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1.1L'odor ch'è sparso in ben notrita e bella
1.2o chioma o barba o delicata vesta
1.3di giovene leggiadro o di donzella,
1.4ch'Amor sovente lacrimando desta,
1.5se spira e fa sentir di sé novella,
1.6e dopo molti giorni ancora resta,
1.7mostra con chiaro et evidente effetto,
1.8come a principio buono era e perfetto.
2.1L'almo liquor che ai meditori suoi
2.2fece Icaro gustar con suo gran danno,
2.3e che si dice che già Celte e Boi
2.4fe' passar l'Alpe, e non sentir l'affanno,
2.5mostra che dolce era a principio, poi
2.6che si serva ancor dolce al fin de l'anno.
2.7L'arbor ch'al tempo rio foglia non perde,
2.8mostra ch'a primavera era ancor verde.
3.1L'inclita stirpe che per tanti lustri
3.2mostrò di cortesia sempre gran lume,
3.3e par ch'ognor più ne risplenda e lustri,
3.4fa che con chiaro indizio si presume,
3.5che chi progenerò gli Estensi illustri,
3.6dovea d'ogni laudabile costume
3.7che sublimar al ciel gli uomini suole,
3.8splender non men che fra le stelle il sole.
4.1Ruggier, come in ciascun suo degno gesto,
4.2d'alto valor, di cortesia solea
4.3dimostrar chiaro segno e manifesto,
4.4e sempre più magnanimo apparea;
4.5così verso Dudon lo mostrò in questo,
4.6col qual (come di sopra io vi dicea)
4.7dissimulato avea quanto era forte,
4.8per pietà che gli avea di porlo a morte.
5.1Avea Dudon ben conosciuto certo,
5.2ch'ucciderlo Ruggier non l'ha voluto;
5.3perch'or s'ha ritrovato allo scoperto,
5.4or stanco sì, che più non ha potuto.
5.5Poi che chiaro comprende, e vede aperto
5.6che gli ha rispetto, e che va ritenuto;
5.7quando di forza e di vigor val meno,
5.8di cortesia non vuol cedergli almeno.
6.1- Per Dio (dice), signor, pace facciamo;
6.2ch'esser non può più la vittoria mia:
6.3esser non può più mia; che già mi chiamo
6.4vinto e prigion de la tua cortesia. -
6.5Ruggier rispose: - Et io la pace bramo
6.6non men di te; ma che con patto sia,
6.7che questi sette re c'hai qui legati,
6.8lasci ch'in libertà mi sieno dati. -
7.1E gli mostrò quei sette re ch'io dissi
7.2che stavano legati a capo chino;
7.3e gli soggiunse che non gli impedissi
7.4pigliar con essi in Africa il camino.
7.5E così furo in libertà remissi
7.6quei re; che gliel concesse il paladino;
7.7e gli concesse ancor ch'un legno tolse,
7.8quel ch'a lui parve, e verso Africa sciolse.
8.1Il legno sciolse, e fe' scioglier la vela,
8.2e se diè al vento perfido in possanza,
8.3che da principio la gonfiata tela
8.4drizzò a camino, e diè al nocchier baldanza.
8.5Il lito fugge, e in tal modo si cela,
8.6che par che ne sia il mar rimaso sanza.
8.7Ne l'oscurar del giorno fece il vento
8.8chiara la sua perfidia e 'l tradimento.
9.1Mutossi da la poppa ne le sponde,
9.2indi alla prora, e qui non rimase anco:
9.3ruota la nave, et i nocchier confonde;
9.4ch'or di dietro, or dinanzi, or loro è al fianco.
9.5Surgono altiere e minacciose l'onde:
9.6mugliando sopra il mar va il gregge bianco.
9.7Di tante morti in dubbio e in pena stanno,
9.8quanto son l'acque ch'a ferir li vanno.
10.1Or da fronte, or da tergo il vento spira;
10.2e questo inanzi, e quello a dietro caccia:
10.3un altro da traverso il legno aggira;
10.4e ciascun pur naufragio gli minaccia.
10.5Quel che siede al governo, alto sospira
10.6pallido e sbigottito ne la faccia;
10.7e grida invano, e invan con mano accenna
10.8or di voltare, or di calar l'antenna.
11.1Ma poco il cenno, e 'l gridar poco vale:
11.2tolto è 'l veder da la piovosa notte.
11.3La voce, senza udirsi, in aria sale,
11.4in aria che ferìa con maggior botte
11.5de' naviganti il grido universale,
11.6e 'l fremito de l'onde insieme rotte:
11.7e in prora e in poppa e in amendue le bande
11.8non si può cosa udir, che si commande.
12.1Da la rabbia del vento che si fende
12.2ne le ritorte, escono orribil suoni:
12.3di spessi lampi l'aria si raccende,
12.4risuona 'l ciel di spaventosi tuoni.
12.5V'è chi corre al timon, chi i remi prende;
12.6van per uso agli uffici a che son buoni:
12.7chi s'affatica a sciorre e chi a legare;
12.8vòta altri l'acqua, e torna il mar nel mare.
13.1Ecco stridendo l'orribil procella
13.2che 'l repentin furor di borea spinge,
13.3la vela contra l'arbore flagella:
13.4il mar si leva, e quasi il cielo attinge.
13.5Frangonsi i remi; e di fortuna fella
13.6tanto la rabbia impetuosa stringe,
13.7che la prora si volta, e verso l'onda
13.8fa rimaner la disarmata sponda.
