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1.1Mentre d'Ullino nei riposti alberghi
1.2tacitamente Amor un suo leggiadro
1.3colpo prepara, e la Virtù gli è duce,
1.4due di Virtù nemiche, e d'ogni bello
1.5senso d'onor, Paura e Codardìa,
1.6nella stretta d'assedio Ulma turrita
1.7tale ordiscono turpe opra di guerra,
1.8che della più non sarà mai che parli
1.9vergognando la fama. Allor che frutto
1.10d'infernale imeneo la tenebrosa
1.11dell'Erebo consorte eterna Notte
1.12l'Angoscia partorì, l'Insidie, il Pianto,
1.13la malvagia Fatica, e la Menzogna,
1.14e con le bieche rubiconde Risse
1.15delle leggi il Disprezzo, e la deforme
1.16consigliera di colpe orrida Fame,
1.17cognati tutti e spaventosi aspetti;
1.18la negra madre con nefando parto
1.19la Codardìa produsse e la Paura;
1.20luridi mostri, che di Giove il senno
1.21fe' di Marte ministri. Ed ei, siccome
1.22più gli talenta, a sbigottir li manda
1.23le percosse città, di falsi empiendo
1.24rumor gli orecchi, e di sgomento i petti.
1.25Or tu, Diva del canto, a cui palesi
1.26de' mortali son l'opre e degli Dei,
1.27e ti ragiona ei pure i suoi segreti
1.28il Fato, di cui trema ogni altro Iddio;
1.29tu, che dentr'Ulma oprar le nequitose
1.30torve sorelle mi racconta, e adempi,
1.31libera e vera saettando i vili,
1.32la vendetta de' forti. E primamente
1.33narrami di che loco al turpe fatto
1.34la Paura volò. Sola e disgiunta
1.35dalla sozza sirocchia (ché non sempre
1.36di Codardìa compagna è la Paura),
1.37stava la Dira sul britanno lido
1.38seminando il terror delle francesche
1.39armi, e destando d'ogni lato in fretta
1.40le difese e l'offese. Era ne' porti
1.41un sobbuglio, una pressa, una faccenda
1.42mirabile a vedersi. Altri devolve
1.43dai fervidi arsenali in mar gli abeti,
1.44che van su l'onde a rinnovar co' venti
1.45l'antica lite, e i cavi seni han gravidi
1.46di tradigion, di ferro e di coraggio.
1.47Altri il fianco ristoppa alle sdruscite
1.48navi, e sarte rintègra, e monche antenne,
1.49e lacerate vele. Altri ai ridotti
1.50e alle bastite orribile ghirlanda
1.51fan de' concavi bronzi imitatori
1.52del fulmine celeste. E per le vie
1.53brulicanti frattanto, e per le prode
1.54tale un gemer di rote, un incessante
1.55picchiar d'incudi e di martelli, un sempre
1.56ire e redir di ciurme e di soldati,
1.57d'armi, di carri e di navali arnesi,
1.58che l'udire e il veder mettean nell'alma
1.59in un solo sentir confusi e misti
1.60terror, diletto e maraviglia. A tanta
1.61provvidenza di mezzi, a tanta mole
1.62di travaglio assistente è la Paura,
1.63che per tutto discorre e tutto osserva,
1.64tutto esamina attenta, e mai non posa.
2.1Poi quando su le dure opre mortali
2.2stende il velo la notte, alto s'estolle
2.3su le nubi la Furia, e con lugùbre
2.4lungo ululato orrendamente grida:
2.5Bonaparte. Si svegliano al tremendo
2.6nome gli azzurri addormentati, e corrono
2.7alle vedette rabbuffati e pallidi.
2.8Notano da che parte il vento spiri,
2.9e del mar su le fosche onde la vista
2.10intendendo e l'orecchio, ad ogni fiotto
2.11temon l'arrivo delle Franche antenne.
2.12Svegliasi anch'esso di Windsor su l'ebre
2.13piume il deliro Coronato, e corre
2.14con la mano a cercar su l'irta chioma
2.15in gran sospetto il regal serto, e pargli,
2.16pargli il trono veder che crolla e fugge.
3.1Ma imperturbato il regnator ministro,
3.2che sonno non permette alla pupilla,
3.3né si scuote a quel grido, né sembiante
3.4fa di temerlo. Allor furtiva e queta
3.5a lui viene la Dira, e nelle chiuse
3.6arcane stanze gli ritrova al fianco
3.7orrenda compagnia. Vi trova il vile
4.1Tradimento, che strigne nella dritta
4.2pugnale acuto, e stende l'altra al prezzo
4.3delle scoppiate indarno in su la Senna
4.4polveri inferne; e più felici colpe
4.5feroce e bieco vantator promette.
