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IX

Antonio di Meglio (1384–1448)
Poesie

PoeTree.it

1.1Maraviglioso Amor, mi fai sentire
1.2la forza tua più ch'a null'altro amante
1.3per quelle luci sante,
1.4che mi fêr sottoposto al tuo valore,
1.5per forma tal ch'omai non val fuggire,
1.6né contro al tuo voler esser errante,
1.7perché d'un dïamante
1.8fu 'l nodo col qual m'alacciò il core
1.9l'angelico splendore
1.10di quella, che a te mi sottomise,
1.11allor che me da me stesso divise.
2.1Amor, già non mi duol l'esser subietto
2.2a te per cosa tal, né mi dorrei
2.3per ciò che a' sacri dei
2.4saria tal subiezion solenne dono;
2.5ma duolmi che conosco me imperfetto,
2.6ché a tanta resistenzia non potrei
2.7reggere i sensi miei,
2.8perché sento l'ardor nel qual io sono,
2.9per forma che abandono
2.10speranza omai di mantenermi in vita,
2.11se essa teco insieme non m'aita.
3.1Degna cosa è ch'alto signor consenta
3.2l'aiuto del suo umil e fedel servo;
3.3dunque non star protervo
3.4a me, tuo sì fedel, porger soccorso,
3.5ché non sol una cosa mi tormenta,
3.6ma molte son, perché con duol acervo
3.7già tutto mi disnervo,
3.8ch'assai si sa là dove son trascorso.
3.9Sarò con ragion morso
3.10da chi dirà, gabbandomi: «Costui
3.11si muor per quel che riprendea sì altrui».
4.1Dunque ritieni in parte, Amor, quel foco
4.2che all'altrui menti mi può far palese;
4.3siemi, signor, cortese.
4.4Lieve t'è far la grazia ch'io domando;
4.5deh, sì, ch'io mi consumo a poco a poco
4.6per tema che le fiamme dentro accese
4.7non sian di fuor comprese!
4.8O signor caro, io mi ti racomando;
4.9e se morire amando
4.10pur mi convien, signor, ciò mi fia gioia,
4.11se non si sa per cui languendo muoia!
5.1Ahi, lasso a me, ché s'io sapessi ch'io
5.2avessi conversato co' suoi stretti
5.3per guastare i diletti,
5.4che porgon gli occhi belli a chi gli mira
5.5di quella me empié del gran disio
5.6quando sì fiso a rimirar gli stetti,
5.7fariensi a me sospetti
5.8e sì ripien di ragionevol ira!
5.9Omè, ché mi martira
5.10più che alcun'altra pena questa tema,
5.11sì che già per vergogna il cor mi trema!
6.1La tua somma pietà or mi difenda,
6.2glorïoso signor, da caso tale
6.3se degno priego vale
6.4nella divina tua somma potenza.
6.5Deh, non voler ch'io bestial forma prenda
6.6per adorare il tuo dorato strale!
6.7O sire imperïale,
6.8dimostra in me la tua somma eccellenza
6.9con quella providenza
6.10che sai adoperar, quando tu vuoi
6.11giovare a quei che, qual io, si fan tuoi!
7.1E tu, o sacra e veneranda dea,
7.2per cui il mondo d'onestà si veste,
7.3venuta dal celeste
7.4per essemplo d'onore in forma umana,
7.5volgi gli occhi pietosi alla mia rea
7.6passion cruda, e le mie gran moleste
7.7a te sien manifeste,
7.8ch'io son nuovo Ateon, già per Dïana
7.9consunto alla fontana,
7.10per lo disio sfrenato che in me nacque,
7.11allor che tua beltà tanto mi piacque.
8.1Null'altra cosa mai mi piacque tanto
8.2quanto l'adorno viso e quello sguardo,
8.3onde l'acceso dardo
8.4uscì, da te mandato nel mio core,
8.5e l'onesto parlare accorto e santo,
8.6la vaga leggiadria col gran riguardo.
8.7Alma gentile, io ardo
8.8se non mitighi in parte il gran calore,
8.9ch'acceso ha in me Amore,
8.10quando con forza della tua beltate
8.11mi venne a trar della mia libertate.
9.1Andrai, canzone, colà dove tu sai
9.2che 'l mio disio continuo si posa,
9.3e con voce pietosa
9.4il foco in che mi truovo manifesta
9.5a quella ninfa, i cui vaghi rai
9.6e' mi raccendon di fiamma amorosa,
9.7ché mai maravigliosa
9.8cosa non fu nel mondo quanto questa.
9.9E accorta e modesta
9.10sarai a dirle: «Il vostro servo unìco
9.11con fede v'ama assai più ch'io non dico».
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