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1.1Amor di patria, amor di gloria un fiero
1.2fan certame nel Duce; e d'armi instrutto
1.3prepotenti è ciascun. Vince il primiero.
1.4In magnanimo cor la patria è tutto.
1.5Sol di questa il dolor gli empie il pensiero:
1.6arde già di partir, già sopra il flutto
1.7vola il suo spirto, già le rive afferra,
1.8già vendica l'onor della sua terra.
2.1D'Acri gli allori su l'infranto muro
2.2gli mostrava la Gloria, e gli dicea:
2.3Vieni, prendi, son tuoi, monta securo:
2.4ed Ei voltate già le spalle avea.
2.5Un lauro più d'assai bello e più puro
2.6di qua dal mare il suo pensier vedea;
2.7di questo solo Ei vuol la fronte adorna.
2.8Francia, t'allegra; Italia, sorgi: Ei torna.
3.1Ma senza memoranda alta vendetta
3.2non fia, no, dell'Invitto il dipartire.
3.3Intégra e degna dell'Eroe l'aspetta
3.4de' prodi il sangue estinti in Abukire;
3.5e tal l'ebbe. Su l'onda maladetta
3.6le gallich'ombre si placaro e l'ire.
3.7Di turca strage il mar crebbe, e l'ondosa
3.8faccia sparì da tanti corpi ascosa.
4.1Spente le forze de' nemici, e ogni uopo
4.2dell'armata provvisto, al lido aduna
4.3i suoi più fidi il Duce, e dal Canopo
4.4salpa; e nocchiera in poppa ha la Fortuna.
4.5Né fragil prora vi fu pria, né dopo
4.6mai l'onde ne vedranno altra veruna
4.7di tanto carco. Il cor cui poco è il mondo,
4.8quel cor si cela in quell'angusto fondo.
5.1Contra le vele del fatal naviglio,
5.2consci forse del Dio ch'ei porta in grembo,
5.3non osano di far lite e scompiglio
5.4i venti: dorme la procella e il nembo.
5.5Solo increspa con placido bisbiglio
5.6dolce un Levante alla marina il lembo:
5.7E l'onda intanto: Chi è Costui, dir pare,
5.8a cui l'aria obbedisce, e serve il mare?
6.1E certo il mar sentìa che su quel legno
6.2navigava il valor che al fier Britanno
6.3farà caro costar dell'onde il regno,
6.4finché ne spezzi lo scettro tiranno.
6.5Quindi parve d'uman senso dar segno
6.6il tremendo elemento, e un bello inganno
6.7fatto all'inglese insecutor schernito,
6.8pose il vindice suo salvo sul lito.
7.1Come giunto s'udì l'alto Guerriero,
7.2di giubilo delire a lui davante
7.3si versar le città lungo il sentiero:
7.4mise a tutti il piacer l'ali alle piante.
7.5Ognun s'affretta e incalza, ognun primiero
7.6esser vuole a gioir del suo sembiante.
7.7Bonaparte gridare i vecchi padri,
7.8iterar Bonaparte odi le madri.
8.1Bonaparte i fanciulli, Bonaparte
8.2rispondono le valli; e nell'ebbrezza
8.3di tanto nome, al vento inani e sparte
8.4van le memorie d'ogni ria tristezza.
8.5Nel tripudio ognun corre ad abbracciarte,
8.6sia nemico, od amico: l'allegrezza
8.7non distingue i sembianti; un caro errore
8.8dona gli amplessi, e negli amplessi il core.
9.1Francia tutta del Magno alla venuta
9.2rizzossi; ne tremò l'Alpe, e l'avviso
9.3dienne all'itala donna. L'abbattuta
9.4in mezzo al pianto lampeggiò d'un riso,
9.5e serenossi. Ma in piè surta e muta
9.6di maraviglia, Europa il guardo fiso
9.7su la Senna converse, ove sentìa
9.8che alfin soluto il suo destino andrìa.
10.1Qual, pria che fosse il mar, la terra, il cielo,
10.2del caos l'orrenda apparve atra mistura,
10.3ove l'umido, il secco, il caldo, il gelo
10.4fean pugna, e muta si tacea natura;
10.5che tal, rimosso alla menzogna il velo,
10.6fusse di Francia il volto ti figura,
10.7quando il Magno a camparla dal Ciel fisso,
10.8venne, quale già Dio sovra l'abisso.
11.1E l'abisso in che l'egra era sepolta,
11.2tutto il vide Egli sì. Vide il Delitto
11.3passeggiar venerato, e per istolta
11.4potenza fatto probitate e dritto.