4.6La sannuta vi trova e ardimentosa,
4.7d'ogni onorato e degli eroi flagello,
4.8svergognata Calunnia con le piene
4.9man di libelli, in cui la ria distilla
4.10i pagati veleni. Evvi l'avara,
4.11che d'oberato senator gli vende
4.12il suffragio e la voce. Evvi abbracciato
4.13con la Perfidia il rompitor de' patti
4.14falso Interesse, che del patrio amore
4.15ha la larva sul ceffo. Evvi di tutte
4.16la più nera, colei che al conio suda
4.17de' falsati metalli, e di mentito
4.18stigma imprime le carte, a cui di tutti
4.19la sostanza è creduta. Han le medesme
4.20figlie d'Averno orror di questa iniqua.
4.21Evvi ancor l'esquisito empio Diletto
4.22delle lagrime altrui; evvi l'Orgoglio
4.23dei sublimi delitti; evvi la Rabbia
4.24delle vane congiure, e degli errati
4.25calcoli, ed altre d'esecrato aspetto
4.26tartaree forme; e tutte intorno al capo
4.27dell'arbitro Britanno un mormorìo
4.28fan confuso e feral, quale ne' boschi
4.29del Gargaro racchiusi e già vicini
4.30a far tempesta i venti: il rombo n'ode
4.31l'arator da lontano, e sul periglio
4.32della già bionda spiga impallidisce.
4.33Tale e più rauco è il susurrar là dentro
4.34delle spietate in quella vasta e scura
4.35di misfatti officina; e or l'una, or l'altra
4.36va consultando e carezzando il macro
4.37degli Angli correttor, mentre alle porte,
4.38che Crudeltà tien chiuse, inesaudito
4.39batte il pianto d'Europa. In mezzo a tanta
4.40tenebrosa congréga, la Paura
4.41comparisce improvvisa, e le raccolte
4.42negre sorelle di spavento agghiaccia;
4.43gli occhi immobile affigge su lo smorto
4.44Anglo, il contempla, e non fa motto. Alfine
4.45dalle chiome spiccando una fischiante
4.46cerasta, al petto glie l'appicca, e grida:
4.47Guarda e trema. In quel dir sciogliesi tutta
4.48in levissimo fumo, e per le nari
4.49e per la bocca gli discende al core.
4.50Guarda il misero, e vede, oh che mai vede?
4.51Squarciato vede e sanguinoso il petto
4.52di larga piaga al fiero e non mai vinto
4.53vincitor d'Abukire; e alla caduta
4.54del truculento Eroe pargli che tutto
4.55d'Albion cada il vanto e la speranza.
4.56Vede lui stesso atroce ombra rabbiosa
4.57su gli Atlantici flutti perseguire
4.58dell'Ispano e del Franco i galleggianti
4.59cadaveri, ed il morso empio su quelli
4.60rinnovar di Tideo. Vede all'orrendo
4.61atto fuggir le vinte ombre atterrite,
4.62ed ode in quella un'esultante voce,
4.63che su i campi Moravi la vendetta
4.64del Franco nome a contemplar le chiama.
4.65Ode poscia un lamento, un suon confuso
4.66di molte voci di dolore e d'ira,
4.67che d'ogni parte lo percuote; e vede
4.68da quei gridi invocata e taciturna
4.69a gran passi venir la domatrice
4.70d'ogni possanza e d'ogni rio, la Morte.
4.71E la vede egli sì, che già ne sente
4.72ne' polsi il gelo; e nel morir, più eccelso
4.73mira inalzarsi, ahi vista! e più temuto
4.74del guerreggiato suo nemico il trono,
4.75e al piè di lui preganti con le rotte
4.76corone in mano i re venduti e vinti.
4.77Al crudele spettacolo d'un freddo
4.78sudor si bagna il disperato, un guardo
4.79gitta smarrito alle bilance infami
4.80compratrici de' regi: ed ahi! le mira
4.81traboccanti di sangue, e le man sangue
4.82grondano, e al piè gli sgorga e bolle un fiume
4.83di sangue che ognor cresce, e alfin l'affoga.
5.1Questi oprava la Dea strani terrori
5.2ne' Britanni cerébri. Si diparte
5.3a iniqua provocato ingiusta guerra
5.4ratto qual lampo dal Piccardo lido
5.5il Guerrier de' guerrieri, e al suo partire
5.6si toglie anch'essa d'Albion la Dira,
5.7precorrendo l'eroe. Piomba su l'Istro
5.8tacitamente; s'intromette occulta
5.9nel Teutonico campo, e de' suoi geli
5.10tutto lo sparge. Ma più ch'altri invade,
5.11e al cor s'attacca del racchiuso in Ulma
5.12Austriaco duce. Di quel cor già donno
5.13la Paura ritrova un altro Nume
5.14più deforme d'assai, la Codardìa,
5.15che d'Arcoli, di Dego e di Marengo
5.16incessante gli tuona entro l'orecchio
5.17i terribili nomi, né midollo
5.18né fibrilla gli lascia che non tremi.
