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1.1Cortesi donne, che benigna udienza
1.2date a' miei versi, io vi veggo al sembiante,
1.3che quest'altra sì subita partenza
1.4che fa Ruggier da la sua fida amante,
1.5vi dà gran noia, e avete displicenza
1.6poco minor ch'avesse Bradamante;
1.7e fate anco argumento ch'esser poco
1.8in lui dovesse l'amoroso fuoco.
2.1Per ogni altra cagion ch'allontanato
2.2contra la voglia d'essa se ne fusse,
2.3ancor ch'avesse più tesor sperato
2.4che Creso o Crasso insieme non ridusse,
2.5io crederia con voi, che penetrato
2.6non fosse al cor lo stral che lo percusse;
2.7ch'un almo gaudio, un così gran contento
2.8non potrebbe comprare oro né argento.
3.1Pur, per salvar l'onor, non solamente
3.2d'escusa, ma di laude è degno ancora;
3.3per salvar, dico, in caso ch'altrimente
3.4facendo, biasmo et ignominia fôra:
3.5e se la donna fosse renitente
3.6et ostinata in fargli far dimora,
3.7darebbe di sé indizio e chiaro segno
3.8o d'amar poco o d'aver poco ingegno.
4.1Che se l'amante de l'amato deve
4.2la vita amar più de la propria, o tanto
4.3(io parlo d'uno amante a cui non lieve
4.4colpo d'Amor passò più là del manto);
4.5al piacer tanto più, ch'esso riceve,
4.6l'onor di quello antepor deve, quanto
4.7l'onore è di più pregio che la vita,
4.8ch'a tutti altri piaceri è preferita.
5.1Fece Ruggiero il debito a seguire
5.2il suo signor, che non se ne potea,
5.3se non con ignominia, dipartire;
5.4che ragion di lasciarlo non avea.
5.5E s'Almonte gli fe' il padre morire,
5.6tal colpa in Agramante non cadea;
5.7ch'in molti effetti avea con Ruggier poi
5.8emendato ogni error dei maggior suoi.
6.1Farà Ruggiero il debito a tornare
6.2al suo signore; et ella ancor lo fece,
6.3che sforzar non lo vòlse di restare,
6.4come potea, con iterata prece.
6.5Ruggier potrà alla donna satisfare
6.6a un altro tempo, s'or non satisfece:
6.7ma all'onor, chi gli manca d'un momento,
6.8non può in cento anni satisfar né in cento.
7.1Torna Ruggiero in Arli, ove ha ritratta
7.2Agramante la gente che gli avanza.
7.3Bradamante e Marfisa, che contratta
7.4col parentado avean grande amistanza,
7.5andaro insieme ove re Carlo fatta
7.6la maggior prova avea di sua possanza,
7.7sperando, o per battaglia o per assedio,
7.8levar di Francia così lungo tedio.
8.1Di Bradamante, poi che conosciuta
8.2in campo fu, si fe' letizia e festa:
8.3ogniun la riverisce e la saluta;
8.4et ella a questo e a quel china la testa.
8.5Rinaldo, come udì la sua venuta,
8.6le venne incontra; né Ricciardo resta,
8.7né Ricciardetto od altri di sua gente,
8.8e la raccoglion tutti allegramente.
9.1Come s'intese poi che la compagna
9.2era Marfisa, in arme sì famosa,
9.3che dal Cataio ai termini di Spagna
9.4di mille chiare palme iva pomposa;
9.5non è povero o ricco che rimagna
9.6nel padiglion: la turba disiosa
9.7vien quinci e quindi, e s'urta, storpia e preme
9.8sol per veder sì bella coppia insieme.
10.1A Carlo riverenti appresentârsi.
10.2Questo fu il primo dì (scrive Turpino)
10.3che fu vista Marfisa inginocchiarsi;
10.4che sol le parve il figlio di Pipino
10.5degno, a cui tanto onor dovesse farsi,
10.6tra quanti, o mai nel popul saracino
10.7o nel cristiano, imperatori e regi
10.8per virtù vide o per ricchezza egregi.
11.1Carlo benignamente la raccolse,
11.2e le uscì incontra fuor dei padiglioni;
11.3e che sedesse a lato suo poi vòlse
11.4sopra tutti re, principi e baroni.
11.5Si diè licenzia a chi non se la tolse;
11.6sì che tosto restaro in pochi e buoni:
11.7restaro i paladini e i gran signori;
11.8la vilipesa plebe andò di fuori.
12.1Marfisa cominciò con grata voce:
12.2- Eccelso, invitto e glorioso Augusto,
12.3che dal mar Indo alla Tirinzia foce,
12.4dal bianco Scita all'Etiope adusto
12.5riverir fai la tua candida croce,
12.6né di te regna il più saggio o 'l più giusto;
12.7tua fama, ch'alcun termine non serra,
12.8qui tratto m'ha fin da l'estrema terra.
