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V

Antonio di Meglio (1384–1448)
Poesie

PoeTree.it

1.1I' non credetti che da poi che Morte
1.2tolse il bel viso angelico di terra
1.3e i leggiadri, gentil sembianti ornati
1.4d'alta onestate e le parole accorte,
1.5fren de' caldi disii, che 'n dolce guerra
1.6mi tennon tanto dentro al mio cor nati,
1.7gli occhi dolenti miei, due fonte stati
1.8di lagrime, poi sempre poter cosa
1.9vedere al mondo dilettevol tanto
1.10che, presentato al cor che 'l nutria pianto,
1.11rendesse Lena a lui di qualche posa.
1.12O Dio, maravigliosa
1.13operazion, che 'l nome dal mio core
1.14tanto chiamato Amore
1.15rendee per luce di beltà serena,
1.16tal che a Parìs non mai sì piacque Elèna!
2.1Né pensav'io, da mia patria lontano,
2.2per crudel, fredda, acerba stagion dura,
2.3fra martir tanti in non più suto loco,
2.4che non dovesse adoperata invano
2.5avere ogni sua arte, ogni armadura
2.6Amor da subiugarmi assai o poco.
2.7E ora in un momento un dolce foco
2.8dai caldi razzi d'esta nuova iddia,
2.9com'a lui piacque, dentro al cor m'è acceso,
2.10ché patria, stagion cruda o martir preso
2.11rimembro o sento, anzi ben fugge via
2.12dall'alma, che fu mia;
2.13or lieta serva altrui ciascuna noia,
2.14e sol pensar m'è gioia
2.15la grazia del signor che mi mantiene
2.16Lena di contemplar sì sommo bene.
3.1Quanto dolce sent'io nel cor, qualora
3.2penso fra me l'aventuroso giorno
3.3ch'io fui condotto a sì gioconda festa,
3.4dove questa gentil, che 'l ciel onora,
3.5lasciata ogni altra a lieto gioco intorno,
3.6sedeasi umilmente, altera e onesta,
3.7lietamente pensosa in bruna vesta
3.8fra più donne gentil d'età senile,
3.9che raguardavan lei qual cosa diva,
3.10maravigliose quanto ella appariva
3.11nella fiorita età sua giovinile,
3.12splendido specchio e stile,
3.13diritto e fermo allor d'ogni virtute,
3.14onde prendean salute
3.15di contemplar contente e mirar fiso
3.16le narrate eccellenzie e 'l suo bel viso.
4.1Amor, signor mio car, dunque, da poi
4.2che hai racceso in me con più vigore
4.3le fiamme spente e per tua grazia degno
4.4fattomi di veder negli occhi suoi,
4.5anzi splendide stelle, il gran valore,
4.6ch'acquistar può chi lei sotto 'l tuo segno
4.7serve puro, fedel con ogni ingegno,
4.8deh, piacciati per grazia almen che 'l mio
4.9puro, fedel servir le sia accetto,
4.10e, così come il mio gelido petto
4.11forza avesti infiammar solo in quel punto
4.12che innanzi a lei fu' giunto,
4.13ch'umil, benigna, quanto puoi, ti piaccia
4.14dell'alma mia la faccia,
4.15ché, poi che 'l corpo mi convien partire,
4.16a le' n'andrà per lei sempre servire.
5.1E sol d'esta gentil l'immagin sua
5.2ne porterò nel cor, signor mio caro,
5.3per la qual spero preservarmi in vita;
5.4e, se possibil m'è per grazia tua,
5.5di qual ti priego non m'essere avaro,
5.6ritrar cantando sua beltà infinita
5.7concedimel, signor, ché mai udita
5.8non fu dolcezza di tal maraviglia,
5.9se ben tornasse il tebano Anfïone;
5.10né fu ascolta sì da Pandeone
5.11quando cantòe più dolce mai la figlia,
5.12né in altrui busto e ciglia
5.13Febo audire allor che Marzia vinse,
5.14né chi lo 'nferno strinse
5.15per la sua amata al dolce suono allora
5.16ch'a le' n'andò per quindi trarla fuora.
6.1Ma perché a lingua umana ed intelletto
6.2saria impossibil le celeste cose
6.3degnamente essaltar quanto conviensi,
6.4te priego, invoco, chiamo e da te aspetto
6.5degno di indegno farmi a sì famose
6.6laude cantar, le quai non mai potriensi
6.7sanza 'l tuo aiuto. E sol ch'un poco pensi
6.8questa o di me ricordi, altro non chieggio
6.9per merito del mio servir fedele;
6.10e perché cor gentil non mai crudele
6.11fu, ma benigno, umil, conosco e veggio
6.12che questo acquistar deggio,
6.13perch'ella è sol di vera gentilezza
6.14dalla superna altezza
6.15venuta tal che spero, sì infiamato,
6.16per le' n'acquisterò l'esser beato.
7.1O canzonetta mia, perché tu sai
7.2l'effetto del mio cor e quant'io sono
7.3fermo onorar con fé sempre costei,
7.4umil, benigna e reverente andrai
7.5principalmente a dimandar perdono.
7.6Se chiesto hai più di quel che chieder dei
7.7al mio signor Amor, e ben vorrei
7.8che meglio ornata fussi, ma la scusa
7.9di tua impotenzia a chi t'ascolti o miri
7.10troverà in te. E, Amor, miei disiri
7.11tu ti sai bene e la mia fiamma chiusa
7.12e qual pensier m'ausa:
7.13esser fervente in ogni atto sollicito,
7.14costei quanto me licito
7.15sempre adorar, che d'ogni grazia è piena,
7.16né 'n ciò dispongo di mai perder Lena.
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