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Rime

PoeTree.it

1.1Chiara, eterna, felice, e gentil alma,
1.2che fornito il tuo corso a mezzo gli anni,
1.3volata sei fra l'anime beate,
1.4volgi la vista or da' superni scanni,
1.5che mostrar mi solei sì chiara ed alma,
1.6e mira in quanto duol l'alta pietate
1.7di te m'ha posto, e quelle luci amate
1.8da te, colme vedrai di pianto amaro
1.9bagnare il fido mio dolente petto,
1.10però ch'ogni diletto, e
1.11ogni mia gioia e viver dolce e caro
1.12tolto mi fu quando da me partita
1.13facesti, fida mia celeste scorta.
1.14Da indi in qua non passo un'ora sola
1.15mai senza pianto, né altro mi consola
1.16se non la speme sol che mi conforta,
1.17diva mia bella, ardente calamita,
1.18di rivedersi in Cielo a miglior vita;
1.19però che senza te rinchiusa e spenta,
1.20esser non posso qui mai più contenta.
1.21Più grave doglia o fiero, orribil caso
1.22(misera) non poteva il Ciel mostrarme
1.23di questo, ohimè, che tanto il cor previde.
1.24Tu 'l sai s'io 'l dissi; e quel che di negarme
1.25cercasti un tempo, un punto in ver' l'occaso
1.26lontan sentisti alle tue luci fide.
1.27Questo solo dal cor l'alma divide,
1.28né quanto di rimedio il sol circonda
1.29potria bastare a consolarmi mai;
1.30tu solo indi lo sai,
1.31dove scorgi la piaga alta e profonda,
1.32né si vide già mai per la foresta,
1.33di notte, afflitto e stanco pellegrino,
1.34tra crude fiere e boschi, in ogni via
1.35chiamar la sua perduta compagnia,
1.36così dolente com'io in quella e 'n questa
1.37parte ti chiamo ognor, sera e mattino,
1.38per questo periglioso, atro camino,
1.39ov'io fui sol per te cara a me stessa,
1.40ed or m'ho in odio e vo cieca e depressa.
1.41Dinanzi al tuo apparir, doglia e tormento
1.42spariva, come al sol sparisce ogn'ombra,
1.43e rallegravi il cor, sì com'ei suole
1.44far doppo pioggia; or fosca nebbia ingombra
1.45de' più foschi pensieri ogni momento
1.46l'alma, che senza te null'altro vuole;
1.47e quell'ond'or via più m'afflige e duole,
1.48è ch'io non posso o debbo ancor morire,
1.49dubitando da te farmi più lunge.
1.50Così mi frena e punge
1.51or la ragione, ed ora il mio desire
1.52pur ti richiama: e tu di me non curi,
1.53come sia spento il puro, ardente affetto
1.54ver' me, cui sol non vide mai, né stella,
1.55per questa tempestosa e ria procella.
1.56Ne' tuoi saggi consigli ogni perfetto
1.57discorso intesi, e vidi esser securi
1.58tutti i miei passi, e per monti aspri e duri
1.59rendermi lieve, e 'n mar da' fieri venti
1.60tôrmi, e dalle Sirene e lor concenti.
1.61Tutti ne la tua fronte i miei pensieri
1.62veder soleva, e nel mio seno scòlte
1.63tu le tue voglie ancor vedevi espresse,
1.64quai gigli e rose in bel cristallo accolte
1.65piene di casti affetti, alti e sinceri;
1.66cosa che raro il Ciel largo concesse,
1.67di far sempre mai in due le voglie stesse.
1.68Così, senza saperlo, anco il tuo duolo
1.69sentia comunque dalle parti estreme,
1.70quanto più forte teme
1.71l'accorta Aragne il suo nemico, solo
1.72toccato un fil della sua tela senta;
1.73perch'io, sentendo il tuo mortale affanno,
1.74in orribil visione, atra e funesta,
1.75vidi farti lasciar la mortal vesta
1.76a cruda serpe irata e nel tuo danno
1.77intenta solo, ond'il cor morse, e spenta
1.78fu la tua vita il dì poscia, e contenta
1.79si rimase ella. O cruda, acerba sorte!
1.80O dispietata, inesorabil Morte!
1.81Tu m'hai lasciato senza l'alma in vita,
1.82la notte senza stelle e sole i giorni,
1.83la terra scossa e 'l Ciel turbato e negro,
1.84e pien di mill'oltraggi e mille scorni
1.85veggio ov'io miri, e la virtù sbandita,
1.86e quanto scorsi già bello ed allegro
1.87or veggio al tuo partir languido ed egro.
1.88Valore e cortesia per terra giacque
1.89quel dì che ne lasciasti in doglia e pianto,
1.90né mai più riso o canto
1.91s'udio, ma ciascun tristo e mesto tacque,
1.92con pianti che potean rompere i sassi
1.93della pietade, e gravi alti sospiri;
1.94né più sereno giorno il Cielo aperse:
1.95Parnaso un nembo eterno ricoverse,
1.96e' fiumi e fonti da' lor proprî giri
1.97voltârsi indietro addolorati e lassi,
1.98per non veder quel ch'or celato fassi
1.99dell'empia micidial, ch'a Dio s'aspetta
1.100di farne tarda e poi maggior vendetta.
1.101Or, quanto a me, non ha più bene il mondo
1.102senza te, la mia stella e il mio conforto
1.103che fosti a l'alma travagliata e stanca.
