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Rime

PoeTree.it

1.1Leggete prima insin al fine, e poi,
1.2se vi parrà, vi mareviglierete;
1.3né legger diece versi o più v'annoi,
1.4ché l'onesta cagione intenderete
1.5c'ha fatto ch'or io vi saluti e scriva:
1.6il qual chi sia forse non conoscete.
1.7Io vi conosco bene, e sempre viva
1.8tengo di voi memoria dentro il core,
1.9e la terrò finché mi regga e viva.
1.10Ma per disporvi la cagione fuore
1.11del scriver mio sì baldanzosamente
1.12in questo fantastico tenore,
1.13sappiate che m'ha posto questo in mente
1.14uno messer Orazio Toscanella,
1.15osservator di voi ben diligente:
1.16ed ogni giorno di voi mi favella
1.17e mi rafferma che pur non si move
1.18parte in voi che non sia perfetta e bella.
1.19Mi dice quanto a le sorelle nove
1.20voi sete caro, quanta in voi dal cielo
1.21gentileza, bontade e grazia piove.
1.22Io sto ad udirlo come un
1.23e che son fatto tanto vostro
1.24che non ho in me, che non sia vostro, un pelo.
1.25Or, s'io fossi un'altr'io, più carta e inchiostro
1.26consumerei per rendermivi amico
1.27con dir: — Alto valor del secol nostro; —
1.28ma perché 'n tal lusinghe i' non m'intrico
1.29e andar mi piace ognor a la carlona,
1.30quel c'ho nel cor puramente vi dico.
1.31Io dunque sono una certa persona
1.32c'ha desiderio d'esser di quelli uno
1.33c'han la vostra amistà verace e buona.
1.34E vi dico ch'aver dove alcuno
1.35che v'ama quanto me: ma che mi passi,
1.36per santa , non ve n'è nessuno.
1.37E s'averrà ch'io possa opera e passi
1.38spender per voi con l'alma e ogni altra cosa,
1.39vedrete ben se 'n vostro pro fien lassi.
1.40E benché questa penna sia stat'osa
1.41dimandar quel di ch'io son forse indegno,
1.42ne la vostra bontà pur si riposa:
1.43sperando ch'ella me ne farà degno,
1.44ed accettando il mio voler perfetto
1.45l'alta dimanda mia non avrà a sdegno.
1.46Onde; perché tal cosa io mi prometto,
1.47e mi par già sentir risposta tale:
1.48— Fratel, per quel che vuoi, ti tengo e accetto, —
1.49non have ancor quale
1.50sia 'l stato della mia vita; sappiate
1.51che non ho qui la stanza principale.
1.52Io stanzio d'Adria ne l'acque salate,
1.53dico in Venezia, e vengo alcuna volta
1.54a goder queste dolci alme contrate;
1.55e mi sto finché dura la ricolta,
1.56poi volgo i passi all'antico soggiorno
1.57dov'è la nostra famigliuola accolta,
1.58ed ora tosto vi farò ritorno,
1.59da poi che l'aere si rinfresca e 'l sole
1.60ne comincia a menar più breve il giorno.
1.61Però se voi darete, il che far suole
1.62la gentileza vostra, a me risposta,
1.63fate la mansione in tal parole:
1.64— A Celio amico questa in man sia posta. —
1.65Ditemi pur amico, e poi leggiero
1.66se mi sopranomase ben; sua posta
1.67farete poi di sotto: — A San Severo,
1.68preso il fornaro su la fondamenta, —
1.69e darla poi potrete al messaggiero;
1.70o vero, acciò non giunga tarda e lenta,
1.71indrizzar la potrete a queste sponde
1.72per cui l'Adige e l'acque il freno allenta.
1.73Di qui meser Orazio a le nostr'onde
1.74me la rimanderà, né più sicura
1.75credo ch'ella venir mi possa altronde.
1.76Ma per non occuparvi in più lettura
1.77facci qui fine, e a voi mi recomando
1.78con tutto 'l cor, senza fin e misura.
1.79A vederci dapoi, fin Dio sa quando.
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