13.1E, per narrarti il ver, sola mi mosse
13.2invidia, e sol per farti guerra io venni,
13.3acciò che sì possente un re non fosse,
13.4che non tenesse la legge ch'io tenni.
13.5Per questo ho fatto le campagne rosse
13.6del cristian sangue; et altri fieri cenni
13.7era per farti da crudel nimica,
13.8se non cadea chi mi t'ha fatto amica.
14.1Quando nuocer pensai più alle tue squadre,
14.2io trovo (e come sia dirò più ad agio)
14.3che 'l bon Ruggier di Risa fu mio padre,
14.4tradito a torto dal fratel malvagio.
14.5Portommi in corpo mia misera madre
14.6di là dal mare, e nacqui in gran disagio.
14.7Nutrimmi un mago infin al settimo anno,
14.8a cui gli Arabi poi rubata m'hanno.
15.1E mi vendero in Persia per ischiava
15.2a un re che poi cresciuta io posi a morte:
15.3che mia virginità tor mi cercava.
15.4Uccisi lui con tutta la sua corte;
15.5tutta cacciai la sua progenie prava,
15.6e presi il regno; e tal fu la mia sorte,
15.7che diciotto anni d'uno o di duo mesi
15.8io non passai, che sette regni presi.
16.1E di tua fama invidiosa, come
16.2io t'ho già detto, avea fermo nel core
16.3la grande altezza abbatter del tuo nome:
16.4forse il faceva, o forse era in errore.
16.5Ma ora avvien che questa voglia dome,
16.6e faccia cader l'ale al mio furore,
16.7l'aver inteso, poi che qui son giunta,
16.8come io ti son d'affinità congiunta.
17.1E come il padre mio parente e servo
17.2ti fu, ti son parente e serva anch'io:
17.3e quella invidia e quell'odio protervo
17.4il qual io t'ebbi un tempo, or tutto oblio;
17.5anzi contra Agramante io lo riservo,
17.6e contra ogn'altro che sia al padre o al zio
17.7di lui stato parente, che fur rei
17.8di porre a morte i genitori miei. -
18.1E seguitò, voler cristiana farsi,
18.2e dopo ch'avrà estinto il re Agramante,
18.3voler, piacendo a Carlo, ritornarsi
18.4a battezzare il suo regno in Levante;
18.5et indi contra tutto il mondo armarsi,
18.6ove Macon s'adori e Trivigante;
18.7e con promission, ch'ogni suo acquisto
18.8sia de l'Imperio e de la fé di Cristo.
19.1L'imperator, che non meno eloquente
19.2era, che fosse valoroso e saggio,
19.3molto esaltando la donna eccellente,
19.4e molto il padre e molto il suo lignaggio,
19.5rispose ad ogni parte umanamente,
19.6e mostrò in fronte aperto il suo coraggio;
19.7e conchiuse ne l'ultima parola
19.8per parente accettarla e per figliuola.
20.1E qui si leva, e di nuovo l'abbraccia,
20.2e, come figlia, bacia ne la fronte.
20.3Vengono tutti con allegra faccia
20.4quei di Mongrana e quei di Chiaramonte.
20.5Lungo a dir fôra, quanto onor le faccia
20.6Rinaldo, che di lei le prove conte
20.7vedute avea più volte al paragone,
20.8quando Albracca assediâr col suo girone.
21.1Lungo a dir fôra, quanto il giovinetto
21.2Guidon s'allegri di veder costei,
21.3Aquilante e Grifone e Sansonetto
21.4ch'alla città crudel furon con lei;
21.5Malagigi e Viviano e Ricciardetto,
21.6ch'all'occision de' Maganzesi rei
21.7e di quei venditori empii di Spagna
21.8l'aveano avuta sì fedel compagna.
22.1Apparecchiâr per lo seguente giorno,
22.2et ebbe cura Carlo egli medesmo,
22.3che fosse un luogo riccamente adorno,
22.4ove prendesse Marfisa battesmo.
22.5I vescovi e gran chierici d'intorno,
22.6che le leggi sapean del cristianesmo,
22.7fece raccorre, acciò da loro in tutta
22.8la santa fé fosse Marfisa instrutta.
23.1Venne in pontificale abito sacro
23.2l'arcivesco Turpino, e battizzolla:
23.3Carlo dal salutifero lavacro
23.4con cerimonie debite levolla.
23.5Ma tempo è ormai ch'al capo vòto e macro
23.6di senno si soccorra con l'ampolla,
23.7con che dal ciel più basso ne venìa
23.8il duca Astolfo sul carro d'Elia.