14.1Tutta sotto acqua va la destra banda,
14.2e sta per riversar di sopra il fondo.
14.3Ognun, gridando, a Dio si raccomanda;
14.4che più che certi son gire al profondo.
14.5D'uno in un altro mal fortuna manda:
14.6il primo scorre, e vien dietro il secondo.
14.7Il legno vinto in più parti si lassa,
14.8e dentro l'inimica onda vi passa.
15.1Muove crudele e spaventoso assalto
15.2da tutti i lati il tempestoso verno.
15.3Veggon talvolta il mar venir tant'alto,
15.4che par ch'arrivi insin al ciel superno.
15.5Talor fan sopra l'onde in su tal salto,
15.6ch'a mirar giù par lor veder lo 'nferno.
15.7O nulla o poca speme è che conforte;
15.8e sta presente inevitabil morte.
16.1Tutta la notte per diverso mare
16.2scórsero errando ove cacciolli il vento;
16.3il fiero vento che dovea cessare
16.4nascendo il giorno, e ripigliò augumento.
16.5Ecco dinanzi un nudo scoglio appare:
16.6voglion schivarlo, e non v'hanno argumento.
16.7Li porta, lor mal grado, a quella via
16.8il crudo vento e la tempesta ria.
17.1Tre volte e quattro il pallido nocchiero
17.2mette vigor perché 'l timon sia volto
17.3e trovi più sicuro altro sentiero;
17.4ma quel si rompe, e poi dal mar gli è tolto.
17.5Ha sì la vela piena il vento fiero,
17.6che non si può calar poco né molto:
17.7né tempo han di riparo o di consiglio;
17.8che troppo appresso è quel mortal periglio.
18.1Poi che senza rimedio si comprende
18.2la irreparabil rotta de la nave,
18.3ciascuno al suo privato utile attende,
18.4ciascun salvar la vita sua cura have.
18.5Chi può più presto al palischermo scende;
18.6ma quello è fatto subito sì grave
18.7per tanta gente che sopra v'abbonda,
18.8che poco avanza a gir sotto la sponda.
19.1Ruggier che vide il comite e 'l padrone
19.2e gli altri abbandonar con fretta il legno,
19.3come senz'arme si trovò in giubbone,
19.4campar su quel battel fece disegno:
19.5ma lo trovò sì carco di persone,
19.6e tante venner poi, che l'acque il segno
19.7passaro in guisa, che per troppo pondo
19.8con tutto il carco andò il legnetto al fondo:
20.1del mare al fondo; e seco trasse quanti
20.2lasciaro a sua speranza il maggior legno.
20.3Allor s'udì con dolorosi pianti
20.4chiamar soccorso dal celeste regno:
20.5ma quelle voci andaro poco inanti,
20.6che venne il mar pien d'ira e di disdegno,
20.7e subito occupò tutta la via
20.8onde il lamento e il flebil grido uscia.
21.1Altri là giù, senza apparir più, resta;
21.2altri risorge e sopra l'onde sbalza;
21.3chi vien nuotando e mostra fuor la testa,
21.4chi mostra un braccio, e chi una gamba scalza.
21.5Ruggier che 'l minacciar de la tempesta
21.6temer non vuol, dal fondo al sommo s'alza,
21.7e vede il nudo scoglio non lontano,
21.8ch'egli e i compagni avean fuggito invano.
22.1Spera, per forza di piedi e di braccia
22.2nuotando, di salir sul lito asciutto.
22.3Soffiando viene, e lungi da la faccia
22.4l'onda respinge e l'importuno flutto.
22.5Il vento intanto e la tempesta caccia
22.6il legno vòto, e abbandonato in tutto
22.7da quelli che per lor pessima sorte
22.8il disio di campar trasse alla morte.
23.1Oh fallace degli uomini credenza!
23.2Campò la nave che dovea perire,
23.3quando il padrone e i galleotti senza
23.4governo alcun l'avean lasciata gire.
23.5Parve che si mutasse di sentenza
23.6il vento, poi che ogni uom vide fuggire:
23.7fece che 'l legno a miglior via si torse,
23.8né toccò terra, e in sicura onda corse.
24.1E dove col nocchier tenne via incerta,
24.2poi che non l'ebbe, andò in Africa al dritto,
24.3e venne a capitar presso a Biserta
24.4tre miglia o due, dal lato verso Egitto;
24.5e ne l'arena sterile e deserta
24.6restò, mancando il vento e l'acqua, fitto.
24.7Or quivi sopravenne, a spasso andando,
24.8come di sopra io vi narrava, Orlando.
25.1E disioso di saper se fusse
25.2la nave sola, e fusse o vòta o carca,
25.3con Brandimarte a quella si condusse
25.4e col cognato, in su una lieve barca.
25.5Poi che sotto coverta s'introdusse,
25.6tutta la ritrovò d'uomini scarca:
25.7vi trovò sol Frontino il buon destriero,
25.8l'armatura e la spada di Ruggiero;
26.1di cui fu per campar tanto la fretta,
26.2ch'a tor la spada non ebbe pur tempo.
26.3Conobbe quella il paladin, che detta
26.4fu Balisarda, e che già sua fu un tempo.
