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1.1Quanto più su l'instabil ruota vedi
1.2di Fortuna ire in alto il miser uomo,
1.3tanto più tosto hai da vedergli i piedi
1.4ove ora ha il capo, e far cadendo il tomo.
1.5Di questo, esempio è Policràte, e il re di
1.6Lidia, e Dionigi, et altri ch'io non nomo,
1.7che ruinati son da la suprema
1.8gloria in un dì ne la miseria estrema.
2.1Così all'incontro, quanto più depresso,
2.2quanto è più l'uom di questa ruota al fondo,
2.3tanto a quel punto più si trova appresso,
2.4c'ha da salir, se de' girarsi in tondo.
2.5Alcun sul ceppo quasi il capo ha messo,
2.6che l'altro giorno ha dato legge al mondo.
2.7Servio e Mario e Ventidio l'hanno mostro
2.8al tempo antico, e il re Luigi al nostro:
3.1il re Luigi, suocero del figlio
3.2del duca mio; che rotto a Santo Albino,
3.3e giunto al suo nimico ne l'artiglio,
3.4a restar senza capo fu vicino.
3.5Scórse di questo anco maggior periglio,
3.6non molto inanzi, il gran Matia Corvino.
3.7Poi l'un, de' Franchi, passato quel punto,
3.8l'altro al regno degli Ungari fu assunto.
4.1Si vede per gli essempii di che piene
4.2sono l'antiche e le moderne istorie,
4.3che 'l ben va dietro al male, e 'l male al bene,
4.4e fin son l'un de l'altro e biasmi e glorie;
4.5e che fidarsi a l'uom non si conviene
4.6in suo tesor, suo regno e sue vittorie,
4.7né disperarsi per Fortuna avversa,
4.8che sempre la sua ruota in giro versa.
5.1Ruggier per la vittoria ch'avea avuto
5.2di Leone e del padre imperatore,
5.3in tanta confidenzia era venuto
5.4di sua fortuna e di suo gran valore,
5.5che senza compagnia, senz'altro aiuto,
5.6di poter egli sol gli dava il core
5.7fra cento a piè e a cavallo armate squadre
5.8uccider di sua mano il figlio e il padre.
6.1Ma quella, che non vuol che si prometta
6.2alcun di lei, gli mostrò in pochi giorni,
6.3come tosto alzi e tosto al basso metta,
6.4e tosto avversa e tosto amica torni.
6.5Lo fe' conoscer quivi da chi in fretta
6.6a procacciargli andò disagi e scorni,
6.7dal cavallier che ne la pugna fiera
6.8di man fuggito a gran fatica gli era.
7.1Costui fece ad Ungiardo saper, come
7.2quivi il guerrier ch'avea le genti rotte
7.3di Costantino e per molt'anni dome,
7.4stato era il giorno, e vi staria la notte;
7.5e che Fortuna presa per le chiome,
7.6senza che più travagli o che più lotte,
7.7darà al suo re, se fa costui prigione;
7.8ch'a' Bulgari, lui preso, il giogo pone.
8.1Ungiardo da la gente, che fuggita
8.2de la battaglia, a lui s'era ridutta
8.3(ch'a parte a parte v'arrivò infinita,
8.4perch'al ponte passar non potea tutta),
8.5sapea come la strage era seguita,
8.6che la metà de' Greci avea distrutta;
8.7e come un cavallier solo era stato,
8.8ch'un campo rotto, e l'altro avea salvato:
9.1e che sia da se stesso senza caccia
9.2venuto a dar del capo ne la rete,
9.3si maraviglia, e mostra che gli piaccia,
9.4con viso e gesti e con parole liete.
9.5Aspetta che Ruggier dormendo giaccia;
9.6poi manda le sue gente chete chete,
9.7e fa il buon cavallier, ch'alcun sospetto
9.8di questo non avea, prender nel letto.
10.1Accusato Ruggier dal proprio scudo,
10.2ne la città di Novengrado resta
10.3prigion d'Ungiardo, il più d'ogni altro crudo,
10.4che fa di ciò maravigliosa festa.
10.5E che può far Ruggier, poi che gli è nudo,
10.6et è legato già, quando si desta?
10.7Ungiardo un suo corrier spaccia a staffetta
10.8a dar la nuova a Costantino in fretta.
11.1Avea levato Costantin la notte
11.2da le ripe di Sava ogni sua schiera;
11.3e seco a Beleticche avea ridotte,
11.4che città del cognato Androfilo era,
11.5padre di quello a cui forate e rotte
11.6(come se state fossino di cera)
11.7al primo incontro l'arme avea il gagliardo
11.8cavallier, or prigion del fiero Ungiardo.
12.1Quivi fortificar facea le mura
12.2l'imperatore, e riparar le porte;
12.3che de' Bulgari ben non s'assicura,
12.4che con la guida d'un guerrier sì forte
12.5non gli faccino peggio che paura,
12.6e 'l resto ponghin di sua gente a morte.
12.7Or che l'ode prigion, né quelli teme,
12.8né se con lor sia il mondo tutto insieme.
13.1L'imperator nuota in un mar di latte,
13.2né per letizia sa quel che si faccia.
13.3- Ben son le genti bulgare disfatte, -
13.4dice con lieta e con sicura faccia.
13.5Come de la vittoria, chi combatte,
13.6se troncasse al nimico ambe le braccia,
13.7certo saria, così n'è certo, e gode
13.8l'imperator, poi che 'l guerrier preso ode.
14.1Non ha minor cagion di rallegrarsi
14.2del patre il figlio; ch'oltre che si spera
14.3di racquistar Belgrado, e soggiugarsi
14.4ogni contrada che de' Bulgari era;
14.5disegna anco il guerriero amico farsi
14.6con benefici, e seco averlo in schiera.
14.7Né Rinaldo né Orlando a Carlo Magno
14.8ha da invidiar, se gli è costui compagno.
15.1Da questa voglia è ben diversa quella
15.2di Teodora, a chi 'l figliuolo uccise
15.3Ruggier con l'asta che da la mammella
15.4passò alle spalle, e un palmo fuor si mise.
