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1.1Spesso in poveri alberghi e in picciol tetti,
1.2ne le calamitadi e nei disagi,
1.3meglio s'aggiungon d'amicizia i petti,
1.4che fra ricchezze invidiose et agi
1.5de le piene d'insidie e di sospetti
1.6corti regali e splendidi palagi,
1.7ove la caritade è in tutto estinta,
1.8né si vede amicizia, se non finta.
2.1Quindi avvien che tra principi e signori
2.2patti e convenzion sono sì frali.
2.3Fan lega oggi re, papi e imperatori;
2.4doman saran nimici capitali:
2.5perché, qual l'apparenze esteriori,
2.6non hanno i cor, non han gli animi tali;
2.7che non mirando al torto più ch'al dritto,
2.8attendon solamente al lor profitto.
3.1Questi, quantunque d'amicizia poco
3.2sieno capaci, perché non sta quella
3.3ove per cose gravi, ove per giuoco
3.4mai senza finzion non si favella;
3.5pur, se talor gli ha tratti in umil loco
3.6insieme una fortuna acerba e fella,
3.7in poco tempo vengono a notizia
3.8(quel che in molto non fêr) de l'amicizia.
4.1Il santo vecchiarel ne la sua stanza
4.2giunger gli ospiti suoi con nodo forte
4.3ad amor vero meglio ebbe possanza,
4.4ch'altri non avria fatto in real corte.
4.5Fu questo poi di tal perseveranza,
4.6che non si sciolse mai fin alla morte.
4.7Il vecchio li trovò tutti benigni,
4.8candidi più nel cor, che di fuor cigni.
5.1Trovolli tutti amabili e cortesi,
5.2non de la iniquità ch'io v'ho dipinta
5.3di quei che mai non escono palesi,
5.4ma sempre van con apparenza finta.
5.5Di quanto s'eran per adietro offesi
5.6ogni memoria fu tra loro estinta;
5.7e se d'un ventre fossero e d'un seme,
5.8non si potriano amar più tutti insieme.
6.1Sopra gli altri il signor di Montalbano
6.2accarezzava e riveria Ruggiero;
6.3sì perché già l'avea con l'arme in mano
6.4provato quanto era animoso e fiero,
6.5sì per trovarlo affabile et umano
6.6più che mai fosse al mondo cavalliero:
6.7ma molto più, che da diverse bande
6.8si conoscea d'avergli obligo grande.
7.1Sapea che di gravissimo periglio
7.2egli avea liberato Ricciardetto,
7.3quando il re ispano gli fe' dar di piglio
7.4e con la figlia prendere nel letto;
7.5e ch'avea tratto l'uno e l'altro figlio
7.6del duca Buovo (com'io v'ho già detto)
7.7di man dei Saracini e dei malvagi
7.8ch'eran col maganzese Bertolagi.
8.1Questo debito a lui parea di sorte,
8.2ch'ad amar lo stringeano e ad onorarlo;
8.3e gli ne dolse e gli ne 'ncrebbe forte,
8.4che prima non avea potuto farlo,
8.5quando era l'un ne l'africana corte,
8.6e l'altro agli servigi era di Carlo.
8.7Or che fatto cristian quivi lo trova,
8.8quel che non fece prima, or far gli giova.
9.1Proferte senza fine, onore e festa
9.2fece a Ruggiero il paladin cortese.
9.3Il prudente eremita, come questa
9.4benivolenzia vide, adito prese.
9.5Entrò dicendo: - A fare altro non resta
9.6(e lo spero ottener senza contese),
9.7che come l'amicizia è tra voi fatta,
9.8tra voi sia ancora affinità contratta;
10.1acciò che de le due progenie illustri
10.2che non han par di nobiltade al mondo,
10.3nasca un lignaggio che più chiaro lustri,
10.4che 'l chiaro sol, per quanto gira a tondo;
10.5e come andran più inanzi et anni e lustri,
10.6sarà più bello, e durerà (secondo
10.7che Dio m'inspira, acciò ch'a voi nol celi)
10.8fin che terran l'usato corso i cieli. -
11.1E seguitando il suo parlar più inante,
11.2fa il santo vecchio sì, che persuade
11.3che Rinaldo a Ruggier dia Bradamante,
11.4ben che pregar né l'un né l'altro accade.
11.5Loda Olivier col principe d'Anglante,
11.6che far si debba questa affinitade;
11.7il che speran ch'approvi Amone e Carlo,
11.8e debba tutta Francia commendarlo.
12.1Così dicean; ma non sapean ch'Amone,
12.2con voluntà del figlio di Pipino,
12.3n'avea dato in quei giorni intenzione
12.4all'imperator greco Costantino,
12.5che gliele domandava per Leone
12.6suo figlio e successor nel gran domìno.
12.7Se n'era, pel valor che n'avea inteso,
12.8senza vederla, il giovinetto acceso.
13.1Risposto gli avea Amon, che da sé solo
13.2non era per concludere altramente,
13.3né pria che ne parlasse col figliuolo
13.4Rinaldo, da la corte allora absente;
13.5il qual credea che vi verrebbe a volo,
13.6e che di grazia avria sì gran parente:
13.7pur, per molto rispetto che gli avea,
13.8risolver senza lui non si volea.
14.1Or Rinaldo lontan dal padre, quella
14.2pratica imperial tutta ignorando,
14.3quivi a Ruggier promette la sorella
14.4di suo parere, e di parer d'Orlando
14.5e degli altri ch'avea seco alla cella,
14.6ma sopra tutti l'eremita instando:
14.7e crede veramente che piacere
14.8debba ad Amon quel parentado avere.