26.5So che tutta l'istoria avete letta,
26.6come la tolse a Falerina, al tempo
26.7che le distrusse anco il giardin sì bello,
26.8e come a lui poi la rubò Brunello;
27.1e come sotto il monte di Carena
27.2Brunel ne fe' a Ruggier libero dono.
27.3Di che taglio ella fosse e di che schena,
27.4n'avea già fatto esperimento buono;
27.5io dico Orlando: e però n'ebbe piena
27.6letizia, e ringrazionne il sommo Trono;
27.7e si credette (e spesso il disse dopo)
27.8che Dio gliele mandasse a sì grande uopo:
28.1a sì grande uopo, come era, dovendo
28.2condursi col signor di Sericana;
28.3ch'oltre che di valor fosse tremendo,
28.4sapea ch'avea Baiardo e Durindana.
28.5L'altra armatura, non la conoscendo,
28.6non apprezzò per cosa sì soprana,
28.7come chi ne fe' prova apprezzò quella,
28.8per buona sì, ma per più ricca e bella.
29.1E perché gli facean poco mestiero
29.2l'arme (ch'era inviolabile e affatato),
29.3contento fu che l'avesse Oliviero;
29.4il brando no, che sel pose egli a lato:
29.5a Brandimarte consegnò il destriero.
29.6Così diviso et ugualmente dato
29.7vòlse che fosse a ciaschedun compagno
29.8ch'insieme si trovâr, di quel guadagno.
30.1Pel dì de la battaglia ogni guerriero
30.2studia aver ricco e nuovo abito indosso.
30.3Orlando riccamar fa nel quartiero
30.4l'alto Babel dal fulmine percosso.
30.5Un can d'argento aver vuole Oliviero,
30.6che giaccia, e che la lassa abbia sul dosso,
30.7con un motto che dica: Fin che vegna:
30.8e vuol d'oro la vesta e di sé degna.
31.1Fece disegno Brandimarte, il giorno
31.2de la battaglia, per amor del padre,
31.3e per suo onor, di non andare adorno
31.4se non di sopraveste oscure et adre.
31.5Fiordiligi le fe' con fregio intorno,
31.6quanto più seppe far, belle e leggiadre.
31.7Di ricche gemme il fregio era contesto;
31.8d'un schietto drappo e tutto nero il resto.
32.1Fece la donna di sua man le sopra-
32.2vesti a cui l'arme converrian più fine,
32.3de' quai l'osbergo il cavallier si cuopra,
32.4e la groppa al cavallo e 'l petto e 'l crine.
32.5Ma da quel dì che cominciò quest'opra,
32.6continuando a quel che le diè fine,
32.7e dopo ancora, mai segno di riso
32.8far non poté, né d'allegrezza in viso.
33.1Sempre ha timor nel cor, sempre tormento
33.2che Brandimarte suo non le sia tolto.
33.3Già l'ha veduto in cento lochi e cento
33.4in gran battaglie e perigliose avvolto;
33.5né mai, come ora, simile spavento
33.6le agghiacciò il sangue e impallidille il volto:
33.7e questa novità d'aver timore
33.8le fa tremar di doppia tema il core.
34.1Poi che son d'arme e d'ogni arnese in punto,
34.2alzano al vento i cavallier le vele.
34.3Astolfo e Sansonetto con l'assunto
34.4riman del grande esercito fedele.
34.5Fiordiligi col cor di timor punto,
34.6empiendo il ciel di voti e di querele,
34.7quanto con vista seguitar le puote,
34.8segue le vele in alto mar remote.
35.1Astolfo a gran fatica e Sansonetto
35.2poté levarla da mirar ne l'onda,
35.3e ritrarla al palagio, ove sul letto
35.4la lasciaro affannata e tremebonda.
35.5Portava intanto il bel numero eletto
35.6dei tre buon cavallier l'aura seconda.
35.7Andò il legno a trovar l'isola al dritto,
35.8ove far si dovea tanto conflitto.
36.1Sceso nel lito il cavallier d'Anglante,
36.2il cognato Oliviero e Brandimarte,
36.3col padiglione il lato di levante
36.4primi occupâr; né forse il fêr senz'arte.
36.5Giunse quel dì medesimo Agramante,
36.6e s'accampò da la contraria parte;
36.7ma perché molto era inchinata l'ora,
36.8differîr la battaglia ne l'aurora.
37.1Di qua e di là sin alla nuova luce
37.2stanno alla guardia i servitori armati.
37.3La sera Brandimarte si conduce
37.4là dove i Saracin sono alloggiati,
37.5e parla, con licenzia del suo duce,
37.6al re african; ch'amici erano stati;
37.7e Brandimarte già con la bandiera
37.8del re Agramante in Francia passato era.
38.1Dopo i saluti e 'l giunger mano a mano,
38.2molte ragion, sì come amico, disse
38.3il fedel cavalliero al re pagano,
38.4perché a questa battaglia non venisse:
38.5e di riporgli ogni cittade in mano,
38.6che sia tra 'l Nilo e 'l segno ch'Ercol fisse,
38.7con volontà d'Orlando gli offeria,
38.8se creder volea al Figlio di Maria.
39.1- Perché sempre v'ho amato et amo molto,
39.2questo consiglio (gli dicea) vi dono;
39.3e quando già, signor, per me l'ho tolto,
39.4creder potete ch'io l'estimo buono.
39.5Cristo conobbi Dio, Maumette stolto;
39.6e bramo voi por ne la via in ch'io sono:
39.7ne la via di salute, signor, bramo
39.8che siate meco, e tutti gli altri ch'amo.
