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PARTE OTTAVA

Filostrato

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1.1Egli era, com'è detto, a sofferire
1.2già adusato, e più nel fece forte
1.3l'alto dolor, da non poter mai dire,
1.4che 'l padre, ed egli e' fratei per la morte
1.5ebber d'Ettòr, nel cui sovrano ardire
1.6e le fortezze e le mura e le porte
1.7credien di Troia, il qual lunga stagione
1.8li tenne in pianto ed in tribulazione.
2.1Ma non per ciò amor si dipartia,
2.2come ch'assai mancasse la speranza;
2.3anzi cercava in ogni modo e via,
2.4come suole esser degli amanti usanza,
2.5di poter riaver, qual solea pria,
2.6la dolce sua ed unica intendanza;
2.7lei del non ritornar sempre scusando,
2.8per non poter ciò essere stimando.
3.1Ei le mandò più lettere, scrivendo
3.2quel che sentia per lei la notte e 'l giorno,
3.3e 'l dolce tempo a mente riducendo,
3.4e la fede promessa del ritorno,
3.5spesse fiate ancora riprendendo
3.6cortesemente il suo lungo soggiorno;
3.7mandovvi Pandar, qualora tra essi
3.8o triegue o patti alcun furon promessi.
4.1Ed el similemente ebbe in pensiero
4.2ancor più volte di volervi andare,
4.3di pellegrino in abito leggero,
4.4ma sì non si sapeva contraffare
4.5che gli paresse assai coprire il vero,
4.6né scusa degna sapeva trovare
4.7da dir, se fosse stato conosciuto
4.8in abito cotanto disparuto.
5.1Né altro aveva da lei che parole
5.2belle e promesse grandi sanza effetto,
5.3onde a presumer cominciò che fole
5.4eran tututte, ed a prender sospetto
5.5di ciò che era ver, sì come suole
5.6spesso avvenire a chi sanza difetto
5.7riguarda in fra le cose c'ha per mano;
5.8per che non fu il suo sospetto vano.
6.1E ben conobbe che novello amore
6.2era cagion di tante e tai bugie,
6.3seco affermando che giammai nel core
6.4né paterne lusinghe mai, né pie
6.5carezze avuto avrien tanto valore;
6.6né gli era luogo a veder per quai vie
6.7più s'accertasse di ciò che mostrato
6.8già gli aveva il suo sogno sventurato.
7.1Al quale amor raccorciata la fede
7.2aveva molto, sì com'egli avviene
7.3che colui ch'ama mal volentier crede
7.4cosa ch'accresca amando le sue pene;
7.5ma che pur fosse ver di Diomede,
7.6come pria sospettò, fé ne gli fene
7.7non molto poi un caso, che gli tolse
7.8ciascuna scusa, ed a creder lo volse.
8.1Stavasi Troiol non sanza tormento
8.2del suo amore timido e sospeso,
8.3quand'egli udì, dopo un combattimento
8.4tra li Greci e' Troiani assai disteso
8.5fatto, con uno ornato vestimento,
8.6a Diomede gravemente offeso
8.7tratto, tornar Deifobo pomposo
8.8di cotal preda, e seco assai gioioso.
9.1E mentre che portarlosi davanti
9.2facea per Troia, Troiol sopravvenne,
9.3e molto il commendò fra tutti quanti,
9.4e per vederlo meglio alquanto il tenne;
9.5e mentre e' rimirava, gli occhi erranti
9.6or qua or là d'intorno a tutto, avvenne
9.7che esso vide nel petto un fermaglio
9.8d'oro, lì posto forse per fibbiaglio.
10.1Il quale esso conobbe incontanente,
10.2sì come quei che l'aveva donato
10.3a Criseida, allora che dolente
10.4partendosi da lei, preso commiato
10.5quella mattina avea ch'ultimamente
10.6era la notte con lei dimorato;
10.7laonde disse: — Io veggio pur ch'è vero
10.8il sogno ed il sospetto e 'l mio pensiero. —
11.1Quindi partito, Troiolo chiamare
11.2Pandar si fé, il quale a lui venuto,
11.3si cominciò con pianto a rammarcare
11.4del lungo amore il quale avea tenuto
11.5a Criseida sua, ed a mostrare
11.6aperto il tradimento ricevuto
11.7gli cominciò, dolendosene forte,
11.8sol per ristoro chiedendo la morte.
