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Antonio di Meglio (1384–1448)
Poesie

PoeTree.it

1.1«Amico a me sì grato e tanto caro,
1.2quanto che amor reciprico richiede
1.3il tuo da me, ch'or m'è sì noto e chiaro
2.1nel sommo vero, ov'ogni ver si vede,
2.2e che mosse cagion ch'io qui venissi,
2.3tanto truovo nel ciel grazia e mercede,
3.1e, come prima nel mio giugner dissi,
3.2coglier tu spine, aver possendo rose,
3.3è la cagion che te medesmo abissi,
4.1ch'al tuo fervente amar si contrapose
4.2disperazion del perder di mia essenzia
4.3e fé biasmarti le laudabil cose.
5.1E perché alla divina Providenzia,
5.2che mai cose ordinò, se non perfette,
5.3non debbe de' mortali ostar sentenzia,
6.1le querelle narrate e le concette,
6.2c'hai per me fatte e fai fuor del dovuto,
6.3per tal errore in odio al ciel ti mette;
7.1e se' per questo fallo sì caduto
7.2che nulla puoi trovar che ti sovegna,
7.3se 'l vigor del mio dir non è in tuo aiuto.
8.1Dico ch'io nacqui in nobil patria e degna
8.2più ch'alcun'altra e delle più leggiadre
8.3che stato popular liber mantegna,
9.1di sì eccellente e sì famoso padre
9.2quanto che in essa fusse o mai nascesse,
9.3né men chiara in suo grado ebbi la madre;
10.1e ben che gran ricchezze e stato avesse,
10.2gran numer d'amicizie e di parenti,
10.3civil e popular più ch'altr'uom resse,
11.1da principi, signor grandi e potenti
11.2amato, riverito e reputato,
11.3en grazia universal di tutte genti.
12.1Il tesorier di Cristo fu chiamato,
12.2tanto fu largo e gran limosiniero,
12.3onde 'l premio nel ciel gode or beato;
13.1qual io trovai fratel, non fa mestiero
13.2dirti, ché 'l sai, ma sempre padre il tenni,
13.3ché mai fu di fratello amor sì vero.
14.1Con tante grazie e doni al mondo venni
14.2in infanzia nutrito e in puerile,
14.3che me' non si nutrisce e più solenni;
15.1ma, poi ch'io giunsi a l'età giovinile,
15.2nella qual l'intelletto nostro inizia
15.3e del bene e del mal cerner lo stile,
16.1pur de' ben temporal l'aver divizia
16.2fece che l'appetito sensitivo
16.3più m'incitò a sua falsa letizia,
17.1seguendo il van diletto e transitivo,
17.2i canti, balli, suon, solazzi e feste,
17.3in ricche gioie e in apparer giulivo
18.1ed in grandi apparati e belle veste.
18.2O falsa speme di trovar quïete
18.3in chi centuplicar fa le moleste,
19.1ch'a quel che più ne bee più cresce sete,
19.2per fin che la ragion presi per freno,
19.3senza qual peggio assai che bruti sète!
20.1Per lei il senso di voluttà pieno
20.2conobbi, e intesi le mal conosciute
20.3fallacie e 'l dolce suo mortal veleno.
21.1Questa mi spinse a seguitar virtute,
21.2mostrandomi per lei venirsi al porto
21.3dov'è riposta la nostra salute,
22.1per che, qual ape in prato, in campo o in orto
22.2sollicita ricerca i varî fiori
22.3per trarne suo sussidio o suo diporto,
23.1tal divenn'io a ricercar gli autori,
23.2poeti, storïografi e morali
23.3con varî e dilettevoli sapori:
24.1Plato, Aristotil, Seneca immortali
24.2per fama al mondo e Tullio ed altri molti,
24.3dove gustai più dolce che i fïali.
25.1Né fùr poi sopra me molti sol volti,
25.2ch'abito presi di civile onesto,
25.3pei degni frutti in lor da me ben colti,
26.1de' primi a' principal gradi richiesto
26.2e della patria a gran fatti antimesso,
26.3in cui essaltazion fui sempre desto.
27.1Qual mi fu data sposa lascio adesso
27.2nobile, onesta e bella, e del figliuolo
27.3fatto qual sai, ché lor viciti spesso.
28.1Per dirti come nel terreste suolo
28.2sol le virtù morali esser pensavo
28.3porto sicuro d'ogni nostro volo,
29.1onde per fama d'essermi studiavo
29.2prudente, forte, temperato e giusto,
29.3pur al perfetto fin non m'adrizzavo;
30.1se non che 'l Pastor sommo, con quel frusto
30.2col qual ravia sue svïate ove,
30.3perch'al pascol suo vero fermin gusto,
31.1mi verberò sol per ridurmi dove
31.2comprender puoi che collocato sono,
31.3che mai disia chi v'è d'esser altrove.
32.1O di che amaro mal che dolce e bono
32.2trasse il Signor, del qual chi si lamenta
32.3è temerario e 'n tutto al peccar prono!
33.1Nel Quatrocento mille e tre con trenta
33.2alquanti congregati de' maggiori
33.3del reggimento a spander gran sementa,
34.1gran parte indotti de' signor Priori
34.2al proposito lor non buon né bello,
34.3m'a tôrne vita, ricchezze ed onori,
35.1con fraude l'innocente mio fratello
35.2preson, contro di lui fatti Caini,
35.3sendo alla patria quale a Dio Abello,
36.1per far molt'altri spersi e noi meschini;
36.2e ciò venìa lor fatto, se non fosse
36.3Dio, che 'l cor punse de' buon cittadini,
37.1ch'a scampo suo per più ragion gli mosse:
37.2pria non far dir la patria ingiusta e 'ngrata,
37.3poi non mancasse a libertà sue posse.