15.5A Costantin, del quale era sorella,
15.6costei si gittò a' piedi, e gli conquise
15.7e intenerìgli il cor d'alta pietade
15.8col largo pianto che nel sen le cade.
16.1- Io non mi leverò da questi piedi
16.2(diss'ella), signor mio, se del fellone
16.3ch'uccise il mio figliuol, non mi conciedi
16.4di vendicare, or che l'abbiàn prigione.
16.5Oltre che stato t'è nipote, vedi
16.6quanto t'amò, vedi quant'opre buone
16.7ha per te fatto, e vedi s'avrai torto
16.8di non lo vendicar di chi l'ha morto.
17.1Vedi che per pietà del nostro duolo
17.2ha Dio fatto levar da la campagna
17.3questo crudele, e come augello a volo,
17.4a dar ce l'ha condotto ne la ragna,
17.5acciò in ripa di Stige il mio figliuolo
17.6molto senza vendetta non rimagna.
17.7Dammi costui, signore, e sii contento
17.8ch'io disacerbi il mio col suo tormento. -
18.1Così ben piange, e così ben si duole,
18.2e così bene et efficace parla;
18.3né dai piedi levar mai se gli vuole,
18.4ben che tre volte e quattro per levarla
18.5usasse Costantino atti e parole;
18.6ch'egli è forzato al fin di contentarla:
18.7e così comandò che si facesse
18.8colui condurre, e in man di lei si desse.
19.1E per non fare in ciò lunga dimora,
19.2condotto hanno il guerrier del liocorno,
19.3e dato in mano alla crudel Teodora,
19.4che non vi fu intervallo più d'un giorno.
19.5Il far che sia squartato vivo, e muora
19.6publicamente con obbrobrio e scorno,
19.7poca pena le pare, e studia e pensa
19.8altra trovarne inusitata e immensa.
20.1La femina crudel lo fece porre,
20.2incatenato e mani e piedi e collo,
20.3nel tenebroso fondo d'una torre,
20.4ove mai non entrò raggio d'Apollo.
20.5Fuor ch'un poco di pan muffato, tôrre
20.6gli fe' ogni cibo, e senza ancor lassollo
20.7duo dì talora; e lo diè in guardia a tale,
20.8ch'era di lei più pronto a fargli male.
21.1Oh! se d'Amon la valorosa e bella
21.2figlia, oh se la magnanima Marfisa
21.3avesse avuto di Ruggier novella,
21.4ch'in prigion tormentasse a questa guisa;
21.5per liberarlo saria questa e quella
21.6postasi al rischio di restarne uccisa;
21.7né Bradamante avria, per dargli aiuto,
21.8a Beatrice o Amon rispetto avuto.
22.1Re Carlo intanto avendo la promessa
22.2a costei fatta in mente, che consorte
22.3dar non le lascierà, che sia men d'essa
22.4al paragon de l'arme ardito e forte;
22.5questa sua voluntà con trombe espressa
22.6non solamente fe' ne la sua corte,
22.7ma in ogni terra al suo imperio soggetta;
22.8onde la fama andò pel mondo in fretta.
23.1Questa condizion contiene il bando:
23.2chi la figlia d'Amon per moglie vuole,
23.3star con lei debba a paragon del brando
23.4da l'apparire al tramontar del sole;
23.5e fin a questo termine durando,
23.6e non sia vinto, senz'altre parole
23.7la donna da lui vinta esser s'intenda,
23.8né possa ella negar che non lo prenda;
24.1e che l'eletta ella de l'arme dona,
24.2senza mirar chi sia di lor, che chiede.
24.3E lo potea ben far, perch'era buona
24.4con tutte l'arme, o sia a cavallo o a piede.
24.5Amon, che contrastar con la Corona
24.6non può né vuole, al fin sforzato cede;
24.7e ritornare a corte si consiglia,
24.8dopo molti discorsi, egli e la figlia.
25.1Ancor che sdegno e còlera la madre
25.2contra la figlia avea, pur per suo onore
25.3vesti le fece far ricche e leggiadre
25.4a varie foggie e di più d'un colore.
25.5Bradamante alla corte andò col padre;
25.6e quando quivi non trovò il suo amore,
25.7più non le parve quella corte, quella
25.8che le solea parer già così bella.
26.1Come chi visto abbia, l'aprile o il maggio,
26.2giardin di frondi e di bei fiori adorno,
26.3e lo rivegga poi che 'l sol il raggio
26.4all'austro inchina, e lascia breve il giorno,
26.5lo trova deserto, orrido e selvaggio;
26.6così pare alla donna al suo ritorno,
26.7che da Ruggier la corte abandonata
26.8quella non sia, ch'avea al partir lasciata.
27.1Domandar non ardisce che ne sia,
27.2acciò di sé non dia maggior sospetto;
27.3ma pon l'orecchia, e cerca tuttavia
27.4che senza domandar le ne sia detto.
27.5Si sa ch'egli è partito, ma che via
27.6pres'abbia, non fa alcun vero concetto;
27.7perché partendo ad altri non fe' motto,
27.8ch'allo scudier che seco avea condotto.
28.1Oh come ella sospira! oh come teme,
28.2sentendo che se n'è come fuggito!
28.3Oh come sopra ogni timor le preme,
28.4che per porla in oblio se ne sia gito!
28.5che vistosi Amon contra, et ogni speme
28.6perduta mai più d'esserle marito,
28.7si sia fatto da lei lontano, forse
28.8così sperando dal suo amor disciorse:
29.1e che fatt'abbia ancor qualche disegno,
29.2per più tosto levarsela dal core,
29.3d'andar cercando d'uno in altro regno
29.4donna per cui si scordi il primo amore,
29.5come si dice che si suol d'un legno
29.6talor chiodo con chiodo cacciar fuore.
29.7Nuovo pensier ch'a questo poi succede,
29.8le dipinge Ruggier pieno di fede;
30.1e lei, che dato orecchie abbia, riprende,
30.2a tanta iniqua suspizione e stolta.
