about
people
how to cite
dataset
versions
json schema
resources
browse
search
authors
books

Canto XXXVII

Amorosa visione

PoeTree.it

1.1Vedevavisi appresso quanto e quale
1.2già fosse stato Cesare, tenendo
1.3in prima in Roma offizio imperiale.
2.1Oh quanto poco questo possedendo
2.2il vedea gloriar! ché quivi allato
2.3tra' sanatori il vedeva morendo,
3.1lui avendo essi tutto pertugiato
3.2co' loro stili, e quegli era piggiore
3.3cui elli aveva già più onorato.
4.1E simile la rabbia e 'l gran furore
4.2di Neron si vedeva terminare
4.3in brieve tempo con molto dolore.
5.1Risplendevavi ancora, ciò mi pare,
5.2ciò che fé Giuba mai, ed ivi appresso
5.3dopo 'l salir il suo tristo calare.
6.1Tarquin, Porsenna e Lentulo dop'esso,
6.2Ovidio, Tulio, Amulcar si vedieno
6.3ed altri molti, i quali io con espresso
7.1riguardo non mirai, perché già pieno
7.2di tal materia aveva lo 'ntelletto,
7.3ed eran tanti che non venien meno.
8.1– O beato –, diss'io, – que' che l'effetto
8.2ad altre cose tira che a queste,
8.3le quali istato mostrano imperfetto!
9.1Più vili ch'altre sono e più moleste,
9.2piene d'inganno e d'affanno gravoso,
9.3e la lor fine è sola mortal peste –.
10.1Poi mi voltai al viso grazioso
10.2di quella donna che m'avea condotto,
10.3dicendo: – Il mio voler, che fu ritroso,
11.1or è tornato dritto, e già non dotto
11.2che questi ben terren son veramente
11.3que' che a' vizi ciascun mettono sotto.
12.1Nessun porria pensar che tanta gente,
12.2così famosa e di tanta virtute,
12.3Fortuna avesse sfatti sì vilmente.
13.1Fosse chi nol vedesse? o chi salute
13.2ispererà omai, se non coloro
13.3che le vere ed etterne han conosciute?
14.1Il più far qui omai lungo dimoro,
14.2donna, mi spiace: però giamo omai
14.3dove volete, e qui lascian costoro –.
15.1Allor disse la donna: – Or t'è assai
15.2aperto che costei esser turbata
15.3vi dà salute ed iscemavi guai?
16.1Ma se tu fossi stato altra fiata
16.2così disposto, come ora ti sento,
16.3già meco fori in capo alla montata.
17.1Ma poi che del seguirmi se' contento
17.2ed hai veduto le mondane cose
17.3volubili e caduche più che vento,
18.1appresso viemmi, ché le gloriose
18.2ed etterne vedrai. Ma non torniamo
18.3onde venimmo, per le 'mpetuose
19.1tralciute vie, ma di qua teniamo,
19.2ché picciola rivolta alla portella
19.3prima ci menerà, che noi vogliamo –.
20.1Ora si mosse questa ed io dop'ella,
20.2di quelle cose molto ragionando
20.3ch'eran dipinte nella sala bella.
21.1Ognor seguendo lei, così mirando
21.2intorno a me per veder ciò che v'era
21.3e nella mente ogni cosa recando,
22.1sì vi vidi io, per una porta ch'era
22.2alla sinistra mano, un bel giardino
22.3fiorito e bello com di primavera.
23.1– Entrian –, diss'io, – in questo orto vicino,
23.2donna, se piace a voi, ché poi alquanto
23.3ricreati terrem nostro cammino –.
24.1Là entro udiva io festa e gran canto,
24.2onde mi crebbe d'esservi il disio,
24.3sì ch'altri mai non disiò cotanto.
25.1Mirandomi allor dopo, mi vid'io
25.2i due primier che dicean: – Che, non passi
25.3dentro, poiché ardi di volere? – ed io
26.1infra me gia dicendo: «Se tu lassi
26.2costei per colà entro voler gire,
26.3s'ella non vien, chi guiderà i tuoi passi?».
27.1– Oh –, cominciò costei allora a dire,
27.2– che credi tu che colà entro sia?
27.3Troppo ti volge ogni cosa il disire.
28.1Faccian, mentre avem tempo, nostra via,
28.2ché, come, tu costà pinto hai veduto,
28.3così v'è dentro mondana vania.
29.1Il ver che ora avanti conosciuto,
29.2secondo il tuo parlar, avevi tutto,
29.3seguilo, e non voler con non dovuto
30.1operar seguir danno e perder frutto –.
Supported by the Czech Science Foundation (GA23-07727S)