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XIV

Antonio di Meglio (1384–1448)
Poesie

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1.1Crudel Rinaldo, cavalier superbo,
1.2privato di mie schiatta e d'ogni onore,
1.3ingrato alla mie patria e traditore,
1.4fra costor pendo il più iniquo e acerbo.
2.1Aspido della mente e del colore,
2.2strambo, travolto, ontuoso e pien d'inganno,
2.3son di messer Rinaldo il brutto Ormanno,
2.4che pendo allato al padre traditore.
3.1Di tradimenti, falsità e inganni
3.2contro a mie patria già maestro dotto,
3.3però qui pendo col capo di sotto
3.4e di messer Rinaldo son Giovanni.
4.1Per ladro, per ruffiano e per ribaldo,
4.2imprima delle forche bando avendo,
4.3Lisca Peruzzi son, che po' qui pendo
4.4per seguir l'orma di messer Rinaldo.
5.1Non credo che, coniglio o lepre fussi
5.2di me più vile e in parole gagliardo,
5.3poltron, ghiotton, falseron, bugiardo,
5.4traditor, son Lodovico de' Rossi.
6.1Niccolò son d'Anton Gianfigliazzi io,
6.2detto Sacchin, di Pasignan già abate,
6.3bastardo, mulo e qui pendo, sappiate,
6.4perché cercai tradir la patria e Dio.
7.1Contro alla patria a spiegate bandiere
7.2venni, e de' Gianfigliazzi son Papino,
7.3ladro, pazzo, ruffiano e assassino
7.4fui sempre di natura e barattiere.
8.1E più di mie stirpa han questa pecca,
8.2d'essere o ladri o barattieri o pazzi
8.3o traditori, e io de' Gianfigliazzi
8.4son Baldassarri, detto Carnesecca.
9.1I' son Lamberto Lamberteschi, a cui
9.2ben si può dire: «A te volò il cervello»,
9.3con questi traditor farmi rubello
9.4della mia patria, ove gran ricco fui.
10.1Il mio padre Niccolò Barbadori
10.2spogliatore di chiese e di spedali
10.3più ch'io Bernardo, cagion de' mie mali
10.4pianger dovresti fra noi traditori.
11.1Ma più trovossi sbanditi o rubelli
11.2di quest'alma città, che, per tornare,
11.3suo libertà tentassi maculare,
11.4altri che questi rei traditor felli.
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