about
people
how to cite
dataset
versions
json schema
resources
browse
search
authors
books

XII

Antonio di Meglio (1384–1448)
Poesie

PoeTree.it

1.1Poi che lieta Fortuna e 'l ciel favente,
1.2l'eterno Iddio benigno e grazioso
1.3tanto a quest'alma patria esser si vede,
1.4genuflesso, le man, gli occhi e la mente,
1.5o popul fiorentin sì glorïoso,
1.6liev'alto a Quello ond'ogni ben procede,
1.7e delle grazie che lui ti concede
1.8lodal per sempre, ringrazia e adora,
1.9col core il nome suo grolificando,
1.10te sempre dimostrando
1.11grata de' benifici c'hai da lui,
1.12veggendo il sormontar che fai ognora;
1.13ch'ognindì più rinfiora
1.14tuo gran potenza dominando altrui.
1.15E se ben guardi cui,
1.16stupefatto vedrai che tanto bene
1.17non senza grazia e divin don ti viene.
2.1O cittadin, di cotal madre figli,
2.2ch'esser si vede a tutto 'l mondo specchio,
2.3il mio fedel parlar, per dio, gustate,
2.4degno ricordo al cansarvi e perigli.
2.5Veduto che a' mie dì, ché non son vecchio,
2.6centuplicar v'ho visti in degnitate,
2.7guardando a' luoghi e le terre acquistate
2.8in questo tempo, i' penso qual cagione
2.9al domin vostro soggiacer le face,
2.10o per guerre o per pace.
2.11Sopra venuto chiaramente veggio,
2.12nato dal proprio amor, divisïone,
2.13che, per ambizione
2.14di soprastare, a molti ha tolto il seggio,
2.15del ben cadendo al peggio.
2.16E quinci son le disvïate gregge
2.17sommesse a chi più può o che me' regge.
3.1S'i' dico il vero, il testimoni Arezzo,
3.2le cui tante discordie sotto il giogo
3.3vostro condussor, benché dolce e leve
3.4stato li sia, ch'or gli è lenato il vezzo
3.5ch'avea d'andare a sacco ognindì in luogo,
3.6collo spander di sangue assai più greve.
3.7Quivi apresso è Cortona, ch'a dir breve
3.8Luigi il Gobbo da Casal ne diede
3.9usando nel suo sangue tal magagna,
3.10parte della Romagna
3.11con gli Ubertini e così Lunigiana.
3.12Solo per questo Pisa si possiede,
3.13che si comprende e vede
3.14quanto già glorïosa fu in Toscana
3.15suo potenza lontana;
3.16non pure intorno a sé sai quanto valse:
3.17donna e regina fu dell'onde salse.
4.1Po' ne' mie dì, per division far segno,
4.2de' Gambacorti, Agnel, d'Appian, del Duca
4.3dove condotti son dir non bisogna;
4.4ma lasciàn de' tu' acquisti ognun sì degno,
4.5se fai che 'n te giustizia sempre luca.
4.6E pel contrario l'altrui gran vergogna
4.7trattian. Di', non vid'io, tu 'l sai, Bologna
4.8quattro volte in un dì voltare stato,
4.9senza che prima e poi molte fïate
4.10mutar suo facultate
4.11ora in questo or in quel? L'han soggiogata
4.12con numero infinito smozzicato.
4.13Questo avien che 'l privato
4.14forza contra ragion prende, o gli è data
4.15da questo annicchilata
4.16ogni qualunque patria più potente.
4.17E guai a chi del mal tardi si pente!
5.1Quanti regni, province, luoghi e terre
5.2venuti sono all'ultimo esterminio
5.3non per altra cagion che per discordia,
5.4cui non poté mai forze d'altrui guerre
5.5abbatter lor governo e lor dominio,
5.6mentre ch'al comun ben fùr di concordia.
5.7Di qui, per grazia e per misericordia
5.8di voi medesmi, allegasi e ricordi
5.9dell'alta Roma in che grandezza venne,
5.10mentre caro si tenne
5.11ne' suoi liber buon figli il ben comune
5.12e non qual del privato poi s'ingordi.
5.13Per dio, siate concordi
5.14al tirar tutti uniti a una fune;
5.15e l'altrui ree fortune
5.16vi faccin lume al ben ch'i' dico attendere,
5.17ché mai poi per gnun caso si può scendere.
6.1Le predette discordie assiser Troia,
6.2Tebe e Attene e di Sicilia el regno,
6.3pianse Cartago la setta barchina;
6.4e altre mille questa infernal noia,
6.5per non trar al comun ben dritto al segno,
6.6ha messo in basso e 'n ultima rüina.
6.7Non fé quïeta patria Catellina,
6.8Fimbria, Cinna, Cerbone o Mario o Silla
6.9né li cesari o pompeian costumi,
6.10che feron laghi e fiumi
6.11del civil sangue per far sé maggiori,
6.12né 'l potean far colla patria tranquilla.
6.13Quest'è quel ch'annicchilla
6.14ben comuni e privati e fa minori,
6.15come gli uniti cori
6.16del ben comune fortifican lo stato:
6.17quel poi cresce e sicura il ben privato.
7.1Seguasi l'orme del buon Lucio Bruto,
7.2che pel publico ben duo figli a morte
7.3giudicò, stando loro a fronte a fronte;
7.4d'Orazio Cocles, che fu sol veduto,
7.5per la patria salvar, combatter forte,
7.6finché dietro da sé tagliar fé 'l ponte;
7.7di Muzio o Curzio o buon Deci, che sponte
7.8voltârsi a morte, per fare alta e grande
7.9lor patria, o 'l buon Publicola o gli Spuri
7.10de' larghi Emili e Curi,
7.11de' trecento sei Fabi in una schiera,
7.12di Mallio, che del figlio il sangue spande,
7.13perché da tutte bande
7.14fosse giustizia al ben comun lumiera;
7.15di Regul, ch'aspra e fera
7.16morte sostenne e non schifò il periglio,
7.17per rendere alla patria san consiglio.
8.1Quinti, Metelli e Dentati e Fabbrizi,
8.2Flacchi, Vergini, Garuli e Camilli,
8.3Caton, Corneli, Marcelli e Semproni
8.4vi sieno assempio a discacciar que' vizi,
8.5ch'abbatterien vostri liber vesilli,
8.6tenendo al sormontar lor modi boni.
8.7Spengasi il mormorar de' sussorroni,
8.8per li quai si nutrisce ogni resia!
8.9Chi d'amore e concordia tratta abbraccisi,
8.10sospetto e odio iscaccisi,
8.11non per grandigia all'un far l'altro offese,
8.12poi non è sotto il ciel, né fu, né fia,
8.13istato o signoria
8.14tanto sicura o in più bel paese,
8.15qual si vedrà palese
8.16esser l'eccelsa mia patria Fiorenza,
8.17non gnuna in miglior grado o più potenza.
9.1— Pura fede alla patria e grande amore,
9.2canzona, il tuo fattore
9.3mosse con basso stile a tanta impresa;
9.4il perché, se di ciò tu se' ripresa,
9.5scusine il buon volere e dieti ardire
9.6d'innanimar più desta patria i civi,
9.7fuggendo i vizi e le virtù seguire,
9.8le quai dopo il morire
9.9fa gli uomeni per fama al mondo vivi.
9.10Conchiudi ove arrivi
9.11che 'l premiare de' buon, punir chi erra
9.12pace, riposo e bene è d'ogni terra.
Supported by the Czech Science Foundation (GA23-07727S)