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1.1Quantunque il simular sia le più volte
1.2ripreso, e dia di mala mente indici,
1.3si truova pur in molte cose e molte
1.4aver fatti evidenti benefici,
1.5e danni e biasmi e morti aver già tolte;
1.6che non conversiam sempre con gli amici
1.7in questa assai più oscura che serena
1.8vita mortal, tutta d'invidia piena.
2.1Se, dopo lunga prova, a gran fatica
2.2trovar si può chi ti sia amico vero,
2.3et a chi senza alcun sospetto dica
2.4e discoperto mostri il tuo pensiero;
2.5che de' far di Ruggier la bella amica
2.6con quel Brunel non puro e non sincero,
2.7ma tutto simulato e tutto finto,
2.8come la maga le l'avea dipinto?
3.1Simula anch'ella; e così far conviene
3.2con esso lui di finzioni padre;
3.3e, come io dissi, spesso ella gli tiene
3.4gli occhi alle man, ch'eran rapaci e ladre.
3.5Ecco all'orecchie un gran rumor lor viene.
3.6Disse la donna: - O gloriosa Madre,
3.7o Re del ciel, che cosa sarà questa? -
3.8E dove era il rumor si trovò presta.
4.1E vede l'oste e tutta la famiglia,
4.2e chi a finestre e chi fuor ne la via,
4.3tener levati al ciel gli occhi e le ciglia,
4.4come l'ecclisse o la cometa sia.
4.5Vede la donna un'alta maraviglia,
4.6che di leggier creduta non saria:
4.7vede passar un gran destriero alato,
4.8che porta in aria un cavalliero armato.
5.1Grandi eran l'ale e di color diverso,
5.2e vi sedea nel mezzo un cavalliero,
5.3di ferro armato luminoso e terso;
5.4e vêr ponente avea dritto il sentiero.
5.5Calossi, e fu tra le montagne immerso:
5.6e, come dicea l'oste (e dicea il vero),
5.7quel era un negromante, e facea spesso
5.8quel varco, or più da lungi, or più da presso.
6.1Volando, talor s'alza ne le stelle,
6.2e poi quasi talor la terra rade;
6.3e ne porta con lui tutte le belle
6.4donne che trova per quelle contrade:
6.5talmente che le misere donzelle
6.6ch'abbino o aver si credano beltade
6.7(come affatto costui tutte le invole)
6.8non escon fuor sì che le veggia il sole.
7.1- Egli sul Pireneo tiene un castello
7.2(narrava l'oste) fatto per incanto,
7.3tutto d'acciaio, e sì lucente e bello,
7.4ch'altro al mondo non è mirabil tanto.
7.5Già molti cavallier sono iti a quello,
7.6e nessun del ritorno si dà vanto:
7.7sì ch'io penso, signore, e temo forte,
7.8o che sian presi, o sian condotti a morte. -
8.1La donna il tutto ascolta, e le ne giova,
8.2credendo far, come farà per certo,
8.3con l'annello mirabile tal prova,
8.4che ne fia il mago e il suo castel deserto;
8.5e dice a l'oste: - Or un de' tuoi mi trova,
8.6che più di me sia del viaggio esperto;
8.7ch'io non posso durar, tanto ho il cor vago
8.8di far battaglia contra a questo mago. -
9.1- Non ti mancherà guida (le rispose
9.2Brunello allora), e ne verrò teco io:
9.3meco ho la strada in scritto, et altre cose
9.4che ti faran piacere il venir mio. -
9.5Vòlse dir de l'annel; ma non l'espose
9.6né chiarì più, per non pagarne il fio.
9.7- Grato mi fia (disse ella) il venir tuo; -
9.8volendo dir ch'indi l'annel fia suo.
10.1Quel ch'era utile a dir, disse; e quel tacque,
10.2che nuocer le potea col Saracino.
10.3Avea l'oste un destrier ch'a costei piacque,
10.4ch'era buon da battaglia e da camino:
10.5comperollo, e partissi come nacque
10.6del bel giorno seguente il matutino.
10.7Prese la via per una stretta valle,
10.8con Brunello ora inanzi, ora alle spalle.