30.3E così l'un pensier Ruggier difende,
30.4l'altro l'accusa: et ella amenduo ascolta,
30.5e quando a questo e quando a quel s'apprende,
30.6né risoluta a questo o a quel si volta.
30.7Pur all'opinion più tosto corre,
30.8che più le giova, e la contraria aborre.
31.1E talor anco che le torna a mente
31.2quel che più volte il suo Ruggier le ha detto,
31.3come di grave error, si duole e pente,
31.4ch'avuto n'abbia gelosia e sospetto;
31.5e come fosse al suo Ruggier presente,
31.6chiamasi in colpa, e se ne batte il petto.
31.7- Ho fatto error (dice ella), e me n'aveggio;
31.8ma chi n'è causa, è causa ancor di peggio.
32.1Amor n'è causa, che nel cor m'ha impresso
32.2la forma tua così leggiadra e bella;
32.3e posto ci ha l'ardir, l'ingegno appresso,
32.4e la virtù di che ciascun favella;
32.5ch'impossibil mi par, ch'ove concesso
32.6ne sia il veder, ch'ogni donna e donzella
32.7non ne sia accesa, e che non usi ogni arte
32.8di sciorti dal mio amore e al suo legarte.
33.1Deh avesse Amor così nei pensier miei
33.2il tuo pensier, come ci ha il viso sculto!
33.3Io son ben certa che lo troverei
33.4palese tal, qual io lo stimo occulto;
33.5e che sì fuor di gelosia sarei,
33.6ch'ad or ad or non mi farebbe insulto;
33.7e dove a pena or è da me respinta,
33.8rimarria morta, non che rotta e vinta.
34.1Son simile all'avar c'ha il cor sì intento
34.2al suo tesoro, e sì ve l'ha sepolto,
34.3che non ne può lontan viver contento,
34.4né non sempre temer che gli sia tolto.
34.5Ruggiero, or può, ch'io non ti veggo e sento,
34.6in me, più de la speme, il timor molto,
34.7il qual ben che bugiardo e vano io creda,
34.8non posso far di non mi dargli in preda.
35.1Ma non apparirà il lume sì tosto
35.2agli occhi miei del tuo viso giocondo,
35.3contra ogni mia credenza a me nascosto,
35.4non so in qual parte, o Ruggier mio, del mondo,
35.5come il falso timor sarà deposto
35.6da la vera speranza e messo al fondo.
35.7Deh torna a me, Ruggier, torna, e conforta
35.8la speme che 'l timor quasi m'ha morta!
36.1Come al partir del sol si fa maggiore
36.2l'ombra, onde nasce poi vana paura;
36.3e come all'apparir del suo splendore
36.4vien meno l'ombra, e 'l timido assicura:
36.5così senza Ruggier sento timore;
36.6se Ruggier veggo, in me timor non dura.
36.7Deh torna a me, Ruggier, deh torna prima
36.8che 'l timor la speranza in tutto opprima!
37.1Come la notte ogni fiammella è viva,
37.2e riman spenta subito ch'aggiorna;
37.3così, quando il mio sol di sé mi priva,
37.4mi leva incontra il rio timor le corna:
37.5ma non sì tosto all'orizzonte arriva,
37.6che 'l timor fugge, e la speranza torna.
37.7Deh torna a me, deh torna, o caro lume,
37.8e scaccia il rio timor che mi consume!
38.1Se 'l sol si scosta, e lascia i giorni brevi,
38.2quanto di bello avea la terra asconde;
38.3fremono i venti, e portan ghiacci e nievi;
38.4non canta augel, né fior si vede o fronde:
38.5così, qualora avvien che da me levi,
38.6o mio bel sol, le tue luci gioconde,
38.7mille timori, e tutti iniqui, fanno
38.8un aspro verno in me più volte l'anno.
39.1Deh torna a me, mio sol, torna, e rimena
39.2la desiata dolce primavera!
39.3Sgombra i ghiacci e le nievi, e rasserena
39.4la mente mia sì nubilosa e nera. -
39.5Qual Progne si lamenta o Filomena
39.6ch'a cercar esca ai figliolini ita era,
39.7e trova il nido vòto; o qual si lagna
39.8turture c'ha perduto la compagna:
40.1tal Bradamante si dolea, che tolto
40.2le fosse stato il suo Ruggier temea,
40.3di lacrime bagnando spesso il volto,
40.4ma più celatamente che potea.
40.5Oh quanto, quanto si dorria più molto,
40.6s'ella sapesse quel che non sapea,
40.7che con pena e con strazio il suo consorte
40.8era in prigion, dannato a crudel morte!
41.1La crudeltà ch'usa l'iniqua vecchia
41.2contra il buon cavallier che preso tiene,
41.3e che di dargli morte s'apparecchia
41.4con nuovi strazii e non usate pene,
41.5la superna Bontà fa ch'all'orecchia
41.6del cortese figliuol di Cesar viene;
41.7e che gli mette in cor, come l'aiute,
41.8e non lasci perir tanta virtute.
42.1Il cortese Leon che Ruggiero ama
42.2(non che sappi però che Ruggier sia),
42.3mosso da quel valor ch'unico chiama,
42.4e che gli par che soprumano sia,
42.5molto fra sé discorre, ordisce e trama,
42.6e di salvarlo al fin trova la via,
42.7in guisa che da lui la zia crudele
42.8offesa non si tenga, e si querele.
43.1Parlò in secreto a chi tenea la chiave
43.2de la prigione; e che volea, gli disse,
43.3vedere il cavallier pria che sì grave
43.4sentenzia, contra lui data, seguisse.
43.5Giunta la notte, un suo fedel seco have
43.6audace e forte, et atto a zuffe e a risse;
43.7e fa che 'l castellan, senz'altrui dire
43.8ch'egli fosse Leon, gli viene aprire.
44.1Il castellan, senza ch'alcun de' sui
44.2seco abbia, occultamente Leon mena
44.3col compagno alla torre ove ha colui
44.4che si serba all'estrema d'ogni pena.
44.5Giunti là dentro, gettano amendui
44.6al castellan che volge lor la schena
44.7per aprir lo sportello, al collo un laccio,
44.8e subito gli dan l'ultimo spaccio.