40.1Qui consiste il ben vostro; né consiglio
40.2altro potete prender, che vi vaglia;
40.3e men di tutti gli altri, se col figlio
40.4di Milon vi mettete alla battaglia;
40.5che 'l guadagno del vincere al periglio
40.6de la perdita grande non si agguaglia.
40.7Vincendo voi, poco acquistar potete;
40.8ma non perder già poco, se perdete.
41.1Quando uccidiate Orlando, e noi venuti
41.2qui per morire o vincere con lui,
41.3io non veggo per questo che i perduti
41.4dominii a racquistar s'abbian per vui.
41.5Né dovete sperar che sì si muti
41.6lo stato de le cose, morti nui,
41.7ch'uomini a Carlo manchino da porre
41.8quivi a guardar fin all'estrema torre. -
42.1Così parlava Brandimarte, et era
42.2per suggiungere ancor molte altre cose;
42.3ma fu con voce irata e faccia altiera
42.4dal pagano interrotto, che rispose:
42.5- Temerità per certo e pazzia vera
42.6è la tua, e di qualunque che si pose
42.7a consigliar mai cosa o buona o ria,
42.8ove chiamato a consigliar non sia.
43.1E che 'l consiglio che mi dài, proceda
43.2da ben che m'hai voluto e vuommi ancora,
43.3io non so, a dire il ver, come io tel creda,
43.4quando qui con Orlando ti veggo ora.
43.5Crederò ben, tu che ti vedi in preda
43.6di quel dragon che l'anime devora,
43.7che brami teco nel dolore eterno
43.8tutto 'l mondo poter trarre all'inferno.
44.1Ch'io vinca o perda, o debba nel mio regno
44.2tornare antiquo, o sempre starne in bando,
44.3in mente sua n'ha Dio fatto disegno,
44.4il qual né io, né tu, né vede Orlando.
44.5Sia quel che vuol, non potrà ad atto indegno
44.6di re inchinarmi mai timor nefando.
44.7S'io fossi certo di morir, vo' morto
44.8prima restar, ch'al sangue mio far torto.
45.1Or ti puoi ritornar; che se migliore
45.2non sei dimani in questo campo armato,
45.3che tu mi sia paruto oggi oratore,
45.4mal troverassi Orlando accompagnato. -
45.5Queste ultime parole usciron fuore
45.6del petto acceso d'Agramante irato.
45.7Ritornò l'uno e l'altro, e ripososse,
45.8fin che del mare il giorno uscito fosse.
46.1Nel biancheggiar de la nuova alba armati,
46.2e in un momento fur tutti a cavallo.
46.3Pochi sermon si son tra loro usati:
46.4non vi fu indugio, non vi fu intervallo,
46.5che i ferri de le lancie hanno abbassati.
46.6Ma mi parria, Signor, far troppo fallo,
46.7se, per voler di costor dir, lasciassi
46.8tanto Ruggier nel mar, che v'affogassi.
47.1Il giovinetto con piedi e con braccia
47.2percotendo venìa l'orribil onde.
47.3Il vento e la tempesta gli minaccia;
47.4ma più la conscienzia lo confonde.
47.5Teme che Cristo ora vendetta faccia;
47.6che, poi che battezzar ne l'acque monde,
47.7quando ebbe tempo, sì poco gli calse,
47.8or si battezzi in queste amare e salse.
48.1Gli ritornano a mente le promesse
48.2che tante volte alla sua donna fece;
48.3quel che giurato avea quando si messe
48.4contra Rinaldo, e nulla satisfece.
48.5A Dio, ch'ivi punir non lo volesse,
48.6pentito disse quattro volte e diece;
48.7e fece voto di core e di fede
48.8d'esser cristian, se ponea in terra il piede:
49.1e mai più non pigliar spada né lancia
49.2contra ai fedeli in aiuto de' Mori;
49.3ma che ritorneria subito in Francia,
49.4e a Carlo renderia debiti onori;
49.5né Bradamante più terrebbe a ciancia,
49.6e verria a fine onesto dei suo' amori.
49.7Miracol fu, che sentì al fin del voto
49.8crescersi forza e agevolarsi il nuoto.
50.1Cresce la forza e l'animo indefesso:
50.2Ruggier percuote l'onde e le respinge,
50.3l'onde che seguon l'una all'altra presso,
50.4di che una il leva, un'altra lo sospinge.
50.5Così montando e discendendo spesso
50.6con gran travaglio, al fin l'arena attinge;
50.7e da la parte onde s'inchina il colle
50.8più verso il mar, esce bagnato e molle.
51.1Fur tutti gli altri che nel mar si diero,
51.2vinti da l'onde, e al fin restâr ne l'acque.
51.3Nel solitario scoglio uscì Ruggiero,
51.4come all'alta Bontà divina piacque.
51.5Poi che fu sopra il monte inculto e fiero
51.6sicur dal mar, nuovo timor gli nacque
51.7d'avere esilio in sì strette confine,
51.8e di morirvi di disagio al fine.
52.1Ma pur col core indomito, e constante
52.2di patir quanto è in ciel di lui prescritto,
52.3pei duri sassi l'intrepide piante
52.4mosse, poggiando invêr la cima al dritto.
