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1.1Sacro e possente dio,
1.2a Giove egual, che 'l salso umido regno
1.3con l'acuto tridente avesti in sorte,
1.4perché d'ira or sì pregno
1.5ver me ti scorgo? E sì turbato e rio
1.6d'ogn'intorno minacci oltraggio e morte?
1.7Che bel vanto od onor fia che t'apporte
1.8vincer debil nocchier, che, sol rivolto
1.9a pianger meco, umil prega mercede?
1.10È questa, ohimè, la fede
1.11per te già data in sì benigno volto?
1.12Deh, se 'l rigor non hai
1.13de' tuoi più duri scogli al cor raccolto,
1.14desto a pietà di tante angosce e guai,
1.15cangia sì lunga guerra in pace omai.
1.16Ma tu più sempre fero
1.17pur cresci, e fremi per gran rabbia insano,
1.18e sordo i prieghi miei commetti al vento.
1.19O desir cieco e vano,
1.20o senza freno errante uman pensiero,
1.21ad opre sol di sua ruina intento!
1.22Ben ogni dritto lume in lui fu spento
1.23allor che pria con fragil legno audace
1.24del pelago tentò le sirti e i mostri.
1.25Non era assai ne' nostri
1.26danni fortuna, ohimè, pronta e sagace,
1.27s'ancor nov'armi e possa
1.28non le giungea solcando il mar fallace?
1.29Né bastavano i campi a le nostr'ossa,
1.30senza a morte anco aprir sì larga fossa
1.31Spiega in alto dal lido
1.32giovene incauto le gonfiate vele,
1.33da sete avara o stolta voglia spinto.
1.34E 'n se stesso crudele,
1.35adietro lascia il dolce, antico nido
1.36e 'l caro padre, omai dagli anni vinto;
1.37ch'anzi 'l partir, di morte il viso tinto,
1.38mesto l'abbraccia, e da l'amato aspetto
1.39torcer gli occhi non sa, languidi, immoti.
1.40Poi, mentre al ciel fa voti
1.41per lui, sola sua e suo diletto,
1.42ecco sommerso, ahi lasso,
1.43l'ode: e 'l crin bianco squarcia, e batte il petto,
1.44e dov'ei move i suoi lamenti e 'l passo,
1.45seco ogni fera piange, ogni aspro sasso.
1.46Ben con util consiglio
1.47vietò Natura, in tutto accorta e pia,
1.48per cercar l'acque abbandonar la terra,
1.49quando in propria e natia
1.50stanza assegnolla al suo più nobil figlio
1.51scevra dal mar, che la circonda e serra.
1.52Volse anco allor ch'ai lidi eterna guerra
1.53fesser l'onde nemiche, acciò più saggio,
1.54del lor odio e furor temenza avesse.
1.55Ma quel, tai leggi oppresse,
1.56fece i pini troncando ai monti oltraggio;
1.57e, quasi nove penne,
1.58remi e vele spiegando al suo viaggio,
1.59con le mal nate e temerarie antenne
1.60sopra i liquidi campi il volo tenne.
1.61Novo Perillo, ed empio,
1.62misero auttor del tuo medesmo essizio,
1.63poiché l'ingegno a sì crud'opra armasti.
1.64Ma tu, sol d'ogni vizio
1.65radice e fonte d'ogni infame essempio,
1.66cieca avarizia, tu da pria formasti
1.67l'uman tormento, e tu la via mostrasti
1.68d'accrescer anco il mar col nostro pianto;
1.69Tu con tal dono impoveristi il mondo.
1.70Così giù nel profondo
1.71de l'Oceàno, al nocchier primo a canto,
1.72fosse già di tal arte
1.73teco sommersa e la memoria e 'l vanto:
1.74ch'io di quest'onde in preda or non vedrei,
1.75giunti a notte sì amara, i giorni miei.
1.76Dolci contrade amiche,
1.77cui bagna il Sil co' suoi puri cristalli,
1.78ov'indarno il desio, lasso, or m'invita;
1.79riposte, ombrose valli,
1.80verdi e bei colli, e liete piagge apriche,
1.81rifugio usato a la mia stanca vita:
1.82quanto errai, stolto, a far da voi partita,
1.83cangiando l'erbe e i fior, l'adorne rive,
1.84con l'alga e i sassi e con le nude arene,
1.85e con quest'onde piene
1.86d'orror, fontane rilucenti e vive!
1.87Ma s'a voi mai ritorno,
1.88non fia più che di voi mi spogli o prive;
1.89tra voi sia la mia pace e 'l mio soggiorno,
1.90e chiuda lieto in voi l'ultimo giorno.
1.91E voi de lo mio core
1.92fiamma gentil, sostegno amato e caro,
1.93donna, specchio di fede ardente e pura,
1.94a cui pianto sì amaro
1.95cadde sul mio partir dagli occhi fore,
1.96augurio ben di mia morte futura;
1.97se pur mia stella invidiosa e dura
1.98vuol che lontan dal volto almo e sereno,
1.99qui, lasso, io pera in così verde etade,
1.100vostra usata pietade
1.101vivo ognor nel pensier mi serbi almeno,
1.102e col cor vostro insieme
1.103spiri eterno il mio nome entro 'l bel seno.
1.104Mia fede il merta: e con si dolce speme
1.105io ne vo me n' dolente a l'ore estreme.
1.106Canzon, ben ti puoi dir parto infelice
1.107s'a pena in luce giunta, or meco in questi
1.108alti monti di mar sepolta resta.
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