11.5La Virtù vide di gramaglie avvolta,
11.6atterrati gli altari, Iddio proscritto,
11.7la Giustizia mercato, e disciplina
11.8generosa la Frode e la Rapina.
12.1Vide in bisso il codardo, e nudo il petto
12.2del forte, il petto ancor del sangue brutto
12.3per la patria versato; e a rio banchetto
12.4di sue ferite divorato il frutto;
12.5e spinte al cenno di vil duce inetto
12.6al macello le schiere, e omai già tutto
12.7morto il bellico onor, morta la scuola
12.8de' prodi, e viva l'arroganza sola.
13.1Fremé d'orrore e di pietade al diro
13.2spettacolo l'Eroe. Tutte discorre
13.3fra sé le vie, le guise, onde al martiro
13.4di tanto scempio alfin la patria torre.
13.5Vede, ovunque gli sguardi Ei volga in giro,
13.6di colpe orrende intreccio, e che a disciorre
13.7cotanto nodo il taglio mestier fea,
13.8che del re Frigio il groppo un dì sciogliea.
14.1Dopo molte vegliate in questa cura
14.2torbide notti, alfin diè calma al vago
14.3pensier quel Dio che queta ogni rancura
14.4col ramo che di Lete intinse al lago.
14.5Ed ecco in sogno manifesta e pura
14.6tornargli innanzi la medesma immago
14.7che gli apparve in Sorìa. Mesta del letto
14.8su la sponda s'asside, e con affetto
15.1così prende a parlar: figlio, il crudele
15.2mio stato il miri. A che ti stai? Sol una
15.3è la via di salute, ed infedele
15.4all'alme dubitose è la fortuna.
15.5In che mar di misfatti abbia le vele
15.6spinto il poter de' molti, e che nessuna
15.7esser può libertade ove son tutti
15.8liberi, il vedi: e assai n'ha il fatto istrutti.
16.1Arroge, ch'ella è un'impossibil cosa
16.2in vasto stato; arroge l'opulenza,
16.3e lo splendor de' vizi, e la sdegnosa
16.4di tutte leggi popolar licenza.
16.5Arroge la ribelle, imperiosa
16.6forza dell'uso, cui né violenza
16.7non doma, né lusinga; e in questo suolo
16.8l'uso comanda il comandar d'un solo.
17.1Sorgi dunque, e novello e più temuto
17.2rialza e premi il necessario trono.
17.3Re codardo che fugge, ed ha potuto
17.4ne' perigli lasciarmi in abbandono;
17.5re che vita non rischia, e fece acuto
17.6de' miei nemici il ferro, al mio perdono
17.7chiuse ogni varco. Re vogl'io chi forte
17.8vola al mio scampo, non chi vuol mia morte.
18.1Ne l'arduo calle, a cui t'esorto, vedi,
18.2vedi tu capo di regnar più degno?
18.3china la fronte, ti ritira, e cedi,
18.4ch'esser qui debbe del migliore il regno.
18.5Ma se nullo t'è pari, è colpa, il credi,
18.6il tuo rifiuto, e d'alto cor non segno.
18.7Le presenti e le tarde età vedranno
18.8questo vile rifiuto: e che diranno?
19.1Diran: stanca la Gallia d'una stolta
19.2libertà che a perir la conducea,
19.3in mille parti scissa e capovolta
19.4un sommo e solo correttor chiedea.
19.5Ogni brama, ogni speme era raccolta
19.6nel fatal Bonaparte: Ei la potea
19.7far salva, Ei solo; e ad un poter funesto
19.8lasciolla in preda, e si fe' reo del resto.
20.1Diranno: I giorni del Terror tornaro
20.2tinti di sangue; e Bonaparte il volle.
20.3Rifisse la civil furia l'acciaro
20.4nel sen fraterno; e Bonaparte il volle.
20.5I delitti, atterrato ogni riparo,
20.6inondar Francia; e Bonaparte il volle;
20.7ch'egli è un voler la colpa, ove i suoi passi
20.8frenar potendo, imperversar la lassi.
21.1Questa di mali, o Figlio, onda fremente
21.2franger non puossi che d'un trono al piede,
21.3al voler d'una sola arbitra mente,
21.4che all'utile comun ratta procede.
21.5Allor forte, allor grande, allor possente
21.6mi sarò tra le genti; allor fia sede
21.7di virtù vera la tua patria, or rio
21.8mar di vizi, 'u 'l furor soffia di Dio.
