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1.1Ristrinsemi pietà l'anima alquanto
1.2ad aver compassion di quel dolente,
1.3cui io vedeva far così gran pianto.
2.1Poi rimirando ad altro ivi presente,
2.2vidi colui che il dolente regno
2.3sonando visitò sì dolcemente:
3.1Orfeo dico, che col suo ingegno
3.2fece le misere ombre riposare
3.3con la dolcezza del cavato legno.
4.1Sonando ancora quivi il vidi stare
4.2con Erudice sua, e mi parea
4.3che il vedessi sonando cantare,
5.1sollazandosi, versi, e sì dicea:
5.2«Amore, a questa gioia mi conduce
5.3la fiamma tua che nel cor mi si crea.
6.1Amor, de' savi graziosa luce,
6.2tu se' colui che 'ngentilisci i cori,
6.3tu se' colui che 'n noi valore induce.
7.1Per te si fugano angosce e dolori,
7.2per te ogni allegrezza ed ogni festa
7.3surge e riposa dove tu dimori.
8.1O spegnitor d'ogni cosa molesta,
8.2o dolce luce mia, questa Erudice
8.3lunga stagion con gioia la mi presta!
9.1Sempre mi chiamerò per te felice,
9.2per te giocondo, per te amadore
9.3starò come fa pianta per radice».
10.1A veder quel mi s'allegrava il core,
10.2e 'mmaginando quelle parolette
10.3a me, non che a lui, crescea valore.
11.1E poi, appresso a queste cose dette,
11.2Diomede ed Ulisse si vedeano
11.3divenuti merciai vender gioiette
12.1tra suore quivi, che queste voleano
12.2in vista comperar, ma dall'un lato
12.3spade ed archi forti posti aveano,
13.1saette ancor: de' quali avea pigliato
13.2uno una suora ch'ivi stava presso,
13.3e infino al ferro l'arco avea tirato.
14.1Onde parea dicesser: «Questi è desso,
14.2questi è Acchille, cui andian cercando»,
14.3e gir se ne volean quindi con esso.
15.1La qual cosa vedendo, sospirando
15.2una sorella quivi contastava
15.3a que' che lui andavan lusingando.
16.1Acchille gir con essi disiava,
16.2e spogliandosi l'abito iveritta
16.3come buon cavalier presto s'armava.
17.1Vedendo ciò Deidamia, trafitta
17.2da grieve doglia, tutta scolorita
17.3parea dicesse a lui allato ritta:
18.1«Omè, anima mia, o dolce vita
18.2del cor dolente che tu abandoni,
18.3di cui fia tosto, credo, la finita,
19.1in qua' parti vai tu? qua' regioni
19.2cerchi tu più graziose che la mia?
19.3deh, credi tu a questi due ladroni?
20.1deh, non t'incresce di Deidamia?
20.2I' son colei che più che altra t'amo
20.3e che più ch'altra cosa ti disia.
21.1In quant'io posso più mercé ti chiamo:
21.2non mi ti tôrre, deh, non te ne gire,
21.3non privar me di quel che io più bramo!
22.1sola mia gioia, solo mio disire,
22.2sola speranza mia, se tu ten vai,
22.3subitamente mi credo morire.
23.1In continova doglia e tristi guai
23.2istarò sempre: deh, aggi pietate
23.3di me, se grazia merita' giammai!
24.1Ahi lassa, or son così guiderdonate
24.2tutte le giovinette ch'aman voi,
24.3che di subito sieno abandonate?
25.1Ricordar certo credo che ti puoi
25.2quanto onor abbi da me ricevuto,
25.3e ancora puoi ricever, se tu vuoi.
26.1L'abito che t'ha fatto sconosciuto
26.2sì lungo tempo per me 'l ricevesti,
26.3per me segreto se' stato tenuto.
27.1E quando prima vergine m'avesti,
27.2di mai partirti né d'altra pigliarne
27.3sopra la fede tua mi promettesti.
28.1Perché altrove vuogli adunque andarne?
28.2Di me t'incresca e del comun figliuolo
28.3ch'abbian, se non ti duol la propia carne.
29.1Io so che tu vuogli ire al tristo stuolo
29.2ch'è 'ntorno a Troia, ov'io dubito forte
29.3che morto non vi sia e per gran duolo
30.1a me medesma non ne segua morte».
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