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1.1E mentre ch'io m'andava sì parlando
1.2con questi due, ed ecco d'altra parte
1.3molte donne gentili assai danzando.
2.1Certo non credo che natura od arte
2.2bellezze tante formasse giammai,
2.3quanto ne' visi a quelle vidi sparte.
3.1Tra me medesmo men maravigliai,
3.2ma volto il viso a lor, come venieno
3.3così nella memoria le fermai.
4.1Onde mi par che quella, cui seguieno
4.2danzando a nota d'una canzonetta
4.3che due di quelle cantando dicieno,
5.1raffigurando, era una giovinetta
5.2dell'alto nome di Calavra ornata,
5.3di Carlo figlia gaia e leggiadretta:
6.1reggendo quella alla nota cantata
6.2con volte degne e passi, a cotal danza,
6.3come mi parve, appresso seguitata
7.1ivi dall'alta ed unica intendanza
7.2del Melanese, che col Can lucchese
7.3abatté di Cardona l'arroganza.
8.1Nelle man della qual poi la cortese
8.2donna di quel cui seguita Ungheria,
8.3bellissima si fece a me palese:
9.1graziosa venendo, onesta e pia,
9.2con lieta fronte, in atto signorile,
9.3fece maravigliar l'anima mia.
10.1Riguardando oltre, con sembianza umile
10.2venia colei che nacque di coloro,
10.3che tal fiata con materia vile
11.1aguzzando lo 'ngegno a lor lavoro,
11.2fer nobile colore ad uopo altrui,
11.3multiplicando con famiglia in oro.
12.1Tra l'altre nominat' è da colui
12.2che con Cefàs abandonò le reti
12.3per seguitare il Maestro, per cui
13.1i tristi duoli e gli angosciosi fleti
13.2fur tolti a' padri antichi, e parimente
13.3da Lui menati nelli regni leti.
14.1Appresso questa assai vezzosamente
14.2se ne veniva la novella Dido,
14.3di nome, non di fatto veramente,
15.1tenendo acceso nel viso Cupido,
15.2di tale sposa ch'assai mal contenta
15.3credo la faccia nel marital nido.
16.1Ed il nome di lui di due s'imprenta,
16.2d'un albero e d'un tino, e 'l poco fatto
16.3dal suo diminutivo s'argomenta.
17.1Costei seguiva con piacevol atto
17.2donna che del sussidio d'Orione
17.3il nome tien, quando sonò per patto.
18.1Oh quanto ella vorria, ed a ragione,
18.2vedova rimaner partenopea
18.3di tal c'ha nome da quel che menzione
19.1l'agosto dà ad Ascesi! E poi vedea
19.2dopo essa molte, le qua' raccontare
19.3per più brieve parlar meglio è mi stea.
20.1E com'io dissi, ad un dolce cantare,
20.2in voce fatto angelica e sovrana,
20.3era guidata, qual di sotto pare.
21.1– In chiunque dimora alma sì vana
21.2ch'esser non voglia suggetta ad Amore,
21.3da nostra festa facciasi lontana.
22.1Lo suo inestimabile valore
22.2che adduce virtute e gentilezza,
22.3a ciascuna di noi disposto ha il core
23.1a sempre seguitar la sua grandezza,
23.2e lui servendo staremo in disire,
23.3tanto che sentiren quella dolcezza
24.1ched e' concede altrui dopo 'l martire:
24.2null'altra gioia al suo dono è iguale,
24.3poiché per quel sembra dolce il morire.
25.1Vita che sanza lui dura non vale
25.2né più né meno che se ella fosse
25.3cosa insensata o d'un bruto animale.
26.1In quel disio adunque in che ci mosse
26.2quando a noi fé sua signoria sentirsi,
26.3a sostenere inforzi nostre posse:
27.1benivol poi essendoci a largirsi,
27.2sì che, deh, non ci paian le ferute
27.3di lui noiose né grave il soffrirsi,
28.1in cui consiste la nostra salute;
28.2quando parralli, la dobbiamo avere,
28.3dandola tosto con la sua virtute –.
29.1L'altre poi tutte appresso, al mio parere,
29.2rispondendo diceano: – O signor nostro,
29.3in te si ferma ogni nostro volere,
30.1tutte disposte siamo al piacer vostro –.
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