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1.1Al suon di quella voce graziosa
1.2che nominò il maestro dal qual io
1.3tengo ogni ben, se nullo in me sen posa:
2.1– Benedetto sia tu, etterno Iddio,
2.2c'hai conceduto ch'io possa vedere
2.3in onor degno ciò ch'avea in disio –,
3.1incominciai allora; né potere
3.2aveva di partir gli occhi dal loco
3.3dove parea il signor d'ogni savere,
4.1tra me dicendo: «Deh, perché il foco
4.2di Lachesis per Antropos si stuta
4.3in uomo sì eccellente e dura poco?
5.1Viva la fama tua, e ben saputa,
5.2gloria de' Fiorentin, da' quali ingrati
5.3fu la tua vita assai mal conosciuta!
6.1Molto si posson riputar beati
6.2color che già ti seppero e colei
6.3che 'n te si 'ncinse, onde siamo avvisati».
7.1I''l riguardava, e mai non mi sarei
7.2saziato di mirarlo, se non fosse
7.3che quella donna, che i passi miei
8.1là entro con que' due insieme mosse,
8.2mi disse: – Che pur miri? forse credi
8.3renderli col mirar le morte posse?
9.1E' c'è altro a veder che tu non vedi!
9.2Tu hai costì veduto, volgi omai
9.3gli occhi a que' del mondan romore eredi;
10.1i quali quando riguardati avrai,
10.2di quinci andrenci, ché lo star mi sgrata –.
10.3A cui io dissi: – Donna, tu non sai
11.1neente perché tal mirar m'aggrata
11.2costui cui miro, ché se tu il sapessi
11.3non parleresti forse sì turbata –.
12.1– Veramente se tu il mi dicessi
12.2nol saprei me' –, rispose quella allora,
12.3– ma perder tempo è pur mirare ad essi –.
13.1Oltre passai, sanza più far dimora,
13.2con gli occhi a riguardar, lasciando stare
13.3quel ch'io disio di rivedere ancora,
14.1là dove a colei piacque che voltare
14.2io mi dovessi; e vidi in quella parte
14.3cosa ch'ancor mirabile mi pare.
15.1Odi, ché mai Natura con sua arte
15.2forma non diede a sì bella figura:
15.3non Citarea, allor ch'ell'amò Marte,
16.1né quando Adon le piacque, con sua cura
16.2si fé sì bella, quanto infra gran gente
16.3donna pareva lì leggiadra e pura.
17.1Tutti li soprastava veramente,
17.2di ricche pietre coronata e d'oro,
17.3nell'aspetto magnanima e possente.
18.1Ardita sopra un carro tra costoro
18.2grande e triunfal lieta sedea,
18.3ornato tutto di frondi d'alloro.
19.1Mirando questa gente in man tenea
19.2una spada tagliente, con la quale
19.3che 'l mondo minacciasse mi parea.
20.1Il suo vestire a guisa imperiale
20.2era, e teneva nella man sinestra
20.3un pomo d'oro, e 'n trono alla reale,
21.1vidi, sedeva; e dalla sua man destra
21.2due cavalli eran che col petto forte
21.3traeano il carro fra la gente alpestra.
22.1Ed intra l'altre cose che iscorte
22.2quivi furon da me intorno a questa
22.3sovrana donna, nimica di morte
23.1nel magnanimo aspetto, fu ch'a sesta
23.2un cerchio si movea grande e ritondo,
23.3da' piè passando a lei sopra la testa.
24.1Né credo che sia cosa in tutto 'l mondo,
24.2villa, paese, dimestico o strano,
24.3che non paresse dentro da quel tondo.
25.1Era sopra costei, e non invano,
25.2scritto un verso che dicea leggendo:
25.3«Io son la Gloria del popol mondano».
26.1Così mirando questa e provedendo
26.2ciò che di sopra, dintorno e di sotto
26.3le dimorava e chi la gia seguendo
27.1o lei mirava, sanza parlar motto
27.2per lungo spazio inver di lei sospeso
27.3tanto stett'io, che d'altra cura rotto
28.1nella mente sentimmi: il viso steso
28.2diedi a mirar il popolo che andava
28.3dietro a costei, chi lieto e chi offeso,
29.1sì come nel mio credere estimava.
29.2E quivi più e più ne vidi, i quali
29.3conobbi, se 'l parer non m'ingannava;
30.1onde al disio di mirar crebbe l'ali.
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