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1.1Oltre passando tra' fiori e l'erbette,
1.2in loco pien di rose e d'albuscelli
1.3venimmo, ove ciascun di noi ristette;
2.1fra li qua' canti piacenti d'uccelli
2.2s'udivan tai, che io mi saria stato
2.3quasi contento pure ad udir quelli.
3.1Or mirando più là nel verde prato,
3.2donne vi vidi una carola fare
3.3ad uno strano suon, ch'una dallato
4.1ritta a me mi parve udir sonare.
4.2Io non conobbi lei, posto ch'assai
4.3bella paresse a me nel riguardare:
5.1sì ch'io avanti all'altre riguardai,
5.2ornata quale a sua somma grandezza
5.3si conveniva, in atti lieti e gai,
6.1esser la mira e piacevol bellezza
6.2di Perigota, nata genitrice
6.3dell'onor di Durazzo e dell'altezza.
7.1Ahi quanto allor mi reputai felice,
7.2non risparmiando gli occhi a mirar quella
7.3che per bellezza si può dir fenice!
8.1La qual non donna, ma diana stella,
8.2con passo rado la menava attenta,
8.3non altrimenti che si voglia ad ella,
9.1con gli occhi bassi, del mirar contenta
9.2che io faceva in lei, che già sentia
9.3come d'altrui per biltà si diventa.
10.1Vaga e leggiadra molto la seguia
10.2la ninfa fiorentina, al cui piacere
10.3oppongon tai, che non san che si sia,
11.1nel viso lei parere un cavaliere,
11.2onesta andando sì umilemente
11.3ch'oltra dovere me ne fu in calere.
12.1Dopo essa, attenta al suon similemente,
12.2veniva quella Lia che trasse Ameto
12.3dal volgar uso dell'umana gente,
13.1in abito soave e mansueto,
13.2inghirlandata di novella fronda,
13.3con lento passo e con aspetto lieto.
14.1Lì dopo lei, bianca e rubiconda
14.2quanto conviensi a donna nel bel viso,
14.3tutta gentile, graziosa e gioconda,
15.1era colei di cui nel fiordaliso
15.2il padre fu dall'astuzia volpina,
15.3col zio e col fratel di lei, conquiso
16.1con molta della gente fiorentina:
16.2li quai libraron lor poscia, per merto,
16.3troppo più che 'l dover pace vicina.
17.1Tra tanto ben, quanto a' mie' occhi offerto
17.2era 'n quel loco, vid'io poi seguire,
17.3come 'l ramemorar me ne fa certo,
18.1ognor più belle e più conte nel gire
18.2donne altre assai, i nomi delle quali
18.3io non saprei di tutte ben ridire.
19.1Però, le taccio, ma con disiguali
19.2passi e maniere si movea catuna,
19.3sì come il suon ne porgeva segnali,
20.1oltre, al parer mio; e ciascheduna
20.2a tal bisogna conta, lieta e presta
20.3mi pareva che fosse, perch'ognuna,
21.1ridendo in sé, prendeva gioia e festa,
21.2sanza mostrar negli atti ch'altra cura
21.3le fosse forse dentro al cor molesta.
22.1Givansi adunque su per la verdura
22.2e sopra i fior che novi produceva
22.3allato al rivo la bella pianura;
23.1e talor quella che le conduceva
23.2fino alla bella fonte se ne giva
23.3e 'ntorno ad essa in giro si torceva,
24.1sopra tornando per la cara riva
24.2del fiumicello e poi nel pian tornando
24.3che di diversi odor tututto oliva.
25.1Sempre con l'occhio quelle seguitando
25.2m'andava io, e dentro lo 'ntelletto
25.3la lor bellezza giva immaginando;
26.1e di quella prendea tanto diletto
26.2in sé, ch'alcuna volta fu che io,
26.3a tal piacer, credetti far subbietto
27.1alla mia voglia quiveritta il mio
27.2libero albitrio: ma pur si ritenne
27.3con vigorosa forza il mio disio.
28.1Voltatomi a que' due, allor mi venne,
28.2ch'eran con meco, verso lor dicendo:
28.3– Oh quanto a queste natura sovenne,
29.1ogni bellezza in esse componendo!
29.2Beati que' che della grazia d'esse
29.3son fatti degni, quella mantenendo,
30.1la qual volesse Iddio che io l'avesse! –.
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