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25

Rime

PoeTree.it

1.1Aprite o Muse i chiusi fonti, aprite!
1.2Non più timor, non più mestizia o cura:
1.3gioia,. gioia versiam fra riso e canto!
1.4Vinto è 'l perfido Trace: i gridi udite
1.5de l'alto gaudio che le menti fura
1.6e soverchio dai cor si stilla in pianto.
1.7O lagrime felici! Or quando tanto.
1.8di ben per mille lustri il ciel n'ha porto
1.9quanto in un punto, o lieto dì, n'adduci?
1.10Chiudami pur le luci
1.11morte, or che tanto don vivendo ho scorto:
1.12ch'ove amica fortuna al colmo siede
1.13de le sue grazie, anzi se stessa avanza,
1.14esser non può 'l morir se non beato.
1.15Ma scorgo io 'l vero? O pur del ben bramato
1.16formo, sognando, al cor falsa sembianza?
1.17Non erro, no: che n'han quest'occhi fede.
1.18O chiara impresa, o gloriose prede!
1.19Cominci omai da questo dì giocondo
1.20più che mai bello a rinovarsi il mondo!
1.21Questo è quel dì che da propizie stelle
1.22con lieto aspetto in ciel n'era promesso,
1.23di Lui che le creò ministre fide;
1.24questo è quel dì ch'in voci illustri e belle
1.25alto spirto divin cantò sì spesso,
1.26mentre l'antica e nova età 'l previde.
1.27Però là, verso l'orto, il sol si vide
1.28dianzi oscurar d'orribil macchie il volto,
1.29e scorrer per lo ciel fiamme e comete.
1.30Ma in queste parti liete,
1.31ove ogni ben fiorir doveva accolto,
1.32produsse in copia a noi, fuor d'ogni stile,
1.33presso al ghiaccio il terren rose e viole;
1.34e s'udir dolci augei di notte, quando
1.35più l'aria tace, a festeggiar cantando,
1.36quasi sorgesse allor da l'onde il sole:
1.37segni che 'l mondo omai, d'oscuro e vile,
1.38a pien farsi dovea vago e gentile,
1.39e che Dio fa predir con note chiare
1.40ne l'opre grandi il ciel, la terra e 'l mare.
1.41Dove l'Ionio mar freme nel seno
1.42che fra l'Istmo e l'Epiro il flutto accoglie,
1.43e di Cefalo il nido intorno bagna,
1.44ecco il Trace spronar suoi legni, pieno
1.45d'immense forze e crude, ingorde voglie:
1.46perché lo stuol fedel vinto rimagna
1.47e serva Italia i propri figli piagna
1.48dati in vittima indegna al falso dio.
1.49Ma Pietro col re Ibero e la reina
1.50d'Adria, cui la divina
1.51grazia a l'empio Ottomano incontra unio,
1.52spinte ver lui l'invitte, armate vele,
1.53fiaccaro i corni a la superba Luna,
1.54e strage fer de la nemica schiera.
1.55Tutto fu 'l mar coperto in vista fera
1.56d'ostil sangue e di corpi: in cui ciascuna
1.57spada stimò pietà l'esser crudele.
1.58Così giacque il nemico empio, infedele:
1.59e vittoria dal ciel con preste penne
1.60a far d'uomini dèi per merto venne.
1.61O di Cristo guerrier feroci, invitti,
1.62che di voi scudo a la sua croce feste
1.63e nel cui degno crin s'orna l'alloro;
1.64ben denno esser a voi gli onori ascritti
1.65di quei che già dal mondo, in mortal veste,
1.66dèi fur creduti a le chiar'opre loro.
1.67Per voi de le virtuti il santo coro
1.68ne la sua dolce libertà respira,
1.69e col torto la fraude e 'l vizio geme;
1.70per voi più non si teme
1.71di barbarico Marte orgoglio ed ira:
1.72sembran giorni le notti, e i foschi giorni
1.73vincono i chiari, e ne' più chiari poi
1.74ogni raggio del sole un sol diventa.
1.75La nostra gioia è un mar ch'invan si tenta
1.76passar, che cela il fondo e i lidi suoi
