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354

Rime

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1.1Mentre Lorenzo in su l'orribil grata
1.2del sacro corpo il foco avido pasce,
1.3né però l'alma, di virtute armata,
1.4vien che da l'aspro duol vincer si lasce,
1.5anzi, in mezzo l'ardor fatta beata,
1.6qual fenice dal rogo, in Dio rinasce;
1.7stan dal cielo a mirar gli angioli intenti,
1.8la sua gloria cantando in tali accenti:
1.9— O martirio felice, o intrepid'alma,
1.10ad essaltar sua fé da Cristo eletta!
1.11Ecco qui gloriosa eterna palma,
1.12ch'ornar tue mani e se medesma aspetta;
1.13cedan pur quanti mai noiosa salma
1.14stimar la vita, e lei tronca e negletta
1.15per terrene cagion nei corsi tempi
1.16dier di costante cor celebri essempi.
1.17Costume anzi inumano e stolto errore
1.18di fortezza oscurò la luce pura
1.19in quei che, per fuggir tema o dolore
1.20o produr del suo nome ombra futura,
1.21del proprio occaso accelerando l'ore,
1.22rupper di Dio le leggi e di natura.
1.23Forte non è colui ch'ai sensi cede,
1.24ma sol chi pugna, e trionfante riede.
1.25Parte è ben giunta a voi, ciechi mortali,
1.26ma non propria di voi la frale scorza;
1.27vostra è l'anima sol, ch'ai beni e mali,
1.28col suo proprio voler, dà spirto e forza.
1.29Ella spezza a fortuna i duri strali
1.30ed al suo imperio ad obedir la sforza;
1.31e quanto al fondo più si calca e immerge,
1.32tanto più franca al ciel ritorna e s'erge.
1.33Questa di sofferenza alta virtute
1.34l'altre tutte nodrisce e in vita serba;
1.35ch'ov'ella col vigor suo non le aiute,
1.36sterili fansi o restan secche in erba.
1.37Ma quando il re del ciel per la salute
1.38de l'uom, s'offerse a dura morte acerba,
1.39dal legno, ove il divin sangue si sparse,
1.40di stella, ch'era prima, un sole apparse.
1.41Rinacque ella in quel tronco onde nascesti
1.42vero germe ancor tu, spirito eletto,
1.43sì pronto ora al martir che dubbio desti
1.44se l'incendio t'è pena o pur diletto.
1.45E par che 'l foco anch'ei stupido resti
1.46mentre lo sprezzi in sì giocondo aspetto;
1.47ma che? La fede a la natura è sopra,
1.48e di chi tutto pò la grazia adopra. —
1.49ciò detto spiegan l'ali e fuor del cielo
1.50Escono ad incontrar l'alma gradita,
1.51che dal combusto suo corporeo velo
1.52già propinqua a le stelle era salita.
1.53L'accoglion lieti e con benigno zelo
1.54la scorgon dove, al suo Fattore unita
1.55e in Lui sbramate al fin sue sante voglie,
1.56per breve strazio eterno premio coglie.
1.57Ceneri sacre, in cui sfavilla ancora
1.58esca d'amor ch'i freddi petti accende,
1.59siatemi specchio a sofferir, qualora
1.60colpo d'averso caso il cor m'offende;
1.61ed a membrar ch'anch'io son polve, e l'ora
1.62del mio cader da stame fragil pende.
1.63Tal che i miei gravi error ne vadan tutti
1.64di penitenzia al foco arsi e distrutti.
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