15.1Quel dì e la notte, e del seguente giorno
15.2steron gran parte col monaco saggio,
15.3quasi obliando al legno far ritorno,
15.4ben che il vento spirasse al lor viaggio.
15.5Ma i lor nocchieri, a cui tanto soggiorno
15.6increscea omai, mandâr più d'un messaggio,
15.7che sì li stimulâr de la partita,
15.8ch'a forza li spiccâr da l'eremita.
16.1Ruggier che stato era in esilio tanto,
16.2né da lo scoglio avea mai mosso il piede,
16.3tolse licenzia da quel mastro santo
16.4ch'insegnata gli avea la vera fede.
16.5La spada Orlando gli rimesse a canto,
16.6l'arme d'Ettorre, e il buon Frontin gli diede;
16.7sì per mostrar del suo amor segno espresso,
16.8sì per saper che dianzi erano d'esso.
17.1E quantunque miglior ne l'incantata
17.2spada ragione avesse il paladino,
17.3che con pena e travaglio già levata
17.4l'avea dal formidabile giardino,
17.5che non avea Ruggiero a cui donata
17.6dal ladro fu, che gli diè ancor Frontino;
17.7pur volentier gliele donò col resto
17.8de l'arme, tosto che ne fu richiesto.
18.1Fur benedetti dal vecchio devoto,
18.2e sul navilio al fin si ritornaro.
18.3I remi all'acqua, e dier le vele al Noto;
18.4e fu lor sì sereno il tempo e chiaro,
18.5che non vi bisognò priego né voto,
18.6fin che nel porto di Marsilia entraro.
18.7Ma quivi stiano tanto, ch'io conduca
18.8insieme Astolfo, il glorioso duca.
19.1Poi che de la vittoria Astolfo intese,
19.2che sanguinosa e poco lieta s'ebbe;
19.3vedendo che sicura da l'offese
19.4d'Africa oggimai Francia esser potrebbe,
19.5pensò che 'l re de' Nubi in suo paese
19.6con l'esercito suo rimanderebbe
19.7per la strada medesima che tenne
19.8quando contra Biserta se ne venne.
20.1L'armata che i pagan roppe ne l'onde,
20.2già rimandata avea il figliuol d'Ugiero;
20.3di cui, nuovo miracolo, le sponde
20.4(tosto che ne fu uscito il popul nero)
20.5e le poppe e le prore mutò in fronde,
20.6e ritornolle al suo stato primiero:
20.7poi venne il vento, e come cosa lieve
20.8levolle in aria, e fe' sparire in breve.
21.1Chi a piedi e chi in arcion tutte partita
21.2d'Africa fêr le nubiane schiere.
21.3Ma prima Astolfo si chiamò infinita
21.4grazia al Senapo et immortale avere;
21.5che gli venne in persona a dare aita
21.6con ogni sforzo et ogni suo potere.
21.7Astolfo lor ne l'uterino claustro
21.8a portar diede il fiero e turbido austro.
22.1Negli utri, dico, il vento diè lor chiuso,
22.2ch'uscir di mezzodì suol con tal rabbia,
22.3che muove a guisa d'onde, e leva in suso,
22.4e ruota fin in ciel l'àrrida sabbia;
22.5acciò se lo portassero a lor uso,
22.6che per camino a far danno non abbia;
22.7e che poi, giunti ne la lor regione,
22.8avessero a lassar fuor di prigione.
23.1Scrive Turpino, come furo ai passi
23.2de l'alto Atlante, che i cavalli loro
23.3tutti in un tempo diventaron sassi;
23.4sì che, come venîr, se ne tornoro.
23.5Ma tempo è omai ch'Astolfo in Francia passi;
23.6e così, poi che del paese moro
23.7ebbe provisto ai luoghi principali,
23.8all'ippogrifo suo fe' spiegar l'ali.
24.1Volò in Sardigna in un batter di penne,
24.2e di Sardigna andò nel lito còrso;
24.3e quindi sopra il mar la strada tenne,
24.4torcendo alquanto a man sinistra il morso.
24.5Ne le maremme all'ultimo ritenne
24.6de la ricca Provenza il leggier corso;
24.7dove seguì de l'ippogrifo quanto
24.8gli disse già l'evangelista santo.
25.1Hagli commesso il santo evangelista,
25.2che più, giunto in Provenza, non lo sproni;
25.3e ch'all'impeto fier più non resista
25.4con sella e fren, ma libertà gli doni.
25.5Già avea il più basso ciel che sempre acquista
25.6del perder nostro, al corno tolti i suoni;
25.7che muto era restato, non che roco,
25.8tosto ch'entrò 'l guerrier nel divin loco.
26.1Venne Astolfo a Marsilia, e venne a punto
26.2il dì che v'era Orlando et Oliviero
26.3e quel da Montalbano insieme giunto
26.4col buon Sobrino e col meglior Ruggiero.
26.5La memoria del sozio lor defunto
26.6vietò che i paladini non potero
26.7insieme così a punto rallegrarsi,
26.8come in tanta vittoria dovea farsi.
27.1Carlo avea di Sicilia avuto avviso
27.2dei duo re morti e di Sobrino preso,
27.3e ch'era stato Brandimarte ucciso;
27.4poi di Ruggiero avea non meno inteso:
27.5e ne stava col cor lieto e col viso
27.6d'aver gittato intolerabil peso,
27.7che gli fu sopra gli omeri sì greve,
27.8che starà un pezzo pria che si rileve.