22.1Allor tremanti abbasseran le ciglia
22.2i re giurati; e tu sembiante al Sole,
22.3che, fonte e centro della luce, imbriglia
22.4de' minor fuochi il giro e le carole,
22.5tu porrai loro il freno; allor la figlia
22.6del tuo valor, che suo drudo non vuole
22.7né il Tedesco, né il Geta, Italia bella
22.8dirà: di Bonaparte ecco l'ancella.
23.1E tu d'ancella la farai reina,
23.2e il serto che portò Carlo, all'incude
23.3ritemperato di miglior fucina,
23.4locherai su la fronte alla virtude,
23.5alla virtù canuta e peregrina
23.6di giovinetto eroe, che in sen già chiude
23.7le tue vive scintille, e fia l'amore
23.8dell'Italo che giusto e caldo ha il core.
24.1Disse e sparve. Apre gli occhi, erge la testa
24.2il supremo Guerrier: cerca col guardo
24.3il fuggito fantasma, e alla tempesta
24.4del cor ben sente che non fu bugiardo.
24.5Balza in piedi agitato. Era già desta
24.6la foriera del dì, già il primo dardo
24.7della luce le torri ardue ferìa,
24.8e la vita spandea per ogni via.
25.1A mirar l'ascendente astro divino
25.2fermossi; e in quella gli si fece appresso
25.3il figlio del suo cor, che mattutino
25.4scendea del padre al consueto amplesso.
25.5Di Lui parlo, ch'or fa lieto il destino
25.6dell'italica donna, e forte ha messo
25.7la man pietosa entro sue piaghe, ond'ella
25.8a sanità già torna e si rabbella.
26.1Dati e presi gli onesti abbracciamenti,
26.2in che tace la lingua e parla il petto,
26.3contra i puri del Sol raggi sorgenti
26.4seder si fece al fianco il giovinetto;
26.5e gli uditi nel sonno eccelsi accenti
26.6pur volgendo nell'alma: O mio diletto,
26.7mira, disse (e nel dir stendea la mano),
26.8come bello è del ciel l'astro sovrano!
27.1Delle stelle monarca egli s'asside
27.2sul trono della luce, e con eterna
27.3unica legge il moto e i rai divide
27.4ai seguaci pianeti e li governa.
27.5Per lui natura si feconda e ride,
27.6per lui la danza armonica s'alterna
27.7delle stagion, per lui nullo si spia
27.8grano di polve che vital non sia.
28.1E cagion sola del mirando effetto
28.2è la costante, eguale, unica legge,
28.3con che il raggiante imperador l'aspetto
28.4delle create cose alto corregge.
28.5Togli questa unità, togli il perfetto
28.6tenor de' vari moti onde si regge
28.7l'armonia de' frenati orbi diversi,
28.8e tutti li vedrai confusi e spersi;
29.1e l'un l'altro inghiottire, e furibondo
29.2il mar levarsi e divorar la terra,
29.3e squarciarla i vulcani, e nel secondo
29.4càos gittarla gli elementi in guerra.
29.5Figlio, in questa ruina (e dal profondo
29.6cor sospirò) l'immagine si serra
29.7di nostra patria: cade la sua mole,
29.8perché a' suoi moti non è centro un sole.
30.1Tacque; e surto del loco ove sedea,
30.2gli occhi al suol fitti, e a passo or presto or lento
30.3misurava la stanza; e sculto avea
30.4su la fronte l'interno agitamento.
30.5Tra la primiera genitrice idea
30.6di perigliosa impresa, ed il momento
30.7dell'eseguire, l'intervallo è tutto
30.8fantasmi; e bolle de' pensieri il flutto.
31.1Allor fiera consulta in un ristretti
31.2fan dell'alma i tiranni; e la raccolta
31.3ragion nel mezzo ai ribellati affetti
31.4sta, qual re tra feroci arme in rivolta.
31.5Ma prestamente, ove la Gloria getti
31.6nel mezzo il dado, quella lite è sciolta.
31.7Tormenta i petti generosi allora
31.8il periglio non già, ma la dimora.
32.1Tutto quel dì l'Eroe fu muto, e pronte
32.2tutte sue forze rassegnò. Non tante
32.3scoppiar scintille fa il martel di Bronte
32.4sovra l'incude di Vulcano, quante
32.5scoppian le cure dentro quella fronte
32.6alla fronte di Giove simigliante,
32.7quando Pallade ancor non partorita
32.8del cérebro immortal chiedea l'uscita.
33.1Scese la notte; e in sogno ecco plorando
33.2tornar la stessa vision, che in atto
33.3di sdegnoso dolor gli fea comando
33.4di precider le lunghe al gran riscatto.
