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79

Rime

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1.1Con sproni alla ragion, col freno a' sensi
1.2presi, donne, ad amar, quant'amar lice,
1.3la divina beltà, che fra gli accensi
1.4miei spirti vive altera e vincitrice.
1.5Fammi i be' lumi suoi ne l'alma intensi
1.6gran frutto eterno trar d'umil radice;
1.7ch'è tal la virtù loro, alta e gradita,
1.8ch'a bellissimo oprar l'anima invita.
1.9Di così bella e inestinguibil luce
1.10il mio foco gentil ne l'alma splende,
1.11che de l'alta cagion sua prima luce,
1.12ond'è norma celeste a chi più intende.
1.13Pensier non giunge ov'ei porta e conduce,
1.14se di nube d'error già mai s'offende;
1.15e s'io ne faccio pur talor querela,
1.16vien da l'imperfezion ch'il ver mi cela.
1.17Ma quanto posso gire a l'alta meta
1.18che mi scopre il suo lume, andar m'ingegno,
1.19né per volger di sol né di pianeta
1.20cercherò di cangiare il divin segno;
1.21e se l'empio Destino a gli occhi vieta
1.22veder del proprio oggetto il caro pegno,
1.23non è però che con divin pensiero,
1.24non mi trasformi ognor nel suo bel vero.
1.25Egli è pur tale il suo bel lume santo
1.26ch'ognor mi scorge al desïato bene,
1.27che m'è nettare il foco, ambrosia il pianto,
1.28soavi i lacci, e dolci le catene;
1.29ond'io mi tengo pur felice tanto,
1.30ch'io vivo del desio fuor d'ogni spene;
1.31e, rimembrando sol la sua dolce ombra,
1.32ogni basso pensier dal cor mi sgombra.
1.33Quanto più col desio l'alma s'interna
1.34ne la bella cagion de' miei martiri,
1.35tanto ne la maggior bellezza eterna
1.36d'una in altra sembianza par ch'aspiri;
1.37poi la contempla, e mentre in lei s'eterna
1.38sopra a tutt'altri luminosi giri,
1.39visto quant'ogni bel men bello sia
1.40di lei, la segue e tutte l'altre oblia.
1.41Per questa scala al Ciel, volando poggia
1.42l'alma sovente, e 'n Dio si riconduce;
1.43ché, lasciato il terren suo stato, alloggia
1.44nel vero fonte de l'eterna luce,
1.45ove poi gode in sì beata foggia
1.46l'infinita bontà ch'in lei riluce,
1.47che, quanto far si può, fatta felice,
1.48non s'erge in alto poi, che più non lice.
1.49Così potessi, a' gran pensier lo stile
1.50agguagliando, mostrare altrui di fuore
1.51la bella fiamma, ch'ogni nebbia vile
1.52da me scacciando mi nutrisce il core:
1.53ch'infiammerei ogn'anima gentile
1.54per l'imagine sua d'eterno Amore,
1.55u' la prima virtù l'obbietto prese,
1.56quando il raggio divin ne l'alma scese.
1.57Ma perché tanto in loco alto e sublime
1.58sen va lieve poggiando il mio desio,
1.59giugner non ponno a quel sì basse rime,
1.60come l'alma per lui s'unisce a Dio;
1.61né per forza d'ingegno o di sue lime,
1.62potria agguagliarlo altrui parlare o mio:
1.63ché maggior soma fora a sì gran zelo,
1.64che non d'Atlante a sostenere il Cielo.
1.65Però mi taccio omai, donne, ch'in parte
1.66basta aver del mio ardor l'effetto môstro;
1.67né v'ammirate se talora in carte
1.68alzolo, or con la voce, or con l'inchiostro,
1.69perché da quello alt'onestà non parte,
1.70com'avete di creder già dimôstro:
1.71ma è tal, ch'a dirne solo alzar mi sento
1.72dov'io posso schernir la nebbia e 'l vento.
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