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22

Rime

PoeTree.it

1.1Quant'è fallace e vario il nostro corso
1.2e com'a' bei desir volgon le stelle
1.3contrario il tempo, ch'al pensier si cela.
1.4Ahi, quanto il mio disegno oggi trascorso
1.5vedo da quel, che l'alte voglie e belle
1.6aveano ordite alla mia nobil tela!
1.7Libera credev'io poter la vela
1.8ferma tener della mia ricca nave,
1.9ed aver l'aure a' miei pensier seconde;
1.10lassa, che sotto l'onde
1.11la speme è gita, ed a giogo aspro e grave
1.12l'alma mia quiete libera e soave.
1.13Ma, qual nocchier senza l'usate scorte
1.14dritto non può guidarsi incontro a' venti,
1.15quantunque il brami, e di fuggir li scogli,
1.16così non poss'io gir contra a ria sorte,
1.17cieca, senza 'l mio Sol di raggi ardenti,
1.18e col nudo voler frenar suo' orgogli;
1.19né posso fare ancor ch'io non mi dogli
1.20di quell'empia cagione, aspra, importuna,
1.21che mi tolse da gli occhi ogni mio giorno,
1.22e il Sol, che d'ogn'intorno
1.23fe' l'aër lieto, or fa mia mente bruna;
1.24ch'or fuss'io spenta al latte ed a la cuna!
1.25Ma di me stessa, sola, ho da dolermi,
1.26ché per troppo mirar persi la luce
1.27ond'io potea veder gli eccelsi campi;
1.28or piango, e grido, e co' pie' lassi e 'nfermi
1.29cerco cieca guidarmi e senza duce,
1.30né sentier trovo che dal duol mi scampi.
1.31Ma s'avien mai che que' soavi lampi
1.32riveggia, e le divine alte promesse
1.33sian stabilite per voler divino,
1.34per lungo, alto camino
1.35seguirò l'orme sue nell'alma impresse,
1.36perché più chiara ad alto fin m'appresse.
1.37Lassa, che parlo? Or se l'eterne rote
1.38ferme non stanno, ma in contrario giro
1.39volgon le stelle, e spesso a' nostri danni,
1.40quai promesse mortal, stabili, immote
1.41trovar potransi, o lungi ogni martiro
1.42aver nel lungo trapassar degli anni?
1.43Pur si deono schivare i certi danni,
1.44e volger sempre a chiaro e divin segno,
1.45con verissimi essempî, ogni consiglio.
1.46Cade, qual rosa o giglio,
1.47ogni nostro diletto e gran disegno,
1.48se da salda virtù non ha sostegno.
1.49Dunque per l'orme di virtute intendo
1.50seguir mia stella, ch'a bel fin mi scorge,
1.51ogni basso pensier posto in oblio;
1.52né d'invidia o minacce il cor temendo,
1.53lascerò 'l Sol, che da lontan mi scorge,
1.54per li scogli contrarî al desir mio.
1.55Tornin dunque i be' lumi, e 'l tempo rio
1.56scaccin dall'onde, e con dolce aura e lieta
1.57drizzin le vele al desïato porto,
1.58anzi che sia risorto
1.59il novo tempo, e 'l lucido pianeta
1.60torni alla libra sua con giusta meta.
1.61Canzon, chi tua ragion facesse oscura,
1.62dilli che non n'hai cura,
1.63perché tosto averai chi dal bel velo
1.64ti disciorrà, dov'io t'ascondo e celo.
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