45.1Apron la cataratta, onde sospeso
45.2al canape, ivi a tal bisogno posto,
45.3Leon si cala, e in mano ha un torchio acceso,
45.4là dove era Ruggier dal sol nascosto.
45.5Tutto legato, e s'una grata steso
45.6lo trova, all'acqua un palmo e men discosto.
45.7L'avria in un mese e in termine più corto,
45.8per sé, senz'altro aiuto, il luogo morto.
46.1Leon Ruggier con gran pietade abbraccia,
46.2e dice: - Cavallier, la tua virtute
46.3indissolubilmente a te m'allaccia
46.4di voluntaria eterna servitute;
46.5e vuol che più il tuo ben, che 'l mio, mi piaccia,
46.6né curi per la tua la mia salute,
46.7e che la tua amicizia al padre e a quanti
46.8parenti io m'abbia al mondo, io metta inanti.
47.1Io son Leone, acciò tu intenda, figlio
47.2di Costantin, che vengo a darti aiuto,
47.3come vedi, in persona, con periglio
47.4(se mai dal padre mio sarà saputo)
47.5d'esser cacciato, o con turbato ciglio
47.6perpetuamente esser da lui veduto;
47.7che per la gente la qual rotta e morta
47.8da te gli fu a Belgrado, odio ti porta. -
48.1E seguitò, più cose altre dicendo
48.2da farlo ritornar da morte a vita;
48.3e lo vien tuttavolta disciogliendo.
48.4Ruggier gli dice: - Io v'ho grazia infinita;
48.5e questa vita ch'or mi date, intendo
48.6che sempremai vi sia restituita,
48.7che la vogliate riavere, et ogni
48.8volta che per voi spenderla bisogni. -
49.1Ruggier fu tratto di quel loco oscuro,
49.2e in vece sua morto il guardian rimase;
49.3né conosciuto egli né gli altri furo.
49.4Leon menò Ruggiero alle sue case,
49.5ove a star seco tacito e sicuro
49.6per quattro o per sei dì gli persuase;
49.7che riaver l'arme e 'l destrier gagliardo
49.8gli faria intanto, che gli tolse Ungiardo.
50.1Ruggier fuggito, il suo guardian strozzato
50.2si trova il giorno, e aperta la prigione.
50.3Chi quel, chi questo pensa che sia stato;
50.4ne parla ognun, né però alcun s'appone.
50.5Ben di tutti gli altri uomini pensato
50.6più tosto si saria, che di Leone;
50.7che pare a molti ch'avria causa avuto
50.8di farne strazio, e non di dargli aiuto.
51.1Riman di tanta cortesia Ruggiero
51.2confuso sì, sì pien di maraviglia,
51.3e tramutato sì da quel pensiero
51.4che quivi tratto l'avea tante miglia,
51.5che mettendo il secondo col primiero,
51.6né a questo quel, né questo a quel simiglia.
51.7Il primo tutto era odio, ira e veneno;
51.8di pietade è il secondo e d'amor pieno.
52.1Molto la notte e molto il giorno pensa,
52.2d'altro non cura et altro non disia,
52.3che da l'obligazion che gli avea immensa,
52.4sciorsi con pari e maggior cortesia.
52.5Gli par, se tutta sua vita dispensa
52.6in lui servire, o breve o lunga sia,
52.7e se s'espone a mille morti certe,
52.8non gli può tanto far, che più non merte.
53.1Venuta quivi intanto era la nuova
53.2del bando ch'avea fatto il re di Francia,
53.3che chi vuol Bradamante, abbia a far prova
53.4con lei di forza, con spada e con lancia.
53.5Questo udir a Leon sì poco giova,
53.6che se gli vede impallidir la guancia;
53.7perché, come uom che le sue forze ha note,
53.8sa ch'a lei pare in arme esser non puote.
54.1Fra sé discorre, e vede che supplire
54.2può con l'ingegno, ove il vigor sia manco,
54.3facendo con sue insegne comparire
54.4questo guerrier di cui non sa il nome anco;
54.5che di possanza iudica e d'ardire
54.6poter star contra a qualsivoglia Franco:
54.7e crede ben, s'a lui ne dà l'impresa,
54.8che ne fia vinta Bradamante e presa.
55.1Ma due cose ha da far: l'una, disporre
55.2il cavallier, che questa impresa accetti;
55.3l'altra, nel campo in vece sua lui porre
55.4in modo che non sia chi ne sospetti.
55.5A sé lo chiama, e 'l caso gli discorre,
55.6e pregal poi con efficaci detti,
55.7ch'egli sia quel ch'a questa pugna vegna
55.8col nome altrui, sotto mentita insegna.
56.1L'eloquenzia del Greco assai potea;
56.2ma più de l'eloquenzia potea molto
56.3l'obligo grande che Ruggier gli avea,
56.4da mai non ne dovere essere isciolto:
56.5sì che quantunque duro gli parea,
56.6e non possibil quasi; pur con volto,
56.7più che con cor giocondo, gli rispose
56.8ch'era per far per lui tutte le cose.
57.1Ben che da fier dolor, tosto che questa
57.2parola ha detta, il cor ferir si senta,
57.3che giorno e notte e sempre lo molesta,
57.4sempre l'affligge e sempre lo tormenta,
57.5e vegga la sua morte manifesta;
57.6pur non è mai per dir che se ne penta;
57.7che prima ch'a Leon non ubbidire,
57.8mille volte, non ch'una, è per morire.
58.1Ben certo è di morir; perché, se lascia
58.2la donna, ha da lasciar la vita ancora:
58.3o che l'accorerà il duolo e l'ambascia;
58.4o se 'l duolo e l'ambascia non l'accora,
58.5con le man proprie squarcierà la fascia
58.6che cinge l'alma, e ne la trarrà fuora;
58.7ch'ogni altra cosa più facil gli fia,
58.8che poter lei veder, che sua non sia.
59.1Gli è di morir disposto; ma che sorte
59.2di morte voglia far, non sa dir anco.
59.3Pensa talor di fingersi men forte,
59.4e porger nudo alla donzella il fianco;
59.5che non fu mai la più beata morte,
59.6che se per man di lei venisse manco.
