about
people
how to cite
dataset
versions
json schema
resources
browse
search
authors
books

253

Rime

PoeTree.it

1.1Oh che leggiadro, o che felice e vero
1.2paradiso terrestre, e de le Muse
1.3via più ch'ogni altra propria, amica stanza!
1.4Oh come, ovunque va l'occhio e 'l pensiero
1.5d'ogni grazia che 'l ciel benigno infuse
1.6nel suo signor, si scorge egual sembianza!
1.7Questo real giardin, sì come avanza
1.8di pregio qual nel mondo oggi è più adorno,
1.9di lungo giro ancor tutt'altri eccede:
1.10ché mal può franco piede,
1.11desto col sol, fornir sua strada e 'l giorno.
1.12E perché sete in lui giamai non regni,
1.13ministra il ricco Tago e 'l bel Gerama
1.14onde perpetue al fortunato albergo.
1.15Così 'l suo possessor si lascia a tergo
1.16qualunque altro la croce adora ed ama
1.17di larghi intorno e spaziosi regni,
1.18d'ogni favor del ciel fecondi e pregni;
1.19e con la mente in Dio sempre conversa,
1.20un fiume d'or raccoglie ed altro versa.
1.21Ornan ricco palagio in ogni parte
1.22liete stanze, alte torri e fresche logge,
1.23u' fugge un rio con strepitosi passi.
1.24Qui fonti e statue con mirabil arte
1.25stillan di terra al ciel sorgenti piogge,
1.26e par che sian rissolti in acqua i sassi.
1.27Qui lieta accoglie, ed altrui guida fassi,
1.28con Vertunno ad ognor Pomona e Flora
1.29per le delizie del beato loco;
1.30dove allegrezza e gioco
1.31tra le Grazie ed Amor sempre dimora.
1.32Mill'ombre, mille vie d'alto diletto,
1.33mille giardini entr'un giardin ridutti,
1.34d'arbori cinti e di frondose mura,
1.35mostran quanti ha tesori arte e natura
1.36e quanti il mondo fior, foglie, erbe e frutti.
1.37Tal il re, d'ogni gloria albergo eletto
1.38e vivo fonte di saper perfetto,
1.39quant'egli impera, con mirabil norma,
1.40fa colto e vago, e di se stesso informa.
1.41Miro construtti poi di fronde e fiori,
1.42o d'alte piante in bel cerchio disposte,
1.43quinci e quindi teatri adorni e lieti,
1.44da cui varie ampie strade escono fuori,
1.45per lunghissimo corso agli occhi esposte
1.46d'elci, d'olmi, di pin, d'orni e d'abeti.
1.47Né so ben di qual pria la brama acqueti,
1.48ch'ognuna a sé m'adesca, a sé m'invita
1.49con sua fresc'ombra incontr'al sol ardente.
1.50Tal si mostra egualmente
1.51in tutte sue virtù l'alma gradita;
1.52che ciascuna di lor per ogni lato
1.53da pia religion, ch'a Dio sì aggrada,
1.54quasi da centro suo nasce e dipende;
1.55e vaga ognuna i cori alletta e prende
1.56a varcar di sue lodi immensa strada,
1.57che fa con sua dolc'ombra altrui beato.
1.58Quinci, dovunque Febo il carro aurato
1.59guida, il gran re se n' va famoso e chiaro;
1.60e vive, in terra e 'n ciel, pregiato e caro.
1.61Per chiusi boschi e per aperti campi
1.62vaghe fere d'intorno in largo stuolo
1.63dietro a fertili paschi errando vanno;
1.64né vien ch'alcuna mai paventi o scampi
1.65per vista umana, o senta ingiuria e duolo:
1.66ch'in pace eterna aventurose stanno.
1.67Né men felici altrui diletto danno
1.68soavi filomene e vaghi augelli
1.69che spiegan gli occhi d'Argo in ampio giro;
1.70e quanti uman desiro
1.71può mirar o sentir canori e belli.
1.72Han dolce vita ancor per stagni e laghi
1.73candidi cigni e pesci, in folte schiere
1.74correndo al cibo ch'altrui man lor porge.