52.5Non era cento passi andato inante,
52.6che vide d'anni e d'astinenzie afflitto
52.7uom ch'avea d'eremita abito e segno,
52.8di molta riverenzia e d'onor degno;
53.1che, come gli fu presso: - Saulo, Saulo
53.2(gridò), perché persegui la mia fede?
53.3(come allor il Signor disse a san Paulo,
53.4che 'l colpo salutifero gli diede).
53.5Passar credesti il mar, né pagar naulo,
53.6e defraudare altrui de la mercede.
53.7Vedi che Dio, c'ha lunga man, ti giunge
53.8quando tu gli pensasti esser più lunge. -
54.1E seguitò il santissimo eremita,
54.2il qual la notte inanzi avuto avea
54.3in vision da Dio, che con sua aita
54.4allo scoglio Ruggier giunger dovea:
54.5e di lui tutta la passata vita,
54.6e la futura, e ancor la morte rea,
54.7figli e nipoti et ogni discendente
54.8gli avea Dio rivelato interamente.
55.1Seguitò l'eremita riprendendo
55.2prima Ruggiero; e al fin poi confortollo.
55.3Lo riprendea ch'era ito differendo
55.4sotto il soave giogo a porre il collo;
55.5e quel che dovea far, libero essendo,
55.6mentre Cristo pregando a sé chiamollo,
55.7fatto avea poi con poca grazia, quando
55.8venir con sferza il vide minacciando.
56.1Poi confortollo che non niega il cielo
56.2tardi o per tempo Cristo a chi gliel chiede;
56.3e di quelli operarii del Vangelo
56.4narrò, che tutti ebbono ugual mercede.
56.5Con caritade e con devoto zelo
56.6lo venne ammaestrando ne la fede,
56.7verso la cella sua con lento passo,
56.8ch'era cavata a mezzo il duro sasso.
57.1Di sopra siede alla devota cella
57.2una piccola chiesa che risponde
57.3all'oriente, assai commoda e bella:
57.4di sotto un bosco scende sin all'onde,
57.5di lauri e di ginepri e di mortella,
57.6e di palme fruttifere e feconde;
57.7che riga sempre una liquida fonte,
57.8che mormorando cade giù dal monte.
58.1Eran degli anni ormai presso a quaranta
58.2che su lo scoglio il fraticel si messe;
58.3ch'a menar vita solitaria e santa
58.4luogo oportuno il Salvator gli elesse.
58.5Di frutte colte or d'una or d'altra pianta,
58.6e d'acqua pura la sua vita resse,
58.7che valida e robusta e senza affanno
58.8era venuta all'ottantesimo anno.
59.1Dentro la cella il vecchio accese il fuoco,
59.2e la mensa ingombrò di varii frutti,
59.3ove si ricreò Ruggiero un poco,
59.4poscia ch'i panni e i capelli ebbe asciutti.
59.5Imparò poi più ad agio in questo loco
59.6de nostra fede i gran misterii tutti;
59.7et alla pura fonte ebbe battesmo
59.8il dì seguente dal vecchio medesmo.
60.1Secondo il luogo, assai contento stava
60.2quivi Ruggier; che 'l buon servo di Dio
60.3fra pochi giorni intenzion gli dava
60.4di rimandarlo ove più avea disio.
60.5Di molte cose intanto ragionava
60.6con lui sovente, or al regno di Dio,
60.7or agli proprii casi appertinenti,
60.8or del suo sangue alle future genti.
61.1Avea il Signor, che 'l tutto intende e vede,
61.2rivelato al santissimo eremita,
61.3che Ruggier da quel dì ch'ebbe la fede,
61.4dovea sette anni, e non più, stare in vita;
61.5che per la morte che sua donna diede
61.6a Pinabel, ch'a-llui fia attribuita,
61.7saria, e per quella ancor di Bertolagi,
61.8morto dai Maganzesi empi e malvagi.
62.1E che quel tradimento andrà sì occulto,
62.2che non se n'udirà di fuor novella;
62.3perché nel proprio loco fia sepulto,
62.4ove anco ucciso da la gente fella:
62.5per questo tardi vendicato et ulto
62.6fia da la moglie e da la sua sorella.
62.7E che col ventre pien per lunga via
62.8da la moglie fedel cercato fia.
63.1Fra l'Adice e la Brenta a piè de' colli
63.2ch'al troiano Antenòr piacqueno tanto,
63.3con le sulfuree vene e rivi molli,
63.4con lieti solchi e prati ameni a canto,
63.5che con l'alta Ida volentier mutolli,
63.6col sospirato Ascanio e caro Xanto,
63.7a parturir verrà ne le foreste
63.8che son poco lontane al frigio Ateste.
64.1E ch'in bellezza et in valor cresciuto
64.2il parto suo, che pur Ruggier fia detto,
64.3e del sangue troian riconosciuto
64.4da quei Troiani, in lor signor fia elletto;
64.5e poi da Carlo, a cui sarà in aiuto
64.6incontra i Longobardi giovinetto,
64.7dominio giusto avrà del bel paese,
64.8e titolo onorato di marchese.
65.1E perché dirà Carlo in latino: - Este
65.2signori qui, - quando faràgli il dono,
65.3nel secolo futur nominato Este
65.4sarà il bel luogo con augurio buono;
65.5e così lascierà il nome d'Ateste
65.6de le due prime note il vecchio suono.