11.1Di monte in monte e d'uno in altro bosco
11.2giunseno ove l'altezza di Pirene
11.3può dimostrar, se non è l'aer fosco,
11.4e Francia e Spagna e due diverse arene,
11.5come Apennin scopre il mar schiavo e il tósco
11.6dal giogo onde a Camaldoli si viene.
11.7Quindi per aspro e faticoso calle
11.8si discendea ne la profonda valle.
12.1Vi sorge in mezzo un sasso che la cima
12.2d'un bel muro d'acciar tutta si fascia;
12.3e quella tanto inverso il ciel sublima,
12.4che quanto ha intorno, inferior si lascia.
12.5Non faccia, chi non vola, andarvi stima;
12.6che spesa indarno vi saria ogni ambascia.
12.7Brunel disse: - Ecco dove prigionieri
12.8il mago tien le donne e i cavallieri. -
13.1Da quattro canti era tagliato, e tale
13.2che parea dritto a fil de la sinopia.
13.3Da nessun lato né sentier né scale
13.4v'eran, che di salir facesser copia:
13.5e ben appar che d'animal ch'abbia ale
13.6sia quella stanza nido e tana propia.
13.7Quivi la donna esser conosce l'ora
13.8di tor l'annello e far che Brunel mora.
14.1Ma le par atto vile a insanguinarsi
14.2d'un uom senza arme e di sì ignobil sorte;
14.3che ben potrà posseditrice farsi
14.4del ricco annello, e lui non porre a morte.
14.5Brunel non avea mente a riguardarsi;
14.6sì ch'ella il prese, e lo legò ben forte
14.7ad uno abete ch'alta avea la cima:
14.8ma di dito l'annel gli trasse prima.
15.1Né per lacrime, gemiti o lamenti
15.2che facesse Brunel, lo vòlse sciorre.
15.3Smontò de la montagna a passi lenti,
15.4tanto che fu nel pian sotto la torre.
15.5E perché alla battaglia s'appresenti
15.6il negromante, al corno suo ricorre:
15.7e dopo il suon, con minacciose grida
15.8lo chiama al campo, et alla pugna 'l sfida.
16.1Non stette molto a uscir fuor de la porta
16.2l'incantator, ch'udì 'l suono e la voce.
16.3L'alato corridor per l'aria il porta
16.4contra costei, che sembra uomo feroce.
16.5La donna da principio si conforta,
16.6che vede che colui poco le nuoce:
16.7non porta lancia né spada né mazza,
16.8ch'a forar l'abbia o romper la corazza.
17.1Da la sinistra sol lo scudo avea,
17.2tutto coperto di seta vermiglia;
17.3ne la man destra un libro, onde facea
17.4nascer, leggendo, l'alta maraviglia:
17.5che la lancia talor correr parea,
17.6e fatto avea a più d'un batter le ciglia;
17.7talor parea ferir con mazza o stocco,
17.8e lontano era, e non avea alcun tocco.
18.1Non è finto il destrier, ma naturale,
18.2ch'una giumenta generò d'un grifo:
18.3simile al padre avea la piuma e l'ale,
18.4li piedi anteriori, il capo e il grifo;
18.5in tutte l'altre membra parea quale
18.6era la madre, e chiamasi ippogrifo;
18.7che nei monti Rifei vengon, ma rari,
18.8molto di là dagli aghiacciati mari.
19.1Quivi per forza lo tirò d'incanto;
19.2e poi che l'ebbe, ad altro non attese,
19.3e con studio e fatica operò tanto,
19.4ch'a sella e briglia il cavalcò in un mese:
19.5così ch'in terra e in aria e in ogni canto
19.6lo facea volteggiar senza contese.
19.7Non finzion d'incanto, come il resto,
19.8ma vero e natural si vedea questo.
20.1Del mago ogn'altra cosa era figmento;
20.2che comparir facea pel rosso il giallo:
20.3ma con la donna non fu di momento;
20.4che per l'annel non può vedere in fallo.
20.5Più colpi tuttavia diserra al vento,
20.6e quinci e quindi spinge il suo cavallo;
20.7e si dibatte e si travaglia tutta,
20.8come era, inanzi che venisse, instrutta.
21.1E poi che esercitata si fu alquanto
21.2sopra il destrier, smontar vòlse anco a piede,
21.3per poter meglio al fin venir di quanto
21.4la cauta maga instruzion le diede.