28.1Per onorar costor ch'eran sostegno
28.2del santo Imperio e la maggior colonna,
28.3Carlo mandò la nobiltà del regno
28.4ad incontrarli fin sopra la Sonna.
28.5Egli uscì poi col suo drappel più degno
28.6di re e di duci, e con la propria donna,
28.7fuor de le mura, in compagnia di belle
28.8e ben ornate e nobili donzelle.
29.1L'imperator con chiara e lieta fronte,
29.2i paladini e gli amici e i parenti,
29.3la nobiltà, la plebe fanno al conte
29.4et agli altri d'amor segni evidenti:
29.5gridar s'ode Mongrana e Chiaramonte.
29.6Sì tosto non finîr gli abbracciamenti,
29.7Rinaldo e Orlando insieme et Oliviero
29.8al signor loro appresentâr Ruggiero;
30.1e gli narrâr che di Ruggier di Risa
30.2era figliuol, di virtù uguale al padre:
30.3se sia animoso e forte, et a che guisa
30.4sappia ferir, san dir le nostre squadre.
30.5Con Bradamante in questo vien Marfisa,
30.6le due compagne nobili e leggiadre:
30.7ad abbracciar Ruggier vien la sorella;
30.8con più rispetto sta l'altra donzella.
31.1L'imperator Ruggier fa risalire,
31.2ch'era per riverenzia sceso a piede,
31.3e lo fa a par a par seco venire,
31.4e di ciò ch'a onorarlo si richiede,
31.5un punto sol non lassa preterire.
31.6Ben sapea che tornato era alla fede;
31.7che tosto che i guerrier furo all'asciutto,
31.8certificato avean Carlo del tutto.
32.1Con pompa trionfal, con festa grande
32.2tornaro insieme dentro alla cittade,
32.3che di frondi verdeggia e di ghirlande:
32.4coperte a panni son tutte le strade:
32.5nembo d'erbe e di fior d'alto si spande,
32.6e sopra e intorno ai vincitori cade,
32.7che da verroni e da finestre amene
32.8donne e donzelle gittano a man piene.
33.1Al volgersi dei canti in varii lochi
33.2trovano archi e trofei subito fatti,
33.3che di Biserta le ruine e i fochi
33.4mostran dipinti, et altri degni fatti;
33.5altrove palchi con diversi giuochi
33.6e spettacoli e mimmi e scenici atti:
33.7et è per tutti i canti il titol vero
33.8scritto: - Ai liberatori de l'Impero. -
34.1Fra il suon d'argute trombe e di canore
34.2pifare e d'ogni musica armonia,
34.3fra riso e plauso, iubilo e favore
34.4del populo ch'a pena vi capia,
34.5smontò al palazzo il magno imperatore,
34.6ove più giorni quella compagnia
34.7con torniamenti, personaggi e farse,
34.8danze e conviti attese a dilettarse.
35.1Rinaldo un giorno al padre fe' sapere
35.2che la sorella a Ruggier dar volea;
35.3ch'in presenzia d'Orlando per mogliere,
35.4e d'Olivier, promessa glie l'avea;
35.5li quali erano seco d'un parere,
35.6che parentado far non si potea
35.7per nobiltà di sangue e per valore,
35.8che fosse a questo par, non che migliore.
36.1Ode Amone il figliuol con qualche sdegno,
36.2che, senza conferirlo seco, gli osa
36.3la figlia maritar, ch'esso ha disegno
36.4che del figliuol di Costantin sia sposa,
36.5non di Ruggier, il qual non ch'abbi regno,
36.6ma non può al mondo dir: questa è mia cosa;
36.7né sa che nobiltà poco si prezza,
36.8e men virtù, se non v'è ancor ricchezza.
37.1Ma più d'Amon la moglie Beatrice
37.2biasma il figliuolo e chiamalo arrogante;
37.3e in segreto e in palese contradice
37.4che di Ruggier sia moglie Bradamante:
37.5a tutta sua possanza imperatrice
37.6ha disegnato farla di Levante.
37.7Sta Rinaldo ostinato, che non vuole
37.8che manchi un iota de le sue parole.
38.1La madre, ch'aver crede alle sue voglie
38.2la magnanima figlia, la conforta
38.3che dica che, più tosto ch'esser moglie
38.4d'un pover cavallier, vuole esser morta;
38.5né mai più per figliuola la raccoglie,
38.6se questa ingiuria dal fratel sopporta:
38.7nieghi pur con audacia, e tenga saldo;
38.8che per sforzar non la sarà Rinaldo.
39.1Sta Bradamante tacita, né al detto
39.2de la madre s'arrisca a contradire;
39.3che l'ha in tal riverenzia e in tal rispetto,
39.4che non potria pensar non l'ubbidire.
39.5Da l'altra parte terria gran difetto,
39.6se quel che non vuol far, volesse dire.
39.7Non vuol, perché non può; che 'l poco e 'l molto
39.8poter di sé disporre Amor le ha tolto.
40.1Né negar, né mostrarsene contenta
40.2s'ardisce; e sol sospira, e non risponde:
40.3poi quando è in luogo ch'altri non la senta,
40.4versan lacrime gli occhi a guisa d'onde;
40.5e parte del dolor che la tormenta,
40.6sentir fa al petto et alle chiome bionde,
40.7che l'un percuote, e l'altro straccia e frange;
40.8e così parla, e così seco piange:
41.1- Ahimè! vorrò quel che non vuol chi deve
41.2poter del voler mio più che poss'io?