24.1Sceso era Astolfo dal giro lucente
24.2alla maggiore altezza de la terra,
24.3con la felice ampolla che la mente
24.4dovea sanare al gran mastro di guerra.
24.5Un'erba quivi di virtù eccellente
24.6mostra Giovanni al duca d'Inghilterra:
24.7con essa vuol ch'al suo ritorno tocchi
24.8al re di Nubia e gli risani gli occhi;
25.1acciò per questi e per li primi merti
25.2gente gli dia con che Biserta assaglia.
25.3E come poi quei populi inesperti
25.4armi et acconci ad uso di battaglia,
25.5e senza danno passi pei deserti
25.6ove l'arena gli uomini abbarbaglia,
25.7a punto a punto l'ordine che tegna,
25.8tutto il vecchio santissimo gl'insegna.
26.1Poi lo fe' rimontar su quello alato
26.2che di Ruggiero, e fu prima d'Atlante.
26.3Il paladin lasciò, licenziato
26.4da San Giovanni, le contrade sante;
26.5e secondando il Nilo a lato a lato,
26.6tosto i Nubi apparir si vide inante;
26.7e ne la terra che del regno è capo
26.8scese da l'aria, e ritrovò il Senapo.
27.1Molto fu il gaudio e molta fu la gioia
27.2che portò a quel signor nel suo ritorno;
27.3che ben si raccordava de la noia
27.4che gli avea tolta, de l'arpie, d'intorno.
27.5Ma poi che la grossezza gli discuoia
27.6di quello umor che già gli tolse il giorno
27.7e che gli rende la vista di prima,
27.8l'adora e cole, e come un Dio sublima:
28.1sì che non pur la gente che gli chiede
28.2per muover guerra al regno di Biserta,
28.3ma cento mila sopra gli ne diede,
28.4e gli fe' ancor di sua persona offerta.
28.5La gente a pena, ch'era tutta a piede,
28.6potea capir ne la campagna aperta;
28.7che di cavalli ha quel paese inopia,
28.8ma d'elefanti e de camelli copia.
29.1La notte inanzi il dì che a suo camino
29.2l'esercito di Nubia dovea porse,
29.3montò su l'ippogrifo il paladino,
29.4e verso mezzodì con fretta corse,
29.5tanto che giunse al monte che l'austrino
29.6vento produce, e spira contra l'Orse.
29.7Trovò la cava, onde per stretta bocca,
29.8quando si desta, il furioso scocca.
30.1E come raccordògli il suo maestro,
30.2avea seco arrecato un utre vòto,
30.3il qual, mentre ne l'antro oscuro e alpestro,
30.4affaticato dorme il fiero Noto,
30.5allo spiraglio pon tacito e destro:
30.6et è l'aguato in modo al vento ignoto,
30.7che, credendosi uscir fuor la dimane,
30.8preso e legato in quello utre rimane.
31.1Di tanta preda il paladino allegro,
31.2ritorna in Nubia, e la medesma luce
31.3si pone a caminar col popul negro,
31.4e vettovaglia dietro si conduce.
31.5A salvamento con lo stuolo integro
31.6verso l'Atlante il glorioso duce
31.7pel mezzo vien de la minuta sabbia,
31.8senza temer che 'l vento a nuocer gli abbia.
32.1E giunto poi di qua dal giogo, in parte
32.2onde il pian si discuopre e la marina,
32.3Astolfo elegge la più nobil parte
32.4del campo, e la meglio atta a disciplina;
32.5e qua e là per ordine la parte
32.6a piè d'un colle, ove nel pian confina.
32.7Quivi la lascia, e su la cima ascende
32.8in vista d'uom ch'a gran pensieri intende.
33.1Poi che, inchinando le ginocchia, fece
33.2al santo suo maestro orazione,
33.3sicuro che sia udita la sua prece,
33.4copia di sassi a far cader si pone.
33.5Oh quanto a chi ben crede in Cristo, lece!
33.6I sassi, fuor di natural ragione
33.7crescendo, si vedean venire in giuso,
33.8e formar ventre e gambe e collo e muso:
34.1e con chiari anitrir giù per quei calli
34.2venian saltando, e giunti poi nel piano
34.3scuotean le groppe, e fatti eran cavalli,
34.4chi baio e chi leardo e chi rovano.
34.5La turba ch'aspettando ne le valli
34.6stava alla posta, lor dava di mano:
34.7sì che in poche ore fur tutti montati;
34.8che con sella e con freno erano nati.
35.1Ottanta mila cento e dua in un giorno
35.2fe', di pedoni, Astolfo cavallieri.
35.3Con questi tutta scórse Africa intorno,
35.4facendo prede, incendi e prigionieri.