59.7Poi vede, se per lui resta che moglie
59.8sia di Leon, che l'obligo non scioglie:
60.1perché ha promesso contra Bradamante
60.2entrare in campo a singular battaglia;
60.3non simulare, e farne sol sembiante,
60.4sì che Leon di lui poco si vaglia.
60.5Dunque starà nel detto suo constante;
60.6e ben che or questo or quel pensier l'assaglia,
60.7tutti li scaccia, e solo a questo cede,
60.8il qual l'esorta a non mancar di fede.
61.1Avea già fatto apparecchiar Leone,
61.2con licenzia del patre Costantino,
61.3arme e cavalli, e un numer di persone
61.4qual gli convenne, e entrato era in camino;
61.5e seco avea Ruggiero, a cui le buone
61.6arme avea fatto rendere e Frontino:
61.7e tanto un giorno e un altro e un altro andaro,
61.8ch'in Francia et a Parigi si trovaro.
62.1Non vòlse entrar Leon ne la cittate,
62.2e i padiglioni alla campagna tese;
62.3e fe' il medesmo dì per imbasciate,
62.4che di sua giunta il re di Francia intese.
62.5L'ebbe il re caro; e gli fu più fiate,
62.6donando e visitandolo, cortese.
62.7De la venuta sua la cagion disse
62.8Leone, e lo pregò che l'espedisse:
63.1ch'entrar facesse in campo la donzella
63.2che marito non vuol di lei men forte;
63.3quando venuto era per fare o ch'ella
63.4moglier gli fosse, o che gli desse morte.
63.5Carlo tolse l'assunto, e fece quella
63.6comparir l'altro dì fuor de le porte,
63.7ne lo steccato che la notte sotto
63.8all'alte mura fu fatto di botto.
64.1La notte ch'andò inanzi al terminato
64.2giorno de la battaglia, Ruggiero ebbe
64.3simile a quella che suole il dannato
64.4aver, che la matina morir debbe.
64.5Eletto avea combatter tutto armato,
64.6perch'esser conosciuto non vorrebbe;
64.7né lancia né destriero adoprar vòlse,
64.8né, fuor che 'l brando, arme d'offesa tolse.
65.1Lancia non tolse; non perché temesse
65.2di quella d'or, che fu de l'Argalia,
65.3e poi d'Astolfo a cui costei successe,
65.4che far gli arcion votar sempre solia:
65.5perché nessun, ch'ella tal forza avesse,
65.6o fosse fatta per negromanzia,
65.7avea saputo, eccetto quel re solo
65.8che far la fece e la donò al figliuolo.
66.1Anzi Astolfo e la donna, che portata
66.2l'aveano poi, credean che non l'incanto,
66.3ma la propria possanza fosse stata,
66.4che dato loro in giostra avesse il vanto;
66.5e che con ogni altra asta ch'incontrata
66.6fosse da lor, farebbono altretanto.
66.7La cagion sola, che Ruggier non giostra,
66.8è per non far del suo Frontino mostra:
67.1che lo potria la donna facilmente
67.2conoscer, se da lei fosse veduto;
67.3però che cavalcato, e lungamente
67.4in Montalban l'avea seco tenuto.
67.5Ruggier che solo studia e solo ha mente
67.6come da lei non sia riconosciuto,
67.7né vuol Frontin, né vuol cos'altra avere,
67.8che di far di sé indizio abbia potere.
68.1A questa impresa un'altra spada volle;
68.2che ben sapea che contra a Balisarda
68.3saria ogn'osbergo, come pasta, molle;
68.4ch'alcuna tempra quel furor non tarda:
68.5e tutto 'l taglio anco a quest'altra tolle
68.6con un martello, e la fa men gagliarda.
68.7Con quest'arme Ruggiero al primo lampo
68.8ch'apparve all'orizzonte, entrò nel campo.
69.1E per parer Leon, le sopraveste
69.2che dianzi ebbe Leon, s'ha messe indosso;
69.3e l'aquila de l'or con le due teste
69.4porta dipinta ne lo scudo rosso.
69.5E facilmente si potean far queste
69.6finzion; ch'era ugualmente grande e grosso
69.7l'un come l'altro. Appresentossi l'uno;
69.8l'altro non si lasciò veder d'alcuno.
70.1Era la voluntà de la donzella
70.2da quest'altra diversa di gran lunga;
70.3che, se Ruggier su la spada martella
70.4per rintuzzarla, che non tagli o punga,
70.5la sua la donna aguzza, e brama ch'ella
70.6entri nel ferro, e sempre al vivo giunga,
70.7anzi ogni colpo sì ben tagli e fore,
70.8che vada sempre a ritrovargli il core.
71.1Qual su le mosse il barbaro si vede,
71.2che 'l cenno del partir fugoso attende,
71.3né qua né là poter fermare il piede,
71.4gonfiar le nare, e che l'orecchie tende;
71.5tal l'animosa donna che non crede
71.6che questo sia Ruggier con chi contende,
71.7aspettando la tromba, par che fuoco
71.8ne le vene abbia, e non ritrovi loco.
72.1Qual talor, dopo il tuono, orrido vento
72.2subito segue, che sozzopra volve
72.3l'ondoso mare, e leva in un momento
72.4da terra fin al ciel l'oscura polve;
72.5fuggon le fiere, e col pastor l'armento;
72.6l'aria in grandine e in pioggia si risolve:
72.7udito il segno la donzella, tale
72.8stringe la spada, e 'l suo Ruggiero assale.
73.1Ma non più quercia antica, o grosso muro
73.2di ben fondata torre a borea cede,
73.3né più all'irato mar lo scoglio duro,
73.4che d'ogni intorno il dì e la notte il fiede;
73.5che sotto l'arme il buon Ruggier sicuro,
73.6che già al troiano Ettòr Vulcano diede,
73.7ceda all'odio e al furor che lo tempesta
73.8or ne' fianchi, or nel petto, or ne la testa.