65.7Avea Dio ancora al servo suo predetta
65.8di Ruggier la futura aspra vendetta:
66.1ch'in visione alla fedel consorte
66.2apparirà dinanzi al giorno un poco;
66.3e le dirà chi l'avrà messo a morte,
66.4e, dove giacerà, mostrerà il loco:
66.5onde ella poi con la cognata forte
66.6distruggerà Pontieri a ferro e a fuoco;
66.7né farà a' Maganzesi minor danni
66.8il figlio suo Ruggiero, ov'abbia gli anni.
67.1D'Azzi, d'Alberti, d'Obici discorso
67.2fatto gli aveva, e di lor stirpe bella,
67.3insino a Nicolò, Leonello, Borso,
67.4Ercole, Alfonso, Ippolito, e Issabella.
67.5Ma il santo vecchio, ch'alla lingua ha il morso,
67.6non di quanto egli sa però favella:
67.7narra a Ruggier quel che narrar conviensi;
67.8e quel ch'in sé de' ritener, ritiensi.
68.1In questo tempo Orlando e Brandimarte
68.2e 'l marchese Olivier col ferro basso
68.3vanno a trovare il saracino Marte
68.4(che così nominar si può Gradasso)
68.5e gli altri duo che da contraria parte
68.6han mosso i buon destrier più che di passo;
68.7io dico il re Agramante e 'l re Sobrino:
68.8rimbomba al corso il lito e 'l mar vicino.
69.1Quando allo scontro vengono a trovarsi,
69.2e in tronchi vola al ciel rotta ogni lancia,
69.3del gran rumor fu visto il mar gonfiarsi,
69.4del gran rumor che s'udì sino in Francia.
69.5Venne Orlando e Gradasso a riscontrarsi;
69.6e potea stare ugual questa bilancia,
69.7se non era il vantaggio di Baiardo,
69.8che fe' parer Gradasso più gagliardo.
70.1Percosse egli il destrier di minor forza,
70.2ch'Orlando avea, d'un urto così strano,
70.3che lo fece piegare a poggia e ad orza,
70.4e poi cader, quanto era lungo, al piano.
70.5Orlando di levarlo si risforza
70.6tre volte e quattro, e con sproni e con mano;
70.7e quando al fin nol può levar, ne scende,
70.8lo scudo imbraccia, e Balisarda prende.
71.1Scontrossi col re d'Africa Oliviero;
71.2e fur di quello incontro a paro a paro.
71.3Brandimarte restar senza destriero
71.4fece Sobrin: ma non si seppe chiaro
71.5se v'ebbe il destrier colpa o il cavalliero;
71.6ch'avezzo era cader Sobrin di raro.
71.7O del destriero o suo pur fosse il fallo,
71.8Sobrin si ritrovò giù del cavallo.
72.1Or Brandimarte che vide per terra
72.2il re Sobrin, non l'assalì altrimente,
72.3ma contra il re Gradasso si disserra,
72.4ch'avea abbattuto Orlando parimente.
72.5Tra il marchese e Agramante andò la guerra
72.6come fu cominciata primamente:
72.7poi che si roppon l'aste negli scudi,
72.8s'eran tornati incontra a stocchi ignudi.
73.1Orlando, che Gradasso in atto vede,
73.2che par ch'a lui tornar poco gli caglia;
73.3né tornar Brandimarte gli concede,
73.4tanto lo stringe e tanto lo travaglia;
73.5si volge intorno, e similmente a piede
73.6vede Sobrin che sta senza battaglia.
73.7Vêr lui s'aventa; e al muover de le piante
73.8fa il ciel tremar del suo fiero sembiante.
74.1Sobrin che di tanto uom vede l'assalto,
74.2stretto ne l'arme s'apparecchia tutto:
74.3come nocchiero a cui vegna a gran salto
74.4muggendo incontra il minaccioso flutto,
74.5drizza la prora; e quando il mar tant'alto
74.6vede salire, esser vorria all'asciutto.
74.7Sobrin lo scudo oppone alla ruina
74.8che da la spada vien di Falerina.
75.1Di tal finezza è quella Balisarda,
75.2che l'arme le puon far poco riparo;
75.3in man poi di persona sì gagliarda,
75.4in man d'Orlando, unico al mondo o raro,
75.5taglia lo scudo; e nulla la ritarda,
75.6perché cerchiato sia tutto d'acciaro:
75.7taglia lo scudo e sino al fondo fende,
75.8e sotto a quello in su la spalla scende.
76.1Scende alla spalla; e perché la ritrovi
76.2di doppia lama e di maglia coperta,
76.3non vuol però che molto ella le giovi,
76.4che di gran piaga non la lasci aperta.
76.5Mena Sobrin; ma indarno è che si provi
76.6ferire Orlando, a cui per grazia certa
76.7diede il Motor del cielo e de le stelle,
76.8che mai forar non se gli può la pelle.
77.1Radoppia il colpo il valoroso conte,
77.2e pensa da le spalle il capo torgli.
77.3Sobrin che sa il valor di Chiaramonte,
77.4e che poco gli val lo scudo opporgli,
77.5s'arretra, ma non tanto, che la fronte
77.6non venisse anco Balisarda a corgli.
77.7Di piatto fu, ma il colpo tanto fello,
77.8ch'amaccò l'elmo, e gl'intronò il cervello.
78.1Cadde Sobrin del fiero colpo in terra,
78.2onde a gran pezzo poi non è risorto.
