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XIX

Antonio di Meglio (1384–1448)
Poesie

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1.1Deus, in adiutorium meum intende.
1.2Domine, ad adiuvandum me festina.
1.3Miserere di me, sana me infermo,
1.4ché, se misericordia or non difende,
1.5tua severa giustizia in giù ruina
1.6l'alma mia ignuda e priva d'ogni schermo.
1.7Ben riconosco me vil, brutto vermo.
1.8Quanto ho cercato in su volar sanz'ali
1.9per soprastare il tutto!
1.10Tal ch'io non so come in giù tanto cali
1.11ch'io sia del fallo appena equal redutto
1.12per tormento, martìr, duol, pianto e lutto,
1.13per contrizione o penter ch'io mi faccia,
1.14se dalla grazia tua non viene il frutto,
1.15sanza la qual mai fia chi satisfaccia.
1.16Per che, Signor, ti piaccia
1.17armarmi d'umiltà contra superba,
1.18meco spigata, meco nata in erba.
2.1Deus, in adiutorium meum intende.
2.2Domine, ad adiuvandum me festina,
2.3ché 'l mio delitto e la mia ingiustizia
2.4non t'è nascosta, che mi' alma rende
2.5livida, brutta, bieca, e più la 'nclina
2.6a rallegrarsi dell'altrui tristizia
2.7e conturbarsi d'ogni altrui letizia
2.8e di qualunque sale o è salito,
2.9in palese o in occulto
2.10a nuocer sempre, acceso all'apetito
2.11di risse e divisioni e mal tumulto.
2.12Ahi, vizio iniquo, c'hai barbato e sculto
2.13tanto dentro da lei li velen tuoi
2.14ch'ogni amor v'è del prossimo sepulto!
2.15Per che, Signor, ch'amor sol vuoi da noi,
2.16deh, piacciati, ché puoi,
2.17fondarmi in carità contro alla invidia,
2.18che 'l corruppe e giù 'l mondo infastidia.
3.1Deus, in adiutorium meum intende.
3.2Domine, ad adiuvandum me festina.
3.3Putre e corrutte son mie cicatrici
3.4dalla faccia dell'ira, che dipende
3.5dalla tua indignazion, che fa meschina
3.6l'alma, se con pietà lei non respici.
3.7O bramosi pensier, sempre infelici,
3.8involuti ne' ben del mondo rei,
3.9sperando in lor quïete
3.10e quelli assumer degli altrui omei,
3.11nessuna coscïenza vi repete!
3.12Non si può spegner l'insaziabil sete
3.13ch'oltra tutto togli, trai e tieni;
3.14ma quanto s'ha di lor vie più sapete.
3.15Adunque, o largitor di veri beni,
3.16per grazia mi sovieni
3.17di santa largità contra avarizia,
3.18c'ha maggior fame quant'è in più divizia.
4.1Deus, in adiutorium meum intende.
4.2Domine, ad adiuvandum me festina.
4.3In mie peccati e iniquità concetto,
4.4monda 'l peccato reo, che l'alma accende
4.5sanza mesura, regola o dottrina
4.6e sanza freno, riguardo o rispetto
4.7al mal, che sì impedisce l'intelletto
4.8che non può cerner vero in alcun modo.
4.9Ma, s'ascolto o rispondo,
4.10tutto imperfetto dico e così odo.
4.11Sommergerei per poca ingiuria il mondo;
4.12sempre conturbo ogni loco giocondo
4.13e sempre ho il viso del color del core:
4.14vivo superbo, ontoso e furibondo.
4.15Per che te priego, o sommo Redentore,
4.16ch'io sia col tuo valore
4.17benigno e mansüeto contro a l'ira,
4.18ch'altri, possendo, e sé rode e martira.
5.1Deus, in adiutorium meum intende.
5.2Domine, ad adiuvandum me festina,
5.3ché i miei dì declinati son com'ombra.
5.4Secco qual fieno, e brutta forma prende
5.5l'alma di vilpistrello, e già vicina
5.6al passo che da' membri la disgombra;
5.7e pur di tristi e rei pensier s'ingombra,
5.8ne' quai s'involve e si ristringe e fascia.
5.9Mai nullo bene spera;
5.10languida e malinconica s'accascia
5.11con Tesifone, Aleto e con Megera.
5.12D'ogni ben si sconfida e 'l mal s'avera;
5.13dolente vive, pigra e negligente.
5.14Per che, quantunque già sia presso a sera,
5.15piacciati farmi, o Padre onnipotente,
5.16sollicito e fervente,
5.17con virtù pugnator contra l'accidia,
5.18ch'aghiada ogni alma nelle qual s'anida.
6.1Deus, in adiutorium meum intende.
6.2Domine, ad adiuvandum me festina.
6.3O Redentor del popol d'Israele,
6.4vedi a quanta viltà l'alma conscende,
6.5che s'è fatta de' cibi una cocina
6.6per contentar del senso ogni suo velle,
6.7essercitando il gusto a tutte quelle
6.8ingorde ghiottonie che 'mpinzan l'epa,
6.9di vini e di vivande
6.10fatto un sacco ripien, tanto che criepa.
6.11E, oltr'al secondar le sue domande,
6.12sprezza il ber l'acque, il mangiar quelle ghiande
6.13degli antichi, pe' quai si dice e crede
6.14che vizio in lor non fu, piccol o grande.
6.15Per che, Signor ond'ogni ben procede,
6.16per tua grazia e mercede
6.17fammi astinente e sobrio contro a gola,
6.18ch'occupa il corpo e i ben dell'alma imbola.
7.1Deus, in adiutorium meum intende.
7.2Domine, ad adiuvandum me festina
7.3e non entrar col tuo servo in giudicio,
7.4ché mai giustificato uom si comprende
7.5nel tuo cospetto, o maiestà divina,
7.6non ch'io, sanza virtù, pien d'ogni vizio,
7.7fatto recetto, albergo e tristo ospicio
7.8d'ogni lascivia e crudel voluptate.
7.9Fornicazio e libido
7.10m'han converso in natura e qualitate
7.11porcina, al seguir Venere e Cupido;
7.12per ch'a misericordia e piatà grido
7.13piangendo, o Signor mio, ch'al dar sentenza
7.14di me sien teco, perch'ancor m'affido
7.15che mi concederai per tua clemenza
7.16verace continenza
7.17di santa castità contro a lussuria,
7.18ond'esce il mal con che più l'uom t'ingiuria.
7.19— Deus, in adiutorium meum intende.
7.20Domine, ad adiuvandum me festina.
7.21E tu ora per me, del ciel Regina.
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