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1.1La donna mi parlava, ed io mirando
1.2con l'occhio andava pure ove 'l disio
1.3mi tenea fitto, non so che ascoltando.
2.1Avevami davanti, al parer mio,
2.2su quella riva assai donne vedute,
2.3di cui veder in tal voglia venn'io,
3.1ch'io dissi: – Donna mia, a mia salute
3.2non pensar più ch'i' voglia, a tempo e loco
3.3farò d'adoperar la tua virtute;
4.1ch'ora di novo m'è nel cor un foco
4.2venuto d'esser là: però o vienci,
4.3o tu m'aspetta infin ch'i' torni un poco.
5.1In qual parte vorrai poi insieme andrenci:
5.2nostra stanza fia poca veramente,
5.3che noi da veder quelle liberrenci –.
6.1Oltre n'andai, sanza dir più niente,
6.2co' due che mi traevano, e costei
6.3quasi scornata mi teneva mente
7.1con intentivo sguardo, ed io a lei;
7.2sanza dir nulla io la vi pur lasciai,
7.3o bene o mal non so qual io mi fei.
8.1Hardito con costoro oltre passai,
8.2e 'n sulla riva del bel fiumicello
8.3io vidi donne ch'io conobbi assai;
9.1e riguardando lor con occhio snello,
9.2qual gia cantando e qual cogliendo fiori,
9.3chi sedea, chi danzava in un pratello.
10.1Bello era il loco e di soavi odori
10.2ripien per molte piante che 'l coprieno
10.3dal sole e dalli suoi già caldi ardori;
11.1e suoi cavalli, al mio parer, salieno
11.2già sopra la quarta ora e mezzo il segno
11.3del friseo monton co' piè tenieno.
12.1Non credo ched e' sie sì alto ingegno
12.2che 'nteramente potesse pensare
12.3le bellezze di quelle ch'io disegno.
13.1Rimanga adunque qui questo lodare,
13.2sol procedendo a' nomi di coloro
13.3ch'io vi conobbi degne di nomare.
14.1Infra quel bello e grazioso coro
14.2di tante donne, vidi una bellezza
14.3ch'ancora stupefatto ne dimoro.
15.1Pietoso Appollo, alquanto dell'altezza
15.2del tuo ingegno presta, o tu ispira
15.3ora per me con la tua sottigliezza!
16.1Omero, Maro, Naso, o chi più mira
16.2discrizione o di donna o di dea
16.3fé, saria poco a quella che si gira
17.1sopra quel prato, ov'io vidi sedea
17.2giovinetta leggiadra e tanto bella,
17.3ch'io la pensai per fermo Citarea.
18.1Inginoccha'mi per volere ad ella
18.2far reverenza, ma poscia m'avidi
18.3ch'era mondana e somigliava stella.
19.1Sallosi Amore che i piatosi gridi
19.2del cor sentì a sì mirabil vista,
19.3ch'io nol so dir, ché non ho chi mi guidi,
20.1e s'io pur conforto l'anima trista
20.2poi che per li occhi senti''l dolce raggio
20.3di tal bellezza, per obliqua lista.
21.1Istesi adunque inver di lei il visaggio,
21.2e s'a sua posta l'alma, ch'altra guarda,
21.3dar si potesse, io muterei coraggio.
22.1Nel viso che d'amor sempre par ch'arda
22.2afigurai, mirando con diletto,
22.3che costei era la bella lombarda.
23.1Signore etterno, a cui nessuno effetto
23.2mai si nascose, alla giusta preghiera
23.3rispondi e dì: fu mai sì bello aspetto?
24.1Essa sopra la verde primavera
24.2si riposava con altre dintorno,
24.3delle quali il bel luogo ripien era,
25.1faccendo con la luce dell'adorno
25.2e bellissimo viso, riflettendo
25.3con lume, troppo più il chiaro giorno;
26.1rimirando talor, fra sé ridendo
26.2ver me di me, che arso m'accendeva
26.3di nova fiamma ancora lei vedendo.
27.1Udire appresso questa mi pareva
27.2cantar tanto soave in voce lieta
27.3che me di me sovente mi toglieva.
28.1Così al canto libera e quieta
28.2tutta la mente avea disposta, allora
28.3che con benigna voce e mansueta:
29.1– Troppa qui lunga dispendiam dimora –,
29.2i due mi dissero; a' qua' rivoltato
29.3risposi: – Andiam, sed e' vi pare, ancora –.
30.1Oltre la via prendemmo per lo prato.
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