41.3Il voler di mia madre avrò in sì lieve
41.4stima, ch'io lo posponga al voler mio?
41.5Deh! qual peccato puote esser sì grieve
41.6a una donzella, qual biasmo sì rio,
41.7come questo sarà, se, non volendo
41.8chi sempre ho da ubbidir, marito prendo?
42.1Avrà, misera me! dunque possanza
42.2la materna pietà, ch'io t'abandoni,
42.3o mio Ruggiero, e ch'a nuova speranza,
42.4a desir nuovo, a nuovo amor mi doni?
42.5O pur la riverenzia e l'osservanza
42.6ch'ai buoni padri denno i figli buoni,
42.7porrò da parte, e solo avrò rispetto
42.8al mio bene, al mio gaudio, al mio diletto?
43.1So quanto, ahi lassa! debbo far, so quanto
43.2di buona figlia al debito conviensi;
43.3io 'l so: ma che mi val, se non può tanto
43.4la ragion, che non possino più i sensi?
43.5s'Amor la caccia e la fa star da canto,
43.6né lassa ch'io disponga, né ch'io pensi
43.7di me dispor, se non quanto a lui piaccia,
43.8e sol, quanto egli detti, io dica e faccia?
44.1Figlia d'Amone e di Beatrice sono,
44.2e son, misera me! serva d'Amore.
44.3Dai genitori miei trovar perdono
44.4spero e pietà, s'io caderò in errore:
44.5ma s'io offenderò Amor, chi sarà buono
44.6a schivarmi con prieghi il suo furore,
44.7che sol voglia una di mie scuse udire,
44.8e non mi faccia subito morire?
45.1Ohimè! con lunga et ostinata prova
45.2ho cercato Ruggier trarre alla fede;
45.3et hollo tratto al fin: ma che mi giova,
45.4se 'l mio ben fare in util d'altri cede?
45.5Così, ma non per sé, l'ape rinuova
45.6il mèle ogni anno, e mai non lo possiede.
45.7Ma vo' prima morir, che mai sia vero,
45.8ch'io pigli altro marito, che Ruggiero.
46.1S'io non sarò al mio padre ubbidiente,
46.2né alla mia madre, io sarò al mio fratello,
46.3che molto e molto è più di lor prudente,
46.4né gli ha la troppa età tolto il cervello.
46.5E a questo che Rinaldo vuol, consente
46.6Orlando ancora; e per me ho questo e quello:
46.7li quali duo più onora il mondo e teme,
46.8che l'altra nostra gente tutta insieme.
47.1Se questi il fior, se questi ognuno stima
47.2la gloria e lo splendor di Chiaramonte;
47.3se sopra gli altri ognun gli alza e sublima
47.4più che non è del piede alta la fronte;
47.5perché debbo voler che di me prima
47.6Amon disponga, che Rinaldo e 'l conte?
47.7Voler nol debbo, tanto men, che messa
47.8in dubbio al Greco, e a Ruggier fui promessa. -
48.1Se la donna s'affligge e si tormenta,
48.2né di Ruggier la mente è più quieta;
48.3ch'ancor che di ciò nuova non si senta
48.4per la città, pur non è a lui segreta.
48.5Seco di sua fortuna si lamenta,
48.6la qual fruir tanto suo ben gli vieta,
48.7poi che ricchezze non gli ha date e regni,
48.8di che è stata sì larga a mille indegni.
49.1Di tutti gli altri beni, o che concede
49.2Natura al mondo, o proprio studio acquista,
49.3aver tanta e tal parte egli si vede,
49.4qual e quanta altri aver mai s'abbia vista;
49.5ch'a sua bellezza ogni bellezza cede,
49.6ch'a sua possanza è raro chi resista:
49.7di magnanimità, di splendor regio
49.8a nessun, più ch'a lui, si debbe il pregio.
50.1Ma il volgo, nel cui arbitrio son gli onori,
50.2che, come pare a lui, li leva e dona
50.3(né dal nome del volgo voglio fuori,
50.4eccetto l'uom prudente, trar persona;
50.5che né papi né re né imperatori
50.6non ne tra' scettro, mitra né corona;
50.7ma la prudenzia, ma il giudizio buono,
50.8grazie che dal ciel date a pochi sono);
51.1questo volgo (per dir quel ch'io vo' dire)
51.2ch'altro non riverisce che ricchezza,
51.3né vede cosa al mondo, che più ammire,
51.4e senza, nulla cura e nulla apprezza,
51.5sia quanto voglia la beltà, l'ardire,
51.6la possanza del corpo, la destrezza,
51.7la virtù, il senno, la bontà; e più in questo
51.8di ch'ora vi ragiono, che nel resto.
52.1Dicea Ruggier: - Se pur è Amon disposto
52.2che la figliuola imperatrice sia,
52.3con Leon non concluda così tosto:
52.4almen termine un anno anco mi dia;
52.5ch'io spero intanto, che da me deposto
52.6Leon col padre de l'imperio fia;
52.7e poi che tolto avrò lor le corone,
52.8genero indegno non sarò d'Amone.