12.1E cominciò così piangendo a dire:
12.2— O Criseida mia, dov'è la fede,
12.3dov'è l'amor, dov'è ora il disire,
12.4dov'è la tanto gridata mercede
12.5da te a Dio, oh me, nel tuo partire?
12.6Ogni cosa possiede Diomede,
12.7ed io, che più t'amai, per lo tuo 'nganno
12.8rimaso sono in pianto ed in affanno.
13.1Chi crederà omai a nessun giuro,
13.2chi ad amor, chi a femmina omai,
13.3ben riguardando il tuo falso spergiuro?
13.4Oh me, che io non so, né pensai mai
13.5che tanto avessi il cuor rigido e duro,
13.6che per altr'uom io t'uscissi giammai
13.7dell'animo, che più che me t'amava,
13.8ed ingannato sempre t'aspettava.
14.1Or non avevi tu altro gioiello
14.2da poter dare al tuo novello amante,
14.3io dico a Diomede, se non quello
14.4ch'io t'avea dato con lagrime tante
14.5in rimembranza di me tapinello,
14.6mentre con Calcas fossi dimorante?
14.7Null'altro far tel fé se non dispetto,
14.8e per mostrar ben chiaro il tuo 'ntelletto.
15.1Del tutto veggio che m'hai discacciato
15.2del petto tuo, ed io oltre mia voglia
15.3nel mio ancora tengo effigiato
15.4il tuo bel viso con noiosa doglia.
15.5Oh, lasso me, che 'n malora fui nato.
15.6Questo pensier m'uccide e mi dispoglia
15.7d'ogni speranza di futura gioia,
15.8e cagion èmmi d'angoscia e di noia.
16.1Tu m'hai cacciato a torto della mente,
16.2là dov'io dimorar sempre credea,
16.3e nel mio luogo hai posto falsamente
16.4Diomedès; ma per Venere dea
16.5ti giuro, tosto ten farò dolente
16.6con la mia spada alla prima mislea,
16.7se egli avviene ch'io 'l possa trovare,
16.8purché con forza il possa soprastare.
17.1O el m'ucciderà, e fieti caro,
17.2ma spero pur la divina giustizia
17.3rispetto avrà al mio dolore amaro,
17.4e similmente alla tua gran nequizia.
17.5O sommo Giove, in cui certo riparo
17.6so c'ha ragione, e da cui tutta inizia
17.7l'alta virtù per cui si vive e move,
17.8son li giusti occhi tuoi rivolti altrove?
18.1Che fanno le tue folgori ferventi?
18.2Riposansi elle, o più gli occhi non tieni
18.3volti a' difetti delle umane genti?
18.4O vero lume, o lucidi sereni,
18.5pe' quai s'allegran le terreni menti,
18.6togliete via colei nelli cui seni
18.7bugie e 'nganni e tradimenti sono,
18.8né più la fate degna di perdono.
19.1O Pandar mio, che ne' sogni aver fede
19.2m'hai biasimato con cotanta istanza,
19.3or puoi veder ciò che per lor si vede,
19.4la tua Criseida te ne fa certanza:
19.5hanno gli dei di noi mortal mercede
19.6ed in diverse guise dimostranza
19.7ci fan di quello ch'è a noi ignoto,
19.8per nostro bene spesse volte noto.
20.1E questo è l'un de' modi che dormendo
20.2talor si mostra, io me ne sono accorto
20.3molte fiate già mente tenendo;
20.4or vorre'io allor essermi morto,
20.5da poi che per innanzi non attendo
20.6sollazzo, gioia, piacer né diporto;
20.7ma per lo tuo consiglio vo' 'ndugiarmi
20.8a morir co' nemici miei nell'armi.
21.1Mandimi Dio Diomedès davanti
21.2la prima volta ch'i' esco alla battaglia;
21.3questo disio tra li miei guai cotanti,
21.4sì ch'io provar gli faccia come taglia
21.5la spada mia, e lui morir con pianti
21.6nel campo faccia, e poi non me ne caglia
21.7che mi s'uccida, sol ch'io muoia, e lui
21.8misero truovi nelli regni bui. —
22.1Pandaro con dolor tutto ascoltava,
22.2e ver sentendol, non sapea che dirsi,
22.3e d'una parte a star quivi il tirava
22.4dell'amico l'amor, d'altra a partirsi
22.5vergogna spesse volte lo 'nvitava
22.6pel fallo di Criseida, e spedirsi
22.7qual far dovesse seco non sapea,
22.8e l'uno e l'altro forte gli dolea.