35.5Posto Agramante avea fin al ritorno
35.6il re di Fersa e 'l re degli Algazeri,
35.7col re Branzardo a guardia del paese:
35.8e questi si fêr contra al duca inglese;
36.1prima avendo spacciato un suttil legno
36.2ch'a vele e a remi andò battendo l'ali,
36.3ad Agramante aviso, come il regno
36.4patia dal re de' Nubi oltraggi e mali.
36.5Giorno e notte andò quel senza ritegno,
36.6tanto che giunse ai liti provenzali;
36.7e trovò in Arli il suo re mezzo oppresso,
36.8che 'l campo avea di Carlo un miglio appresso.
37.1Sentendo il re Agramante a che periglio,
37.2per guadagnare il regno di Pipino,
37.3lasciava il suo, chiamar fece a consiglio
37.4principi e re del popul saracino.
37.5E poi ch'una o due volte girò il ciglio
37.6quinci a Marsilio e quindi al re Sobrino,
37.7i quai d'ogni altro fur, che vi venisse,
37.8i duo più antiqui e saggi, così disse:
38.1- Quantunque io sappia come mal convegna
38.2a un capitano dir: non mel pensai,
38.3pur lo dirò; che quando un danno vegna
38.4da ogni discorso uman lontano assai,
38.5a quel fallir par che sia escusa degna:
38.6e qui si versa il caso mio; ch'errai
38.7a lasciar d'arme l'Africa sfornita,
38.8se da li Nubi esser dovea assalita.
39.1Ma chi pensato avria, fuor che Dio solo,
39.2a cui non è cosa futura ignota,
39.3che dovesse venir con sì gran stuolo
39.4a farne danno gente sì remota?
39.5tra i quali e noi giace l'instabil suolo
39.6di quella arena ognior da' venti mota.
39.7Pur è venuta ad assediar Biserta,
39.8et ha in gran parte l'Africa deserta.
40.1Or sopra ciò vostro consiglio chieggio:
40.2se partirmi di qui senza far frutto,
40.3o pur seguir tanto l'impresa deggio,
40.4che prigion Carlo meco abbi condutto;
40.5o come insieme io salvi il nostro seggio,
40.6e questo imperial lasci distrutto.
40.7S'alcun di voi sa dir, priego nol taccia,
40.8acciò si trovi il meglio, e quel si faccia. -
41.1Così disse Agramante; e volse gli occhi
41.2al re di Spagna, che gli sedea appresso,
41.3come mostrando di voler che tocchi
41.4di quel c'ha detto, la risposta ad esso.
41.5E quel, poi che surgendo ebbe i ginocchi
41.6per riverenzia, e così il capo flesso,
41.7nel suo onorato seggio si raccolse;
41.8indi la lingua a tai parole sciolse:
42.1- O bene o mal che la Fama ci apporti,
42.2signor, di sempre accrescere ha in usanza.
42.3Perciò non sarà mai ch'io mi sconforti,
42.4o mai più del dover pigli baldanza
42.5per casi o buoni o rei, che sieno sorti:
42.6ma sempre avrò di par tema e speranza
42.7ch'esser debban minori, e non del modo
42.8ch'a noi per tante lingue venir odo.
43.1E tanto men prestar gli debbo fede,
43.2quanto più al verisimile s'oppone.
43.3Or se gli è verisimile si vede,
43.4ch'abbia con tanto numer di persone
43.5posto ne la pugnace Africa il piede
43.6un re di sì lontana regione,
43.7traversando l'arene a cui Cambise
43.8con male augurio il popul suo commise.
44.1Crederò ben, che sian gli Arabi scesi
44.2da le montagne, et abbian dato il guasto,
44.3e saccheggiato, e morti uomini e presi,
44.4ove trovato avran poco contrasto;
44.5e che Branzardo che di quei paesi
44.6luogotenente e viceré è rimasto,
44.7per le decine scriva le migliaia,
44.8acciò la scusa sua più degna paia.
45.1Vo' concedergli ancor che sieno i Nubi
45.2per miracol dal ciel forse piovuti:
45.3o forse ascosi venner ne le nubi;
45.4poi che non fur mai per camin veduti.
45.5Temi tu che tal gente Africa rubi,
45.6se ben di più soccorso non l'aiuti?
45.7Il tuo presidio avria ben trista pelle,
45.8quando temesse un populo sì imbelle.
46.1Ma se tu mandi ancor che poche navi,
46.2pur che si veggan gli stendardi tuoi,
46.3non scioglieran di qua sì tosto i cavi,
46.4che fuggiranno nei confini suoi
46.5questi, o sien Nubi o sieno Arabi ignavi,
46.6ai quali il ritrovarti qui con noi,
46.7separato pel mar da la tua terra,
46.8ha dato ardir di romperti la guerra.