21.5Il mago vien per far l'estremo incanto;
21.6che del fatto ripar né sa né crede:
21.7scuopre lo scudo, e certo si prosume
21.8farla cader con l'incantato lume.
22.1Potea così scoprirlo al primo tratto,
22.2senza tenere i cavallieri a bada;
22.3ma gli piacea veder qualche bel tratto
22.4di correr l'asta o di girar la spada:
22.5come si vede ch'all'astuto gatto
22.6scherzar col topo alcuna volta aggrada;
22.7e poi che quel piacer gli viene a noia,
22.8dargli di morso, e al fin voler che muoia.
23.1Dico che 'l mago al gatto, e gli altri al topo
23.2s'assimigliâr ne le battaglie dianzi;
23.3ma non s'assimigliâr già così, dopo
23.4che con l'annel si fe' la donna inanzi.
23.5Attenta e fissa stava a quel ch'era uopo,
23.6acciò che nulla seco il mago avanzi;
23.7e come vide che lo scudo aperse,
23.8chiuse gli occhi, e lasciò quivi caderse.
24.1Non che il fulgor del lucido metallo,
24.2come soleva agli altri, a lei nocesse;
24.3ma così fece acciò che dal cavallo
24.4contra sé il vano incantator scendesse:
24.5né parte andò del suo disegno in fallo;
24.6che tosto ch'ella il capo in terra messe,
24.7accelerando il volator le penne,
24.8con larghe ruote in terra a por si venne.
25.1Lascia all'arcion lo scudo, che già posto
25.2avea ne la coperta, e a piè discende
25.3verso la donna che, come reposto
25.4lupo alla macchia il capriolo, attende.
25.5Senza più indugio ella si leva tosto
25.6che l'ha vicino, e ben stretto lo prende.
25.7Avea lasciato quel misero in terra
25.8il libro che facea tutta la guerra:
26.1e con una catena ne correa,
26.2che solea portar cinta a simil uso;
26.3perché non men legar colei credea,
26.4che per adietro altri legare era uso.
26.5La donna in terra posto già l'avea:
26.6se quel non si difese, io ben l'escuso;
26.7che troppo era la cosa differente
26.8tra un debol vecchio e lei tanto possente.
27.1Disegnando levargli ella la testa,
27.2alza la man vittoriosa in fretta;
27.3ma poi che 'l viso mira, il colpo arresta,
27.4quasi sdegnando sì bassa vendetta;
27.5un venerabil vecchio in faccia mesta
27.6vede esser quel ch'ella ha giunto alla stretta,
27.7che mostra al viso crespo e al pelo bianco
27.8età di settanta anni o poco manco.
28.1- Tommi la vita, giovene, per Dio, -
28.2dicea il vecchio pien d'ira e di dispetto;
28.3ma quella a torla avea sì il cor restio,
28.4come quel di lasciarla avria diletto.
28.5La donna di sapere ebbe disio
28.6chi fosse il negromante, et a che effetto
28.7edificasse in quel luogo selvaggio
28.8la ròcca, e faccia a tutto il mondo oltraggio.
29.1- Né per maligna intenzione, ahi lasso!
29.2(disse piangendo il vecchio incantatore)
29.3feci la bella ròcca in cima al sasso,
29.4né per avidità son rubatore;
29.5ma per ritrar sol dall'estremo passo
29.6un cavallier gentil, mi mosse amore,
29.7che, come il ciel mi mostra, in tempo breve
29.8morir cristiano a tradimento deve.
30.1Non vede il sol tra questo e il polo austrino
30.2un giovene sì bello e sì prestante:
30.3Ruggiero ha nome, il qual da piccolino
30.4da me nutrito fu, ch'io sono Atlante.
30.5Disio d'onore e suo fiero destino
30.6l'han tratto in Francia dietro al re Agramante;
30.7et io, che l'amai sempre più che figlio,
30.8lo cerco trar di Francia e di periglio.
31.1La bella ròcca solo edificai
31.2per tenervi Ruggier sicuramente,
31.3che preso fu da me, come sperai
31.4che fossi oggi tu preso similmente;
31.5e donne e cavallier, che tu vedrai,
31.6poi ci ho ridotti, et altra nobil gente,
31.7acciò che quando a voglia sua non esca,
31.8avendo compagnia, men gli rincresca.