74.1Quando di taglio la donzella, quando
74.2mena di punta; e tutta intenta mira
74.3ove cacciar tra ferro e ferro il brando,
74.4sì che si sfoghi e disacerbi l'ira.
74.5Or da un lato, or da un altro il va tentando;
74.6quando di qua, quando di là s'aggira:
74.7e si rode e si duol che non le avegna
74.8mai fatta alcuna cosa che disegna.
75.1Come chi assedia una città che forte
75.2sia di buon fianchi e di muraglia grossa,
75.3spesso l'assalta, or vuol batter le porte,
75.4or l'alte torri, or atturar la fossa;
75.5e pone indarno le sue genti a morte,
75.6né via sa ritrovar ch'entrar vi possa:
75.7così molto s'affanna e si travaglia,
75.8né può la donna aprir piastra né maglia.
76.1Quando allo scudo e quando al buono elmetto,
76.2quando all'osbergo fa gittar scintille
76.3con colpi ch'alle braccia, al capo, al petto
76.4mena dritti e riversi, e mille e mille,
76.5e spessi più, che sul sonante tetto
76.6la grandine far soglia de le ville.
76.7Ruggier sta su l'avviso, e si difende
76.8con gran destrezza, e lei mai non offende.
77.1Or si ferma, or volteggia, or si ritira,
77.2e con la man spesso accompagna il piede.
77.3Porge or lo scudo, et or la spada gira
77.4ove girar la man nimica vede.
77.5O lei non fere, o se la fere, mira
77.6ferirla in parte ove men nuocer crede.
77.7La donna, prima che quel dì s'inchine,
77.8brama di dare alla battaglia fine.
78.1Si ricordò del bando, e si ravvide
78.2del suo periglio, se non era presta;
78.3che se in un dì non prende o non uccide
78.4il suo domandator, presa ella resta.
78.5Era già presso ai termini d'Alcide
78.6per attuffar nel mar Febo la testa,
78.7quando ella cominciò di sua possanza
78.8a difidarsi, e perder la speranza.
79.1Quanto mancò più la speranza, crebbe
79.2tanto più l'ira, e radoppiò le botte;
79.3che pur quell'arme rompere vorrebbe,
79.4ch'in tutto un dì non avea ancora rotte:
79.5come colui ch'al lavorio che debbe,
79.6sia stato lento, e già vegga esser notte,
79.7s'affretta indarno, si travaglia e stanca,
79.8fin che la forza a un tempo e il dì gli manca.
80.1O misera donzella, se costui
80.2tu conoscessi, a cui dar morte brami,
80.3se lo sapessi esser Ruggier, da cui
80.4de la tua vita pendono li stami;
80.5so ben ch'uccider te, prima che lui,
80.6vorresti; che di te so che più l'ami:
80.7e quando lui Ruggiero esser saprai,
80.8di questi colpi ancor, so, ti dorrai.
81.1Carlo e molt'altri seco, che Leone
81.2esser costui credeansi, e non Ruggiero,
81.3veduto come in arme, al paragone
81.4di Bradamante, forte era e leggiero;
81.5e, senza offender lei, con che ragione
81.6difender si sapea; mutan pensiero,
81.7e dicon: - Ben convengono amendui;
81.8ch'egli è di lei ben degno, ella di lui. -
82.1Poi che Febo nel mar tutt'è nascoso,
82.2Carlo, fatta partir quella battaglia,
82.3giudica che la donna per suo sposo
82.4prenda Leon, né ricusar lo vaglia.
82.5Ruggier, senza pigliar quivi riposo,
82.6senz'elmo trarsi o alleggierirsi maglia,
82.7sopra un picciol ronzin torna in gran fretta
82.8ai padiglioni ove Leon l'aspetta.
83.1Gittò Leone al cavallier le braccia
83.2due volte e più fraternamente al collo;
83.3e poi, trattogli l'elmo da la faccia,
83.4di qua e di là con grande amor baciollo.
83.5- Vo' (disse) che di me sempre tu faccia
83.6come ti par; che mai trovar satollo
83.7non mi potrai, che me e lo stato mio
83.8spender tu possa ad ogni tuo disio.
84.1Né veggo ricompensa che mai questa
84.2obligazion ch'io t'ho, possi disciorre;
84.3e non, s'ancora io mi levi di testa
84.4la mia corona, e a te la venghi a porre. -
84.5Ruggier, di cui la mente ange e molesta
84.6alto dolore, e che la vita aborre,
84.7poco risponde, e l'insegne gli rende,
84.8che n'avea aute, e 'l suo liocorno prende.
85.1E stanco dimostrandosi e svogliato,
85.2più tosto che poté, da lui levosse;
85.3et al suo alloggiamento ritornato,
85.4poi che fu mezzanotte, tutto armosse;
85.5e sellato il destrier, senza commiato,
85.6e senza che d'alcun sentito fosse,
85.7sopra vi salse, e si drizzò al camino
85.8che più piacer gli parve al suo Frontino.
86.1Frontino or per via dritta or per via torta,
86.2quando per selve e quando per campagna
86.3il suo signor tutta la notte porta,
86.4che non cessa un momento che non piagna:
86.5chiama la morte, e in quella si conforta,
86.6che l'ostinata doglia sola fragna;
86.7né vede, altro che morte, chi finire
86.8possa l'insopportabil suo martìre.
87.1- Di chi mi debbo, ohimè! (dicea) dolere,
87.2che così m'abbia a un punto ogni ben tolto?
87.3Deh, s'io non vo' l'ingiuria sostenere
87.4senza vendetta, incontra a cui mi volto?
87.5Fuor che me stesso, altri non so vedere,
87.6che m'abbia offeso et in miseria volto.
87.7Io m'ho dunque di me contra a me stesso
87.8da vendicar, c'ho tutto il mal commesso.
88.1Pur, quando io avessi fatto solamente
88.2a me l'ingiuria, a me forse potrei
88.3donar perdon, se ben difficilmente;
88.4anzi vo' dir che far non lo vorrei:
88.5or quanto, poi che Bradamante sente
88.6meco l'ingiuria ugual, men lo farei?
88.7Quando bene a me ancora io perdonassi,
88.8lei non convien ch'invendicata lassi.
