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XXXII

Antonio di Meglio (1384–1448)
Poesie

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1.1Giovanni mio, i' sono or concio in modo
1.2che non ne beccherebbon le cornacchie,
1.3e mogliama, pel dir, dice: «Tu gracchie».
1.4Risponde al mugghiar mio ch'i' pago il frodo.
2.1E così, quando più caldo mi rodo,
2.2dice: «Chiama or le troie e le poltracchie;
2.3vedi che pur si scuopron or le macchie
2.4de' vostri inganni; or, Domine, voi lodo!»
3.1Grattando mi toccò la masserizia,
3.2che qual tu debbi credere era in punto,
3.3e disse: — Ecco il ristor di mia trestizia;
4.1ma va' là, va' ché i can pur t'hanno giunto!»
4.2Per ch'io risposi: «A tempo di dovizia
4.3tu ne portasti l'olio e 'l grasso e l'unto —.
5.1E ella: «Altri l'ha munto».
5.2Vorrei saper sed io posso per legge,
5.3se olio non ho, pagarla di coregge.
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