32.1Pur ch'uscir di là su non si domande,
32.2d'ogn'altro gaudio lor cura mi tocca;
32.3che quanto averne da tutte le bande
32.4si può del mondo, è tutto in quella ròcca:
32.5suoni, canti, vestir, giuochi, vivande,
32.6quanto può cor pensar, può chieder bocca.
32.7Ben seminato avea, ben cogliea il frutto;
32.8ma tu sei giunto a disturbarmi il tutto.
33.1Deh, se non hai del viso il cor men bello,
33.2non impedir il mio consiglio onesto!
33.3Piglia lo scudo (ch'io tel dono) e quello
33.4destrier che va per l'aria così presto;
33.5e non t'impacciar oltra nel castello,
33.6o tranne uno o duo amici, e lascia il resto;
33.7o tranne tutti gli altri, e più non chero,
33.8se non che tu mi lasci il mio Ruggiero.
34.1E se disposto sei volermel tôrre,
34.2deh, prima almen che tu 'l rimeni in Francia,
34.3piacciati questa afflitta anima sciorre
34.4de la sua scorza, ormai putrida e rancia! -
34.5Rispose la donzella: - Lui vo' porre
34.6in libertà: tu, se sai, gracchia e ciancia;
34.7né mi offerir di dar lo scudo in dono,
34.8o quel destrier, che miei, non più tuoi sono:
35.1né s'anco stesse a te di tôrre e darli,
35.2mi parrebbe che 'l cambio convenisse.
35.3Tu di' che Ruggier tieni per vietarli
35.4il male influsso di sue stelle fisse.
35.5O che non puoi saperlo, o non schivarli,
35.6sappiendol, ciò che 'l ciel di lui prescrisse:
35.7ma se 'l mal tuo, c'hai sì vicin, non vedi,
35.8peggio l'altrui c'ha da venir prevedi.
36.1Non pregar ch'io t'uccida, ch'i tuoi preghi
36.2sariano indarno; e se pur vuoi la morte,
36.3ancor che tutto il mondo dar la nieghi,
36.4da sé la può aver sempre animo forte.
36.5Ma pria che l'alma da la carne sleghi,
36.6a tutti i tuoi prigioni apri le porte. -
36.7Così dice la donna, e tuttavia
36.8il mago preso incontra al sasso invia.
37.1Legato de la sua propria catena
37.2andava Atlante, e la donzella appresso,
37.3che così ancor se ne fidava a pena,
37.4ben che in vista parea tutto rimesso.
37.5Non molti passi dietro se la mena,
37.6ch'a' piè del monte han ritrovato il fesso,
37.7e li scaglioni onde si monta in giro,
37.8fin ch'alla porta del castel saliro.
38.1Di su la soglia Atlante un sasso tolle,
38.2di caratteri e strani segni insculto.
38.3Sotto, vasi vi son, che chiamano olle,
38.4che fuman sempre, e dentro han foco occulto.
38.5L'incantator le spezza; e a un tratto il colle
38.6riman deserto, inospite et inculto;
38.7né muro appar né torre in alcun lato,
38.8come se mai castel non vi sia stato.
39.1Sbrigossi dalla donna il mago alora,
39.2come fa spesso il tordo da la ragna;
39.3e con lui sparve il suo castello a un'ora,
39.4e lasciò in libertà quella compagna.
39.5Le donne e i cavallier si trovâr fuora
39.6de le superbe stanze alla campagna:
39.7e furon di lor molte a chi ne dolse;
39.8che tal franchezza un gran piacer lor tolse.
40.1Quivi è Gradasso, quivi è Sacripante,
40.2quivi è Prasildo, il nobil cavalliero
40.3che con Rinaldo venne di Levante,
40.4e seco Iroldo, il par d'amici vero.
40.5Al fin trovò la bella Bradamante
40.6quivi il desiderato suo Ruggiero,
40.7che, poi che n'ebbe certa conoscenza,
40.8le fe' buona e gratissima accoglienza;
41.1come a colei che più che gli occhi sui,
41.2più che 'l suo cor, più che la propria vita
41.3Ruggiero amò dal dì ch'essa per lui
41.4si trasse l'elmo, onde ne fu ferita.
41.5Lungo sarebbe a dir come, e da cui,
41.6e quanto ne la selva aspra e romita
41.7si cercâr poi la notte e il giorno chiaro;
41.8né, se non qui, mai più si ritrovaro.