1.104Tu il sai, ch'essendo a me celato e morto,
1.105nulla ved'io più bello o più giocondo
1.106in questa vita lagrimosa e manca,
1.107né vedrò fin che questa chioma bianca
1.108non sia ancor tutta, e 'l vital nodo sciolto,
1.109che mi ritiene in questo basso incarco.
1.110O Cielo invido e parco,
1.111Cielo oggi a impoverirmi in tutto vòlto,
1.112perché non festi in un medesmo punto
1.113ch'un medesmo sepolcro ambi chiudesse,
1.114dovendo a tanto duol rimaner viva,
1.115e del morto mio ben spogliata e priva?
1.116Forse per far ch'a' suoi gran merti avesse
1.117uguale il pianto, e le mie doglie impresse;
1.118perch'io tregua non vo' col pianto mai,
1.119e tanto il piangerò quanto l'amai.
1.120Chi mi darà le voci, o chiaro spirto,
1.121ch'a sì gran merto, al miserabil canto
1.122convenghin, lassa, e al mio mortal dolore?
1.123O come potrò mai lagrimar tanto?
1.124O quai corone dar di lauro o mirto,
1.125ch'ornar possan la tomba entro e di fuore?
1.126Venner l'alme sorelle a farti onore
1.127con le Ninfe del Serchio (ahi duro scempio)
1.128lacere tutte e pien di morte il volto,
1.129gridando: – Ohimè, che tolto
1.130n'è stato oggi di gloria il nostro Tempio,
1.131e secchi i nostri lauri e 'l nostro fonte! –
1.132Così s'udîr per l'alte selve ombrose
1.133voci di pianto, e' boscarecci dei
1.134d'olmi e cipressi poi mille trofei
1.135far per l'opre tue altere e glorïose;
1.136e gir con mesta e lagrimosa fronte
1.137si vider sopra il bel sagrato monte:
1.138Androgeo! Androgeo! – gridando – come
1.139n'hai qui lasciati soli, e 'l tuo bel nome? –
1.140Venner poi le tue caste e pie sorelle
1.141colme di pianto e con le treccie sparse,
1.142e' cari figli, e' frati, e 'l padre antico
1.143gridando: – Ahi sordo Ciel, nemiche Stelle,
1.144Destino ingiusto e di pietà nemico,
1.145solo al gran traditor crudele amico,
1.146perché a tanto valor, tanta bontade,
1.147per man sì vili il fido seno apristi?
1.148O giorni oscuri e tristi!
1.149O maligna, inaudita crudeltade!
1.150Chi potrà mai soffrir sì ingiustamente
1.151sì grave torto? E lui che il nostro cuore
1.152fu di virtù, il vediam oggi in braccio
1.153morto e cinto d'eterno e freddo ghiaccio –.
1.154Così detto, da gli occhi il tristo umore
1.155lasciaron poi cader sì largamente
1.156sopra il bel volto e le tue luci spente,
1.157che la stessa pietà fuggita a volo,
1.158non poté più soffrir l'intenso duolo.
1.159Ma te, salito ne' superni chiostri,
1.160assiso in alta e glorïosa sede,
1.161nulla cura mortal più cinge o preme.
1.162Ivi del sommo Ben non hai più fede,
1.163ma vivo e bello al suo splendor ti mostri,
1.164cogliendo i frutti dell'eterna speme,
1.165calcando il Fato e 'l Destin, saggio! insieme.
1.166Ivi doglia e timor non han più loco,
1.167ma ciascun d'alta e pura gioia vive.
1.168Altri fonti, altre rive
1.169godi nel Cielo e più felice foco
1.170t'accende l'alma, e più soavi accenti;
1.171vedi di Ninfe più leggiadre e belle
1.172gir con teco cantando alla dolce ombra
1.173de' sacri mirti e de' be' verdi allori,
1.174e spirar l'aura indi soavi odori
1.175senza mai farsi a' tuoi desir rubelle.
1.176Ivi mi chiami e d'altre alme facelle
1.177di me acceso, a loco ove m'aspetti,
1.178prepari nuovi eterni, alti diletti.
1.179Deh, se come ti calse, ora ti cale
1.180di me, che vivo in tenebre e martiri,
1.181porgimi la tua casta e fida mano,
1.182e trammi dalle lagrime e sospiri
1.183ove io mi struggo, ché ben vedi quale
1.184poi che ti festi, ohimé, da me lontano
1.185sia la mia vita ed ogni pensier vano
1.186del morir mio ch'io bramo e ch'io vorrei;
1.187né d'altro non aver più non m'incresce,
1.188fuor di te solo, ond'esce
1.189dal cor ogn'altra voglia a' desir miei.
1.190Né fiera è in selva, o pesce in acqua, o 'n ramo
1.191augello, o 'n arbor fronda, ovvero in terra
1.192erba, o pietra si giace entro la rena,
1.193che testimon non sia della mia pena.
1.194Tu, Re del Ciel, cui null'asconde o serra,
1.195prego che mandi l'alma che tant'amo
1.196pietosa a ricondurmi al fin ch'io bramo,
1.197dove m'aspetti e dond'io fei partita,
1.198omai lasciando questa mortal vita.
1.199Canzon, tu te n'andrai
1.200dov'è spento il mio lume, ingegno, ed arte;
1.201ivi chiusa starai
1.202con lui, che tien di me la miglior parte,
1.203e sopra il lembo e 'l suo bel viso santo
1.204versa mai sempre doloroso pianto,
1.205fin che di questa spoglia i' mi disarme,
1.206e dolce l'oda e lieto a sé chiamarme.
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