1.77quanto più vien ch'altri a solcarlo torni;
1.78qual anco è 'l vostro merto, o spirti adorni.
1.79Che nulla esprime il voi chiamar felici,
1.80sendo di tanto ben fonti e radici.
1.81Ma che di voi dir deggio Ercoli eletti,
1.82che sol per nostra universal salute
1.83la morte avete agli onor vostri aggiunta?
1.84Quanto invidio le piaghe a' vostri petti
1.85e 'l sangue sparso! Oh come allor virtute
1.86tinse di dolce ogni più amara punta!
1.87Parmi udir ogni lingua, al suo fin giunta,
1.88spirar tai voci: — E che puoi farmi, o morte,
1.89se mi dai vita, e in te sazia è mia brama?
1.90Chi virtù prezza ed ama,
1.91aver non può dal ciel più rara sorte
1.92che questa vita, sì dubbia e fallace,
1.93ch'a natura, qual sua, render si deve,
1.94a la patria donar diletta e cara;
1.95e cangiar, fuor di sua prigione amara,
1.96con l'immortalità spazio sì breve.
1.97Però non sia chi di lagnarsi audace
1.98mi brami in terra, e turbi in ciel mia pace;
1.99ma sol grazie a Dio renda e, lieto in tutto,
1.100di mia vittoria a sé raccolga il frutto. —
1.101Con questi ultimi accenti usciron l'alme
1.102de' sacri petti, e ne' lor visi estinti
1.103morte ridente allor fu prima vista.
1.104E, novi angioli, a Dio carchi di palme
1.105volar, di compagnia celeste cinti,
1.106risplendendo per l'aria in lunga lista.
1.107Qui dunque a lor, con gioia al canto mista,
1.108ed ostri ed ori e pompe, onor si faccia:
1.109ché morte in lor suoi privilegi perde.
1.110E quei cui l'età verde
1.111gli spirti infiamma e la canuta agghiaccia,
1.112con le vergini pure e caste spose,
1.113celebrin questo giorno; e in lui rinati
1.114l'onorin sempre poi festivo e sacro.
1.115Indi, eretto a la gloria un simulacro,
1.116dal piè si legga: — A quei che 'l Trace, armati,
1.117vinser ne l'onde e fer mirabil cose,
1.118questo invece di tomba il mondo pose. —
1.119Intanto, a Dio porgendo incensi e voti,
1.120così tutti cantiam, lieti e devoti:
1.121— Padre eterno del cielo e de la terra,
1.122d'ogni letizia inessicabil fonte,
1.123ch'or nova manna al tuo popol versasti;
1.124tu del nemico tuo l'orribil guerra
1.125movesti in noi per abbassar la fronte
1.126de' vizi onde i cor nostri eran sì guasti.
1.127Tu poi 'l vincesti, e in Austro allor cangiasti
1.128Borea, che contra noi sue vele empiea,
1.129dando del poter tuo stupendo segno,
1.130e di pietà tal pegno
1.131ch'ogni nostro desir d'assai vincea;
1.132ma proprio è del tu' oprar la meraviglia.
1.133Così tu 'l freno in man, benigno, prendi,
1.134nel bel camin de le future imprese,
1.135che nulla tema avrem d'umane offese;
1.136ed è 'l nostro gioir, se nol difendi,
1.137pianta in steril terren, che mal s'appiglia.
1.138Aprine, Padre, al tuo voler le ciglia:
1.139che veggon, tua mercé, pur giunte l'ore
1.140che fia solo un ovil, solo un pastore.
1.141Canzon, prima Dio loda in umil suono,
1.142poi riverente bacia il piano intorno,
1.143onde surgono al ciel gli alti trofei;
1.144e sacra il cor, la cetra e i versi miei
1.145solo a' lor chiari pregi, a questo giorno,
1.146a le palme ch'ancor per nascer sono.
1.147Che non conviensi a chi cantando ha in dono
1.148dolce fiume gustar d'onor divini,
1.149ch'a ber d'altro liquor le labbra inchini.
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