47.1Or piglia il tempo che, per esser senza
47.2il suo nipote Carlo, hai di vendetta:
47.3poi ch'Orlando non c'è, far resistenza
47.4non ti può alcun de la nimica setta.
47.5Se per non veder lasci, o negligenza,
47.6l'onorata vittoria che t'aspetta,
47.7volterà il calvo, ove ora il crin ne mostra,
47.8con molto danno e lunga infamia nostra. -
48.1Con questo et altri detti accortamente
48.2l'Ispano persuader vuol nel concilio
48.3che non esca di Francia questa gente,
48.4fin che Carlo non sia spinto in esilio.
48.5Ma il re Sobrin, che vide apertamente
48.6il camino a che andava il re Marsilio,
48.7che più per l'util proprio queste cose,
48.8che pel commun dicea, così rispose:
49.1- Quando io ti confortava a stare in pace,
49.2fosse io stato, signor, falso indovino;
49.3o tu, se io dovea pure esser verace,
49.4creduto avessi al tuo fedel Sobrino,
49.5e non più tosto a Rodomonte audace,
49.6a Marbalusto, a Alzirdo e a Martasino,
49.7li quali ora vorrei qui avere a fronte:
49.8ma vorrei più degli altri Rodomonte,
50.1per rinfacciargli che volea di Francia
50.2far quel che si faria d'un fragil vetro,
50.3e in cielo e ne lo 'nferno la tua lancia
50.4seguire, anzi lasciarsela di dietro;
50.5poi nel bisogno si gratta la pancia
50.6ne l'ozio immerso abominoso e tetro:
50.7et io, che per predirti il vero allora
50.8codardo detto fui, son teco ancora;
51.1e sarò sempremai, fin ch'io finisca
51.2questa vita ch'ancor che d'anni grave,
51.3porsi incontra ogni dì per te s'arrisca
51.4a qualunque di Francia più nome have.
51.5Né sarà alcun, sia chi si vuol, ch'ardisca
51.6di dir che l'opre mie mai fosser prave:
51.7e non han più di me fatto, né tanto,
51.8molti che si donâr di me più vanto.
52.1Dico così, per dimostrar che quello
52.2ch'io dissi allora, e che ti voglio or dire,
52.3né da viltade vien né da cor fello,
52.4ma d'amor vero e da fedel servire.
52.5Io ti conforto ch'al paterno ostello,
52.6più tosto che tu pòi, vogli redire;
52.7che poco saggio si può dir colui
52.8che perde il suo per acquistar l'altrui.
53.1S'acquisto c'è, tu 'l sai. Trentadui fummo
53.2re tuoi vassalli a uscir teco del porto:
53.3or, se di nuovo il conto ne rassummo,
53.4c'è a pena il terzo, e tutto 'l resto è morto.
53.5Che non ne cadan più, piaccia a Dio summo:
53.6ma se tu vuoi seguir, temo di corto,
53.7che non ne rimarrà quarto né quinto;
53.8e 'l miser popul tuo fia tutto estinto.
54.1Ch'Orlando non ci sia, ne aiuta; ch'ove
54.2siàn pochi, forse alcun non ci saria.
54.3Ma per questo il periglio non rimuove,
54.4se ben prolunga nostra sorte ria.
54.5Ecci Rinaldo, che per molte prove
54.6mostra che non minor d'Orlando sia:
54.7c'è il suo lignaggio e tutti i paladini,
54.8timore eterno a' nostri Saracini.
55.1Et hanno appresso quel secondo Marte
55.2(ben che i nimici al mio dispetto lodo),
55.3io dico il valoroso Brandimarte,
55.4non men d'Orlando ad ogni prova sodo;
55.5del qual provata ho la virtude in parte,
55.6parte ne veggo all'altrui spese et odo.
55.7Poi son più dì che non c'è Orlando stato;
55.8e più perduto abbiàn che guadagnato.
56.1Se per adietro abbiàn perduto, io temo
56.2che da qui inanzi perderen più in grosso.
56.3Del nostro campo Mandricardo è scemo:
56.4Gradasso il suo soccorso n'ha rimosso:
56.5Marfisa n'ha lasciata al punto estremo,
56.6e così il re d'Algier, di cui dir posso
56.7che, se fosse fedel come gagliardo,
56.8poco uopo era Gradasso o Mandricardo.
57.1Ove sono a noi tolti questi aiuti,
57.2e tante mila son dei nostri morti;
57.3e quei ch'a venir han, son già venuti,
57.4né s'aspetta altro legno che n'apporti:
57.5quattro son giunti a Carlo, non tenuti
57.6manco d'Orlando o di Rinaldo forti;
57.7e con ragion; che da qui sino a Battro
57.8potresti mal trovar tali altri quattro.