33.5Surse il Forte, e la man stesa sul brando:
33.6O Patria, disse, t'obbedisco. E ratto
33.7nel raccolto Senato al nuovo sole
33.8entra, e queste vi tuona alte parole:
34.1In quale stato vi lasciai, Francesi?
34.2In qual vi trovo? Vi lasciai la pace,
34.3trovo guerra; lasciai conquiste, e scesi
34.4veggo dall'Alpi l'Alemanno e il Trace;
34.5lasciai lucenti di guerrieri arnesi
34.6gli arsenali, e son vôti. La vorace
34.7rapina ha tutto dissipato, eretta
34.8in ria scienza dal poter protetta.
35.1Hanno esausto lo Stato; il nume è spento
35.2di Giustizia; né senno, né decoro
35.3nel maneggio civil; qual vile armento
35.4spinti i soldati al marzial lavoro.
35.5Ove sono i miei figli? ove li cento
35.6mila fratelli che lasciai d'alloro
35.7carchi? che avvenne di cotanti forti?
35.8Mi rispondete; che ne fu?... Son morti.
36.1Morti, ahi! son della patria i difensori,
36.2e vivi i tristi che la patria uccidono;
36.3vivi non pur, ma eccelsi e reggitori
36.4supremi al comun pianto empii sorridono.
36.5E delle leggi intanto i creatori
36.6senza consiglio, senza cor s'assidono
36.7in venduto Senato: han sotto il piede
36.8spalancato l'abisso, e nullo il vede.
37.1Ma d'infamia coperto e irrevocato
37.2passò, lo giuro, de' ribaldi il regno;
37.3e della patria qui sul lacerato
37.4corpo il giura de' prodi il santo sdegno. -
37.5Come vento tra scogli imprigionato,
37.6fremé il consesso a quel parlar già pregno
37.7di vicina tempesta; ed una voce:
37.8lo Statuto, gridò cupa e feroce.
38.1Lo Statuto? il Magnanimo riprese,
38.2e l'accento suonò più che mortale.
38.3Lo Statuto? Ed ardisce alma Francese
38.4oggi invocarlo? Lo Statuto? E quale?
38.5Quello cui tante e tante volte offese
38.6delle parti il furor? quello in cui strale
38.7non è che fitto non sia stato? Un nome
38.8che in fronte al giusto fa rizzar le chiome.
39.1Dunque un nome s'oppon, che soli affida
39.2i traditori un nome in cui delinque
39.3santamente ogn'iniquo, e il parricida
39.4poter si sacra tuttavia de' Cinque?
39.5E non udite ancor dunque le strida
39.6che le rive lontane e le propinque
39.7v'invian gridando: A terra, a terra l'empio
39.8Statuto, o Franchi, e fine al patrio scempio?
40.1Tremar di gioia ai generosi accenti
40.2i pochi intégri, e di terrore i molti
40.3perversi; e fuggir sotto i vestimenti
40.4più man fur viste, e trasmutarsi i volti.
40.5A camparlo quel dì dai violenti
40.6ferri di questi o scellerati o stolti,
40.7fama è che intorno al perigliante Duce
40.8fiammeggiar fu veduta una gran luce.
41.1L'Angiol fu forse della patria, forse
41.2altro messo del ciel, che tolto al mondo
41.3l'onor non volle de' mortali, e torse
41.4il colpo che mettea Francia nel fondo.
41.5Di noi pietoso un Dio certo il soccorse;
41.6né più bello, no mai, né più giocondo
41.7giorno brillò di questo, in cui la forte
41.8mano il fren prese della patria sorte.
42.1Qual robusto di fianchi alto naviglio,
42.2che privo di governo in mar crudele
42.3estremo corse d'annegar periglio,
42.4frante l'antenne, e lacere le vele;
42.5se di miglior piloto arte e consiglio
42.6il sottragge all'irata onda infedele,
42.7sue ferite ristaura, e sul mar scuro
42.8le tempeste a sfidar torna securo;
43.1cotal la grande Nazion rinvenne,
43.2ché grande allor veracemente emerse,
43.3e sanò le sue piaghe, e di solenne
43.4luce vestita ogni squallor deterse.
43.5Le virtù fuggitive in bianche penne
43.6tornar. Giustizia racconciò le sperse
43.7rotte bilance, e dal furor segnate
43.8cancellò le rubriche insanguinate.
44.1La Concordia rifulse, e di catene
44.2indissolute la nemica avvinse;
44.3franse gli empii pugnali in su l'arene
44.4angle temprati, e l'ire tutte estinse.
44.5La virtù che di Dio nell'uom mantiene
44.6la riverenza, la virtù che strinse
44.7col ciel la terra, più graditi e cari
44.8bruciò gl'incensi su i risurti altari.
