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1.1Ivi più non seguia, perché finiva
1.2quella facciata con gli antichi autori
1.3che stanno innanzi a quella donna diva.
2.1Laond'io torna'mi inver li predatori,
2.2ricominciando a quel canto primiero
2.3a rimirar gli antichissimi amori.
3.1Ed umile tornato v'era il fiero
3.2Marte, prencipe d'arme fatto amante,
3.3per la qual cosa più non era altiero.
4.1Con tal disio il piacevol sembiante
4.2mirava della bella Citerea,
4.3che non parea che più curasse avante.
5.1Tra que' luoghi medesmi mi parea
5.2con essa lui veder dentro ad un letto,
5.3dintorno al quale, al mio parere, avea
6.1ordinata di ferro tutto eletto
6.2una rete sottil che gli avea presi,
6.3come per coglier loro in quel diletto.
7.1Sovra la sua vergogna i lacci tesi
7.2avea Vulcano, il qual veder venia
7.3ridendosi d'averli sì offesi.
8.1Aveva quivi ciascun dio e dia,
8.2che nel ciel fosse, tututti chiamati
8.3Vulcan, per mostrar lor cotal follia.
9.1Commosso a' prieghi di Nettunno grati
9.2fatti a Vulcan per Marte umilemente,
9.3di quella fuor da lui eran cacciati.
10.1Hai! come poi ciascuno apertamente
10.2faceva il suo piacer, però che avieno
10.3vergogna ricevuta interamente!
11.1E sì avviene a que' che non vorrieno
11.2trovar le cose e vannole cercando,
11.3che molto meglio cheti si starieno.
12.1Molto consiglio ciaschedun, che quando
12.2pur divenisse che cosa vedesse
12.3che li spiacesse, con gli occhi bassando
13.1e' se ne passi, perché molto spesse
13.2son quelle volte che tai vendicare
13.3tal vuol, che saria me' che se ne stesse.
14.1Tutto focoso vidi seguitare
14.2quivi Febo Pennea graziosa,
14.3e lei con dolci voci lusingare.
15.1Temendo fuggiva ella impetuosa
15.2quivi da lui e di sopra le spalle
15.3con li capelli sparti: più focosa
16.1entrava in Febo, che 'l dolente calle
16.2seguiva, infin che stanca fé dimoro,
16.3più non potendo, in una bella valle.
17.1Là ritornata in grazioso alloro
17.2sopr'essa il sol la sua luce fermava,
17.3faccendole col raggio chiaro coro.
18.1Veder pareami, secondo mostrava,
18.2che si dolesse di tal mutazione
18.3e ne sembianti sen ramaricava.
19.1Ivi era appresso poi come Sitone,
19.2maschio da lui sanza fine amato,
19.3mutava in feminil sua condizione.
20.1Con esso lui si stava quivi allato,
20.2e lei tenendo in braccio con amore
20.3mostrava ch'altro non li fosse a grato.
21.1Or, con costei finito il suo ardore,
21.2rinchiuso vidi in una vecchia scura,
21.3più là un poco, tutto il suo splendore.
22.1Nell'aspetto pareva la figura
22.2della madre di quella, per cui questo
22.3a far ciò il sospignea con tanta cura.
23.1Mirabilmente là si vedea presto
23.2chiuso tornare in sé, onde colei
23.3dicea maravigliando: «Or che è questo?».
24.1E poi il vedeva starsi con costei;
24.2ma morta quella, per la sua potenza
24.3in albero d'incenso mutò lei.
25.1Così appresso in forma; e l'accoglienza
25.2che Issèn li fé quando con essa giacque,
25.3tutto vi si vedea sanza fallenza.
26.1Habituato, v'era com li piacque
26.2a Climenès, del cui congiungimento
26.3Feton che guidò il carro poi ne nacque.
27.1Oltre tra questi poi, molto contento,
27.2era Nettunno in forma d'Euristeo,
27.3Esimena abbracciando al suo talento.
28.1Innanzi riguardando discerneo
28.2la vista mia costui in braccio tenere
28.3Cerere, cui amò quanto poteo.
29.1Non sanza molti basci, al mio parere,
29.2la stimolava; ma io mi voltai,
29.3non potend'io più quivi vedere,
30.1dond'io a riguardar pria cominciai.
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