53.1Ma se fa senza indugio, come ha detto,
53.2suocero de la figlia Costantino;
53.3s'alla promessa non avrà rispetto
53.4di Rinaldo e d'Orlando suo cugino,
53.5fattami inanzi al vecchio benedetto,
53.6al marchese Uliviero, al re Sobrino,
53.7che farò? vo' patir sì grave torto?
53.8o, prima che patirlo, esser pur morto?
54.1Deh che farò? farò dunque vendetta
54.2contra il padre di lei di questo oltraggio?
54.3Non miro ch'io non son per farlo in fretta,
54.4o s'in tentarlo io mi sia stolto o saggio.
54.5Ma voglio presupor ch'a morte io metta
54.6l'iniquo vecchio e tutto il suo lignaggio:
54.7questo non mi farà però contento;
54.8anzi in tutto sarà contra al mio intento.
55.1E fu sempre il mio intento, et è, che m'ami
55.2la bella donna, e non che mi sia odiosa:
55.3ma, quando Amone uccida, o facci o trami
55.4cosa al fratello o agli altri suoi dannosa,
55.5non le do iusta causa che mi chiami
55.6nimico, e più non voglia essermi sposa?
55.7Che debbo dunque far? debbol patire?
55.8Ah non, per Dio! più tosto io vo' morire.
56.1Anzi non vo' morir; ma vo' che muoia
56.2con più ragion questo Leone Augusto,
56.3venuto a disturbar tanta mia gioia:
56.4io vo' che muoia egli e 'l suo padre ingiusto.
56.5Elena bella all'amator di Troia
56.6non costò sì, né a tempo più vetusto
56.7Proserpina a Piritoo, come voglio
56.8ch'al padre e al figlio costi il mio cordoglio.
57.1Può esser, vita mia, che non ti doglia
57.2lasciare il tuo Ruggier per questo Greco?
57.3Potrà tuo padre far che tu lo toglia,
57.4ancor ch'avesse i tuoi fratelli seco?
57.5Ma sto in timor, ch'abbi più tosto voglia
57.6d'esser d'accordo con Amon, che meco;
57.7e che ti paia assai miglior partito
57.8Cesare aver, ch'un privato uom marito.
58.1Sarà possibil mai che nome regio,
58.2titolo imperial, grandezza e pompa,
58.3di Bradamante mia l'animo egregio,
58.4il gran valor, l'alta virtù corrompa?
58.5sì ch'abbia da tenere in minor pregio
58.6la data fede, e le promesse rompa?
58.7né più tosto d'Amon farsi nimica,
58.8che quel che detto m'ha, sempre non dica? -
59.1Diceva queste et altre cose molte
59.2ragionando fra sé Ruggiero; e spesso
59.3le dicea in guisa ch'erano raccolte
59.4da chi talor se gli trovava appresso:
59.5sì che il tormento suo più di due volte
59.6era a colei per cui pativa, espresso,
59.7a cui non dolea meno il sentir lui
59.8così doler, che i proprii affanni sui.
60.1Ma più d'ogni altro duol che le sia detto,
60.2che tormenti Ruggier, di questo ha doglia,
60.3ch'intende che s'affligge per sospetto
60.4ch'ella lui lasci, e che quel Greco voglia.
60.5Onde, acciò si conforti, e che del petto
60.6questa credenza e questo error si toglia,
60.7per una di sue fide cameriere
60.8gli fe' queste parole un dì sapere:
61.1- Ruggier, qual sempre fui, tal esser voglio
61.2fin alla morte, e più, se più si puote.
61.3O siami Amor benigno o m'usi orgoglio,
61.4o me Fortuna in alto o in basso ruote,
61.5immobil son di vera fede scoglio
61.6che d'ogn'intorno il vento e il mar percuote:
61.7né già mai per bonaccia né per verno
61.8luogo mutai, né muterò in eterno.
62.1Scarpello si vedrà di piombo o lima
62.2formare in varie imagini diamante,
62.3prima che colpo di Fortuna, o prima
62.4ch'ira d'Amor rompa il mio cor costante;
62.5e si vedrà tornar verso la cima
62.6de l'alpe il fiume turbido e sonante,
62.7che per nuovi accidenti, o buoni o rei,
62.8faccino altro viaggio i pensier miei.
63.1A voi, Ruggier, tutto il dominio ho dato
63.2di me, che forse è più ch'altri non crede.
63.3So ben ch'a nuovo principe giurato
63.4non fu di questa mai la maggior fede.
63.5So che né al mondo il più sicuro stato
63.6di questo, re né imperator possiede.
63.7Non vi bisogna far fossa né torre,
63.8per dubbio ch'altri a voi lo venga a tôrre.
64.1Che, senza ch'assoldiate altra persona,
64.2non verrà assalto a cui non si resista.
64.3Non è ricchezza ad espugnarmi buona,
64.4né sì vil prezzo un cor gentile acquista.
64.5Né nobiltà, né altezza di corona,
64.6ch'al sciocco volgo abbagliar suol la vista,
64.7non beltà, ch'in lieve animo può assai,
64.8vedrò, che più di voi mi piaccia mai.
65.1Non avete a temer ch'in forma nuova
65.2intagliare il mio cor mai più si possa:
65.3sì l'imagine vostra si ritrova
65.4sculpita in lui, ch'esser non può rimossa.
65.5Che 'l cor non ho di cera, è fatto prova;
65.6che gli diè cento, non ch'una percossa,
65.7Amor, prima che scaglia ne levasse,
65.8quando all'imagin vostra lo ritrasse.