6.1Da due tante d'onore avversatrici
6.2posseduto, incalzato, esagitato,
6.3che farà l'infelice? Arduo torreggia
6.4ed aspro tutto di fulminee bocche
6.5il muro che lo serra, e par che debba
6.6da tutti assalti assicurarlo. Gravi
6.7gemon di molta cerere, e per molte
6.8lune provvista, le riposte celle.
6.9Nulla è che manchi a qual sia uopo. Al fianco
6.10gli stan tre volte dieci mila intatte
6.11spade, e assai prodi, a cui morir più giova
6.12che patteggiar la vita, ed incruente
6.13ceder l'armi. Che più? Pugnan per lui
6.14i venti e l'onde. Impetuosa pioggia
6.15l'assediante flagella. Irato inonda
6.16l'Istro il vallo Francese. E qual già sotto
6.17le fatali di Troia inclite mura
6.18di Teti al figlio oppor si vide il Xanto
6.19i divini suoi flutti, e del grand'Ilio
6.20ritardar la caduta; non diverso
6.21contra il Gallico Eroe le violente
6.22onde solleva il regnator superbo
6.23de' Germanici fiumi, e d'Ulma i tristi
6.24fati pur tenta differir. Ma indarno
6.25per lo vil duce, che li tolse in cura,
6.26d'un Dio combatte la possanza. Antica
6.27sua compagna fedel la Codardìa,
6.28ogni favilla di valor gli ammorza
6.29nell'attonito petto. E quando i lumi
6.30gli occupa il sonno, la schifosa assume
6.31gli atti, l'andar, la voce, il portamento
6.32della Diva Prudenza, e a lui sul capo
6.33librandosi, e raggiando di gran luce,
6.34così prende a parlar: Macco, tu dormi?
6.35Tu, diletto mio figlio? E in qual ti stai
6.36rischio orrendo non badi? Il Franco ardito
6.37l'erte intorno già tiene, e signoreggia
6.38la non forte città. Cadde Memminga,
6.39cadde Gunsburgo: d'ogni parte rotti
6.40fuggono i tuoi: le Russe armi son lungi,
6.41e il saranno; nessuna in tanto estremo
6.42speme rimanti di soccorso: e ancora
6.43fai dimore alla resa, e l'ire inaspri
6.44del vincitor? Che attendi? Il rio macello
6.45forse ignori di Iaffa, e che crudele
6.46spesso diventa la pietà schernita?
6.47Sorgi, e fa senno de' miei detti, il senno
6.48che un dì nel campo Capuan ti fece
6.49la rossa abbandonar vinta bandiera
6.50prigionier fortunato, e poi di nuovo
6.51più fortunato fuggitivo. Il vulgo
6.52quell'abbandon vil disse, e quella fuga;
6.53ma ti diè laude di scaltrito il saggio,
6.54e l'Anglo t'ammirò, l'Anglo che volle
6.55de' congiurati eserciti commesso
6.56al tuo saper il carco e la fortuna.
6.57Renditi dunque, renditi, son io
6.58che di ciò ti consiglio, io che il passato
6.59dell'avvenir fo speglio. Se più tardi,
6.60passa il momento del perdon: furente
6.61entra il Franco d'assalto, e tu con tutti,
6.62tu se' morto. - Disparve in questo dire
6.63con un guizzo di luce la mentita
6.64Diva, e tornò nel primo volto. Allora
6.65sul cor tutta gli stende la Paura
6.66la man fredda, e lo strigne, e della suora
6.67la vile opra sigilla. Esterrefatto
6.68balza il misero in piedi. Udir già pargli
6.69degl'ignivomi bronzi il tuono, e il grido
6.70dell'assalto; veder pargli divelta
6.71dai fondamenti la cittade, e sopra
6.72la fervida ruina alto apparire
6.73il gran guerrier, che inesorato invìa
6.74d'ogni intorno la morte. Alla pensata
6.75vista feral confuso, istupidito,
6.76pensa, volge, rivolge. Ira, rimorso,
6.77e furore e vergogna in un raccolti
6.78l'avvampano, ma tutti in cuor gli estingue
6.79delle paure tutte la più cruda,
6.80Napoleon. Da tanto nome oppresso
6.81cede l'arme il meschin, cede un intégro
6.82esercito captivo; e, col terrore
6.83sol del nome, incruente e stupefatte
6.84cittadi e regni il mio Signor conquista.
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