38.1Io già disposizione avea fermata
38.2mettermi di suo scampo alla difesa,
38.3per giusto sdegno con voglia alterata;
39.1ma veri amici di cotale impresa
39.2mi tolson, dimostrando i gran perigli
39.3ch'era alla patria e del suo corpo offesa.
40.1Onde, per seguitare i lor consigli,
40.2mi dipartii, qual creder dei, dolente,
40.3lasciando lui fra sì dubbiosi artigli.
41.1Ma, come piacque al buon Padre clemente,
41.2que' cittadini, oppostisi a l'invidia
41.3de' mal disposti, e pur caütamente
42.1per in parte amortar la lor perfidia
42.2e allo scampo suo porger aussilio
42.3onde cessasse la mortale insidia,
43.1consentîr per men mal che 'l gran concilio
43.2ottenesse, uscito esso di lor mani,
43.3di porci nello iniquo, ingiusto essilio;
44.1ed alli illustri signor viniziani
44.2ci mandâr per dieci anni confinati
44.3con ordin contro a noi diversi e strani.
45.1Io taccio quanto fossimo onorati
45.2da quel prencipe illustre, che ridillo
45.3non puossi, e da tutti altri consolati.
46.1Or poi que' cittadin, che del tranquillo
46.2stato liber pacifico avean cura
46.3che non mancasse a libertà il vessillo,
47.1non possendo soffrir cosa sì oscura
47.2delli invidiosi, li qual noi cacciâro,
47.3perché vivean contro a dirittura,
48.1sì come piacque a Dio s'industriâro
48.2in forma sì che disciparon quelli
48.3non degni al seggio, e noi ripatriâro.
49.1Non ti maravigliar perch'io favelli
49.2brieve teco di ciò perché sai tutto
49.3e so quanto per noi te odiavan quelli.
50.1Or di qui nacque il glorïoso frutto
50.2di mia beatitudine in eterno,
50.3per trar di sì mal caso buon costrutto.
51.1Dissiti che credea col buon governo
51.2delle moral virtù farsi sicuro
51.3ogni qualunque stato in sempiterno;
52.1ma questo caso subito ed oscuro
52.2mi mostrò chiaramente quanto folle
52.3in ciò io era, over semplice e puro.
53.1Vidi che' ben mondan ci dà e tolle,
53.2come le piace e pare e vuol, Fortuna,
53.3e patto fermo con alcun mai volle.
54.1O nostra voluntà, sempre digiuna
54.2di possa al mondo e senza el ver suo obietto,
54.3come s'invischia e 'ntriga, allaccia e 'nfuna!
55.1Io vidi nebbia e vento per effetto
55.2ogni reputazione, ogni ricchezza,
55.3stato, parenti, amici o qual diletto,
56.1e chi voleva i ben, ch'avien fermezza
56.2e vera sicurtà, ponesse in cielo
56.3ogni sua speme, e non nella bassezza.
57.1Questo pensier dalla mia mente il velo
57.2levò dell'ignoranza, e vidi meglio
57.3ove dovea fondarsi ogni mio zelo.
58.1E la Scrittura santa per mio speglio
58.2presi, i divin teologi gustando
58.3del Testamento nuovo e sì del veglio.
59.1Vidi gli antichi padri ir profetando
59.2di Dio incarnare il Figlio, e di Maria
59.3nascere, e poi morir, l'uom ricomprando:
60.1Danïel, Samuel ed Isaia
60.2ed Enoch ed Elia ed Eliseo,
60.3Ieremia santo e 'l martir Zaccaria
61.1e quel che del suo fallo iniquo e reo
61.2domandò miserere, onde racquista
61.3per quel la grazia che di Dio perdéo,
62.1dico dell'amirando e gran salmista,
62.2per fino al profeta ultimo Giovanni,
62.3santo sopr'ogni santo, il buon Battista;
63.1come scampar dai diabolici inganni
63.2insegna Cristo agli apostoli suoi
63.3e la via di salire agli alti scanni
64.1ne' santi degni Evangelisti, a noi
64.2vero amaestramento che si speri
64.3che, amando il buon Gesù, perir non puoi;
65.1e i dottor venerandi, santi e veri
65.2splendidi lumi alla cristiana fede,
65.3che ci dan cognizion d'alti misteri.
66.1Ieromino less'io, da cui procede
66.2l'ordin dell'ufficiar di santa Chiesa
66.3e della Bibbia il lume che ne diede.
67.1Agustin lessi, la cui mente accesa
67.2del divin foco de' celesti lumi,
67.3di Dio la città vera ci palesa
68.1in libri ventidue, veraci fiumi
68.2di somma sapïenza; e lessi ancora
68.3molt'altri d'infiniti suoi volumi,
69.1e 'l dignissimo Ambrosio, il qual sì onora
69.2la militante Chiesa, e quel Gregorio,
69.3per cui il giusto Traiano in ciel dimora.
70.1Cirillo, Eusebio aver letto mi glorio,
70.2Toma d'Aquino, Basilio, Ugo e Beda
70.3e altri assai, il cui santo adiutorio
71.1a' nimici di Dio tolgon gran preda».
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