78.3Crede finita aver con lui la guerra
78.4il paladino, e che si giaccia morto;
78.5e verso il re Gradasso si disserra,
78.6che Brandimarte non meni a mal porto:
78.7che 'l pagan d'arme e di spada l'avanza
78.8e di destriero, e forse di possanza.
79.1L'ardito Brandimarte in su Frontino,
79.2quel buon destrier che di Ruggier fu dianzi,
79.3si porta così ben col Saracino,
79.4che non par già che quel troppo l'avanzi:
79.5e s'egli avesse osbergo così fino
79.6come il pagan, gli staria meglio inanzi;
79.7ma gli convien (che mal si sente armato)
79.8spesso dar luogo or d'uno or d'altro lato.
80.1Altro destrier non è che meglio intenda
80.2di quel Frontino il cavalliero a cenno:
80.3par che dovunque Durindana scenda,
80.4or quinci or quindi abbia a schivarla senno.
80.5Agramante e Olivier battaglia orrenda
80.6altrove fanno, e giudicar si denno
80.7per duo guerrier di pari in arme accorti,
80.8e pochi differenti in esser forti.
81.1Avea lasciato, come io dissi, Orlando
81.2Sobrino in terra; e contra il re Gradasso,
81.3soccorrer Brandimarte disiando,
81.4come si trovò a piè, venìa a gran passo.
81.5Era vicin per assalirlo, quando
81.6vide in mezzo del campo andare a spasso
81.7il buon cavallo onde Sobrin fu spinto;
81.8e per averlo, presto si fu accinto.
82.1Ebbe il destrier, che non trovò contesa,
82.2e levò un salto, et entrò ne la sella.
82.3Ne l'una man la spada tien sospesa,
82.4mette l'altra alla briglia ricca e bella.
82.5Gradasso vede Orlando, e non gli pesa,
82.6ch'a lui ne viene, e per nome l'appella.
82.7Ad esso e a Brandimarte e all'altro spera
82.8far parer notte, e che non sia ancor sera.
83.1Voltasi al conte, e Brandimarte lassa,
83.2e d'una punta lo trova al camaglio:
83.3fuor che la carne, ogni altra cosa passa:
83.4per forar quella è vano ogni travaglio.
83.5Orlando a un tempo Balisarda abbassa:
83.6non vale incanto ov'ella mette il taglio.
83.7L'elmo, lo scudo, l'osbergo e l'arnese,
83.8venne fendendo in giù ciò ch'ella prese;
84.1e nel volto e nel petto e ne la coscia
84.2lasciò ferito il re di Sericana,
84.3di cui non fu mai tratto sangue, poscia
84.4ch'ebbe quell'arme: or gli par cosa strana
84.5che quella spada (e n'ha dispetto e angoscia)
84.6le tagli or sì; né pur è Durindana.
84.7E se più lungo il colpo era o più appresso,
84.8l'avria dal capo insino al ventre fesso.
85.1Non bisogna più aver ne l'arme fede,
85.2come avea dianzi; che la prova è fatta.
85.3Con più riguardo e più ragion procede,
85.4che non solea; meglio al parar si adatta.
85.5Brandimarte ch'Orlando entrato vede,
85.6che gli ha di man quella battaglia tratta,
85.7si pone in mezzo all'una e all'altra pugna,
85.8perché in aiuto, ove è bisogno, giugna.
86.1Essendo la battaglia in tale istato,
86.2Sobrin, ch'era giaciuto in terra molto,
86.3si levò, poi ch'in sé fu ritornato;
86.4e molto gli dolea la spalla e 'l volto:
86.5alzò la vista e mirò in ogni lato;
86.6poi dove vide il suo signor, rivolto,
86.7per dargli aiuto i lunghi passi torse
86.8tacito sì, ch'alcun non se n'accorse.
87.1Vien dietro ad Olivier che tenea gli occhi
87.2al re Agramante e poco altro attendea;
87.3e gli ferì nei deretan ginocchi
87.4il destrier di percossa in modo rea,
87.5che senza indugio è forza che trabocchi.
87.6Cade Olivier, né 'l piede aver potea,
87.7il manco piè, ch'al non pensato caso
87.8sotto il cavallo in staffa era rimaso.
88.1Sobrin radoppia il colpo, e di riverso
88.2gli mena, e se gli crede il capo tôrre;
88.3ma lo vieta l'acciar lucido e terso,
88.4che temprò già Vulcan, portò già Ettorre.
88.5Vede il periglio Brandimarte, e verso
88.6il re Sobrino a tutta briglia corre;
88.7e lo fere in sul capo, e gli dà d'urto:
88.8ma il fiero vecchio è tosto in piè risurto;
89.1e torna ad Olivier per dargli spaccio,
89.2sì ch'espedito all'altra vita vada;
89.3o non lasciare almen ch'esca d'impaccio,
89.4ma che si stia sotto 'l cavallo a bada.
89.5Olivier c'ha di sopra il miglior braccio,
89.6sì che si può difender con la spada,
89.7di qua di là tanto percuote e punge,
89.8che, quanta è lunga, fa Sobrin star lunge.
90.1Spera, s'alquanto il tien da sé rispinto,
90.2in poco spazio uscir di quella pena.
90.3Tutto di sangue il vede molle e tinto,
90.4e che ne versa tanto in su l'arena,
90.5che gli par ch'abbia tosto a restar vinto:
90.6debole è sì, che si sostiene a pena.