89.1Per vendicar lei dunque debbo e voglio
89.2ogni modo morir, né ciò mi pesa;
89.3ch'altra cosa non so ch'al mio cordoglio,
89.4fuor che la morte, far possa difesa.
89.5Ma sol, ch'allora io non mori', mi doglio,
89.6che fatto ancora io non le aveva offesa.
89.7Oh me felice, s'io moriva allora
89.8ch'era prigion de la crudel Teodora!
90.1Se ben m'avesse ucciso, tormentato
90.2prima ad arbitrio di sua crudeltade,
90.3da Bradamante almeno avrei sperato
90.4di ritrovare al mio caso pietade.
90.5Ma quando ella saprà ch'avrò più amato
90.6Leon di lei, e di mia volontade
90.7io me ne sia, perch'egli l'abbia, privo;
90.8avrà ragion d'odiarmi e morto e vivo. -
91.1Questo dicendo e molte altre parole
91.2che sospiri accompagnano e singulti,
91.3si trova all'apparir del nuovo sole
91.4fra scuri boschi, in luoghi strani e inculti;
91.5e perché è disperato, e morir vuole,
91.6e, più che può, che 'l suo morir s'occulti,
91.7questo luogo gli par molto nascosto,
91.8et atto a far quant'ha di sé disposto.
92.1Entra nel folto bosco, ove più spesse
92.2l'ombrose frasche e più intricate vede;
92.3ma Frontin prima al tutto sciolto messe
92.4da sé lontano, e libertà gli diede.
92.5- O mio Frontin (gli disse), s'a me stesse
92.6di dare a' merti tuoi degna mercede,
92.7avresti a quel destrier da invidiar poco,
92.8che volò al cielo, e fra le stelle ha loco.
93.1Cillaro, so, non fu, non fu Arione
93.2di te miglior, né meritò più lode;
93.3né alcun altro destrier di cui menzione
93.4fatta da' Greci o da' Latini s'ode.
93.5Se ti fur par ne l'altre parti buone,
93.6di questa so ch'alcun di lor non gode,
93.7di potersi vantar ch'avuto mai
93.8abbia il pregio e l'onor che tu avuto hai;
94.1poi ch'alla più che mai sia stata o sia
94.2donna gentile e valorosa e bella
94.3sì caro stato sei, che ti nutria,
94.4e di sua man ti ponea freno e sella.
94.5Caro eri alla mia donna: ah perché mia
94.6la dirò più, se mia non è più quella?
94.7s'io l'ho donata ad altri? Ohimè! che cesso
94.8di volger questa spada ora in me stesso? -
95.1Se Ruggier qui s'affligge e si tormenta,
95.2e le fere e gli augelli a pietà muove
95.3(ch'altri non è che questi gridi senta
95.4né vegga il pianto che nel sen gli piove),
95.5non dovete pensar che più contenta
95.6Bradamante in Parigi si ritrove,
95.7poi che scusa non ha che la difenda,
95.8o più l'indugi, che Leon non prenda.
96.1Ella, prima ch'avere altro consorte
96.2che 'l suo Ruggier, vuol far ciò che può farsi;
96.3mancar del detto suo; Carlo e la corte,
96.4i parenti e gli amici inimicarsi:
96.5e quando altro non possa, al fin la morte
96.6o col veneno o con la spada darsi;
96.7che le par meglio assai non esser viva,
96.8che, vivendo, restar di Ruggier priva.
97.1- Deh, Ruggier mio (dicea), dove sei gito?
97.2Puote esser che tu sia tanto discosto,
97.3che tu non abbi questo bando udito,
97.4a nessun altro, fuor ch'a te, nascosto?
97.5Se tu 'l sapesse, io so che comparito
97.6nessun altro saria di te più tosto.
97.7Misera me! ch'altro pensar mi deggio,
97.8se non quel che pensar si possa peggio?
98.1Come è, Ruggier, possibil che tu solo
98.2non abbi quel che tutto il mondo ha inteso?
98.3Se inteso l'hai, né sei venuto a volo,
98.4come esser può che non sii morto o preso?
98.5Ma chi sapesse il ver, questo figliuolo
98.6di Costantin t'avrà alcun laccio teso;
98.7il traditor t'avrà chiusa la via,
98.8acciò prima di lui tu qui non sia.
99.1Da Carlo impetrai grazia, ch'a nessuno
99.2men di me forte avessi ad esser data,
99.3con credenza che tu fossi quell'uno
99.4a cui star contra io non potessi armata.
99.5Fuor che te solo, io non stimava alcuno:
99.6ma de l'audacia mia m'ha Dio pagata;
99.7poi che costui che mai più non fe' impresa
99.8d'onore in vita sua, così m'ha presa.
100.1Se però presa son per non avere
100.2uccider lui né prenderlo potuto;
100.3il che non mi par giusto; né al parere
100.4mai son per star, ch'in questo ha Carlo avuto.
100.5So ch'inconstante io mi farò tenere,
100.6se da quel c'ho già detto ora mi muto;
100.7ma né la prima son né la sezzaia,
100.8la qual paruta sia inconstante, e paia.
101.1Basti che nel servar fede al mio amante,
101.2d'ogni scoglio più salda mi ritrovi,
101.3e passi in questo di gran lunga quante
101.4mai furo ai tempi antichi, o sieno ai nuovi.
101.5Che nel resto mi dichino incostante,
101.6non curo, pur che l'incostanzia giovi:
101.7pur ch'io non sia di costui tôrre astretta,
101.8volubil più che foglia anco sia detta. -
102.1Queste parole et altre, ch'interrotte
102.2da sospiri e da pianti erano spesso,
102.3seguì dicendo tutta quella notte
102.4ch'all'infelice giorno venne appresso.
102.5Ma poi che dentro alle cimerie grotte
102.6con l'ombre sue Notturno fu rimesso,
102.7il ciel, ch'eternamente avea voluto
102.8farla di Ruggier moglie, le diè aiuto.