66.1Avorio e gemma et ogni pietra dura
66.2che meglio da l'intaglio si difende,
66.3romper si può; ma non ch'altra figura
66.4prenda, che quella ch'una volta prende.
66.5Non è il mio cor diverso alla natura
66.6del marmo o d'altro ch'al ferro contende.
66.7Prima esser può che tutto Amor lo spezze,
66.8che lo possa sculpir d'altre bellezze. -
67.1Suggiunse a queste altre parole molte,
67.2piene d'amor, di fede e di conforto,
67.3da ritornarlo in vita mille volte,
67.4se stato mille volte fosse morto.
67.5Ma quando più de la tempesta tolte
67.6queste speranze esser credeano in porto,
67.7da un nuovo turbo impetuoso e scuro
67.8rispinte in mar, lungi dal lito, furo:
68.1però che Bradamante, ch'eseguire
68.2vorria molto più ancor, che non ha detto,
68.3rivocando nel cor l'usato ardire,
68.4e lasciando ir da parte ogni rispetto,
68.5s'appresenta un dì a Carlo, e dice: - Sire,
68.6s'a vostra Maestade alcuno effetto
68.7io feci mai, che le paresse buono,
68.8contenta sia di non negarmi un dono.
69.1E prima che più espresso io le lo chieggia,
69.2su la real sua fede mi prometta
69.3farmene grazia; e vorrò poi, che veggia
69.4che sarà iusta la domanda e retta. -
69.5- Merta la tua virtù che dar ti deggia
69.6ciò che domandi, o giovane diletta
69.7(rispose Carlo); e giuro, se ben parte
69.8chiedi del regno mio, di contentarte. -
70.1- Il don ch'io bramo da l'Altezza vostra,
70.2è che non lasci mai marito darme
70.3(disse la damigella), se non mostra
70.4che più di me sia valoroso in arme.
70.5Con qualunche mi vuol, prima o con giostra
70.6o con la spada in mano ho da provarme.
70.7Il primo che mi vinca, mi guadagni:
70.8chi vinto sia, con altra s'accompagni. -
71.1Disse l'imperator con viso lieto,
71.2che la domanda era di lei ben degna;
71.3e che stesse con l'animo quieto,
71.4che farà a punto quanto ella disegna.
71.5Non è questo parlar fatto in segreto
71.6sì, ch'a notizia altrui tosto non vegna;
71.7e quel giorno medesimo alla vecchia
71.8Beatrice e al vecchio Amon corre all'orecchia.
72.1Li quali parimente arser di grande
72.2sdegno contra alla figlia, e di grand'ira;
72.3che vider ben con queste sue domande,
72.4ch'ella a Ruggier più ch'a Leone aspira:
72.5e presti per vietar che non si mande
72.6questo ad effetto, a ch'ella intende e mira,
72.7la levaro con fraude de la corte,
72.8e la menaron seco a Roccaforte.
73.1Quest'era una fortezza ch'ad Amone
73.2donato Carlo avea pochi dì inante,
73.3tra Pirpignano assisa e Carcassone,
73.4in loco a ripa il mar, molto importante.
73.5Quivi la ritenean come in prigione,
73.6con pensier di mandarla un dì in Levante;
73.7sì ch'ogni modo, voglia ella o non voglia
73.8lasci Ruggier da parte, e Leon toglia.
74.1La valorosa donna, che non meno
74.2era modesta, ch'animosa e forte;
74.3ancor che posto guardia non l'avieno,
74.4e potea entrare e uscir fuor de le porte;
74.5pur stava ubbidiente sotto il freno
74.6del padre: ma patir prigione e morte,
74.7ogni martìre e crudeltà più tosto
74.8che mai lasciar Ruggier, s'avea proposto.
75.1Rinaldo, che si vide la sorella
75.2per astuzia d'Amon tolta di mano,
75.3e che dispor non potrà più di quella,
75.4e ch'a Ruggier l'avrà promessa invano;
75.5si duol del padre, e contra a lui favella,
75.6posto il rispetto filial lontano.
75.7Ma poco cura Amon di tai parole,
75.8e di sua figlia a modo suo far vuole.
76.1Ruggier, che questo sente, et ha timore
76.2di rimaner de la sua donna privo,
76.3e che l'abbia o per forza o per amore
76.4Leon, se resta lungamente vivo;
76.5senza parlarne altrui si mette in core
76.6di far che muoia, e sia d'Augusto, Divo;
76.7e tor, se non l'inganna la sua speme,
76.8al padre e a lui la vita e 'l regno insieme.
77.1L'arme che fur già del troiano Ettorre,
77.2e poi di Mandricardo, si riveste,
77.3e fa la sella al buon Frontino porre,
77.4e cimier muta, scudo e sopraveste.
77.5A questa impresa non gli piacque tôrre
77.6l'aquila bianca nel color celeste,
77.7ma un candido liocorno come giglio,
77.8vuol ne lo scudo, e 'l campo abbia vermiglio.
78.1Sceglie de' suoi scudieri il più fedele,
78.2e quel vuole e non altri in compagnia;
78.3e gli fa commission, che non rivele
78.4in alcun loco mai, che Ruggier sia.
78.5Passa la Mosa e 'l Reno, e passa de le
78.6contrade d'Ostericche, in Ungheria;
78.7e lungo l'Istro per la destra riva
78.8tanto cavalca, ch'a Belgrado arriva.