58.1Non so se sai chi sia Guidon Selvaggio
58.2e Sansonetto e i figli d'Oliviero.
58.3Di questi fo più stima e più tema aggio,
58.4che d'ogni altro lor duca e cavalliero
58.5che di Lamagna o d'altro stran linguaggio
58.6sia contra noi per aiutar l'Impero:
58.7ben ch'importa anco assai la gente nuova
58.8ch'a' nostri danni in campo si ritrova.
59.1Quante volte uscirai alla campagna,
59.2tanto avrai la peggiore, o sarai rotto.
59.3Se spesso perdé il campo Africa e Spagna,
59.4quando siàn stati sedici per otto,
59.5che sarà poi ch'Italia e che Lamagna
59.6con Francia è unita, e 'l populo anglo e scotto,
59.7e che sei contra dodici saranno?
59.8Ch'altro si può sperar, che biasmo e danno?
60.1La gente qui, là perdi a un tempo il regno,
60.2s'in questa impresa più duri ostinato;
60.3ove, s'al ritornar muti disegno,
60.4l'avanzo di noi servi con lo stato.
60.5Lasciar Marsilio è di te caso indegno,
60.6ch'ognun te ne terrebbe molto ingrato;
60.7ma c'è rimedio, far con Carlo pace:
60.8ch'a lui deve piacer, se a te pur piace.
61.1Pur se ti par che non ci sia il tuo onore,
61.2se tu, che prima offeso sei, la chiedi;
61.3e la battaglia più ti sta nel core,
61.4che, come sia fin qui successa, vedi;
61.5studia almen di restarne vincitore:
61.6il che forse averrà, se tu mi credi;
61.7se d'ogni tua querela a un cavalliero
61.8darai l'assunto, e se quel fia Ruggiero.
62.1Io 'l so, e tu 'l sai che Ruggier nostro è tale,
62.2che già da solo a sol con l'arme in mano
62.3non men d'Orlando o di Rinaldo vale,
62.4né d'alcun altro cavallier cristiano.
62.5Ma se tu vuoi far guerra universale,
62.6ancor che 'l valor suo sia sopraumano,
62.7egli però non sarà più ch'un solo,
62.8et avrà di par suoi contra uno stuolo.
63.1A me par, s'a te par, ch'a dir si mandi
63.2al re cristian, che per finir le liti,
63.3e perché cessi il sangue che tu spandi
63.4ognior de' suoi, egli de' tuo' infiniti;
63.5che contra un tuo guerrier tu gli domandi
63.6che metta in campo uno dei suoi più arditi;
63.7e faccian questi duo tutta la guerra,
63.8fin che l'un vinca, e l'altro resti in terra:
64.1con patto, che qual d'essi perde, faccia
64.2che 'l suo re all'altro re tributo dia.
64.3Questa condizion non credo spiaccia
64.4a Carlo, ancor che sul vantaggio sia.
64.5Mi fido sì ne le robuste braccia
64.6poi di Ruggier, che vincitor ne fia;
64.7e ragion tanta è da la nostra parte,
64.8che vincerà, s'avesse incontra Marte. -
65.1Con questi et altri più efficaci detti
65.2fece Sobrin sì che 'l partito ottenne;
65.3e gl'interpreti fur quel giorno eletti,
65.4e quel dì a Carlo l'imbasciata venne.
65.5Carlo ch'avea tanti guerrier perfetti,
65.6vinta per sé quella battaglia tenne,
65.7di cui l'impresa al buon Rinaldo diede,
65.8in ch'avea, dopo Orlando, maggior fede.
66.1Di questo accordo lieto parimente
66.2l'uno esercito e l'altro si godea;
66.3che 'l travaglio del corpo e de la mente
66.4tutti avea stanchi e a tutti rincrescea.
66.5Ognun di riposare il rimanente
66.6de la sua vita disegnato avea;
66.7ogniun maledicea l'ire e i furori
66.8ch'a risse e a gare avean lor desti i cori.
67.1Rinaldo che esaltar molto si vede,
67.2che Carlo in lui di quel che tanto pesa,
67.3via più ch'in tutti gli altri, ha avuto fede,
67.4lieto si mette all'onorata impresa.
67.5Ruggier non stima; e veramente crede
67.6che contra sé non potrà far difesa:
67.7che suo pari esser possa non gli è aviso,
67.8se ben in campo ha Mandricardo ucciso.
