.36ove 'l terrestre incarco
1.37lasciar convene a chi n'ha tutti in preda;
1.38e vi sarà allor chiaro
1.39quel ch'or v'è dolce poi quanto fia amaro.
1.40Però ancor senno fora,
1.41se ben desti a gran giorno,
1.42cangiar costume col cangiar del pelo
1.43senz'aspettar quell'ora
1.44ove, con danno e scorno,
1.45tempo vi squarci d'ignoranza il velo.
1.46Perché non piove il cielo
1.47sempre grazie divine
1.48che 'n specchio di dolore
1.49mostrin suo fallo al core
1.50che neghittoso ha pur tardato al fine
1.51a disgannar la mente
1.52e proprio allor, quando non val, si pente.
1.53Dunque fia che s'invecchi
1.54in sue vane fatiche
1.55il mondo e mai non si raffronti seco?
1.56Deh, porgete gli orecchi
1.57a le parole amiche:
1.58levate il viso al lume ch'i' v'arreco,
1.59e volgetevi meco
1.60al salir quelle scale
1.61onde buona speranza,
1.62di sembianza in sembianza,
1.63vi scorga a contemplar quella immortale
1.64e sempiterra forma
1.65per cui la nostra umanità s'informa.
1.66Che se l'interna vista
1.67drizzerete a quel segno
1.68ov'arco d'alma ria rado saetta,
1.69vedrete quant'acquista
1.70qualunque uom si fa degno
1.71di girne a lui che con Amor n'aspetta;
1.72pur che la sua diletta
1.73sposa, figliuola e madre,
1.74con suoi preghi devoti
1.75non solo avien che vòti
1.76di giusto sdegno un tant'offeso padre,
1.77ma n'impetri l'aita
1.78di gir, pur ch'a noi piacci, a la sua vita.
1.79Quest'è la porta vera,
1.80ov'intrar pò qual'alma
1.81desia di ber al fonte di pietade.
1.82Quest'è la donna altera,
1.83che meritò la salma
1.84del santo verbo sol per umiltade.
1.85Oh, se la caritade
1.86che 'n lei fatt' ha fornace
1.87fosse sì nota in terra
1.88com'a chi, fuor di guerra,
1.89lieto si gode de l'eterna pace,
1.90quanti son oggi in lutto
1.91ch'avrian'il cor gioioso e 'l volto asciutto!
1.92Canzon, fra più di mill'altre di prezzo
1.93queste tre gemme sono
1.94che fan ricco 'l tesor di ch'io ragiono.
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