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1.1Volendo porre fine al recitare,
1.2ch'a tutto dir troppo lungo saria,
1.3tanto più ch'io non dico ancor vi pare,
2.1a quella donna graziosa e pia
2.2che dentro alla gran porta principale
2.3col suo dolce parlar mi mise pria,
3.1lei mirando, volta'mi: – Oh quanto vale –
3.2dicendo, – aver vedute queste cose
3.3che diciavate ch'eran tanto male!
4.1Or come si porria più valorose,
4.2che queste sien, giammai per nullo avere
4.3o pensare o udir più maravigliose? –.
5.1Rispose allor colei: – Parte vedere
5.2quel ben che tu cercavi qui dipinto,
5.3ché son cose fallaci e fuor di vere?
6.1E' mi par pur che tal vista sospinto
6.2t'abbia in falsa oppinion la mente,
6.3ed ogni altro dovuto ne sia stinto.
7.1Adunque torna in te debitamente:
7.2ricorditi che morte col dubioso
7.3colpo già vinse tutta questa gente.
8.1Ver è ch'alcun più ch'altro valoroso
8.2meritò fama, ma se 'l mondo dura
8.3e' perirà il suo nome glorioso.
9.1E questa simigliante alla verdura
9.2che vi porge Ariete, che vegnendo
9.3poi Libra appresso seccando l'oscura.
10.1Nullo altro ben si dee andar caendo
10.2che quello ove ci mena la via stretta,
10.3dove entrar non volesti qua correndo.
11.1Deh, quanto quello a' più savi diletta,
11.2grazioso ed etterno! ed io il ti dissi
11.3quando d'entrar pur qui avesti fretta.
12.1Or dunque fa che più non stieno fissi
12.2gli occhi a cotal piacer: ché se tu bene
12.3quel ch'egli è con dritto occhio scoprissi,
13.1aperto ti saria che 'n gravi pene
13.2vive e dimora chiunque ha speranza
13.3non saviamente, e a cotai cose tene.
14.1Tu t'abagli te stesso in falsa erranza
14.2con falso immaginar, per le presenti
14.3cose che son di famosa mostranza.
15.1Ed io, acciò che' vani avedimenti
15.2cacci da te, vo' che mi segui alquanto;
15.3e mosterrotti contro a quel ch'or senti,
16.1mostrandoti la gioia e 'l lieto canto
16.2de' tristi, che 'n ta' cose ebber già fede,
16.3mutarsi in brieve in doloroso pianto.
17.1Potrai veder colei, in cui si crede
17.2essere ogni poter ne' ben mondani,
17.3quanto arrogante a suo mestier provede,
18.1or dando a questo, or ritornando vani
18.2ciò che diede a quell'altro, molestando
18.3in cotal guisa l'intelletti umani.
19.1Per quel potrai veder vero, pensando
19.2quanto sia van quel ben che' vostri petti
19.3va sanza ragion nulla stimolando;
20.1onde, seguendo que' beni imperfetti
20.2con cieca mente, morendo perdete
20.3il potere acquistare poi i perfetti.
21.1In tal disio mai non si sazia sete:
21.2dunque a quel ben, che sempre altrui tien sazio
21.3e per cui acquistar nati ci sete,
22.1dovrebbe ognuno, mentre ch'egli ha spazio,
22.2affannarsi ad avere. Omai andiamo,
22.3ché già il luminoso e gran topazio
23.1in sulla seconda ora esser veggiamo
23.2già sopra l'orizonte, ed il cammino
23.3è lungo al poco spazio che abbiamo.
24.1Ma io spero che 'l voler divino
24.2ne farà grazia, ed io così li cheggio,
24.3ched e' non ci fallisca punto infino
25.1entrati sarem là, ove quel seggio
25.2del perfetto riposo è stabilito
25.3per que' che non disian d'aver peggio –.
26.1Poi ch'io ebbi sì parlare udito
26.2a quella donna, io le rispuosi: – Andate,
26.3nullo mio passo fia da voi partito.
27.1In questo sol vi priego che m'atiate,
27.2che là dove 'l disio mi trasportasse
27.3contra vostro piacer, mi correggiate –.
28.1Ella mostrò negli atti ch'accettasse
28.2la mia domanda, e mossesi e rivolta
28.3mi disse allora ch'io la seguitasse.
29.1Tutti e tre insieme, avvegna che con molta
29.2fatica, la seguimmo, e la cagione
29.3fu perché quistionammo alcuna volta
30.1a non voler seguir sua mostrazione.
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