79.1Ove la Sava nel Danubio scende,
79.2e verso il mar maggior con lui dà volta,
79.3vede gran gente in padiglioni e tende
79.4sotto l'insegne imperial raccolta;
79.5che Costantino ricovrare intende
79.6quella città che i Bulgari gli han tolta.
79.7Costantin v'è in persona, e 'l figliuol seco
79.8con quanto può tutto l'imperio greco.
80.1Dentro a Belgrado, e fuor per tutto il monte,
80.2e giù fin dove il fiume il piè gli lava,
80.3l'esercito dei Bulgari gli è a fronte;
80.4e l'uno e l'altro a ber viene alla Sava.
80.5Sul fiume il Greco per gittare il ponte,
80.6il Bulgar per vietarlo armato stava,
80.7quando Ruggier vi giunse; e zuffa grande
80.8attaccata trovò fra le due bande.
81.1I Greci son quattro contr'uno, et hanno
81.2navi coi ponti da gittar ne l'onda;
81.3e di voler fiero sembiante fanno
81.4passar per forza alla sinistra sponda.
81.5Leone intanto con occulto inganno,
81.6dal fiume discostandosi, circonda
81.7molto paese, e poi vi torna, e getta
81.8ne l'altra ripa i ponti, e passa in fretta:
82.1e con gran gente, chi in arcion, chi a piede
82.2(che non n'avea di venti mila un manco),
82.3cavalcò lungo la riviera, e diede
82.4con fiero assalto agl'inimici al fianco.
82.5L'imperator, tosto che 'l figlio vede
82.6sul fiume comparirsi al lato manco,
82.7ponte aggiungendo a ponte e nave a nave,
82.8passa di là con quanto esercito have.
83.1Il capo, il re de' Bulgari Vatrano,
83.2animoso e prudente e pro' guerriero,
83.3di qua e di là s'affaticava invano
83.4per riparare a un impeto sì fiero;
83.5quando cingendol con robusta mano
83.6Leon, gli fe' cader sotto il destriero:
83.7e poi che dar prigion mai non si vòlse,
83.8con mille spade la vita gli tolse.
84.1I Bulgari sin qui fatto avean testa;
84.2ma quando il lor signor si vider tolto,
84.3e crescer d'ogn'intorno la tempesta,
84.4voltâr le spalle ove avean prima il volto.
84.5Ruggier, che misto vien fra i Greci, e questa
84.6sconfitta vede, senza pensar molto,
84.7i Bulgari soccorrer si dispone,
84.8perch'odia Costantino e più Leone.
85.1Sprona Frontin che sembra al corso un vento,
85.2e inanzi a tutti i corridori passa;
85.3e tra la gente vien, che per spavento
85.4al monte fugge, e la pianura lassa.
85.5Molti ne ferma, e fa voltare il mento
85.6contra i nimici, e poi la lancia abassa;
85.7e con sì fier sembiante il destrier muove,
85.8che fin nel ciel Marte ne teme e Giove.
86.1Dinanzi agli altri un cavalliero adocchia,
86.2che riccamato nel vestir vermiglio
86.3avea d'oro e di seta una pannocchia
86.4con tutto il gambo, che parea di miglio;
86.5nipote a Costantin per la sirocchia,
86.6ma che non gli era men caro, che figlio:
86.7gli spezza scudo e osbergo, come vetro,
86.8e fa la lancia un palmo apparir dietro.
87.1Lascia quel morto, e Balisarda stringe
87.2verso uno stuol che più si vede appresso;
87.3e contra a questo e contra a quel si spinge,
87.4et a chi tronco et a chi il capo ha fesso:
87.5a chi nel petto, a chi nel fianco tinge
87.6il brando, e a chi l'ha ne la gola messo:
87.7taglia busti, anche, braccia, mani e spalle;
87.8e il sangue, come un rio, corre alla valle.
88.1Non è, visti quei colpi, chi gli faccia
88.2contrasto più, così n'è ogniun smarrito;
88.3sì che si cangia subito la faccia
88.4de la battaglia; che tornando ardito,
88.5il petto volge, e ai Greci dà la caccia
88.6il Bulgaro che dianzi era fuggito:
88.7in un momento ogni ordine disciolto
88.8si vede, e ogni stendardo a fuggir volto.
89.1Leone Augusto s'un poggio eminente,
89.2vedendo i suoi fuggir, s'era ridutto;
89.3e sbigottito e mesto ponea mente
89.4(perch'era in loco che scopriva il tutto)
89.5al cavallier ch'uccidea tanta gente,
89.6che per lui sol quel campo era distrutto:
89.7e non può far, se ben n'è offeso tanto,
89.8che non lo lodi e gli dia in arme il vanto.
90.1Ben comprende all'insegne e sopravesti,
90.2all'arme luminose e ricche d'oro,
90.3che quantunque il guerrier dia aiuto a questi
90.4nimici suoi, non sia però di loro.
90.5Stupido mira i soprumani gesti,
90.6e talor pensa che dal sommo coro
90.7sia per punire i Greci un agnol sceso,
90.8che tante e tante volte hanno Dio offeso.
91.1E come uom d'alto e di sublime core,
91.2ove l'avrian molt'altri in odio avuto,
91.3egli s'innamorò del suo valore,
91.4né veder fargli oltraggio avria voluto:
91.5gli sarebbe per un de' suoi che muore,
91.6vederne morir sei manco spiaciuto,
91.7e perder anco parte del suo regno,
91.8che veder morto un cavallier sì degno.
