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1.1Cari signor, po' che cenato avete
1.2le bandigioni e la vivanda tutta,
1.3per amortar la dilettevol sete
2.1donar vi voglio tre panier di frutta;
2.2ma stien fermi e bicchier su la tovaglia,
2.3sì che la mensa non rimanga asciutta.
3.1Son di trenta ragion, se Dio mi vaglia,
3.2benché sieno svariate le maniere:
3.3dirolle, se la mente non travaglia.
4.1E dieci frutti del primo paniere
4.2si posson mangiar tutti dentro e fuore,
4.3e ve n'è da mondar, chi n'ha piacere.
5.1Que' del sicondo son d'altro vigore:
5.2quel che v'è dentro non si diè mangiare,
5.3ma quel di fuore ci dà lor sapore.
6.1Del terzo e frutti si debbono usare
6.2mangiando quel ch'è dentro; e la coverta,
6.3che hanola adosso, lassatela stare.
7.1Or vo' tornare a quel che fu proferta,
7.2di trenta frutti dirvi ad uno ad uno,
7.3sì che la mente vostra sie ben certa.
8.1Del primo panïer ,
8.2come vi dissi, tutto dentro e fuore
8.3puossi mangiare e cossì ciascheduno.
9.1Prima de l'uva con dolce licore:
9.2trebiana, moscadella e passarina,
9.3nera, c'ha nome dal suo bel colore;
10.1ed uva paradisa, la più fina,
10.2uva agnola e duracina, non sana,
10.3che rado senton calci ne la tina.
11.1Fichi d'ogni maniera più sobrana:
11.2bianchi e castagnuoli e botantani,
11.3cigoli e fichi secchi a la toscana,
12.1e piccioluti, uccedegli e pissani,
12.2perugin, badalon, grossi e menuti,
12.3neri corbini, sanguegni, romani;
13.1cedri maturi ancora e ben cresciuti
13.2del giardin di san Rombol di riviera,
13.3e da Gaeta e Malfi ancor venuti.
14.1Pere vi reco d'ogni lor maniera:
14.2spinose, carvelle e sementine,
14.3rogge e anche robuiole in gran schiera,
15.1sanicole, zuccaie e ciampoline,
15.2durelle e vendemmiali, el cui sapore
15.3coll si gusta, e le rugine.
16.1Vi reco ancor di tre maniere more:
16.2del gelso, de la macchia e gangarelle,
16.3che tutt'e tre si veston d'un colore.
17.1Melle vi reco in più maniere belle:
17.2apiuole, calamagne e sassoferrate,
17.3e mele pere, sì vaghe a vedelle,
18.1anco melonte e de le vergate
18.2e fragole vi dono ancor con quelle,
18.3le quali fano piccole derate.
19.1Anco vi dono sorbe e albatrelle,
19.2pere e mele cotogne in duo maniere,
19.3che sono el fine a queste dieci belle.
20.1Seguino e dieci del sicondo paniere,
20.2che non quel dentro, ma sol quel di fuore
20.3diesi mangiare e sì dan lor piacere.
21.1Prima sarage col lor bel colore,
21.2corniuole, amarine e acquaiole,
21.3ch'a risguardarle ralegrano el cuore.
22.1Sonvi cornie del bosco, a chi ne vuole,
22.2e giuggiule e bacocche le più fine,
22.3susine d'ogni fatta, a non dir fole;
23.1dico le melaruole ed agustine
23.2ed avorie e ballocce ancor vi porto,
23.3e bufale, acetose e amassine.
24.1Anco vi dono pesche d'un bell'orto,
24.2partitoie, duracine e rosselle,
24.3pesche cotogne, che hano el color morto.
25.1Dattar vi sono e carrobe sott'elle,
25.2nespole . . . son nel fondo,
25.3quali vendo a misura di scudelle.
26.1Nel terzo mie panier, sì cupo e tondo,
26.2son gli altri dieci frutti, el cui sapore
26.3si diè gustar, se son del guscio mondo:
27.1dico le noci, buone a far savore;
27.2sonvi mandorle dolci e de l'amare
27.3ch'e medici vi dano a tôr dolore,
28.1lupini, lumie e pine, che son care,
28.2nocciuole, melarance e zaccarelle,
28.3castagne, malagevoli a sgusciare.
29.1Sonvi melagranie buone e belle,
29.2che son l'ultime al numero di trenta:
29.3or chi ne vuol comprar veliga per elle,
30.1inanzi ch'i' mi parti o ch'i' mi penta.
30.2«Quanti date de' fichi?» «Trent'e sei
30.3per un quatrino, a chi se ne contenta».
30.4«Quaranta, buona dona, ne vorei».
30.5«A la croce di Dio, che non farò,
30.6ch'i' no gli posso dar, ché non so' miei».
30.7«Le pere come date?» «Sei ne do».
30.8«I' vo' che me ne diate otto a quatrino».
30.9«In verità, fanciul, che non darò».
30.10«Deh, dimi un poco: piacet'egli el vino?»
30.11«Tu puo' provare». «Andiamo a la taverna,
30.12ché della mie vita si è 'l giardino».
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