103.1Fe' la mattina la donzella altiera
103.2Marfisa inanzi a Carlo comparire,
103.3dicendo ch'al fratel suo Ruggier era
103.4fatto gran torto, e nol volea patire,
103.5che gli fosse levata la mogliera,
103.6né pure una parola gliene dire:
103.7e contra chi si vuol di provar toglie,
103.8che Bradamante di Ruggiero è moglie.
104.1E inanzi agli altri, a lei provar lo vuole,
104.2quando pur di negarlo fosse ardita,
104.3ch'in sua presenzia ella ha quelle parole
104.4dette a Ruggier, che fa chi si marita;
104.5e con la cerimonia che si suole,
104.6già sì tra lor la cosa è stabilita,
104.7che più di sé non possono disporre,
104.8né l'un l'altro lasciar, per altri tôrre.
105.1Marfisa, o 'l vero o 'l falso che dicesse,
105.2pur lo dicea, ben credo con pensiero,
105.3perché Leon più tosto interrompesse
105.4a dritto e a torto, che per dire il vero;
105.5e che di volontade lo facesse
105.6di Bradamante, che a riaver Ruggiero
105.7et escluder Leon, né la più onesta
105.8né la più breve via vedea di questa.
106.1Turbato il re di questa cosa molto,
106.2Bradamante chiamar fa immantinente;
106.3e quanto di provar Marfisa ha tolto,
106.4le fa sapere, et ecci Amon presente.
106.5Tien Bradamante chino a terra il volto,
106.6e confusa non niega né consente,
106.7in guisa che comprender di leggiero
106.8si può che Marfisa abbia detto il vero.
107.1Piace a Rinaldo, e piace a quel d'Anglante
107.2tal cosa udir, ch'esser potrà cagione
107.3che 'l parentado non andrà più inante,
107.4che già conchiuso aver credea Leone;
107.5e pur Ruggier la bella Bradamante
107.6mal grado avrà de l'ostinato Amone;
107.7e potran senza lite, e senza trarla
107.8di man per forza al padre, a Ruggier darla.
108.1Che se tra lor queste parole stanno,
108.2la cosa è ferma, e non andrà per terra.
108.3Così atterràn quel che promesso gli hanno,
108.4più onestamente e senza nuova guerra.
108.5- Questo è (diceva Amon), questo è un inganno
108.6contra me ordito: ma 'l pensier vostro erra;
108.7ch'ancor che fosse ver quanto voi finto
108.8tra voi v'avete, io non son però vinto.
109.1Che prosuposto (che né ancor confesso,
109.2né vo' credere ancor) ch'abbia costei
109.3scioccamente a Ruggier così promesso,
109.4come voi dite, e Ruggiero abbia a lei;
109.5quando e dove fu questo? che più espresso,
109.6più chiaro e piano intenderlo vorrei.
109.7Stato so che non è, se non è stato
109.8prima che Ruggier fosse battezzato.
110.1Ma se gli è stato inanzi che cristiano
110.2fosse Ruggier, non vo' che me ne caglia;
110.3ch'essendo ella fedele, egli pagano,
110.4non crederò che 'l matrimonio vaglia.
110.5Non si debbe per questo essere invano
110.6posto al risco Leon de la battaglia;
110.7né il nostro imperator credo vogli anco
110.8venir del detto suo per questo manco.
111.1Quel ch'or mi dite, era da dirmi quando
111.2era intera la cosa, né ancor fatto
111.3a prieghi di costei Carlo avea il bando
111.4che qui Leone alla battaglia ha tratto. -
111.5Così contra Rinaldo e contra Orlando
111.6Amon dicea, per rompere il contratto
111.7fra quei duo amanti; e Carlo stava a udire,
111.8né per l'un né per l'altro volea dire.
112.1Come si senton, s'austro o borea spira,
112.2per l'alte selve murmurar le fronde;
112.3o come soglion, s'Eolo s'adira
112.4contra Nettunno, al lito fremer l'onde:
112.5così un rumor che corre e che s'aggira,
112.6e che per tutta Francia si difonde,
112.7di questo dà da dire e da udir tanto,
112.8ch'ogni altra cosa è muta in ogni canto.
113.1Chi parla per Ruggier, chi per Leone;
113.2ma la più parte è con Ruggiero in lega:
113.3son dieci e più per un che n'abbia Amone.
113.4L'imperator né qua né là si piega;
113.5ma la causa rimette alla ragione,
113.6et al suo parlamento la delega.
113.7Or vien Marfisa, poi ch'è diferito
113.8lo sponsalizio, e pon nuovo partito;
114.1e dice: - Con ciò sia ch'esser non possa
114.2d'altri costei, fin che 'l fratel mio vive;
114.3se Leon la vuol pur, suo ardire e possa
114.4adopri sì, che lui di vita prive:
114.5e chi manda di lor l'altro alla fossa,
114.6senza rivale al suo contento arrive. -
114.7Tosto Carlo a Leon fa intender questo,
114.8come anco intender gli avea fatto il resto.
115.1Leon che, quando seco il cavalliero
115.2del liocorno sia, si tien sicuro
115.3di riportar vittoria di Ruggiero,
115.4né gli abbia alcun assunto a parer duro;
115.5non sappiendo che l'abbia il dolor fiero
115.6tratto nel bosco solitario e oscuro,
115.7ma che, per tornar tosto, uno o due miglia
115.8sia andato a spasso, il mal partito piglia.
116.1Ben se ne pente in breve; che colui
116.2del qual più del dover si promettea,
116.3non comparve quel dì, né gli altri dui
116.4che lo seguîr, né nuova se n'avea;
116.5e tor questa battaglia senza lui
116.6contra Ruggier, sicur non gli parea:
116.7mandò, per schivar dunque danno e scorno,
116.8per trovar il guerrier dal liocorno.
117.1Per cittadi mandò, ville e castella,
117.2d'appresso e da lontan, per ritrovarlo;
117.3né contento di questo, montò in sella
117.4egli in persona, e si pose a cercarlo.
117.5Ma non n'avrebbe avuto già novella,
117.6né l'avria avuta uomo di quei di Carlo,
117.7se non era Melissa che fe' quanto
117.8mi serbo a farvi udir ne l'altro canto.
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