68.1Ruggier da l'altra parte, ancor che molto
68.2onor gli sia che 'l suo re l'abbia eletto,
68.3e pel miglior di tutti i buoni tolto,
68.4a cui commetta un sì importante effetto;
68.5pur mostra affanno e gran mestizia in volto,
68.6non per paura che gli turbi il petto;
68.7che non ch'un sol Rinaldo, ma non teme
68.8se fosse con Rinaldo Orlando insieme:
69.1ma perché vede esser di lui sorella
69.2la sua cara e fidissima consorte
69.3ch'ognior scrivendo stimula e martella,
69.4come colei ch'è ingiuriata forte.
69.5Or s'alle vecchie offese aggiunge quella
69.6d'entrare in campo a porle il frate a morte,
69.7se la farà, d'amante, così odiosa,
69.8ch'a placarla mai più fia dura cosa.
70.1Se tacito Ruggier s'affligge et ange
70.2de la battaglia che mal grado prende,
70.3la sua cara moglier lacrima e piange,
70.4come la nuova indi a poche ore intende.
70.5Batte il bel petto, e l'auree chiome frange,
70.6e le guancie innocenti irriga e offende;
70.7e chiama con ramarichi e querele
70.8Ruggiero ingrato, e il suo destin crudele.
71.1D'ogni fin che sortisca la contesa,
71.2a lei non può venirne altro che doglia.
71.3Ch'abbia a morir Ruggiero in questa impresa,
71.4pensar non vuol; che par che 'l cor le toglia.
71.5Quando anco, per punir più d'una offesa,
71.6la ruina di Francia Cristo voglia,
71.7oltre che sarà morto il suo fratello,
71.8seguirà un danno a lei più acerbo e fello:
72.1che non potrà, se non con biasmo e scorno,
72.2e nimicizia di tutta sua gente,
72.3fare al marito suo mai più ritorno,
72.4sì che lo sappia ognun publicamente,
72.5come s'avea, pensando notte e giorno,
72.6più volte disegnato ne la mente:
72.7e tra lor era la promessa tale,
72.8che 'l ritrarsi e il pentir più poco vale.
73.1Ma quella usata ne le cose avverse
73.2di non mancarle di soccorsi fidi,
73.3dico Melissa maga, non sofferse
73.4udirne il pianto e i dolorosi gridi;
73.5e venne a consolarla, e le proferse,
73.6quando ne fosse il tempo, alti sussidi,
73.7e disturbar quella pugna futura
73.8di ch'ella piange e si pon tanta cura.
74.1Rinaldo intanto e l'inclito Ruggiero
74.2apparechiavan l'arme alla tenzone,
74.3di cui dovea l'eletta al cavalliero
74.4che del romano Imperio era campione:
74.5e come quel, che poi che 'l buon destriero
74.6perdé Baiardo, andò sempre pedone,
74.7si elesse a piè, coperto a piastra e a maglia
74.8con l'azza e col pugnal far la battaglia.
75.1O fosse caso, o fosse pur ricordo
75.2di Malagigi suo provido e saggio,
75.3che sapea quanto Balisarda ingordo
75.4il taglio avea di fare all'arme oltraggio;
75.5combatter senza spada fur d'accordo
75.6l'uno e l'altro guerrier, come detto aggio.
75.7Del luogo s'accordâr presso alle mura
75.8de l'antiquo Arli, in una gran pianura.
76.1A pena avea la vigilante Aurora
76.2da l'ostel di Titon fuor messo il capo,
76.3per dare al giorno terminato, e all'ora
76.4ch'era prefissa alla battaglia, capo;
76.5quando di qua e di là vennero fuora
76.6i deputati; e questi in ciascun capo
76.7degli steccati i padiglion tiraro,
76.8appresso ai quali ambi un altar fermaro.
77.1Non molto dopo, instrutto a schiera a schiera,
77.2si vide uscir l'esercito pagano.
77.3In mezzo armato e suntuoso v'era
77.4di barbarica pompa il re africano;
77.5e s'un baio corsier di chioma nera,
77.6di fronte bianca, e di duo piè balzano,
77.7a par a par con lui venìa Ruggiero,
77.8a cui servir non è Marsilio altiero.
78.1L'elmo, che dianzi con travaglio tanto
78.2trasse di testa al re di Tartaria,
78.3l'elmo, che celebrato in maggior canto
78.4portò il troiano Ettòr mill'anni pria,
78.5gli porta il re Marsilio a canto a canto:
78.6altri principi et altra baronia
78.7s'hanno partite l'altr'arme fra loro,
78.8ricche di gioie e ben fregiate d'oro.
79.1Da l'altra parte fuor dei gran ripari
79.2re Carlo uscì con la sua gente d'arme,
79.3con gli ordini medesmi e modi pari
79.4che terria se venisse al fatto d'arme.
