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1.1Mostravasi ivi ancora effigiata
1.2la valle d'Ida profonda ed oscura,
1.3d'alberi molti e di frondi occupata,
2.1ove io discernetti la figura
2.2di quel Parìs, piacevole Troiano,
2.3per cui Troia sentì la sua arsura.
3.1Sol si sedeva là nel loco strano,
3.2davanti al qual Pallade, Giuno e Venere
3.3eran con una palla d'oro in mano.
4.1Sanza alcun vestimento ignude, tenere,
4.2bianche e vermiglie quivi e dilicate
4.3le mi pareva nel sembiante scernere;
5.1e diceano a Parìs: «In cui biltate
5.2di noi più vedi, questo pomo d'oro
5.3donalo a lei, quando ci avrai avisate».
6.1Dal capo al piè rimirava costoro
6.2Parìs: ciascuna bella li parea,
6.3onde fra sé dicea: «Deh, quale onoro?».
7.1Ognuna d'esse ad esso promettea
7.2e chi senno e chi ricchezze e chi amore
7.3di bella donna, pur ch'a lei la dea.
8.1Non si sapea esaminar nel core
8.2Parìs qual d'esse più biltate avesse,
8.3né qual ben si pigliar per lo migliore.
9.1Nel lungo esaminare infine elesse
9.2Venus per la più bella, e diella a lei,
9.3sub condizion che ella gli attenesse
10.1a farli avere in sua balia colei,
10.2cui ella avea lodata per sì bella,
10.3che nulla v'era simile di lei.
11.1A cui pareva che rispondesse ella:
11.2«Va tu per essa, ché col mio aiuto
11.3io farò sì che tua si sarà quella».
12.1Costui vid'io, poco appresso, saluto
12.2sur una nave e dar le vele al vento
12.3e tosto in Ispartèn esser venuto;
13.1ove disceso, sanza tardamento,
13.2andando Menelao inverso Creti,
13.3a fornir cominciò suo intendimento.
14.1Ma dopo molte cose, quivi lieti
14.2egli ed Elena bella e graziosa
14.3saliti in nave, pe' salati freti
15.1poste le vele, sanza alcuna posa
15.2tornava a Troia, e quivi si mostrava
15.3la vita lor quanto fosse gioiosa.
16.1Ivi Oenone ancora lagrimava
16.2il perduto marito e con pietose
16.3parole a sé invano il richiamava.
17.1Là si vedea Ifi e Iante amorose
17.2far festa pria che maschio ritornasse
17.3que' che 'l suo sesso tanto tempo ascose.
18.1Appresso mi parea che seguitasse
18.2Laudomia bella sospirando,
18.3come se del suo mal s'indovinasse.
19.1Raviluppata tutta e non curando
19.2di sé, Protessilao di bella cera
19.3s'aveva fatto, lui raffigurando;
20.1e poi a quella innanzi posta s'era
20.2in ginocchion, dicendo: «Signor mio,
20.3se io ti sono amanza e donna vera,
21.1leal come dicesti, fa che io
21.2ti veggia ritornar con quella gloria,
21.3ch'io l'arme tue presenti al forte iddio.
22.1A que' c'hanno mestier della vittoria,
22.2lasciali pria combatter, e il periglio
22.3propio fuggi: ch'ognor ch'a memoria
23.1viemmi quel ch'io già in alcun pispiglio
23.2udii d'Ettòr, che tanti cavalieri
23.3contasta combattendo, ogni consiglio
24.1in me fugge di me, e volentieri
24.2nel tuo andare ti vorrei aver detto
24.3ch'alla battaglia tu fossi il derrieri.
25.1Sola mia gioia, solo mio diletto,
25.2fa sì ch'io sia di tua tornata lieta,
25.3ché sanza te mai gioia non aspetto».
26.1In tal maniera quivi mansueta
26.2si stava Laudomia, tal volta
26.3d'angosciosi sospir tutta repleta.
27.1Or era ancora verso lei rivolta
27.2Penelopè, che aspettando Ulisse
27.3giammai non fu dal suo amor disciolta.
28.1Nella qual tenend'io le luci fisse,
28.2fra me volvea quanto fosse il disire
28.3di que' che mai non cre' ch'a lei reddisse,
29.1e quanto volle del mondo sentire,
29.2ché per voler veder trapassò il segno
29.3dal qual nessun poté mai in qua reddire,
30.1io dico forza usando né suo ingegno.
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