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1.1Ninfe leggiadre e voi fideli amanti,
1.2ahi lasso! che crudel novella io porto!
1.3apparechiate i dolorosi pianti.
1.4Il preclaro Poeta vostro è morto,
1.5il cui bel canto e la cui dolce lira
1.6fu di voi tutti singular conforto,
1.7ché mai se vide Amor sì rotto d'ira,
1.8che nol placasse con soi dolci accenti,
1.9tanta ebbe in lui virtù potente e mira.
1.10Certo sono felici gli elementi
1.11che ferno il vaso di quella alma eletta,
1.12ch'or vive in ciel fra spiriti contenti,
1.13perché ebbeno virtute in lor costretta
1.14di tal grandezza e sì soave odore
1.15che 'l mondo quasi tutto empie e diletta.
1.16Non ebbe l'età nostra mai dolore
1.17equale a questo: veder secco il fonte
1.18donde stillava sì divin liquore.
1.19Ehimè! che duol se fa nel sacro monte!
1.20Altro che panni oscuri non se vede
1.21e gente suspirar con bassa fronte.
1.22Amor, ch'ha cognosciuta la soa fede
1.23e quanto valse il suo leggiadro stile,
1.24ogni altro afflitto a suspirare eccede.
1.25Quella diserta lingua era il fucile
1.26con qual quel dio gettava fra' mortali
1.27fiamma che ogni vil cor facea gentile;
1.28e chi ben mira, i versi soi son tali:
1.29se a scriverli mancasse penna e inchiostro,
1.30Amor dar li dovrebbe il sangue e l'ali.
1.31Ornamento al suo regno e al secul nostro,
1.32che regraziare ognun de' la Natura,
1.33ch'a' nostri tempi un tal tesoro ha mostro.
1.34Ancor serai felice, o sepultura,
1.35però che 'l morto tuo te farà viva
1.36col nome suo per fin che 'l mondo dura,
1.37ché s'el gli avvien che alcun nel sasso scriva:
1.38- Di Serafin qui giacen le fredde ossa -,
1.39quel degno nome basta a farte diva.
1.40Né tu, Morte, voler di tal percossa
1.41superba andare d'una tanta preda,
1.42ché nei sacri poeti non hai possa:
1.43ché ben che 'l santo Apollo ti conceda
1.44azion sopra le spoglie soe terrene,
1.45a' privilegi soi convien tu ceda.
1.46Non basta se di quel che a te apertiene
1.47troppo insolente sei fera rapace,
1.48devoratrice d'ogni mondan bene?
1.49Non basta se per te la lira tace,
1.50che empìa il mondo d'armonia celeste
1.51e che era degli amanti vera pace?
1.52Non basta se per te in lugubri veste
1.53piangon le Muse l'ultima partita
1.54dil suo poeta, tutte afflitte e meste?
1.55Tu non gli pòi negar quella altra vita,
1.56anzi pur doe: ché l'una gode in terra,
1.57l'altra nel ciel col summo bene unita.
1.58Or che hai fatto, crudele, a farli guerra?
1.59Dil suo dolce comerzio n'hai privato
1.60sol per aver di lui arida terra.
1.61Fatto hai sì como gli avidi soldati,
1.62che per avere un vil guadagno abietto,
1.63spesso magni edifici han ruinati.
1.64Alla tua falce or più non è subietto,
1.65e avere imperio assai meglio pure era
1.66sopra d'uno omo fra gli eletti eletto,
1.67ch'esser da ognun chiamata ingiusta e fera.
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