79.5Cingonlo intorno i suoi famosi pari;
79.6e Rinaldo è con lui con tutte l'arme,
79.7fuor che l'elmo che fu del re Mambrino,
79.8che porta Ugier Danese paladino.
80.1E di due azze ha il duca Namo l'una,
80.2e l'altra Salamon re di Bretagna.
80.3Carlo da un lato i suoi tutti raguna;
80.4da l'altro son quei d'Africa e di Spagna.
80.5Nel mezzo non appar persona alcuna:
80.6vòto riman gran spazio di campagna,
80.7che per bando commune a chi vi sale,
80.8eccetto ai duo guerrieri, è capitale.
81.1Poi che de l'arme la seconda eletta
81.2si diè al campion del populo pagano,
81.3duo sacerdoti, l'un de l'una setta,
81.4l'altro de l'altra, uscîr coi libri in mano.
81.5In quel del nostro è la vita perfetta
81.6scritta di Cristo; e l'altro è l'Alcorano.
81.7Con quel de l'Evangelio si fe' inante
81.8l'imperator, con l'altro il re Agramante.
82.1Giunto Carlo all'altar che statuito
82.2i suoi gli aveano, al ciel levò le palme,
82.3e disse: - O Dio, c'hai di morir patito
82.4per redimer da morte le nostr'alme;
82.5o Donna, il cui valor fu sì gradito,
82.6che Dio prese da te l'umane salme,
82.7e nove mesi fu nel tuo santo alvo,
82.8sempre serbando il fior virgineo salvo:
83.1siatemi testimoni, ch'io prometto
83.2per me e per ogni mia successione
83.3al re Agramante, et a chi dopo eletto
83.4sarà al governo di sua regione,
83.5dar venti some ogni anno d'oro schietto,
83.6s'oggi qui riman vinto il mio campione;
83.7e ch'io prometto subito la triegua
83.8incominciar, che poi perpetua segua:
84.1e se 'n ciò manco, subito s'accenda
84.2la formidabil ira d'ambidui,
84.3la qual me solo e i miei figliuoli offenda,
84.4non alcun altro che sia qui con nui;
84.5sì che in brevissima ora si comprenda
84.6che sia il mancar de la promessa a vui. -
84.7Così dicendo, Carlo sul Vangelo
84.8tenea la mano, e gli occhi fissi al cielo.
85.1Si levan quindi, e poi vanno all'altare
85.2che riccamente avean pagani adorno;
85.3ove giurò Agramante, ch'oltre al mare
85.4con l'esercito suo faria ritorno,
85.5et a Carlo daria tributo pare,
85.6se restasse Ruggier vinto quel giorno;
85.7e perpetua tra lor triegua saria,
85.8coi patti ch'avea Carlo detti pria.
86.1E similmente con parlar non basso,
86.2chiamando in testimonio il gran Maumette,
86.3sul libro ch'in man tiene il suo papasso,
86.4ciò che detto ha, tutto osservar promette.
86.5Poi del campo si partono a gran passo,
86.6e tra i suoi l'uno e l'altro si rimette:
86.7poi quel par di campioni a giurar venne;
86.8e 'l giuramento lor questo contenne:
87.1Ruggier promette, se de la tenzone
87.2il suo re viene o manda a disturbarlo,
87.3che né suo guerrier più, né suo barone
87.4esser mai vuol, ma darsi tutto a Carlo.
87.5Giura Rinaldo ancor, che se cagione
87.6sarà del suo signor quindi levarlo,
87.7fin che non resti vinto egli o Ruggiero,
87.8si farà d'Agramante cavalliero.
88.1Poi che le cerimonie finite hanno,
88.2si ritorna ciascun da la sua parte;
88.3né v'indugiano molto, che lor dànno
88.4le chiare trombe segno al fiero marte.
88.5Or gli animosi a ritrovar si vanno,
88.6con senno i passi dispensando et arte.
88.7Ecco si vede incominciar l'assalto,
88.8sonar il ferro, or girar basso, or alto.
89.1Or inanzi col calce, or col martello
89.2accennan quando al capo e quando al piede,
89.3con tal destrezza e con modo sì snello,
89.4ch'ogni credenza il raccontarlo eccede.
89.5Ruggier che combattea contra il fratello
89.6di chi la misera alma gli possiede,
89.7a ferir lo venìa con tal riguardo,
89.8che stimato ne fu manco gagliardo.
90.1Era a parar, più ch'a ferire, intento,
90.2e non sapea egli stesso il suo desire:
90.3spegner Rinaldo saria malcontento,
90.4né vorria volentieri egli morire.
90.5Ma ecco giunto al termine mi sento,
90.6ove convien l'istoria diferire.
90.7Ne l'altro canto il resto intenderete,
90.8s'udir ne l'altro canto mi vorrete.
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