23.1Alla fine così disse piangendo:
23.2— Troiol, non so che mi ti debba dire;
23.3lei quant'io posso tanto più riprendo,
23.4s'è come di', e del suo gran fallire
23.5niuna scusa avanti far ne 'ntendo,
23.6né mai dov'ella sia più voler gire;
23.7ciò ch'io fei già il fei per tuo amore,
23.8lasciando addietro ciascun mio onore.
24.1E s'io ti piacqui, assai m'è grazioso;
24.2di quel ch'or fassi altro non posso fare
24.3e come tu così ne son cruccioso,
24.4e s'io vedessi il modo d'ammendare,
24.5abbi per certo, io ne sarei studioso:
24.6faccialo Dio che può ciò che gli pare,
24.7priegol io quanto posso ch'El punisca
24.8lei sì che più 'n tal guisa non fallisca. —
25.1Grandi furo i lamenti e 'l rammarchio,
25.2ma pur fortuna suo corso facea;
25.3colei amava con tutto il disio
25.4Diomedès, e Troiolo piangea;
25.5Diomedès si lodava di Dio,
25.6e Troiolo il contrario si dolea;
25.7nelle battaglie Troiol sempre entrava,
25.8e più ch'altrui Diomedès cercava.
26.1E spesse volte insieme s'avvisaro
26.2con rimproveri cattivi e villani,
26.3e di gran colpi fra lor si donaro,
26.4talvolta urtando, e talor nelle mani
26.5la spada avendo, vendendosi caro
26.6insieme molto il loro amor non sani;
26.7ma non avea la Fortuna disposto
26.8che l'un dell'altro fornisse il proposto.
27.1L'ira di Troiolo in tempi diversi
27.2a' Greci nocque molto sanza fallo,
27.3tanto che pochi ne gli uscieno avversi
27.4che non cacciasse morti del cavallo,
27.5sol che ei l'attendesser, sì perversi
27.6colpi donava; e dopo lungo stallo,
27.7avendone già morti più di mille,
27.8miseramente un dì l'uccise Achille.
28.1Cotal fine ebbe il mal concetto amore
28.2di Troiolo in Criseida, e cotale
28.3fine ebbe il miserabile dolore
28.4di lui al qual non fu mai altro eguale;
28.5cotal fine ebbe il lucido splendore
28.6che lui servava al solio reale;
28.7cotal fine ebbe la speranza vana
28.8di Troiolo in Criseida villana.
29.1O giovinetti, ne' quai con l'etate
29.2surgendo vien l'amoroso disio,
29.3per Dio vi priego che voi raffreniate
29.4pronti passi all'appetito rio,
29.5e nell'amor di Troiol vi specchiate,
29.6il qual dimostra suso il verso mio;
29.7per che, se ben col cuor gli leggerete
29.8non di leggieri a tutte crederete.
30.1Giovane donna, e mobile e vogliosa
30.2è negli amanti molti, e sua bellezza
30.3estima più ch'allo specchio, e pomposa
30.4ha vanagloria di sua giovinezza,
30.5la qual quanto piacevole e vezzosa
30.6è più, cotanto più seco l'apprezza;
30.7virtù non sente né conoscimento,
30.8volubil sempre come foglia al vento.
31.1E molte ancor perché d'alto lignaggio
31.2discese sono, e sanno annoverare
31.3gli avoli lor, si credon che vantaggio
31.4deggiano aver dall'altre nell'amare,
31.5e pensan che costume sia oltraggio,
31.6torcere il naso, e dispettose andare;
31.7queste schifate ed abbiatele a vili,
31.8ché bestie son, non son donne gentili.
32.1Perfetta donna ha più fermo disire
32.2d'essere amata, e d'amar si diletta;
32.3discerne e vede ciò ch'è da fuggire,
32.4lascia ed elegge provvida, ed aspetta
32.5le promission; queste son da seguire,
32.6ma non si vuol però scegliere in fretta,
32.7ché non son tutte sagge perché sieno
32.8più attempate, e quelle vaglion meno.
33.1Dunque siate avveduti, e compassione
33.2di Troiolo e di voi insiememente
33.3abbiate, e fia ben fatto; ed orazione
33.4per lui fate ad Amor pietosamente,
33.5che 'l posi in pace in quella regione
33.6dov'el dimora, ed a voi dolcemente
33.7conceda grazia sì d'amare accorti,
33.8che per rea donna al fin non siate morti.
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