45.1Ebber norma ed impulso e vigoria
45.2i diversi doveri; e d'un sol fiato
45.3tutti sospinti per diversa via
45.4mossersi a gara ad animar lo Stato.
45.5Così volge sue rote in armonìa
45.6l'ordigno che misura il tempo alato;
45.7hanno vario il cammino e vario il volo
45.8tutte; ma il punto che le move è un solo.
46.1E le scienze intanto e le sorelle
46.2arti, splendor de' regni e formatrici
46.3d'almi costumi, senza cui né belle
46.4son le città, né i troni unqua felici,
46.5schiuser liete i lor templi; e di novelle
46.6ghirlande ornate, con più fausti auspici
46.7ricominciar lor riti, e ogni villano
46.8costume entrato ne cacciar lontano.
47.1Così tutte lasciò Francia le brune
47.2spoglie del lutto, e rivestissi il manto
47.3di sua grandezza. Io sol nella comune
47.4letizia, ahi lasso! io mi fui solo al pianto.
47.5Redir d'Egitto, e alle paterne cune
47.6volar, fu il primo mio desire. Un santo
47.7dover spingea quest'alma intenerita
47.8ad abbracciar colei che mi diè vita.
48.1Movo ratto di Freio, e per la via,
48.2di lei sola il pensier tutto ripieno,
48.3anticipando nel mio cor venìa
48.4il piacer del serrarla a questo seno.
48.5E una dolcezza dentro mi sentìa
48.6da non dirsi, e godea che indegno almeno
48.7de' cari amplessi io non facea ritorno,
48.8di qualche bella cicatrice adorno.
49.1In val di Varo, già narrailo, siede
49.2l'umil terra ove nacqui. Frettoloso
49.3vêr quella adunque celerando il piede
49.4odo annunzio per via fero e doglioso.
49.5Odo che le vicine erte possiede
49.6il vincitor nemico, odo ch'egli oso
49.7fu di calarsi in suol Franco, e col fuoco
49.8desolarlo e col ferro in ogni loco.
50.1Di mio villaggio fo dimanda, e tutto
50.2da' barbari l'intendo per feroce
50.3rabbia, correa due giorni, arso e distrutto.
50.4Mi strinse il gel le vene a quella voce.
50.5Palpitando proseguo, e già condutto
50.6mi son davanti al suol natìo. Veloce
50.7raddoppio il passo, e m'apparisce, entrando,
50.8spettacolo crudele e miserando.
51.1Avean le fiamme intorno orribilmente
51.2divorate le case, e su la scura
51.3solitaria ruina alto un tacente
51.4orror regnava e il lutto e la paura.
51.5Irto i crini, e col cor che il danno sente
51.6pria che lo vegga, alle paterne mura
51.7tremante, ansante mi sospingo; ed arse
51.8tutte le trovo, e al suol crollate e sparse.
52.1Se' tu fuggita in salvo, o sotto questa
52.2macerie orrenda, o madre mia, sei chiusa?
52.3Ecco il crudo pensier che alla funesta
52.4vista mi corse nell'idea confusa.
52.5Gridai, gente cercai: tutto era mesta
52.6solitudin. Tenea la circonfusa
52.7oste i colli imminenti, e non ardiva
52.8uomo appressarsi alla deserta riva.
53.1Nell'orribile dubbio odo un lamento
53.2d'afflitta belva, un ululato acuto
53.3che uscìa di mezzo alle ruine, e il sento
53.4in suon che sembra dimandarmi aiuto.
53.5Salgo, ed ahi! veggo (umano sentimento,
53.6vieni e impara pietà), veggo giaciuto
53.7là sul rottame il mio Melampo, antico
53.8de' nostri lari e sempre fido amico.
54.1Mi riconobbe ei sì, ma non diè segno
54.2dell'usata esultanza il doloroso;
54.3e d'amor e di fede unico pegno
54.4levò la testa e mi guardò pietoso.
54.5Poi si diè ratto con umano ingegno
54.6a raspar le macerie, e lamentoso
54.7ululando e scavando tutta volta,
54.8dir parea: La tua madre è qui sepolta.
55.1E, ohimè! che vero ei disse; ohimè! che quanto
55.2m'era dolor serbato io non sapea!
55.3Misera madre!... - E qui ruppe in un pianto,
55.4che degli occhi due fonti gli facea.
55.5Pianse percosso di pietade il santo
55.6veglio, pianse Malvina, ed attendea,
55.7già disposta a maggior duolo, dal caro
55.8labbro la fine del racconto amaro.
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