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Rime

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1.1Sì, si, aspetta, che vegno.
1.2Non diran messa di quest'ora intiera.
1.3Il frate ch'a da dirla
1.4non è parato ancora; anzi passeggia
1.5per sacristia col breviario in mano,
1.6e forse va dicendo il matutino.
1.7Che debbo fare? Da l'un canto mi spinge
1.8lo stimol de la fame,
1.9e da l'altro la fede al padre data.
1.10S'io 'l mangio innanzi, peccherò di gola,
1.11se indugio un'ora, io morirò di fame.
1.12Non è meglio ch'io viva e poi mi penta,
1.13che morir qui, né poter poi pentirmi?
1.14Ho pur sentito a dire
1.15che la necessitade non ha legge,
1.16e che nostro Signor non vuol la morte
1.17del peccator, ma ch'anzi viva affine
1.18che possa convertirsi. Adunque onesta
1.19scusa averò s'io mangio questo pane;
1.20forza è mangiarlo.
1.21A quel ch'io veggio, dei
1.22aver udito messa; ch'altramente
1.23creder non vo' che tanto error facessi.
1.24Perché mutolo resti? E non rispondi?
1.25E perché torni entro la tasca il pane?
1.26Io non l'ho udita ancora,
1.27perch'ancor non s'è detta; e 'l sacerdote
1.28par che nulla vi pensi, e ad altro attende.
1.29Ond'io mi son partito
1.30di chiesa a passeggiar per minor tedio
1.31dell'aspettar la messa;
1.32ma quando ora sarà, darò di volta.
1.33Né questo pane ho tratto
1.34fuor per mangiarlo; ma per darli solo,
1.35così, un'occhiata, e per trattenimento
1.36de la mia fame; come fa l'infermo
1.37che toglie un pomo in man per goder solo
1.38la vaghezza e l'odor, non per mangiarlo.
1.39Se questa fu la causa, io me n'acqueto;
1.40ma perché, figlio mio, non stesti in chiesa
1.41più tosto a pregar Dio, che uscirne fuora
1.42impaziente in aspettar la messa?
1.43Io voglio e debbo confessar il vero
1.44a vostra rebelenzia.
1.45Ho visto in chiesa in ginocchion divota
1.46una giovane bella come un fiore,
1.47che gli occhi mi rapì nel suo bel volto.
1.48Io sentendo per lei foco in camino,
1.49deliberai schivar quel gran periglio
1.50d'innamorarmi; perc'ho già provato
1.51quant'aspra sia la vita degli amanti,
1.52e quanto offenda Dio.
1.53Talché, per non turbar né me né lei,
1.54son fuori uscito a trattenermi alquanto.
1.55Benissimo facesti
1.56ché maggior fallo assai sarebbe stato
1.57macchiar la conscienza
1.58di carnal brama e di lascivi sguardi,
1.59che romper il digiuno innanzi messa.
1.60Anch'io giva pur or pensando meco
1.61che, s'è concesso a chi digiuna, a sera,
1.62di cibo un poco pria che vada in letto,
1.63perch'avend'io ier sera digiunato
1.64senza nulla gustar, peccarei s'ora
1.65con questo poco pane,
1.66col qual ier sera non avrei peccato,
1.67consolassi la fame innanzi messa?
1.68Non hai fornito ancora
1.69l'obligo del digiun, se non hai prima
1.70ascoltata la messa;
1.71anzi, se mangi pria, non sol tu guasti
1.72il merito di questa e di quell'opra,
1.73poich'ambe ordini son di santa Chiesa,
1.74ma senza scusa mortalmente pecchi.
1.75Che 'l peccato del qual tra noi si parla
1.76non consiste in aver ier sera preso
1.77poco o nulla di cibo;
1.78benché 'l vero digiuno, a Dio più grato,
1.79sia l'astenersi in tutto
1.80ne le vigilie sante
1.81dal mangiar e dal bere;
1.82ma questa colpa è per l'incontinenza
1.83di non voler soffrir mezz'ora sola
1.84a saziar il tuo ingordo appetito.
1.85Questa mezz'ora a me parrà mill'anni.
1.86Più lunghe a te parran le pene eterne
1.87se per seguir la gola or nulla curi
1.88l'onor devuto ai dì sacri e solenni,
1.89anteponendo il pane
1.90terreno e frale al pan celeste eterno
1.91del sacrificio, in cui presente è Cristo,
1.92che col suo sangue ti campò da morte.
1.93Non colui che principia un'opra buona,
1.94ma chi stabil continua insino al fine
1.95grazia e mercede acquista.
1.96La vostra rebelenzia il vero dice,
1.97io lo conosco; tuttavia mi pare
1.98che tra voi sacerdoti e noi mondani
1.99vi sia gran differenza: perché voi
1.100per lungo tempo assuefatti foste
1.101a patir fame e sete;
1.102e noi viviam con via maggior licenza.
1.103Voi sul digiunar sempre,
1.104e noi sul mangiar sempre;
1.105voi spesso pane ed acqua,
1.106noi pane senza vin gustiam di raro;
1.107e quanto a me non mai.
1.108Ché senza non si puote
1.109viver; e s'altri può, non già poss'io.
1.110Per questa tua buona ragione a punto
1.111fia maggiore il tuo merto appresso Dio
1.112soffrendo ancora un poco,
1.113finch'abbi udito messa.
1.114Deh non fraudar te stesso
1.115del frutto del ben far tanto vicino.
1.116Farò quel che consiglia
1.117la vostra rebelenzia.
1.118Ma sarà meglio ch'a me 'l pan tu lasci,
1.119per schivar il periglio
1.120de la tentazion che può venirti.
1.121No, no, padre; lassate pur ch'io 'l porti:
1.122che di novo lo prometto
1.123a vostra rebelenzia
1.124che non lo toccherò prima ch'io m'abbia
1.125udito messa, come debbo. Or vado.
1.126Io son contento. Va. Dio t'accompagni.
1.127Ave Maria, gratia plena...
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