42.1Or che quivi la vede, e sa ben ch'ella
42.2è stata sola la sua redentrice,
42.3di tanto gaudio ha pieno il cor, che appella
42.4sé fortunato et unico felice.
42.5Scesero il monte, e dismontaro in quella
42.6valle, ove fu la donna vincitrice,
42.7e dove l'ippogrifo trovaro anco,
42.8ch'avea lo scudo, ma coperto, al fianco.
43.1La donna va per prenderlo nel freno:
43.2e quel l'aspetta fin che se gli accosta;
43.3poi spiega l'ale per l'aer sereno,
43.4e si ripon non lungi a mezza costa.
43.5Ella lo segue: e quel né più né meno
43.6si leva in aria, e non troppo si scosta;
43.7come fa la cornacchia in secca arena,
43.8che dietro il cane or qua or là si mena.
44.1Ruggier, Gradasso, Sacripante, e tutti
44.2quei cavallier che scesi erano insieme,
44.3chi di su, chi di giù, si son ridutti
44.4dove che torni il volatore han speme.
44.5Quel, poi che gli altri invano ebbe condutti
44.6più volte e sopra le cime supreme
44.7e negli umidi fondi tra quei sassi,
44.8presso a Ruggiero al fin ritenne i passi.
45.1E questa opera fu del vecchio Atlante,
45.2di cui non cessa la pietosa voglia
45.3di trar Ruggier del gran periglio instante:
45.4di ciò sol pensa e di ciò solo ha doglia.
45.5Però gli manda or l'ippogrifo avante,
45.6perché d'Europa con questa arte il toglia.
45.7Ruggier lo piglia, e seco pensa trarlo;
45.8ma quel s'arretra, e non vuol seguitarlo.
46.1Or di Frontin quel animoso smonta
46.2(Frontino era nomato il suo destriero),
46.3e sopra quel che va per l'aria monta,
46.4e con li spron gli adizza il core altiero.
46.5Quel corre alquanto, et indi i piedi ponta,
46.6e sale inverso il ciel, via più leggiero
46.7che 'l girifalco, a cui lieva il capello
46.8il mastro a tempo, e fa veder l'augello.
47.1La bella donna, che sì in alto vede
47.2e con tanto periglio il suo Ruggiero,
47.3resta attonita in modo, che non riede
47.4per lungo spazio al sentimento vero.
47.5Ciò che già inteso avea di Ganimede
47.6ch'al ciel fu assunto dal paterno impero,
47.7dubita assai che non accada a quello,
47.8non men gentil di Ganimede e bello.
48.1Con gli occhi fissi al ciel lo segue quanto
48.2basta il veder; ma poi che si dilegua
48.3sì, che la vista non può correr tanto,
48.4lascia che sempre l'animo lo segua.
48.5Tuttavia con sospir, gemito e pianto
48.6non ha, né vuol aver pace né triegua.
48.7Poi che Ruggier di vista se le tolse,
48.8al buon destrier Frontin gli occhi rivolse:
49.1e si deliberò di non lasciarlo,
49.2che fosse in preda a chi venisse prima;
49.3ma di condurlo seco, e di poi darlo
49.4al suo signor, ch'anco veder pur stima.
49.5Poggia l'augel, né può Ruggier frenarlo:
49.6di sotto rimaner vede ogni cima
49.7et abbassarsi in guisa, che non scorge
49.8dove è piano il terren né dove sorge.
50.1Poi che sì ad alto vien, ch'un picciol punto
50.2lo può stimar chi da la terra il mira,
50.3prende la via verso ove cade a punto
50.4il sol, quando col Granchio si raggira;
50.5e per l'aria ne va come legno unto
50.6a cui nel mar propizio vento spira.
50.7Lasciànlo andar, che farà buon camino,
50.8e torniamo a Rinaldo paladino.
51.1Rinaldo l'altro e l'altro giorno scórse,
51.2spinto dal vento, un gran spazio di mare,
51.3quando a ponente e quando contra l'Orse,
51.4che notte e dì non cessa mai soffiare.
51.5Sopra la Scozia ultimamente sorse,
51.6dove la selva Calidonia appare,
51.7che spesso fra gli antiqui ombrosi cerri
51.8s'ode sonar di bellicosi ferri.