90.7Fa per levarsi Olivier molte prove,
90.8né da dosso il destrier però si muove.
91.1Trovato ha Brandimarte il re Agramante,
91.2e cominciato a tempestargli intorno:
91.3or con Frontin gli è al fianco, or gli è davante,
91.4con quel Frontin che gira come un torno.
91.5Buon cavallo ha il figliuol di Monodante;
91.6non l'ha peggiore il re di Mezzogiorno:
91.7ha Brigliador, che gli donò Ruggiero
91.8poi che lo tolse a Mandricardo altiero.
92.1Vantaggio ha bene assai de l'armatura;
92.2a tutta prova l'ha buona e perfetta.
92.3Brandimarte la sua tolse a ventura,
92.4qual poté avere a tal bisogno in fretta:
92.5ma sua animosità sì l'assicura,
92.6ch'in miglior tosto di cangiarla aspetta;
92.7come che 'l re african d'aspra percossa
92.8la spalla destra gli avea fatta rossa;
93.1e serbi da Gradasso anco nel fianco
93.2piaga da non pigliar però da giuoco.
93.3Tanto l'attese al varco il guerrier franco,
93.4che di cacciar la spada trovò loco.
93.5Spezzò lo scudo, e ferì il braccio manco,
93.6e poi ne la man destra il toccò un poco.
93.7Ma questo un scherzo si può dire e un spasso
93.8verso quel che fa Orlando e 'l re Gradasso.
94.1Gradasso ha mezzo Orlando disarmato;
94.2l'elmo gli ha in cima e da dui lati rotto,
94.3e fattogli cader lo scudo al prato,
94.4osbergo e maglia apertagli di sotto:
94.5non l'ha ferito già, ch'era affatato.
94.6Ma il paladino ha lui peggio condotto:
94.7in faccia, ne la gola, in mezzo il petto
94.8l'ha ferito, oltre a quel che già v'ho detto.
95.1Gradasso disperato, che si vede
95.2del proprio sangue tutto molle e brutto,
95.3e ch'Orlando del suo dal capo al piede
95.4sta dopo tanti colpi ancora asciutto;
95.5leva il brando a due mani, e ben si crede
95.6partirgli il capo, il petto, il ventre e 'l tutto:
95.7e a punto, come vuol, sopra la fronte
95.8percuote a mezza spada il fiero conte.
96.1E s'era altro ch'Orlando, l'avria fatto,
96.2l'avria sparato fin sopra la sella:
96.3ma, come colto l'avesse di piatto,
96.4la spada ritornò lucida e bella.
96.5De la percossa Orlando stupefatto,
96.6vide, mirando in terra, alcuna stella:
96.7lasciò la briglia, e 'l brando avria lasciato;
96.8ma di catena al braccio era legato.
97.1Del suon del colpo fu tanto smarrito
97.2il corridor ch'Orlando avea sul dorso,
97.3che discorrendo il polveroso lito,
97.4mostrando gìa quanto era buono al corso.
97.5De la percossa il conte tramortito,
97.6non ha valor di ritenergli il morso.
97.7Segue Gradasso, e l'avria tosto giunto,
97.8poco più che Baiardo avesse punto.
98.1Ma nel voltar degli occhi, il re Agramante
98.2vide condotto all'ultimo periglio:
98.3che ne l'elmo il figliuol di Monodante
98.4col braccio manco gli ha dato di piglio;
98.5e glie l'ha dislacciato già davante,
98.6e tenta col pugnal nuovo consiglio:
98.7né gli può far quel re difesa molta,
98.8perché di man gli ha ancor la spada tolta.
99.1Volta Gradasso, e più non segue Orlando,
99.2ma, dove vede il re Agramante, accorre.
99.3L'incauto Brandimarte, non pensando
99.4ch'Orlando costui lasci da sé tôrre,
99.5non gli ha né gli occhi né 'l pensiero, instando
99.6il coltel ne la gola al pagan porre.
99.7Giunge Gradasso, e a tutto suo potere
99.8con la spada a due man l'elmo gli fere.
100.1Padre del ciel, dà fra gli eletti tuoi
100.2spiriti luogo al martir tuo fedele,
100.3che giunto al fin de' tempestosi suoi
100.4viaggi, in porto ormai lega le vele.
100.5Ah Durindana, dunque esser tu puoi
100.6al tuo signore Orlando sì crudele,
100.7che la più grata compagnia e più fida
100.8ch'egli abbia al mondo, inanzi tu gli uccida?
101.1Di ferro un cerchio grosso era duo dita
101.2intorno all'elmo, e fu tagliato e rotto
101.3dal gravissimo colpo, e fu partita
101.4la cuffia de l'acciar ch'era di sotto.
101.5Brandimarte con faccia sbigottita
101.6giù del destrier si riversciò di botto;
101.7e fuor del capo fe' con larga vena
101.8correr di sangue un fiume in su l'arena.
102.1Il conte si risente, e gli occhi gira,
102.2et ha il suo Brandimarte in terra scorto;
102.3e sopra in atto il Serican gli mira,
102.4che ben conoscer può che glie l'ha morto.
102.5Non so se in lui poté più il duolo o l'ira;
102.6ma da piangere il tempo avea sì corto,
102.7che restò il duolo, e l'ira uscì più in fretta.
102.8Ma tempo è omai che fine al canto io metta.
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