1.75In tale stato i suoi popoli scorge
1.76quel saggio spirto: e sante leggi intere
1.77vietan ch'ingiusta man gli turbi o impiaghi.
1.78Onde d'oneste brame in tutto paghi,
1.79regnando pace e libertà fra loro,
1.80godon beati un novo secol d'oro.
1.81Così voi con distorte erranti vie
1.82a cui di ben oprar non giova o cale.
1.83Giusto supplicio; e indarno arte o pietate
1.84spera per indi uscir d'Icaro l'ale.
1.85Fate accorto ancor me, che nulla vale
1.86mio ingegno e stil per giunger l'alte lodi,
1.87dentr'a cui senza fin m'aggiro e intrico
1.88se non m'aita, amico,
1.89Febo, e discioglie a la mia lingua i nodi.
1.90Che, come un sol di tanti e sì bei fregi
1.91ch'in mille guise qui veste il terreno,
1.92il guardo altrui non già la voglia stanca,
1.93così cresce il desire e 'l poter manca,
1.94vinto da un raggio sol del sol sereno
1.95che splende a me per tanti lumi e pregi.
1.96L'un de' giardini onor, l'alto de' regi,
1.97questi e quei d'ogni ben ricco e fecondo,
1.98ambo qua giù lucenti occhi del mondo.
1.99E qual già di pittor celebre mano
1.100da varî corpi in queste parti e 'n quelle
1.101per farne un solo ogni beltà raccolse,
1.102tal non lasciò contrada o monte o piano
1.103che cose avesse in sé più rare e belle;
1.104e fino agl'Indi estremi il piè rivolse
1.105natura ed arte, allor che formar volse
1.106il bel soggiorno, in cui qual di più stima
1.107al mondo era vaghezza, unita apparse;
1.108e questa e quella alzarse
1.109vide del poter proprio oltra la cima.
1.110L'una e l'altra con studio ancor simìle,
1.111perché al loco il signor conforme fusse,
1.112in ornar lui tutte sue forze espose:
1.113che da quante fur mai chiare e famose
1.114alme reali, in lui sol si ridusse
1.115tutto il buon, tutto il bel, tutto il gentile.
1.116Queste due meraviglie, oltr'ogni stile
1.117rare per sé, che fian s'altri le mesce?
1.118E la gloria de l'una a l'altra accresce?
1.119Ma tu, saggio signor, perché sì rado
1.120loco sì bel di tua vista rallegri?
1.121E più spesso tua luce altrove mostri?
1.122In qual altro ti deve esser più a grado
1.123cercar ristoro a' pensier lassi ed egri
1.124ch'in questo, alto stupor de' giorni nostri?
1.125Benché né questo né tutt'altri chiostri
1.126nati a diporto, in tuo piacer frequenti;
1.127ch'anzi allor vivi in più fatiche involto,
1.128e, l'ozio in cure volto,
1.129null'ora pigra o vacua andar consenti.
1.130Che tu sai ben quanto altrui prema il peso
1.131di legno ch'a sua guardia si commetta
1.132perché salvo da l'onde il guidi in porto.
1.133Così dal ciel con larga man sia porto
1.134al tuo desir quel che bramoso aspetta,
1.135e 'l bel giardin, col suo favor, difeso;
1.136talch'ei più vago e lieto ognor sia reso,
1.137e tu, di ricche palme e d'anni carco,
1.138abbi dal mondo a Dio felice il varco.
1.139Canzon, col fral mi parto e 'l cor qui lasso;
1.140e te scuso non men, che m'abbandoni
1.141restando in questo nido almo e felice.
1.142Tu, se poco di lui per te si dice,
1.143prega che 'l fallo al buon voler perdoni,
1.144che fu di brama pien, di forze casso.
1.145Pregane anco il gran re: che 'l tuo stil basso
1.146dagli alti pregi suoi troppo declina;
1.147ed a' suoi piedi, umìl, per me t'inchina.
Supported by the Czech Science Foundation (GA23-07727S)