52.1Vanno per quella i cavallieri erranti,
52.2incliti in arme, di tutta Bretagna,
52.3e de' prossimi luoghi e de' distanti,
52.4di Francia, di Norvegia e de Lamagna.
52.5Chi non ha gran valor, non vada inanti;
52.6che dove cerca onor, morte guadagna.
52.7Gran cose in essa già fece Tristano,
52.8Lancillotto, Galasso, Artù e Galvano,
53.1et altri cavallieri e de la nuova
53.2e de la vecchia Tavola famosi:
53.3restano ancor di più d'una lor pruova
53.4li monumenti e li trofei pomposi.
53.5L'arme Rinaldo e il suo Baiardo truova,
53.6e tosto si fa por nei liti ombrosi,
53.7et al nochier comanda che si spicche
53.8e lo vada aspettar a Beroicche.
54.1Senza scudiero e senza compagnia
54.2va il cavallier per quella selva immensa,
54.3facendo or una et or un'altra via,
54.4dove più aver strane aventure pensa.
54.5Capitò il primo giorno a una badia,
54.6che buona parte del suo aver dispensa
54.7in onorar nel suo cenobio adorno,
54.8le donne e i cavallier che vanno attorno.
55.1Bella accoglienza i monachi e l'abbate
55.2fêro a Rinaldo, il qual domandò loro
55.3(non prima già che con vivande grate
55.4avesse avuto il ventre amplo ristoro)
55.5come dai cavallier sien ritrovate
55.6spesso aventure per quel tenitoro,
55.7dove si possa in qualche fatto eggregio
55.8l'uom dimostrar, se merta biasmo o pregio.
56.1Risposongli ch'errando in quelli boschi,
56.2trovar potria strane aventure e molte:
56.3ma come i luoghi, i fatti ancor son foschi;
56.4che non se n'ha notizia le più volte.
56.5- Cerca (diceano) andar dove conoschi
56.6che l'opre tue non restino sepolte,
56.7acciò dietro al periglio e alla fatica
56.8segua la fama, e il debito ne dica.
57.1E se del tuo valor cerchi far prova,
57.2t'è preparata la più degna impresa
57.3che ne l'antiqua etade o ne la nova
57.4giamai da cavallier sia stata presa.
57.5La figlia del re nostro or se ritrova
57.6bisognosa d'aiuto e di difesa
57.7contra un baron che Lurcanio si chiama,
57.8che tor le cerca e la vita e la fama.
58.1Questo Lurcanio al padre l'ha accusata
58.2(forse per odio più che per ragione)
58.3averla a mezza notte ritrovata
58.4trarr'un suo amante a sé sopra un verrone.
58.5Per le leggi del regno condannata
58.6al fuoco fia, se non truova campione
58.7che fra un mese, oggimai presso a finire,
58.8l'iniquo accusator faccia mentire.
59.1L'aspra legge di Scozia, empia e severa,
59.2vuol ch'ogni donna, e di ciascuna sorte,
59.3ch'ad uom si giunga, e non gli sia mogliera,
59.4s'accusata ne viene, abbia la morte.
59.5Né riparar si può ch'ella non pèra,
59.6quando per lei non venga un guerrier forte
59.7che tolga la difesa, e che sostegna
59.8che sia innocente e di morire indegna.
60.1Il re, dolente per Ginevra bella
60.2(che così nominata è la sua figlia),
60.3ha publicato per città e castella,
60.4che s'alcun la difesa di lei piglia,
60.5e che l'estingua la calunnia fella
60.6(pur che sia nato di nobil famiglia),
60.7l'avrà per moglie, et uno stato, quale
60.8fia convenevol dote a donna tale.
61.1Ma se fra un mese alcun per lei non viene,
61.2o venendo non vince, sarà uccisa.
61.3Simile impresa meglio ti conviene,
61.4ch'andar pei boschi errando a questa guisa:
61.5oltre ch'onor e fama te n'aviene
61.6ch'in eterno da te non fia divisa,
61.7guadagni il fior di quante belle donne
61.8da l'Indo sono all'Atlantee colonne;
62.1e una ricchezza appresso, et uno stato
62.2che sempre far ti può viver contento;
62.3e la grazia del re, se suscitato
62.4per te gli fia il suo onor, che è quasi spento.
