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87

Rime

PoeTree.it

1.1Pur m'apri, o Febo il desiato giorno
1.2che del mio duro essilio il fine apporta;
1.3e la tua bella scorta
1.4di vaghe gemme e d'or t'orna il sentiero.
1.5Anch'io m'accingo a strada lunga e torta
1.6per far ov'io lasciai l'alma ritorno,
1.7spargendo il cielo intorno
1.8de le tue lodi e del mio gaudio intero.
1.9Felice dì, che ben vince il primiero
1.10quando questo mio fral nel mondo uscìo:
1.11ch'allor nascendo a le miserie venni;
1.12or del mal che sostenni
1.13esco; ed al fonte d'ogni ben m'invio
1.14ch'addolcir può con sua gioia infinita
1.15tutto il martir de la passata vita.
1.16Rimanetevi in pace alme contrade
1.17che 'l nobil Ebro e 'l ricco Tago inonda;
1.18siate amica e gioconda
1.19stanza altrui pur, che me l'albergo offende.
1.20E s'aere in voi vital, terra feconda
1.21di quanto ad uman uso in mente cade,
1.22fra pace e sicurtade
1.23d'ogni vanto qua giù degne vi rende,
1.24ingrato però 'l sole agli occhi splende
1.25ove ha tenebre il cor; né può presente
1.26stato goder chi del futuro ha brama.
1.27Benché di chiara fama
1.28non men ricco il sen d'Adria esser si sente;
1.29dov'ogni don del cielo alberga, e dove
1.30bramo anzi morte aver, che vita altrove.
1.31Oh come ardente il cor t'ama e desia,
1.32dolce mia patria, a cui s'io vivo e spiro,
1.33s'in me pregio alcun miro,
1.34dopo Dio debbo il tutto, e 'l corpo e l'alma.
1.35Come, s'al tuo splendor il guardo giro,
1.36ineffabil divien la gioia mia!
1.37Tu giusta e saggia e pia;
1.38tu d'ogni alta virtù trionfo e palma;
1.39tu vergine e reina invitta ed alma,
1.40porto di libertà, specchio d'onore,
1.41e tal che chi di te nasce entro il seno,
1.42paradiso terreno,
1.43fa dubbiar qual sia grazia in lui maggiore:
1.44o 'l nascer uom nel mondo, o l'aver nido
1.45in sì felice e glorioso lido.
1.46Vedrò del mar uscir lungi le cime
1.47de l'alte torri e de' superbi tetti
1.48ch'al ciel sembrano eretti
1.49non da mortal ma da celeste cura;
1.50vedrò 'l duce regal co' padri eletti
1.51c'hanno il fren de l'imperio alto e sublime,
1.52ne la cui vita esprime
1.53ogni essempio di gloria arte e natura;
1.54vedrò de' cari miei la gioia pura
1.55nel volto e ne' sembianti impressa e viva,
1.56dando anch'io de la mia lagrime in pegno.
1.57E quasi stanco legno
1.58che da lunga tempesta in porto arriva,
1.59beato quanto cape in mortal velo
1.60scioglierò i voti, umìle, al re del cielo.
1.61Deh, perché mentre il fral corporeo incarco
1.62porta destriero al mio desir sì lento,
1.63cangiar in quel noi sento
1.64che d'Elicona il fonte aprio col piede?
1.65Che giunto a la mia pace in un momento
1.66la strada e i giorni accorcerei ch'or varco;
1.67e ben deggio esser parco
1.68d'ore che sì felici il ciel mi diede.
1.69Ma 'l pensiero, il cui volo ogni altro eccede,
1.70verso il bramato ben dispieghi i vanni,
1.71e l'abbia sempre innanzi, e 'l miri e 'l goda:
1.72Talché con dolce froda
1.73del camin le fatiche e 'l tempo inganni;
1.74e perché del piacer non manchi un'ora,
1.75sogni dormendo i miei diletti ancora.
1.76Ma se forse, canzon, tra via n'aspetta
1.77morte, deh prega il ciel che la sospenda
1.78sol tanto, e fia pietà di pochi giorni,
1.79che dove ho 'l core io torni,
1.80e 'l caro oggetto una sol volta renda
1.81di quanto amo e desio lieto a quest'occhi;
1.82e poscia a voglia sua l'arco in me scocchi.
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