about
people
how to cite
dataset
versions
json schema
resources
browse
search
authors
books

IV

Antonio di Meglio (1384–1448)
Poesie

PoeTree.it

1.1O sire Amor, nelle cui fiamme acceso
1.2si diletta il mio cor, d'arder contento,
1.3soccorri al gran pavento,
1.4che già, mi fa tremar per ogni vena!
1.5Aiutami, signor, perch'io mi sento
1.6da tale oppressïon sì forte offeso
1.7che tanto è grave il peso
1.8ch'ogni altro è leve, e sol questo m'apena!
1.9Quella vaga, gentil luce serena,
1.10alla qual m'imponesti esser subietto,
1.11sempre con ogni effetto,
1.12onorando, seguii fedel servendo,
1.13né da tal servitú partir mai intendo,
1.14però che non potrei,
1.15né, possendo, vorrei,
1.16ch'ogni mio sommo bene in ciò comprendo;
1.17né spero vita tanta glorïosa,
1.18quant'esser servo a questa gentil Cosa.
2.1Ma, lasso, qual sarà la vita mia,
2.2poi che dal viso bel, che mi dà vita,
2.3mi convien far partita
2.4e gir contr'ogni mio voler lontano?
2.5Già sento dentro al cor mortal ferita,
2.6da poi che vuol chi così può che sia.
2.7Ohimè, Fortuna ria,
2.8quanti m'hai fatti spander prieghi invano!
2.9Contro a te nullo val con stato umano.
2.10Gir mi convien; tu hai vinta la pruova:
2.11più contradir non giova,
2.12onde men vo tapin, dolente a morte.
2.13Ahi aspra, ahi cruda, ahi dispiatata sorte,
2.14veder mio corpo gire
2.15sanz'alma e non morire,
2.16morte chiamando per men pena forte,
2.17lei disïando avanti a sì noiosa
2.18vita, lontan da questa bella Cosa!
3.1Mie continue lagrime e lamenti,
3.2mie profondi sospir, gemiti e pianti,
3.3or fussi voi davanti,
3.4in testimon della mia pena amara,
3.5a quella bella ninfa, i cui sembianti
3.6leggiadri, onesti, vaghi ed eccellenti
3.7son! Miran gli elementi,
3.8ché fiamme mi dan vita dolce e cara.
3.9Per voi vedrebbe esperïenza chiara
3.10quant'io l'amo e amai sempre con fede.
3.11Perché non puossi, ab scede
3.12per caso alcun doler com'io mi doglio;
3.13io piango con ragione e così voglio
3.14piangere infino al giorno
3.15che qui farò ritorno,
3.16né finerò già mai di far cordoglio,
3.17finché l'alta presenzia e grazïosa
3.18non rivedrò di questa gentil Cosa.
4.1Or dunque, Amor, signor che vedi e sai
4.2meglio assai ch'i' non so, né dir potrei
4.3tutti gli affetti miei
4.4della perfetta fé che a costei porto,
4.5aiutami, ché puoi e sai e dei,
4.6ch'io sempre la tua gloria predicai!
4.7Per te sempre sperai
4.8delle amorose passïon conforto;
4.9non mi lasciare almen, signor, far torto
4.10da chi per costei finge esser piagato
4.11dallo stral tuo dorato
4.12e' veri affetti tuoi falsando strazia,
4.13schernendo or questa or quella, e piglia audazia
4.14da sua propria beltate,
4.15fondata in vanitate
4.16per cui s'estima degno della grazia,
4.17la qual s'aspetta a vera alma amorosa,
4.18fedel, subietta alla perfetta Cosa.
5.1Muova i fedeli amanti un giusto sdegno;
5.2chiamin con meco a te, signor, vendetta
5.3di così iniqua setta,
5.4sì che con odio sia tenuto a vile
5.5dalle donne gentil chi si diletta
5.6commetter fraude in amoroso segno,
5.7sì ch'el sia come degno
5.8sempre in disgrazia d'ogni cor gentile.
5.9Ed io ten priego quanto posso umìle
5.10e più domando dal tuo sommo aiuto
5.11che sia chiar conosciuto
5.12s'io con fede amo e chi finge d'amare,
5.13da quella cui son fermo d'adorare
5.14ma' sempre, o signor mio,
5.15ch'esserle poi in oblio
5.16non temerò per questo allontanare.
5.17Ma più tosto di me sarà pietosa,
5.18udendo e miei lamenti e per che Cosa.
6.1— E tu, mia canzonetta, a piè d'Amore,
6.2pregando del mio aiuto, or ti rimani,
6.3ch'io men vo in lochi strani,
6.4ove Fortuna vuol, più sconsolato
6.5che mai fusse alcun nato;
6.6né meco porto altro disio nel core
6.7che del tornar, né 'n ciò avrò mai posa,
6.8se non riveggio la mia amata Cosa.
Supported by the Czech Science Foundation (GA23-07727S)