62.5Poi per cavalleria tu se' ubligato
62.6a vendicar di tanto tradimento
62.7costei, che per commune opinione,
62.8di vera pudicizia è un paragone. -
63.1Pensò Rinaldo alquanto, e poi rispose:
63.2- Una donzella dunque de' morire
63.3perché lasciò sfogar ne l'amorose
63.4sue braccia al suo amator tanto desire?
63.5Sia maladetto chi tal legge pose,
63.6e maladetto chi la può patire!
63.7Debitamente muore una crudele,
63.8non chi dà vita al suo amator fedele.
64.1Sia vero o falso che Ginevra tolto
64.2s'abbia il suo amante, io non riguardo a questo:
64.3d'averlo fatto la loderei molto,
64.4quando non fosse stato manifesto.
64.5Ho in sua difesa ogni pensier rivolto:
64.6datemi pur un chi mi guidi presto,
64.7e dove sia l'accusator mi mene;
64.8ch'io spero in Dio Ginevra trar di pene.
65.1Non vo' già dir ch'ella non l'abbia fatto;
65.2che nol sappiendo, il falso dir potrei:
65.3dirò ben che non de' per simil atto
65.4punizion cadere alcuna in lei;
65.5e dirò che fu ingiusto o che fu matto
65.6chi fece prima li statuti rei;
65.7e come iniqui rivocar si denno,
65.8e nuova legge far con miglior senno.
66.1S'un medesimo ardor, s'un disir pare
66.2inchina e sforza l'uno e l'altro sesso
66.3a quel suave fin d'amor, che pare
66.4all'ignorante vulgo un grave eccesso;
66.5perché si de' punir donna o biasmare,
66.6che con uno o più d'uno abbia commesso
66.7quel che l'uom fa con quante n'ha appetito,
66.8e lodato ne va, non che impunito?
67.1Son fatti in questa legge disuguale
67.2veramente alle donne espressi torti;
67.3e spero in Dio mostrar che gli è gran male
67.4che tanto lungamente si comporti. -
67.5Rinaldo ebbe il consenso universale,
67.6che fur gli antiqui ingiusti e male accorti,
67.7che consentiro a così iniqua legge,
67.8e mal fa il re, che può, né la corregge.
68.1Poi che la luce candida e vermiglia
68.2de l'altro giorno aperse l'emispero,
68.3Rinaldo l'arme e il suo Baiardo piglia,
68.4e di quella badia tolle un scudiero,
68.5che con lui viene a molte leghe e miglia,
68.6sempre nel bosco orribilmente fiero,
68.7verso la terra ove la lite nuova
68.8de la donzella de' venir in pruova.
69.1Avean, cercando abbreviar camino,
69.2lasciato pel sentier la maggior via;
69.3quando un gran pianto udîr sonar vicino,
69.4che la foresta d'ogn'intorno empìa.
69.5Baiardo spinse l'un, l'altro il ronzino
69.6verso una valle onde quel grido uscia:
69.7e fra dui mascalzoni una donzella
69.8vider, che di lontan parea assai bella;
70.1ma lacrimosa e addolorata quanto
70.2donna o donzella o mai persona fosse.
70.3Le sono dui col ferro nudo a canto,
70.4per farle far l'erbe di sangue rosse.
70.5Ella con preghi differendo alquanto
70.6giva il morir, sin che pietà si mosse.
70.7Venne Rinaldo; e come se n'accorse,
70.8con alti gridi e gran minaccie accorse.
71.1Voltaro i malandrin tosto le spalle,
71.2che 'l soccorso lontan vider venire,
71.3e se appiattâr ne la profonda valle.
71.4Il paladin non li curò seguire:
71.5venne a la donna, e qual gran colpa dàlle
71.6tanta punizion, cerca d'udire;
71.7e per tempo avanzar, fa allo scudiero
71.8levarla in groppa, e torna al suo sentiero.
72.1E cavalcando poi meglio la guata
72.2molto esser bella e di maniere accorte,
72.3ancor che fosse tutta spaventata
72.4per la paura ch'ebbe de la morte.
72.5Poi ch'ella fu di nuovo domandata
72.6chi l'avea tratta a sì infelice sorte,
72.7incominciò con umil voce a dire
72.8quel ch'io vo' all'altro canto differire.
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