92.1Come bambin, se ben la cara madre
92.2iraconda lo batte e da sé caccia,
92.3non ha ricorso alla sorella o al padre,
92.4ma a lei ritorna, e con dolcezza abbraccia;
92.5così Leon, se ben le prime squadre
92.6Ruggier gli uccide, e l'altre gli minaccia,
92.7non lo può odiar, perch'all'amor più tira
92.8l'alto valor, che quella offesa all'ira.
93.1Ma se Leon Ruggiero ammira et ama,
93.2mi par che duro cambio ne riporte;
93.3che Ruggiero odia lui, né cosa brama
93.4più che di dargli di sua man la morte.
93.5Molto con gli occhi il cerca, et alcun chiama,
93.6che gliele mostri; ma la buona sorte
93.7e la prudenzia de l'esperto Greco
93.8non lasciò mai che s'affrontasse seco.
94.1Leone, acciò che la sua gente affatto
94.2non fosse uccisa, fe' sonar raccolta;
94.3et all'imperatore un messo ratto
94.4a pregarlo mandò, che desse volta,
94.5e ripassasse il fiume; e che buon patto
94.6n'avrebbe, se la via non gli era tolta:
94.7et esso con non molti che raccolse,
94.8al ponte ond'era entrato, i passi volse.
95.1Molti in poter de' Bulgari restaro
95.2per tutto il monte, e sin al fiume uccisi;
95.3e vi restavan tutti, se 'l riparo
95.4non gli avesse del rio tosto divisi.
95.5Molti cadêr dai ponti e s'affogaro;
95.6e molti, senza mai volgere i visi,
95.7quindi lontano iro a trovare il guado;
95.8e molti fur prigion tratti in Belgrado.
96.1Finita la battaglia di quel giorno,
96.2ne la qual, poi che il lor signor fu estinto,
96.3danno i Bulgari avriano avuto e scorno,
96.4se per lor non avesse il guerrier vinto,
96.5il buon guerrier che 'l candido liocorno
96.6ne lo scudo vermiglio avea dipinto;
96.7a lui si trasson tutti, da cui questa
96.8vittoria conoscean, con gioia e festa.
97.1Uno il saluta, un altro se gl'inchina,
97.2altri la mano, altri gli bacia il piede:
97.3ognun, quanto più può, se gli avvicina,
97.4e beato si tien chi appresso il vede,
97.5e più chi 'l tocca; che toccar divina
97.6e sopranatural cosa si crede.
97.7Lo pregan tutti, e vanno al ciel le grida,
97.8che sia lor re, lor capitan, lor guida.
98.1Ruggier rispose lor, che capitano
98.2e re sarà, quel che fia lor più a grado;
98.3ma né a baston né a scettro ha da por mano,
98.4né per quel giorno entrar vuole in Belgrado:
98.5che prima che si faccia più lontano
98.6Leon Augusto, e che ripassi il guado,
98.7lo vuol seguir, né tôrsi da la traccia,
98.8fin che nol giunga e che morir nol faccia;
99.1che mille miglia e più, per questo solo
99.2era venuto, e non per altro effetto.
99.3Così senza indugiar lascia lo stuolo,
99.4e si volge al camin che gli vien detto,
99.5che verso il ponte fa Leone a volo,
99.6forse per dubbio che gli sia intercetto.
99.7Gli va dietro per l'orma in tanta fretta,
99.8che 'l suo scudier non chiama e non aspetta.
100.1Leone ha nel fuggir tanto vantaggio
100.2(fuggir si può ben dir, più che ritrarse),
100.3che trova aperto e libero il passaggio;
100.4poi rompe il ponte, e lascia le navi arse.
100.5Non v'arriva Ruggier, ch'ascoso il raggio
100.6era del sol, né sa dove alloggiarse.
100.7Cavalca inanzi, che lucea la luna,
100.8né mai trova castel né villa alcuna.
101.1Perché non sa dove si por, camina
101.2tutta la notte, né d'arcion mai scende.
101.3Ne lo spuntar del nuovo sol vicina
101.4a man sinistra una città comprende;
101.5ove di star tutto quel dì destina,
101.6acciò l'ingiuria al suo Frontino emende,
101.7a cui, senza posarlo o trargli briglia,
101.8la notte fatto avea far tante miglia.
102.1Ungiardo era signor di quella terra,
102.2suddito e caro a Costantino molto,
102.3ove avea per cagion di quella guerra
102.4da cavallo e da piè buon numer tolto.
102.5Quivi ove altrui l'entrata non si serra,
102.6entra Ruggiero, e v'è sì ben raccolto,
102.7che non gli accade di passar più avante
102.8per aver miglior loco e più abondante.
103.1Nel medesimo albergo in su la sera
103.2un cavallier di Romania alloggiosse,
103.3che si trovò ne la battaglia fiera,
103.4quando Ruggier pei Bulgari si mosse,
103.5et a pena di man fuggito gli era,
103.6ma spaventato più ch'altri mai fosse;
103.7sì ch'ancor triema, e pargli ancora intorno
103.8avere il cavallier dal liocorno.
104.1Conosce, tosto che lo scudo vede,
104.2che 'l cavallier che quella insegna porta,
104.3è quel che la sconfitta ai Greci diede,
104.4per le cui mani è tanta gente morta.
104.5Corre al palazzo, et udienzia chiede,
104.6per dire a quel signor cosa ch'importa;
104.7e subito intromesso, dice quanto
104.8io mi riserbo a dir ne l'altro canto.
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